di Federica Marengo lunedì 22 aprile 2024
-Sono stati intensi e reiterati gli attacchi sferrati dalle forze russe nelle ultime 24 ore sull’Ucraina centro-orientale , in particolare su Donetsk, nel Donbass, dove Mosca ha fatto sapere di aver conquistato un altro centro abitato; su Kharkiv, dove sono stati colpiti dei ripetitori Tv e sulla regione meridionale ,con esplosioni registrate sia a Zaporizhzhia (390 raid in 24ore) che a Kherson e a Odessa, colpita con missili balistici.
Sul fronte russo , invece, l’offensiva ucraina si è concentrata su Belgorod.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky ha lanciato l’allarme su Chasiv Yar, che le forze russe vorrebbero conquistare entro il 9 maggio, giorno in cui si celebra l’anniversario della sconfitta della Germania nazista da parte della Russia, tornando a sollecitare gli alleati occidentali sull’invio di missili Patriot, ritenuti “indispensabili per abbattere i missili balistici in rapido movimento, lanciati da Mosca”.
Al riguardo, il capo dei servizi segreti militari ucraini (Hur), Budanov, ha dichiarato in un’intervista al servizio in lingua ucraina della Bbc: “Secondo le nostre valutazioni, nel prossimo futuro ci troveremo di fronte a una situazione piuttosto difficile. Ma non catastrofica, e dobbiamo capirlo. Non ci sarà l’Armageddon, come molti cominciano a dire. Ma ci saranno problemi a partire da metà maggio. Il prossimo periodo, a nostro avviso, sarà difficile. Ma difficile e catastrofico sono cose diverse. Abbiamo attraversato momenti difficili più volte e questo lo supereremo, credetemi. Non accadrà nulla di straordinario. Conosciamo tutti i loro piani in anticipo. Come reagire ad essi? La maggior parte ha una risposta. Sì, ci sono alcune questioni che sarà difficile per noi risolvere, ma troveremo la risposta. Come sempre, troveremo qualcosa all’ultimo momento. L’Ucraina non perderà e l’Ucraina non sarà distrutta. Questo deve essere compreso. I russi utilizzeranno un approccio globale. Loro stanno conducendo un’operazione globale. Non parleremo molto di questo, ma sarà difficile. Da metà maggio, inizio giugno”.
Ciò, nonostante il via libera da parte della Camera USA, arrivato sabato scorso, al provvedimento che stanzia un pacchetto di aiuti militari per 60 miliardi di dollari e che dovrà essere confermato domani dal Senato e firmato dal Presidente Biden, che ha definito l’ok :“storico”.
Quindi, secondo il New York Times: “Le spedizioni di aiuti militari statunitensi all’Ucraina sono pronte a ripartire “non appena il pacchetto di aiuti, da tempo bloccato, diventerà legge secondo quanto affermano funzionari statunitensi e armi e munizioni provenienti dalle scorte del Pentagono in Germania saranno trasportate rapidamente per ferrovia verso il confine ucraino. Dovrebbe avvenire già questo martedì, e a quel punto gli invii dovrebbero essere pressoché immediati: I funzionari statunitensi non hanno detto esplicitamente quali armi gli Stati Uniti invieranno a Kiev come parte del pacchetto, ma Patrick Ryder, addetto stampa del Pentagono, ha detto ai giornalisti che probabilmente saranno incluse altre munizioni per la difesa aerea e l’artiglieria. C’è una rete logistica molto solida che ci permette di spostare il materiale molto rapidamente, come abbiamo fatto in passato, possiamo spostarlo in pochi giorni”.
Il Financial Times, citando proprie fonti al riguardo ha spiegato che “Una parte significativa degli aiuti militari è stata immagazzinata appena oltre il confine ucraino a Rzeszów, in Polonia”.
Secondo gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw), “L’Ucraina sarà in grado di limitare la portata dell’offensiva delle forze armate russe se gli aiuti statunitensi arriveranno rapidamente. Nonostante i russi si stiano preparando per una nuova offensiva militare durante i mesi estivi, l’Ucraina sarà probabilmente in grado di attenuare le conseguenza dei nuovi attacchi se riceverà in modo tempestivo gli aiuti militari previsti dagli Stati Uniti”.
