di Federica Marengo giovedì 9 maggio 2024
-Sullo sfondo delle imminenti elezioni Europee, a tenere banco nel dibattito tra Maggioranza e Opposizioni, oltre alle questioni di politica economica, vi è il tema delle riforme costituzionali: in particolare quella del Premierato e dell’Autonomia differenziata.
Proprio la riforma che introduce l’elezione diretta del Presidente del Consiglio , il Ddl Casellati, è approdata ieri, in Aula al Senato per la discussione generale.
Il provvedimento, approvato in Consiglio dei Ministri nel novembre 2023, è stato modificato in parte nel passaggio in Commissione parlamentare e prevede: la sostituzione dell’articolo 92 della Costituzione con l’elezione diretta del/della Presidente del Consiglio per suffragio universale e diretto e il mandato della durata di cinque anni, rinnovabile al massimo per un secondo mandato, eccetto nel caso in cui, nella legislatura precedente , il/la Premier abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi. Inoltre, insieme con l’elezione diretta del/della Presidente del Consiglio si procederà a quella delle Camere.
Quanto al premio elettorale, sarà la legge elettorale, la cui riforma sarà al vaglio del Governo solo dopo la riforma del Premierato, a regolare il sistema per l’elezione del/della Premier e delle Camere, prevedendo un premio su base nazionale che assicurerà una maggioranza dei seggi in tutt’e due le Camere e alle liste e ai candidati collegati al/alla Presidente del Consiglio, che verrà eletto/a nella Camera in cui ha presentato la candidatura.
Tuttavia , resta da sciogliere il nodo del premio di maggioranza, inizialmente fissato al 55% dei parlamentari nelle due Camere, che ha sollevato dubbi per via della mancanza di una soglia minima per avere il premio e dell’eventualità di ballottaggio e verrà quindi deciso nella legge elettorale. Ad ogni modo, una ipotesi allo studio dell’Esecutivo, proposta da alcuni partiti di Maggioranza, è quella di un ballottaggio tra i primi due candidati di coalizione quando non si raggiunga una soglia minima percentuale tra il 42-43% di uno dei candidati.
Infine, il Presidente della Repubblica conferirà al/alla Premier eletto/a l’incarico di formare il Governo e nominerà e revocherà, su proposta di quest’ultimo/a, i ministri e, in casi eccezionali, potrà sciogliere le Camere in qualsiasi momento per via dell’abolizione del semestre bianco.
Ieri, dunque, è iniziata in Senato la discussione generale , che sembra essere destinata a proseguire a lungo, visti i 3000 emendamenti depositati dalle Opposizioni, e gli 80 iscritti a parlare, la gran parte senatori e senatrici del Pd, del M5S e di AVS.
Per i dem , a esporre le ragioni della contrarietà e la pregiudiziale di costituzionalità rispetto al Ddl Casellati, è stata la senatrice Valente, componente della Commissione Affari Costituzionali, la quale ha dichiarato: “Alla destra diciamo di fermarsi, perché sta smantellando le istituzioni e la Costituzione del Paese e minando le ragioni forti e le fondamenta della nostra repubblica parlamentare. Siamo di fronte all’abolizione del sistema della repubblica parlamentare e all’istituzione della repubblica del Premier: sarebbe stato più onesto, diretto e trasparente dirlo in modo chiaro, dire parole di verità. Stanno mandando in soffitta il Parlamento e affidando tutti i poteri al Premier”.
Il M5S, poi, con il senatore Roberto Cataldi, ha parlato di “Fascino nostalgico dell’uomo o della donna forte” e di “pasticcio normativo che sta dando sepoltura alla democrazia e allo stato di diritto”.
