di Federica Marengo martedì 9 aprile 2024
-Nella 759° giornata di guerra in Ucraina, mentre si contano ancora i morti (al momento, 6) e i feriti degli attacchi russi di ieri sul Paese, una nuova ondata di droni e missili lanciati da Mosca si è abbattuta nella notte su almeno 10 Regioni ucraine, facendo scattare l’allarme antiaereo.
A tal riguardo, la Difesa ucraina ha fatto sapere di aver abbattuto 20 droni e 4 missili russi su: Mykolaiv, Odessa, Kherson, Dnipropetrovsk, Poltava, Vinnytsia e Leopoli, dove sarebbero state colpite anche delle infrastrutture energetiche.
Tuttavia, l’intelligence militare ucraina (Gur) ha reso noto che, nel corso di un’operazione, è stata data alle fiamme la nave missilistica russa “Serpukhov”, nella regione di Kaliningrad, controllata dai russi.
Intanto, non si arresta lo scambio di accuse sull’attacco di ieri alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, regione controllata da Mosca, nel quale è stato danneggiato l’involucro di un reattore, con il servizio stampa russo che, stamane, via Telegram, ha accusato le forze armate ucraine di aver colpito il tetto dell’edificio della struttura che ospita un centro di addestramento.
Accuse di “terrorismo”, quelle di Mosca, rivolte a Kiev, cui ha replicato il portavoce dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, dichiarando alla TV ucraina : “Oggi la Russia ho deciso di utilizzare i droni per simulare attacchi ucraini. La posizione dell’Ucraina è chiara e inequivocabile: non commettiamo alcuna azione militare o provocazione contro gli impianti nucleari”.
Quindi, dal direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Grossi, che ritiene l’attacco alla centrale “gravissimo e premeditato da Mosca”, è stato lanciato l’allarme per un rischio nucleare e i media ucraini hanno confermato la notizia di una riunione straordinaria fissata per oggi del Consiglio di amministrazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la sicurezza nucleare, composto da 35 Paesi, nella quale si discuterà proprio dei raid con droni di questi giorni sulla centrale di Zaporizhzhia.
Il Presidente ucraino Zelensky, nel frattempo, sollecitando agli alleati occidentali l’invio di missili Partriot, in quanto a corto di munizioni e armi pesanti, ha chiesto una difesa solida per Kharkiv, di cui ha visitato le fortificazioni al confine e ha scritto su X: “Kharkiv ha bisogno di una difesa solida. Esiste una soluzione al costante terrore della Russia: abbiamo bisogno di ulteriori sistemi di difesa aerea e missilistici. Il mondo non ha il diritto di rimanere indifferente mentre la Russia distrugge deliberatamente le città ogni giorno e uccide le persone nelle loro case. L’Ucraina ha bisogno di una maggiore difesa aerea. Sono grato a tutti coloro che sono lì per il nostro popolo, eliminando le conseguenze dei bombardamenti, assistendo, sostenendo e lavorando duramente per mantenere una vita normale nelle città ucraine”.
Al riguardo, in attesa che il Congresso americano sblocchi il pacchetto di aiuti militari per Kiev, il Comando dell’esercito statunitense per il Medio Oriente (Centcom) ,in una dichiarazione su X, ha reso noto che “La scorsa settimana ha trasferito all’Ucraina armi e munizioni di piccolo calibro inizialmente inviate dall’Iran ai ribelli Houthi in Yemen, ma sequestrate da Washington e dai suoi alleati”.
Il segretario di Stato USA, Blinken, in una conferenza stampa a Washington con il ministro degli Esteri britannico Cameron, che ieri ha incontrato a cena Donald Trump per un colloquio “privato”, ha evidenziato: “Usa e Gran Bretagna riaffermano l’impegno a sostenere l’Ucraina. Ringraziamo Londra per la sua leadership nell’assistenza a Kiev sin dal primo giorno. L’Ucraina ha bisogno di nuove armi adesso. E’ imperativo che la Camera guidata dai repubblicani approvi al più presto possibile il pacchetto di aiuti militari a Kiev”.
Il ministro degli Esteri britannico Cameron, invece, auspicando anch’egli che “Il Congresso Usa approvi i nuovi fondi per Kiev”, ha detto: “E’ necessario mandare un chiaro messaggio, anche alla Cina, che restiamo a fianco dell’Ucraina. Sappiamo quello di cui hanno bisogno, e sappiamo quello che è giusto per noi. Sappiamo che se diamo agli ucraini gli aiuti che si meritano, possono vincere questa guerra. Non spetta a politici stranieri dire ai legislatori di un altro Paese cosa fare, ma io considero con passione l’importanza di difendere l’Ucraina dall’aggressione e penso che sia nell’interesse della sicurezza USA che Putin fallisca nella sua invasione illegale”.
