di Federica Marengo giovedì 18 aprile 2024
-La prima giornata del G7 dei ministri degli Esteri, in corso a Capri, è stata inaugurata ieri con un concerto nello scenario suggestivo dell’isola partenopea. Al centro del summit tra i rappresentanti e le rappresentanti della diplomazia dei sette grandi: la guerra in Ucraina e la guerra in Medio Oriente, ma anche l’Africa e il rilancio del partenariato con l’Unione Africana.
Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il tema dominante è stato quello del rafforzamento della Difesa aerea e degli aiuti militari, senza i quali Kiev rischia il collasso.
In pressing per tale rafforzamento: gli USA, la Germania e l’Italia, mentre gli stessi USA e la UE spingono anche affinché siano usati gli interessi degli asset russi congelati con la guerra per sostenere l’Ucraina.
A tal proposito, presente al vertice, anche il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, che ha ribadito la necessità di sostenere la Difesa ucraina come è stato fatto per Israele nell’attacco mossogli da Teheran.
Un appello in tal senso è arrivato anche dall’Alto rappresentante UE per la Politica Estera , Borrell, che ha evidenziato: “Non possiamo contare solo sugli USA. Dobbiamo prenderci la nostra responsabilità. Abbiamo i Patriot, i sistemi antimissile: dobbiamo tirarli fuori dai magazzini e inviarli a Kiev”.
In merito alla guerra in Medio Oriente e all’attacco dell’Iran a Israele con centinaia di missili e droni effettuato nello scorso fine settimana, in risposta al raid israeliano sul consolato iraniano a Damasco,
i ministri e le ministre degli Esteri del G7 si sono detti tutti e tutte concordi nel comminare all’Iran delle sanzioni. Sanzioni individuali a chi fornisca missili e droni alle milizie filo-iraniane.
D’accordo, anche il segretario di Stato USA, Blinken, che ha espresso tale posizione in un colloquio con il ministro degli Esteri italiano Tajani; posizione che entrerà, quindi, nel documento conclusivo del vertice.
Al termine del bilaterale, è stata sottolineata dal Segretario di Stato USA, Blinken la “generale sintonia tra gli USA e l’Italia” sui dossier Ucraina , Medio Oriente e contrasto alla Cina e “l’importanza della leadership italiana del G7”.
Inoltre, il Segretario di Stato USA Blinxen e il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani hanno firmato un Memorandum per contrastare la disinformazione da parte di entità straniere, in vista delle elezioni Europee e americane.
Il ministro degli Esteri Tajani ha quindi dichiarato: “Noi siamo liberi e vogliamo che ogni cittadino si formi la propria idea, però: se la deve formare in base a fatti oggettivi”.
Tornando al Medio Oriente, Tajani ha dichiarato che l’obiettivo è “Costruire la pace con una de-escalation”, riecheggiato dall’omologo britannico Cameron e dall’omonima tedesca Baerbock, giunti al G7 da Israele , dove hanno incontrato il Premier Netanyhau, che ha confermato loro l’intenzione di procedere a un contro-attacco nei confronti di Tehran.
Stamane ,invece, aprendo la seconda giornata dei lavori a Capri, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani ha dichiarato: “Discuteremo certamente della questione medio-orientale , siamo amici di Israele, sosteniamo Israele , ma vogliamo una de-escalation in quell’area. Siamo tutti portatori di questa iniziativa di pace. Dovremo affrontare anche come sanzionare in qualche modo l’Iran per l’attacco con centinaia di missili e di droni contro Israele. Dovremo affrontare anche l’altra situazione medio-orientale, che è quella che riguarda il traffico marittimo di tutti quanti noi attraverso Suez, attraverso il Mar Rosso; il traffico mercantile è minacciato dagli Houthi e poi , naturalmente, il tema dell’Ucraina, che è fondamentale per noi. Aiutare l’Ucraina significa puntare poi ad un tavolo di pace, ma se l’Ucraina perde , Putin non si siederà mai al tavolo della Pace. Ecco, qui, il nostro dovere di aiutare questo Paese in difesa dei valori di libertà , democrazia e rispetto del diritto internazionale. Affronteremo anche le questioni che riguardano la Nato, con Stoltenberg, e le questioni che riguardano il continente africano che per noi riveste grande importanza con il ministro degli Esteri della Mauritania che rappresenta l’Unione Africana. Sarà una giornata di grande lavoro e di grande impegno”.
