di Federica Marengo mercoledì 8 maggio 2024
-Dopo aver preso il controllo del valico di Rafah sul lato palestinese al confine con l’Egitto, ed aver chiuso il valico di Kerem Shalom con Gaza sud ,usato per l’ingresso degli aiuti umanitari, l’esercito israeliano stamane ha riaperto quest’ultimo, dopo le sollecitazioni degli USA e dell’Onu, per poi , però, richiuderlo di nuovo.
Contemporaneamente, gli Stati Uniti hanno sospeso la consegna di un carico di 2500 bombe dopo la mancata risposta di Israele alle esortazioni di Washington ad evitare l’ offensiva su Rafah.
Inoltre, sempre gli USA continuano a spingere sulla trattativa per una tregua e per la liberazione degli ostaggi israeliani finora in corso al Cairo e in stallo per la richiesta di Hamas di cessare definitivamente la guerra e l’intenzione di includere degli ostaggi deceduti tra i 33 da rilasciare nella prima fase, richieste ritenute “inaccettabili” da Israele.
Tuttavia, una fonte di Israele ha fatto sapere all’agenzia Reuters che in queste ore non vi sarebbe stata: “Nessuna svolta nei colloqui con Hamas”, mentre il Premier israeliano Netanyahu, che ha tenuto un vertice con il capo della Cia e con il Mossad prima di una nuova riunione del Gabinetto di guerra, ha dichiarato che “Il sì di Hamas alla tregua voleva solo sabotare l’ingresso a Rafah” e Hamas, secondo Haaretz, avrebbe affermato che “La presa del valico di Rafah da parte dell’esercito israeliano ha confermato l’intenzione di Tel Aviv di interrompere gli sforzi di mediazione per il cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri” e che “i colloqui sono finiti” , in quanto “Israele è tornata indietro”.
Inoltre, il portavoce dell’Esercito israeliano, Hagari ha dichiarato al quotidiano Yedioth Ahronot: “ Non inganneremo l’opinione pubblica: anche dopo che ci saremo presi cura di Rafah, ci sarà il terrorismo. Hamas si sposterà a nord e si riorganizzerà. L’Idf ha presentato un piano al governo per combattimenti a Gaza che dovrebbero durare un anno. Gaza è forse uno dei teatri più difficili al mondo: sovraffollata e piena di tunnel. Andiamo incontro ad anni difficili e dovremo spiegarlo sia all’interno sia all’esterno. L’Idf si è assunto la responsabilità per il fallimento del 7 ottobre”.
Nel frattempo, mentre il Qatar , che ha mediato tra Israele e Hamas, secondo il Guardian, avrebbe invitato la comunità internazionale a “prevenire un genocidio a Rafah” dopo la presa da parte di Israele del valico di Gaza, così come la UE , e, il segretario alla Difesa USA, Austin , in un’audizione in Commissione per gli stanziamenti del Senato sul bilancio del Pentagono per l’anno fiscale 2025, ha confermato la sospensione dell’invio di armi a Israele, l’Idf insieme allo Shin Bet, , ha annunciato di aver ucciso in un raid il comandante della Forza navale di Hamas a Gaza City ,coinvolto nei progetti dell’unità navale di Hamas nella Striscia di Gaza, responsabile di attacchi contro Israele e le truppe di terra.
Hamas, invece, che ha annunciato il ritrovamento di un’altra fossa comune(per un totale di sette) all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, con 49 corpi recuperati finora, ha reso noti i combattimenti in corso contro le truppe israeliane a est di Rafah.
Infine , un raid aereo compiuto da Israele nel sud del Libano, secondo il quotidiano L’Orient Le Jour, che cita una fonte della sicurezza, avrebbe causato la morte di tre persone e il ferimento di una quarta, tutte di nazionalità palestinese.
In Italia, il ministro degli Esteri, Tajani, a margine di un evento riguardante lo Sport e il Made in Italy, rispondendo a una domanda sull’escalation a Rafah e sulla sospensione dell’invio di armi a Israele da parte degli Usa, ha evidenziato: “Noi abbiamo cessato dal 7 ottobre la vendita di armi a Israele, come facciamo con tutti i paesi che sono in guerra. Questa è la legge italiana. Continuiamo a promuovere iniziative di pace. Ho incontrato tutti i ministri degli esteri dei paesi coinvolti e continuiamo a spingere perché ci possa essere un cessate il fuoco per permettere la liberazione degli ostaggi israeliani e il rinvio di un attacco a Rafah per salvare il maggior numero possibile di vite umane e per permettere l’invio di beni alimentari e non solo alla popolazione palestinese, che sta vivendo un momento di estrema difficoltà. Siamo preoccupati per ciò che sta accadendo e faremo di tutto per aiutare anche attraverso il progetto italiano Food for Gaza promosso dal Ministero degli Esteri e dal governo italiano per aiutare la popolazione civile palestinese”.
Un appello alla pace è arrivato poi dal Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo intervento dal titolo “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni“, al Palazzo di Vetro dell’Onu, nel quale ha detto: “La mia presenza in quest’Aula , che è chiamata a dettare l’agenda internazionale ,intende riaffermare la ferma volontà dell’Italia di continuare a sostenere le Nazioni Unite nel suo impegno per rinnovarsi e rispondere alle nuove sfide del presente. L’Italia opera per il dialogo: la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, la sua storia e la sua cultura ne fanno un ponte naturale tra popoli, paesi e civiltà. Le sfide globali che tutti affrontiamo richiedono una risposta collettiva e ordinata da parte della comunità internazionale. L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi. La sensibilità della Repubblica italiana a favore della pace, per la promozione della dignità umana e dei valori universali si esprime nell’azione costante a sostegno dei dialoghi e dei processi di stabilizzazione post-conflitto, per i diritti dei giovani e delle donne e in particolare in quelle situazioni di più grave discriminazione: non posso fare a meno di citare la condizione delle donne afgane, di quelle iraniane e del supporto alla campagna a favore dell’abolizione della pena di morte”.
E sul Medio Oriente, il Capo dello Stato ha sottolineato: “Occorre porre fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri, conduca finalmente a una pace stabile: una soluzione che passa necessariamente dall’obiettivo condiviso del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, con il definitivo riconoscimento di Israele e della sua sicurezza da parte degli Stati della regione. Il cessate il fuoco, richiesto dal Consiglio di Sicurezza con la Risoluzione 2728, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza, la liberazione degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre , che, va sottolineato, rappresenta la causa scatenante di quanto accaduto successivamente , e l’immediata interruzione di tutte le attività di sostegno alle organizzazioni terroristiche, restano i cardini sui quali continuare a costruire con determinazione un’azione diplomatica comune. Il conflitto più aspro e duro non può consentire di violare le norme del Diritto umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, a tutela delle popolazioni civili. Occorre poi considerare l’essenziale funzione svolta dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente e di conseguenza l’importanza di continuare a finanziarla”.
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