Quanto all’UE, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza, Borrell, durante un intervento al Forum Nueva Economia di Madrid , riguardo alla guerra in Ucraina, ha dichiarato: “Putin è determinato a sostenere e a destabilizzare l’intera Unione europea con le sue attività destabilizzanti. Non si tratta solo di bombardamenti: vedrete nelle prossime elezioni europee come le attività di destabilizzazione minacceranno la nostra democrazia. La guerra è intorno a noi, all’orizzonte. Una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa non è più una fantasia; l’ombrello protettivo americano non sarà necessariamente presente in futuro, quindi, l’Ue deve essere più indipendente per proteggere i propri interessi e sicurezza. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitarlo , ma per farlo dobbiamo avere i mezzi per la deterrenza. Ora l’Ue sta entrando nella terza fase della sua costruzione: la prima, nel 1957, è stata con il mercato comune, poi l’accelerazione dell’integrazione economica con il mercato unico e la moneta unica, la terza fase invece è iniziata con la guerra in Ucraina, che porterà alla nascita di una forte pilastro della sicurezza e della difesa europea”.
Poi, in merito all’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, Borrell ha detto: “L’attacco sconsiderato di droni contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia aumenta il rischio di pericolosi incidenti nucleari. Tali attacchi devono cessare. Rinnoviamo il pieno supporto alla Aiea e al direttore generale Raphael Grossi. La Russia dovrebbe ritirarsi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia”.
Sul fronte russo, il ministro degli Esteri Lavrov ha incontrato oggi a Pechino l’omologo Wang Yi, che, secondo i Media russi, durante l’incontro, avrebbe affermato: “La Cina rafforzerà la cooperazione strategica con la Russia e sosterrà il suo sviluppo stabile sotto la guida del presidente Putin. Pechino e Mosca continueranno a rafforzare la cooperazione strategica sulla scena mondiale e si forniranno un forte sostegno reciproco”.
Inoltre, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha riferito di aver discusso con il suo omologo russo dei conflitti a Gaza e in Ucraina, spiegando: “ Il ministro degli Esteri Lavrov e io abbiamo avuto una comunicazione approfondita su diverse questioni internazionali e regionali, compresi i conflitti in Ucraina e Palestina-Israele. Vorrei sottolineare che, in quanto grande potenza responsabile, la Cina decide sempre le proprie posizioni in modo indipendente sulla base dei diritti e dei torti individuali di ciascuna situazione; allo stesso tempo, come forza di pace e stabilità, la Cina continuerà a svolgere un ruolo costruttivo sulla scena internazionale e non aggiungerà mai benzina sul fuoco”.
Lavrov, invece, ha osservato che “Le due parti continueranno la cooperazione nella lotta al terrorismo, anche attraverso meccanismi multilaterali”.
Proprio quest’ultimo, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi , in merito alla conferenza di Pace promossa da Kiev, ha dichiarato: “Noi e i nostri amici cinesi affermiamo chiaramente la necessità di tenere conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti coinvolte nella crisi ucraina, soprattutto nel campo della sicurezza. In questo contesto, il mio collega cinese ed io abbiamo confermato la conclusione che non vi è alcuna prospettiva di eventi internazionali che non tengano conto della posizione della Russia, ma la ignorino completamente, che promuovano la formula di pace del cosiddetto presidente ucraino Volodymyr Zelensky, completamente vuota e basata sull’ultimatum, e che siano quindi completamente distaccati da qualsiasi realtà”.
In merito alla centrale di Zaporizhzhia, poi, Lavrov ha sottolineato: “La Russia collaborerà con l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, perché venga fatta luce sull’attacco sferrato ieri contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia nel sud dell’Ucraina. Porteremo la questione in una riunione speciale del comitato esecutivo dell’Aiea, in una riunione speciale del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e lì insisteremo sulla necessità di ricevere valutazioni dirette, senza alcuna prevaricazione, della azioni del regime ucraino”.
In ultimo, riguardo alle sanzioni comminate dall’Occidente alla Russia e ad altri Paesi ,il ministro degli Esteri russo, ha detto: “Wang Yi ha parlato in modo molto dettagliato dei divari economici specifici che si creano come risultato della politica illegale di sanzioni unilaterali e che risolveremo nel quadro dei Brics”.
Secondo quanto riferito dall’agenzia statale Xinhua, il ministro degli Esteri russo, Lavrov ha poi incontrato il presidente cinese Xi Jinping. Per l’agenzia, si è trattato di “Una visita inaspettata e fuori dal protocollo decisa, forse, proprio in vista dell’atteso arrivo del presidente russo Vladimir Putin a maggio”.
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