Nel corso di questa seconda giornata, a margine del G7, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba ha avuto un incontro con il Segretario di Stato USA, Blinken.
Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha ribadito che la “Difesa aerea è una questione di vita o di morte per l’Ucraina”, sottolineando l’urgenza, anche alla luce del blocco dei fondi da parte del Congresso USA e la richiesta di missili Patriot americani e il Samp/T, il sistema di difesa aerea franco-italiano, spiegando: “Ci concentriamo su di loro per una semplice ragione: sono gli unici sistemi capaci di intercettare i missili balistici russi ed è questa la vera svolta nella guerra perché è impossibile farlo con qualsiasi altro tipo di sistema di difesa aerea. Stiamo affrontando un problema al Congresso Usa, ma è una storia separata. E sembra che si proceda verso l’esito giusto, incrociando le dita”.
ll ministro degli Esteri, Tajani, invece, ha incontrato il ministro per l’Europa e gli Affari Esteri francese, Séjourné, con cui ha parlato di: crisi in Medio Oriente, guerra in Ucraina, sviluppo dell’Africa e difesa comune europea. Auspicando, “di fronte al rischio di escalation nella regione mediorientale”, che “l’attacco iraniano , fortemente condannato dalla presidenza italiana G7 , non sia seguito da risposte o rappresaglie, poiché qualsiasi azione di questo genere rischierebbe di innescare una conflagrazione regionale”. Pertanto, Tajani ha sottolineato: “Lavoriamo per favorire la pace e portiamo avanti la soluzione ‘due popoli due Stati’. L’Italia è pronta a fare la sua parte così come stiamo facendo in Libano, dove è dispiegata la missione Unifil al confine con Israele”.
A seguire, il ministro Tajani ha avuto dei bilaterali anche con l’omologo britannico Cameron e con l’omologa tedesca Baerbock, con cui ha parlato “della collaborazione sui temi prioritari in uno scenario internazionale caratterizzato da fortissime tensioni”. Tra gli obiettivi principali di tale collaborazione: “la necessità di fermare la spirale di violenza in Medio Oriente, ulteriormente acuitasi dopo l’attacco dell’Iran a Israele”.
Tajani, durante l’incontro, ha sottolineato: “L’Italia, anche in qualità di presidente del G7, ha condannato fermamente l’attacco iraniano di sabato scorso. Ho personalmente espresso solidarietà al Ministro degli Esteri israeliano, ma gli ho anche detto che bisogna essere prudenti e astenersi da ogni risposta o rappresaglia. E’ importante che Israele non conduca alcuna azione sia contro l’Iran che a Rafah”.
Quindi, il titolare della Farnesina ha auspicato che si possa “raggiungere un cessate il fuoco a Gaza in linea con la Risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza ONU, fondamentale per portare aiuti umanitari per la popolazione civile e favorire una de-escalation più ampia, di cui premessa importante è anche il rilascio di tutti gli ostaggi”.
Successivamente, focus del ministro degli Esteri Tajani, anche sull’Africa , con tra i temi all’ordine del giorno: il rilancio del partenariato con l’Unione Africana e il contrasto delle migrazioni irregolari, affinché siano favorite stabilità e crescita.
Intanto, l’Alto rappresentante UE per la Politica Estera, Borrell, riguardo alla guerra in Medio Oriente, ha dichiarato: “Siamo sull’orlo di una guerra regionale , le cui onde d’urto arriveranno nel resto del mondo , in particolare in Europa. Non possiamo rispondere ogni volta a un livello sempre più alto”.