Dalla Maggioranza, invece, a sostenere le ragioni del Ddl è stato il capogruppo al Senato di FI, Maurizio Gasparri, che, nel suo intervento, ha sottolineato: “Per il gruppo di Forza Italia, questo provvedimento è uno dei più importanti dell’intera legislatura. Fa parte del programma politico di Forza Italia e del centrodestra, e anche il presidente Berlusconi aveva avanzato una proposta presidenzialista che caratterizzò fin dall’inizio il suo impegno politico. Nel tempo questo tema è emerso e scomparso, e oggi torna in una versione che è già frutto della volontà di raggiungere il più ampio accordo con tutte le forze politiche. Le procedure di modifica della Costituzione impongono dei quorum qualificati e c’è comunque sempre la possibilità di un referendum confermativo in occasione del quale, eventualmente, spiegheremo che da un lato c’è un sistema che dà più potere ai cittadini e, dall’altro, c’è chi vuole tenere nel palazzo ogni scelta. Noi siamo dalla parte dei cittadini, della democrazia diretta, di questa riforma”.
Per FdI, il senatore Marco Lisei ha sottolineato: “Questa riforma non modifica gli equilibri dello Stato; non arretra e non modifica in alcuna misura i poteri del Presidente della Repubblica, né quelli che ha il Parlamento”.
Le Opposizioni poi , nel corso della discussione generale , hanno attaccato il Governo anche per via dell’assenza dell’Esecutivo in Aula, in quanto presente al convegno tenutosi nel tardo pomeriggio presso la Camera , proprio sulla riforma , dal titolo: “La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato”, a cui ha partecipato con un suo intervento la Presidente del Consiglio Meloni.
Quindi, nel corso di una pausa della discussione generale in Senato sul Ddl Casellati, la segretaria dem Schlein, ha convocato un’assemblea straordinaria dei senatori e delle senatrici del Pd, esortandoli a ”fare muro con i corpi contro una riforma che stravolge l’assetto nato dalla Costituzione antifascista e mina la repubblica parlamentare”, per poi annunciare la convocazione per il 2 giugno, Festa della Repubblica, di una manifestazione “sulla Costituzione e l’Europa federale contro il Premierato e l’Autonomia differenziata”.
A replicare alla segretaria dem Schlein e alle Opposizioni , la Premier stessa, nel corso del suo intervento al convegno a Montecitorio, nel quale, esprimendo soddisfazione nel vedere una platea composta non soltanto da addetti ai lavori, ma anche da personalità del mondo dello sport , dell’imprenditori e dello spettacolo, ha difeso la riforma del Premierato e ha evidenziato che: “La Costituzione è di tutti perché tocca tutti e per questo motivo penso che sia un errore approcciare questi temi con una impostazione ideologica, che però è l’orientamento prevalente che vedo finora in questo dibattito”.
La Presidente del Consiglio, poi, ha ribadito che “Serve stabilità politica” e che “il premierato va in questa direzione lasciando inalterati i poteri fondamentali del Presidente della Repubblica”, ma allo stesso tempo “eliminando a monte la funzione di supplenza di una politica incapace di decidere”, ponendo l’accento sulla necessità di “salvaguardare gli organi di garanzia, a partire dalla funzione di arbitro super partes del Capo dello Stato” e sugli obiettivi di tale riforma: “fermare la stagione dei ribaltoni” e “garantire che chi viene scelto dal popolo per governare possa farlo con un orizzonte di legislatura, possa avere il tempo per portare avanti il programma con cui si è presentato ai cittadini: tempo e stabilità sono condizione determinante per costruire qualsiasi strategia e ,quindi , per restituire credibilità alle nostre istituzioni di fronte ai cittadini e a questa nazione con i nostri interlocutori internazionali”.
Riguardo alla possibilità di un referendum, la Premier ha auspicato che “Il premierato sia approvato dal Parlamento con una maggioranza di due terzi, ma se questo non dovesse accadere la parola passerà agli italiani, come prevede la nostra Costituzione”, spiegando che “È un errore la personalizzazione. Questa riforma non riguarda la sottoscritta o il Presidente Mattarella. Riguarda un altro mondo, un futuro ipotetico. Per questo, vale la pena discutere invece di personalizzare sempre tutto. Non ho avuto problemi a votare il taglio dei parlamentari. Ci sono questioni sulle quali l’opposizione fine a sé stessa non serve a niente. Questo gioco tattico lo pagano i cittadini e la credibilità delle istituzioni”.