Infatti, subito dopo il via libera, da Mosca, il Cremlino ha commentato che “I nuovi aiuti aggraveranno la crisi globale e uccideranno ancora più ucraini”, seguito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Zacharova, che ha evocato il “clamoroso e umiliante fiasco degli americani in Vietnam e a Kabul”.
A tali dichiarazioni, il Presidente Zelensky ha replicato nel suo discorso serale , sottolineando che “Grazie agli aiuti appena votati dagli Stati Uniti l’Ucraina non diventerà un secondo Afghanistan” e che essi “ rafforzeranno l’Ucraina e manderanno al Cremlino un potente segnale che non sarà un secondo Afghanistan”.
Quest’oggi, invece, sempre il Presidente Zelensky, in un’intervista con un noto blogger francese, rilasciata in visita della visita a Kiev del suo omologo francese, Macron, per discutere tra gli altri temi della protezione dei cieli ucraini, ha detto: “Se i jet francesi con piloti francesi possono difendere i cieli di Israele, perché gli aerei francesi non possono difendere i cieli dell’Ucraina?. Ma in ogni caso, è necessario che tali iniziative provengano dalla persona da cui dipende la decisione. Ed Emmanueln non ha ancora discusso con me di queste questioni. Ha promesso di venire a Kiev, e qui avremo l’opportunità di farlo. Macron, sta pensando a come rendere sicuri i confini dell’Ucraina, magari qualche contingente francese, e io sono d’accordo, non ho dubbi. Allo stesso tempo, non è competenza del presidente ucraino decidere sull’esercito francese in Ucraina. Non ho il diritto di dire che domani l’esercito francese in piena forza dovrebbe essere in Ucraina e combattere per noi, e semplicemente non ho alcun diritto di farlo, ed è per questo che non ho mai sollevato la questione”.
Infine, ancora il Presidente Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il presidente USA, Biden che gli ha assicurato l’invio a breve di “nuovi aiuti militari importanti”. Biden , infatti , ha fatto sapere : “Non saranno infatti inviati solo Patriot, ma anche sistemi che distruggono droni, missili lenti e altri mezzi con cui la Russia sta cercando di attaccare”.
Dopo l’ok degli USA agli aiuti militari, proprio la questione dell’invio di missili Patriot e del rafforzamento della Difesa aerea dell’Ucraina è stata al centro del Consiglio degli Affari Esteri e Difesa che si è tenuto stamane in Lussemburgo e che ha visto Stati membri come: Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Svezia, che dispongono di tali sistemi di difesa aerea ,non prendere impegni su eventuali forniture da inviare a Kiev, per timore di indebolire le proprie difese aeree .
Ad oggi, quindi , solo la Germania si è detta disponibile a inviare una batteria supplementare, cercando di ottenere per l’Ucraina da altri Paesi più difesa aerea , attraverso donazioni di attrezzature e fondi.
Per l’Italia, invece, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani , in risposta alla domanda di un cronista se l’Italia fornirà a Kiev i Samp-T, ha risposto: “Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare l’Ucraina e dare le risposte attraverso gli strumenti che abbiamo. Il ministro Crosetto è al lavoro e farà tutto il possibile”.
L’Alto rappresentante per la politica estera Borrell , intervenendo al vertice, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di più munizioni. Abbiamo bisogno di più lanciamissili, ma i lanciatori senza missili sono come un cannone o una pistola senza munizioni. Abbiamo bisogno di entrambi. Dobbiamo fornire missili alle batterie di Patriot che hanno già, e aumentare il numero di batterie. Dobbiamo aumentare il nostro sostegno a Kiev: abbiamo inviato lettere, richieste agli Stati membri, perché servono più munizioni, più battere antiaeree e più missili intercettori. Vediamo cosa possono fare gli Stati membri, perché a Bruxelles non abbiamo armi. Auspichiamo che dal Consiglio vengano annunci concreti”.