Poi, riguardo all’attacco a Rafha , che Israele sta preparando, ha auspicato che Tel Aviv “non attacchi 1,7 milioni di persone senza possibilità di difesa o fuga. Dobbiamo sostenere Israele e lo abbiamo dimostrato , ma il problema israelo-palestinese va risolto tenendo conto anche dei diritti dei palestinesi”.
Il Segretario della Nato, Stoltenberg, invece, a margine del G7 dei ministri degli Esteri ,è tornato sulla guerra in Ucraina e sulla necessità di rafforzare la Difesa di quest’ultima: “Stiamo lavorando con i nostri alleati e chiediamo loro di fornire sistemi di difesa aerea come i Samp/T franco-italiani, ma anche altri sistemi. E agli alleati che non hanno sistemi di difesa aerea, chiediamo di fornire sostegno finanziario all’Ucraina. Domani avremo una riunione del Consiglio Nato-Ucraina alla quale il presidente Zelensky parteciperà da remoto da Kiev. Ogni giorno di ritardo nella consegna di armi all’Ucraina significa che la Russia è in grado di spingere oltre, ogni giorno di ritardo significa causa più morti e danni per questo è urgente fornire al governo di Kiev sistemi di difesa aerea. La fornitura di aiuti militari a Kiev è urgente, perché ogni giorno di ritardo provoca sempre più morti e danni in Ucraina. Avremmo dovuto dargliene di più prima. Nuovi ritardi nella consegna dei sistemi di difesa aerea significheranno che altri missili russi colpiranno obiettivi in Ucraina. Non abbiamo alcuna informazione, alcuna indicazione di un’imminente minaccia militare contro qualsiasi alleato della Nato. E il motivo per cui non lo abbiamo è che la Nato è l’alleanza più forte della storia, e siamo in grado di fornire ogni giorno, in ogni angolo di questa alleanza, una deterrenza credibile. Lo scopo della Nato in realtà non è combattere la guerra, ma prevenire la guerra. E lo facciamo ,restando uniti, chiarendo che un attacco contro qualsiasi alleato sarà un attacco contro tutti. Questo è il modo migliore per prevenire la guerra e per preservare la pace”.
A Bruxelles, invece, si è svolta la due giorni del Consiglio UE Straordinario, nel corso del quale i 27 capi di Stato e di Governo hanno messo al centro dei lavori: la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, con l’intesa comune trovata sulla necessità di varare nuove sanzioni contro l’Iran, dopo l’attacco a Israele, colpendo in particolare le aziende che producono droni e missili, ma anche la crisi umanitaria a Gaza .
Sul tavolo, anche il sostegno urgente all’Ucraina, con il Presidente del Consiglio UE, Michel che ha evidenziato come Kiev abbia un bisogno “urgente” e in “tempi stretti” di munizioni e sostegno alla difesa aerea, promettendo una risposta concreta nelle prossime settimane.
Sulla stessa linea di Michel, il cancelliere tedesco, Scholz, che, impegnandosi a fare di più, ha ricordato come siano due i sistemi di difesa aerea Patriot già consegnati a Kiev dal suo Paese e come ne sia in arrivo un altro.
Inoltre, Scholz si è detto “impegnato a lavorare sul piano diplomatico per individuare altri rifornimenti”.
Nella giornata di oggi, invece, il focus si è spostato sull’economia, con l’annunciata presentazione da parte dell’ex Premier, Enrico Letta, del piano per rafforzare il mercato unico europeo, considerato “centrale, per evitare la frammentazione e ridurre il ritardo nella crescita rispetto a USA e Cina”.