In merito alla riforma della legge elettorale, che seguirà la riforma del Premierato,la Presidente Meloni ha affermato: “Sono convinta che faremmo un buon servizio alla nazione se accompagnassimo il premierato a una legge elettorale che ricostruisca il rapporto eletto-elettore e consolidi la democrazia dell’alternanza reintroducendo le preferenze. Credo di essere stata la presidente dell’unico partito che ha avuto il coraggio di presentare emendamenti che reintroducevano le preferenze per l’elezione dei parlamentari, non sono mai stata contraria e anche su questo sono aperta. Oggi, il contesto internazionale non ci consente leggerezza, la leggerezza può essere davvero drammatica”.
Infine, rispondendo alla segretaria del Pd, Schlein, ha sottolineato: “Leggo di leader politici che parlano di “fermare la riforma con i loro corpi” e non so se la devo leggere, diciamo, come una minaccia o come, diciamo, una sostanziale mancanza di argomentazione nel merito”.
E ancora, rivolta alle Opposizioni: “Chi pensa di essere depositario della Carta, mette in discussione il valore unificante. Il trasformismo, non la riforma, indebolisce il Parlamento. Noi facciamo chiarezza nei ruoli: alle Camere e al Governo l’indirizzo politico, al Capo dello Stato, i cui poteri, volutamente abbiamo lasciato inalterati, il ruolo di garanzia”.
La controreplica della segretaria dem alla Premier, è poi arrivata nel corso di un evento in un locale del Tiburtino da dove aveva lanciato la campagna per le primarie Pd : “Meloni mi attacca? Non mi spaventa. Faremo opposizione con tutte le nostre forze contro questa riforma pericolosa in Parlamento con le nostri voci e lo faremo con i nostri corpi nelle piazze. Meloni dice che non abbiamo argomenti? Li abbiamo portati all’incontro con il governo, l’unico che c’è stato più di un anno fa. Il dialogo non lo hanno mai voluto. Abbiamo portato le nostre proposte e non ne hanno considerata nemmeno una perché questo fragile governo si regge sul baratto fra autonomia e premierato”.
Stamane, invece, Giornata dedicata alle vittime del terrorismo, nel quale si ricorda il ritrovamento in Via Caetani a Roma, il 9 maggio del 1979, del corpo dell’Onorevole della DC, Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia, la Premier ha partecipato alle celebrazioni ufficiali e, sui suoi profili social , in un post, ha scritto: “Quella di oggi è una data che ha segnato profondamente la memoria e la coscienza della nostra Nazione. Era il 9 maggio 1978 quando il corpo di Aldo Moro, barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse, veniva rinvenuto nel bagagliaio di un’automobile in via Caetani a Roma. Lo stesso giorno cadeva, per mano mafiosa, Peppino Impastato. Ed era il 9 maggio del 2021 il giorno in cui veniva proclamata la beatificazione di Rosario Livatino, magistrato ucciso dalla Stidda. Un uomo di Stato, un attivista coraggioso e un Giudice, i cui sacrifici non devono essere dimenticati e non devono essere vani. Non a caso nel 2007 il Parlamento italiano ha istituito per il 9 maggio il giorno della memoria” dedicato al ricordo di tutte le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Non dimentichiamoli e facciamo tesoro dei loro insegnamenti. Lo dobbiamo a tutte le vittime innocenti, a chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra storia, alla nostra Patria e ai nostri figli, a chi c’era prima di noi e a chi ci sarà dopo di noi. Lo dobbiamo all’Italia e ai valori che amiamo”.
