di Federica Marengo martedì 9 aprile 2024
-Nella 186° giornata di guerra in Medio Oriente, il premier Netanyahu, tornando sull’attacco a Rafah, ha affermato che “La vittoria sui fondamentalisti richiede l’ingresso nella città nel sud di Gaza e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì”. Quest’ultimo, poi, parlando ai soldati e alle reclute nella base di Tel Hashomer, ha detto: “Israele completerà la distruzione delle brigate di Hamas nella città di Rafah, e niente potrà evitarlo. Nessuna forza al mondo potrà fermarci. Vi sono molte forze che stanno cercando di farlo, ma non succederà: questo nemico non potrà mai più fare quello che ha fatto”.
A tal riguardo , un funzionario israeliano ha riferito all’Associated Press, citata dal Guardian, che “Israele sta acquistando 40.000 tende per preparare l’evacuazione di centinaia di migliaia di palestinesi dalla città di Rafah, nel sud di Gaza”. Tuttavia, gli Usa hanno ribadito di essere “contrari all’operazione”.
Intanto, mentre le Forze di difesa israeliane hanno ucciso il capo dell’Ufficio emergenze di Hamas, secondo il portavoce militare, citato dai media , Israele avrebbe “completato una estesa esercitazione” al confine nord con il Libano che ha visto coinvolte la 146/esima divisione, forze della marina, dall’aeronautica, della polizia e dei servizi di pronto soccorso e sarebbero stati messi in atto “vari scenari dalla difesa dell’area, all’evacuazione dei feriti sotto il fuoco e quelli di assalto e attacco”. L’Idf , quindi, continuerebbe la sua preparazione “per essere pronto a tutte le minacce nemiche di colpire i cittadini di Israele e il suo territorio”.
Quanto alla proposta per il rilascio degli ostaggi consegnata da Washington ad Hamas, che, secondo i media, prevederebbe sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi, l’alto funzionario di Hamas, Sami Abu-Zohri, citato da Ynet, avrebbe fatto sapere al riguardo: “La nuova proposta non include un ritiro totale e un cessate il fuoco. Non possiamo accettare una proposta del genere, che non parla di un cessate il fuoco totale e permanente. La nuova proposta ignora le richieste del nostro popolo e si concentra solo sul ritorno dei rapiti”.
In proposito, i leader di Francia, Egitto e Giordania hanno chiesto ,in un editoriale sul Washington Post ,un cessate il fuoco immediato a Gaza, il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e un percorso verso una soluzione a due Stati.
Riguardo alle minacce da parte dell’Iran ad Israele, in seguito all’attacco al consolato iraniano a Damasco, in Siria, due fonti vicine all’intelligence americana hanno rivelato alla Cnn che “L’Iran non attaccherà direttamente Israele, ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione. Teheran ha esortato molti dei suoi gruppi di miliziani a lanciare simultaneamente un attacco su larga scala contro lo Stato ebraico, usando droni e missili. Tale attacco potrebbe arrivare già questa settimana. L’Iran teme una drammatica escalation dei combattimenti e non vuole dare agli Stati Uniti o ai suoi alleati l’occasione per un attacco diretto”.
Il comandante della Marina delle Guardie rivoluzionarie iraniane, citato dalla Tv di Stato, ha dichiarato: “L’unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici. I sionisti hanno fallito nella battaglia di Gaza, perché non sono riusciti a sconfiggere Hamas o a liberare gli ostaggi israeliani”.
Nel frattempo, il ministero del Commercio turco, ha annunciato che “La Turchia ha imposto limiti alle esportazioni di numerosi beni verso Israele, compresi prodotti in acciaio, ferro e alluminio” e che “la decisione rimarrà in vigore fino a quando lo Stato ebraico non dichiarerà un cessate il fuoco immediato e consentirà l’accesso continuo degli aiuti umanitari a Gaza”.
Israele, in risposta al blocco dell’export turco, ha fatto sapere di voler bloccare una lista più lunga di prodotti.
Infine , sul fronte del Mar Rosso, il Comando centrale degli Stati Uniti ha reso noto che “Un missile balistico antinave è stato lanciato ieri da un’area dello Yemen controllata dagli Houthi verso il Golfo di Aden, dove una nave della coalizione occidentale stava scortando un mercantile operato dall’Italia” e che “non sono stati segnalati danni o feriti. La nave cargo in questione è la M/V Hope Island, battente bandiera delle Isole Marshall e di proprietà del Regno Unito. Si tratta del quinto lancio missilistico rilevato dal Centcom contro l’imbarcazione”.
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