In merito, prima della presentazione a Bruxelles del suo Rapporto, Enrico Letta aveva dichiarato: “Non è la Bibbia ma una cassetta degli attrezzi. Significa che qui avete un set di strumenti, molte possibilità di scelta e l’utilizzo di alcuni di questi strumenti può essere immediatamente fattibile, altri richiedono molto più tempo. Quindi, questo è lasciato alla discussione. Se ne discuterà nei prossimi mesi, nella campagna per le elezioni Europee, perché penso che alla fine sarà il voto dei cittadini a prendere le decisioni. Le mie proposte sono realistiche e pragmatiche. Non è un sogno. Non propongo alcuna modifica del trattato. Voglio essere molto chiaro, perché so benissimo che proporre modifiche al trattato oggi significa non essere molto concreti o non poter avere risultati immediati. Naturalmente, non è il modo per me di dire che non abbiamo bisogno di modifiche al trattato. Alle quattro libertà esistenti (di movimento dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone), voglio aggiungere una quinta, intangibile se vogliamo. E questo non contraddice quanto ho detto riguardo alla modifica dei trattati, perché è possibile farlo sulla base dei trattati esistenti. C’è l’articolo 179 del Trattato, che si concentra in particolare sulla ricerca. Quindi penso che possiamo dare un grande impulso lì, sull’Ai, l’innovazione, lo spazio, i dati. La questione fondamentale del mercato unico è quella di evitare la frammentazione: ci sono ostacoli che sono ferme da anni e anni. Ho ripreso molte idee dal bel rapporto Monti del 2010, perché in 14 anni l’Ue non ha voluto applicare le sue raccomandazioni. Quindi oggi dobbiamo spingere davvero ,perché c’è un divario tra l’Ue e gli Usa”.
Il Presidente del Consiglio UE, Michel , al termine della seduta dei lavori, ha commentato al riguardo: “Per la prima volta da molto tempo, sulla competitività e gli investimenti abbiamo avuto una discussione approfondita. Abbiamo avuto bisogno di diverse ore, è stata una riunione difficile ma abbiamo fatti passi importanti e preso decisioni sostanziali”.
Presente per l’Italia al Consiglio UE Straordinario, l’ultimo prima del voto delle Europee di giugno, la Presidente del Consiglio Meloni ,che ha tenuto un bilaterale prima dell’inizio dei lavori con la Presidente della Commissione UE Von der Leyn, incentrato sulla Tunisia, dove si è recata ieri prima di partecipare al vertice UE e le politiche migratorie, il Libano e la competitività della UE, mentre a margine del vertice, ha avuto un colloquio con l’ex Premier polacco Morawiecki , alla luce della sua carica di Presidente del partito dei Conservatori europei e di un vertice di questi ultimi in corso a Bruxelles.
Più tardo poi, la Premier Meloni ha espresso , tramite una nota di Palazzo Chigi , la soddisfazione per aver guidato la discussione del Consiglio UE sulla situazione in Libano.
Nella suddetta nota, viene dunque espressa: “Soddisfazione del Governo italiano per l’esito della discussione del Consiglio Europeo sul Libano, tema aggiunto in agenda su impulso italiano per valutare le ulteriori iniziative che l’Unione Europea può mettere in campo a favore della stabilità della nazione mediorientale. I Capi di Stato e di Governo UE si sono infatti impegnati a continuare a sostenere le persone più vulnerabili in Libano, compresi i rifugiati, gli sfollati interni e le comunità ospitanti in difficoltà, nonché a fornire sostegno per combattere la tratta e il traffico di esseri umani. In particolare, è stata indicata l’urgente necessità di porre in essere le condizioni per un ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani. In vista dell’ottava conferenza di Bruxelles sulla Siria, in programma il prossimo giugno, il Consiglio Europeo ha inoltre chiesto all’Alto rappresentante e alla Commissione di rivedere e rafforzare l’efficacia dell’assistenza dell’UE ai rifugiati e agli sfollati siriani in Siria e nella regione”.