Il Presidente della Repubblica Mattarella , invece, presenti anche il Presidente del Senato La Russa e della Camera Fontana e il Presidente della Corte Costituzionale Barbera, ha deposto una corona di fiori sotto la lapide dell’Onorevole Moro apposta proprio in Via Caetani, intervenendo poi alle celebrazioni a Palazzo Madama.
Il Capo dello Stato, successivamente, ha rilasciato una dichiarazione in occasione della Festa dell’Europa , in cui , in tutte le capitali del vecchio Continente, si celebra l’anniversario della dichiarazione con la quale il 9 maggio1950 Robert Schuman costituì la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, nella quale ha affermato: “Dal 1985 si celebra la Festa dell’Europa e i valori che ad essa sono intrinsecamente legati: pace, democrazia, tutela dei diritti delle persone e dei popoli. Il 9 maggio segna l’anniversario della dichiarazione con la quale nel 1950 Robert Schuman proponeva la creazione di una comunità di Stati i cui membri avrebbero messo in comune le produzioni di carbone e acciaio, convinto che “la pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Parole che risuonano, oggi, in tutta la loro straordinaria forza e drammatica attualità. Dall’avvio del processo di integrazione la storia europea vive forse la fase più critica della sua storia. La sicurezza del nostro continente è scossa da conflitti che non abbiamo conosciuto in epoche recenti. Il nostro vicinato è segnato da crisi che sarebbe illusorio ritenere confinate a focolai localizzati. Una situazione imprevista che pone le opinioni pubbliche dei Paesi dell’Unione di fronte a scelte nuove .L’Unione Europea, nella sua vita, ha saputo affrontare con successo sfide e crisi, confermando la sua capacità di assicurare il futuro dell’Europa e dell’Italia in un contesto di convivenza pacifica, di crescita economica, di sviluppo sociale, di garanzia di libertà. Tra qualche settimana i cittadini dei ventisette Stati membri saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento Europeo. Un grande esercizio di democrazia in cui centinaia di milioni di elettori hanno l’opportunità – e la connessa responsabilità – di rendersi protagonisti del loro futuro. Con la partecipazione al voto potremo plasmare il governo di un’Unione Europea unita, in pace, dinamica, capace di armonizzare secondo principi di solidarietà i diversi punti di vista dei suoi popoli. Presidio della nostra sicurezza. Con lo stesso coraggio e la medesima determinazione di cui diedero prova i Padri fondatori dell’Europa unita dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino della civiltà europea, per contribuire a rendere più giusto il mondo in cui viviamo”.
Per l’occasione, invece, il Commissario UE agli Affari Economici Gentiloni è intervenuto a un evento organizzato dalle rappresentanze delle istituzioni europee in Italia in Campidoglio a Roma, cui hanno preso parte 200 giovani, nel quale ha dichiarato: “A che punto siamo? Abbiamo 5 anni alle spalle con due crisi enormi: la crisi del Covid e quella dell’invasione russa con tutte le conseguenze di quella invasione. Gli anni precedenti erano stati ancora più difficili, culminati con l’uscita del Regno Unito. Eppure, tutto sommato l’Europa è più forte di prima. Rispetto alle elezioni precedenti sono meno presenti i movimenti che spingono all’uscita degli Stati dall’Unione. Se guardiamo questa campagna elettorale in realtà ci sono meno “Exit”. La discussione è ormai su che tipo di Europa vogliamo, non più se la vogliamo o meno. Sul Pnrr in Europa ora si tratta di fare non l’ultimo miglio, ma ancora moltissima strada per portare a termine le riforme e gli investimenti previsti dai piani. La piena attuazione dei piani di rilancio è fondamentale, se vogliamo che l’esperienza dei Pnrr non sia una parentesi ,ma sia utilizzabile un domani , ad esempio, per l’idrogeno verde o altro. I fondi Pnrr hanno cambiato la situazione di molti Paesi europei, in particolare dei Pigs, come venivano chiamati Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna per denigrarli ,che ora hanno livelli di crescita maggiori dei frugali”.
