di Federica Marengo venerdì 10 maggio 2024
-Dopo la decisione degli Usa di fermare alcune spedizioni di armi per impedire la continuazione dell’operazione di terra a Rafah, operazione riguardo a cui da sempre gli Stati Uniti hanno espresso la propria contrarierà, il Premier israeliano Netanyhau ha pubblicato nuovamente sui social il discorso pronunciato allo Yad Vashem la scorsa settimana, in cui ha affermato che “ lo Stato ebraico affronterà da solo Hamas, se necessario”, riecheggiato dal ministro degli Esteri Katz, secondo cui: “Israele continuerà a combattere Hamas fino alla sua distruzione”, perché “non c’è guerra più giusta di questa” e dal ministro israeliano della Difesa, Ben Gvir che su X ha scritto: “Hamas ama il presidente americano”.
Intanto, mentre i carri armati israeliani sono già sul lato orientale del valico, gli Stati Uniti , tramite il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Kirby, hanno proposto a Israele “metodi alternativi per sconfiggere Hamas”, avvertendo che: “L’invasione di Rafah non assicura la disfatta degli estremisti”.
Quanto ai negoziati al Cairo sulla tregua e sulla liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la delegazione del gruppo terroristico ha lasciato la città, annunciando la sua “adesione alla proposta dei mediatori”, ma facendo sapere che: “L’invasione israeliana di Rafah ha lo scopo di bloccare gli sforzi dei negoziatori”.
Al riguardo, una fonte vicina al Premier israeliano Netanyahu avrebbe riferito a Sky News che:
“La minaccia di sospendere la fornitura di armi da parte di Joe Biden ,praticamente seppellisce un accordo sugli ostaggi a questo punto”.
Inoltre, una fonte anonima , vicina alle posizioni di Netanyahu, avrebbe riferito al quotidiano Israel HaYom, che il governo israeliano deciderà in serata, in “fatidiche” riunioni del Gabinetto di guerra e di sicurezza, su come procedere sui combattimenti a Gaza e in Libano, dopo la decisione degli Usa di fermare le spedizioni di armi , ribadendo che , nella conversazione con il Presidente USA, Biden della scorsa domenica, il Premier israeliano avrebbe affermato che “lo Stato ebraico combatterà con le unghie e con i denti ,se necessario”.
Nel frattempo, la tensione cresce anche a Gerusalemme Est, dove un gruppo di estremisti israeliani ha cercato di incendiare la sede dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. La suddetta agenzia (Unrwa), ha poi reso nota la decisione di chiudere la sede oggetto dell’attacco.
A proposito di ONU, oggi , si è tenuto il voto sulla bozza di risoluzione, proposta dal rappresentante degli Emirati Arabi ,per riconoscere la Palestina come componente delle Nazioni Unite. L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato tale risoluzione con 143 voti a favore , 9 contrari ( Usa, Israele, Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Ungheria, Argentina e Repubblica Ceca) e 25 astensioni (tra cui quella dell’Italia e di: Germania Albania, Bulgaria, Austria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia,, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Isole Marshall, Olanda, Macedonia del Nord, Moldavia, Paraguay, Romania, Vanuatu, Malawi, Principato di Monaco, Ucraina, Svezia e Svizzera), raccomandando al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”, in quanto l’ok da parte di quest’ultimo, presso cui gli Usa ,il mese scorso, avevano posto il veto, è condizione necessaria per un’eventuale approvazione piena.
Dura, la reazione dell’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan poco prima del voto, il quale ha detto: “Avete aperto le Nazioni Unite ai nazisti moderni. Questo giorno sarà ricordato per l’infamia; uno Stato terrorista palestinese che sarebbe guidato dall’Hitler dei nostri tempi. State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani”.
Il ministro degli Esteri israeliano, Katz, parlando di “una decisione assurda”, ha sottolineato: “Il messaggio che l’Onu manda alla nostra regione in sofferenza è che la violenza paga. La decisione di aggiornare lo status dei palestinesi all’Onu è un premio ai terroristi di Hamas. Israele è riconoscente a tutti quei Paesi che non hanno votato a favore o cooperato con questa mossa contorta, scegliendo di stare dalla parte giusta della storia e della moralità”.
Per la delegazione USA , “l’Autorità Palestinese non soddisfa i criteri per l’adesione alle Nazioni Unite” e “la risoluzione non risolve le preoccupazioni precedentemente sollevate sull’adesione”, pertanto, sarebbe preferibile che “lo Stato palestinese nascesse da un negoziato con Israele”.
L’ambasciatore palestinese all’Onu Ryad Mansour, invece, prima del voto in Assemblea Generale, ha detto: “Vogliamo pace e libertà, la nostra bandiera vola alta in Palestina, nel mondo e persino fuori dal campus della Columbia University a New York. È diventata un simbolo di chi crede nella libertà. Potete decidere di stare con la pace, con il diritto di una nazione di vivere in libertà, oppure potete decidere di stare ai margini della storia. Colonizzazione e occupazione non sono il nostro destino, ci sono stati imposti. Votare per l’esistenza della Palestina non è contro nessuno Stato, ma è un investimento nella pace. Votare sì alla risoluzione che riconosce la nostra esistenza è la cosa giusta da fare”, mentre il ministero degli Esteri dell’ ANP(Autorità Nazionale Palestinese), dopo il voto a favore, ha affermato: “Il voto dell’Assemblea generale dell’Onu dimostra che la Palestina merita di essere membro a pieno titolo delle Nazioni Unite”.
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