Al termine del Consiglio Europeo, la Presidente Meloni ha tenuto un punto stampa in cui ha risposto a una serie di domande dei cronisti.
Sulla possibile nomina di Mario Draghi ai vertici Ue e sulle elezioni Europee, ha sottolineato: “Sono contenta che si parli di un italiano autorevole. Ma questo dibattito è pura filosofia. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito. L’obiettivo è un‘Europa diversa. Quello che mi interessa è che sia Letta che Draghi, che sono due persone europeiste, ci dicono che l’Europa va cambiata. È questo il dibattito che va fatto. Anche quelli che fino a ieri ci dicevano che andava tutto bene, oggi fanno i conti con il fatto che le priorità sono altre. Vorrei che la campagna elettorale si svolgesse su queste materie”.
Poi, in merito alle critiche delle Opposizioni riguardo un emendamento che avrebbe introdotto in alcuni casi di diffamazione il carcere per i giornalisti, ha risposto: “Ogni giorno leggo delle ricostruzioni surreali. Adesso vogliamo mandare in carcere i giornalisti, quando la proposta che toglie il carcere ai giornalisti per diffamazione è a prima firma Alberto Balboni di Fdi: perché vi comunico che il carcere per i giornalisti per diffamazione c’è. E’ c’è una legge di Fdi che lo sta togliendo”.
Ancora sul 25 aprile e sulle accuse di fascismo, ha sottolineato: “Lo scorso anno sono stata a deporre una corona di fiori insieme al Presidente Mattarella, come faccio sempre e lo faccio con il massimo rispetto del mio ruolo. Quello che ho detto sul fascismo l’ho detto cento volte. Non penso di doverlo ripetere. Così potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche: visto che penso che la gente che osserva questo governo si renda conto che gli estremisti stanno da un’altra parte e non al governo”.
A seguire, sulla par condicio, ha evidenziato: “La grande fake news sulla par condicio mi ha molto divertito. Ho letto ricostruzioni surreali: che si sostenga che voglia controllare la stampa perché il regolamento è rimasto quello che c’era prima. Quindi : se voglio controllare la stampa, perché il regolamento resta quello di prima, allora chi c’era prima controllava la stampa? E’ così e lo riconosce anche l’Agcom”.
Quindi sulla legge 194 riguardante l’aborto e sulle dichiarazioni della ministra spagnola delle Parità, ha spiegato: “Anche questa è una fake news, che poi rimbalza all’estero e tutti a darci lezioni. L’emendamento al dl Pnrr sui movimenti pro-vita nei consultori ricalca esattamente il testo della legge 194: la legge 194 lo prevede. Sa cosa penso io? Che in realtà quelli che vogliono modificare la legge 194 siano a sinistra. Perché noi non abbiamo mai chiesto di modificarla. Ma quando chiedi la piena applicazione della legge 194, che è di estremo equilibrio e ben fatta anche sulla prevenzione, ci si straccia le vesti”.
Prima di partecipare al Consiglio UE Straordinario, la Premier Meloni si è recata in Tunisia per un incontro bilaterale con il Presidente Saied, incentrato sul Piano Mattei per l’Africa e sui flussi migratori.
Nel corso della sua quarta visita in Tunisia, che attende lo sblocco dei finanziamenti di 1 miliardo stanziati da Bruxelles, la Presidente del Consiglio ha anche firmato dei Memorandum e dei Protocolli di cooperazione per 105 milioni di euro.
Centrale , la collaborazione in materia di migrazione, per combattere il traffico di esseri umani e “l’arricchimento di chi”, ha detto la Premier, “lucra sulle legittime aspirazioni di chi vuole migliorare le proprie condizioni di vita. La Tunisia non può diventare il Paese di arrivo dei migranti. Vogliamo lavorare anche e soprattutto sui flussi regolari. Il modello italiano non predatorio e la collaborazione con la Tunisia sono oggi una priorità anche della UE”.
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