Presente allo stesso evento, anche il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di Coesione e il PNRR, Fitto, che ha sottolineato: “Il nostro Paese è chiamato a dare un contributo decisivo per rendere credibile lo strumento a cui si è fatto riferimento, perché le istituzioni europee hanno messo in comune l’indebitamento è anche vero che il nostro Paese ha beneficiato per ragioni oggettive della maggior quantità di risorse a fondo perduto e ha scelto la maggiore possibilità di ulteriori risorse a debito. Evidentemente, il nostro Paese rappresenta la punta di diamante della riuscita del meccanismo del Next Generation e la riuscita o meno e l’efficacia o meno del nostro Piano di ripresa e resilienza rende credibile o meno la possibilità di continuare a utilizzare per tutte le sfide del futuro uno strumento di indebitamento comune, quindi non è solamente una responsabilità nazionale, ma sentiamo anche la rilevanza e l’importanza della sfida europea. Sfida che è anche la transizione verde e la transizione digitale, che proietta il nostro Paese e l’Europa verso uno degli elementi fondamentali, che è quello delle competenze: riuscire a investire in modo concreto sul futuro delle nuove generazioni e sulla capacità di costruire un contesto economico che dia delle prospettive in questa direzione. Non siamo preoccupati dal negoziato sui conti pubblici che si aprirà con la Ue, ma siamo convinti e consapevoli, e il ministro Giorgetti lo ha ribadito in tutte le circostanze, che il Governo farà la sua parte e sosterrà, all’interno di un quadro di regole di carattere generale, le esigenze e le peculiarità del nostro Paese. Vorrei ricordare come elemento integrativo che nella fase in cui è stato sospeso il Patto di stabilità, per la pandemia e per la guerra poi, il nostro Paese ha aumentato la spesa pubblica di circa 300 miliardi di euro. È un tema di cui si parla poco, ma su cui bisognerebbe riflettere molto”.
Sempre il Presidente della Repubblica Mattarella , poi,come si legge in una nota diffusa dal Quirinale, in un colloquio telefonico, ha espresso solidarietà alla ministra per la Natalità, la Famiglia e le Pari Opportunità, Roccella che, stamane a causa di contestazioni , non ha tenuto il suo intervento agli Stati Generali della Natalità.
Nella nota del Colle , si legge: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato alla Ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, per esprimerle solidarietà per quanto accaduto stamattina agli Stati Generali della natalità, sottolineando che: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
Solidarietà alla ministra Rocella è stata espressa anche dalla Premier Meloni che, sui suoi profili social, ha scritto: “Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta”.
In ultimo, il ministro della Giustizia, Nordio ha aperto a Venezia il G7 sulla Giustizia , annunciando alla stampa all’inizio dei lavori: “E’ un grande piacere accogliere oggi il G7 sulla Giustizia: la novità più importante sarà la costituzione di un Venice Justice Group, che sarà permanente per l’attuazione e la garanzia delle leggi. È una giornata importante perché consolida una unità di intenti e una unità di direzioni nella lotta contro la criminalità organizzata, contro il traffico di esseri umani, contro la diffusione di droghe particolarmente pericolose come il fentanyl e anche per quanto riguarda l’interesse che abbiamo sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale. Ho già avuto questa mattina dei colloqui bilaterali con i colleghi del Canada, dell’Ucraina, degli Stati Uniti d’America e della Gran Bretagna, altri proseguiranno domani. Sarà un’occasione estremamente fruttuosa e ancora una volta rinnovo il ringraziamento sia a tutti i nostri ospiti sia a tutti quelli che hanno collaborato per la riuscita di questa organizzazione. È una giornata particolarmente ricca di emozioni anche perché , oggi è la giornata che commemora le vittime del terrorismo e quarant’anni fa sono stato il giudice istruttore dell’inchiesta sulle Brigate Rosse”.
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