Poi, dopo il Consiglio Esteri-Difesa, Borrell ha annunciato: “Le prime consegne di munizioni di artiglieria all’Ucraina su iniziativa “proiettili” del governo della Repubblica Ceca sono previste tra la fine di maggio e l’inizio di giugno di quest’anno”.
Tuttavia, a far discutere all’interno della UE sono le dichiarazioni rilasciate al quotidiano Fakt dal Presidente della Polonia, Duda, in queste ore in Canada , dopo aver incontrato negli USA l’ex presidente Donald Trump ed essersi recato all’Onu, secondo cui : “La Poloniaè pronta ad accogliere armi nucleari sul suo territorio se la Nato, di cui è membro, decide di rafforzare il suo fianco orientale di fronte allo spiegamento di nuove armi da parte della Russia nella vicina Kaliningrade in Bielorussia. Siamo pronti a farlo. Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nel quadro della condivisione nucleare sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo. La questione del potenziale dispiegamento di armi nucleari in Polonia è oggetto di discussioni tra Polonia e Stati Uniti “da qualche tempo. Devo ammettere che quando mi è stato chiesto di parlarne, ho dichiarato la nostra prontezza. La Russia sta militarizzando sempre più il distretto di Kaliningrad. Recentemente ha trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia”.
A tal proposito, il Premier polacco Tusk ha espresso il desiderio di “conoscere tutte le circostanze che hanno portato il presidente Duda a fare questa dichiarazione” circa una disponibilità della Polonia ad ospitare armi nucleari” sottolineando: “Tengo molto a che la Polonia viva in sicurezza, a che sia ben armata, ma vorrei anche che ogni iniziativa venga, prima di tutto, molto ben preparata dalle persone responsabili. Attendo con impazienza un incontro con il signor presidente Duda”.
Da Mosca, il ministro degli Esteri russo, Lavrov, nel suo intervento in video-collegamento alla Conferenza sulla non proliferazione di Mosca, ha dichiarato: “L’Occidente promuove schemi apparentemente disonesti per ottenere vantaggi imponendo nuove restrizioni sulle armi nucleari. L’Occidente collettivo’ guidato dagli Stati Uniti sta attuando cinicamente la distruzione deliberata di accordi equilibrati e paritari che non piacciono a Washington con la promozione di schemi apparentemente disonesti che creerebbero vantaggi per gli Stati Uniti. Il loro obiettivo evidente è quello di creare un vantaggio militare unilaterale per se stessi, stabilendo nuovi limiti per gli arsenali nucleari e formalizzando al tempo stesso la superiorità aggregata dell’Occidente nella sfera delle capacità non nucleari”.
Nel frattempo, restando nella UE, il Premier ungherese Orban ha scritto su Facebook: “Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina. Si tratta di un vortice di guerra che può trascinare l’Europa nel baratro. Bruxelles gioca col fuoco. In Europa l’atmosfera è quella della guerra e la politica è dominata dalla logica della guerra. Vedo la preparazione alla guerra da parte di tutti. Il mio Paese deve restarne fuori. Questa non è la nostra guerra. Non la vogliamo e non vogliamo che l’Ungheria torni ad essere il giocattolo delle grandi potenze”.
Infine, mentre il segretario di Stato USA, Blinken è atteso in settimana in Cina per discutere di guerra in Ucraina e in Medio Oriente, un nuovo appello per la pace è giunto dal cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale italiana, Zuppi, che nel suo intervento nel corso della trasmissione di Rai Tre, ReStart, ha evidenziato: “Bisogna trovare una soluzione: nella pace vincono tutti, con la guerra perdiamo tutti. C’è bisogno di una convergenza internazionale a partire dall’Europa, che ha nelle sue radici il superamento del conflitto col dialogo. E dalla Cina, che si sta adoperando molto e che credo voglia svolgere un ruolo importante considerato il suo ruolo e la sua importanza”.
©Riproduzione riservata