di Federica Marengo sabato 24 febbraio 2024
-Nel giorno del secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e, quindi, della guerra, si è svolta a Kiev, la riunione in videoconferenza dei capi di Stato e di Governo del G7, la prima a presidenza italiana.
Per l’occasione, si sono recati in Ucraina, la Presidente della Commissione UE,Von der Leyen, la premier Meloni, atterrata nella serata di ieri all’aeroporto di Rzeszow, in Polonia, e giunta stamane in treno dopo aver attraversato la frontiera polacca, il Primo Ministro del Belgio e Presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Alexander De Croo e il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, che, appena arrivati, insieme con il presidente ucraino, Zelensky, hanno preso parte alla cerimonia di consegna delle onorificenze ai difensori dell’aeroporto di Hostomel , luogo simbolo della resistenza ucraina alle forze di Mosca nelle ore immediatamente successive all’attacco russo sulla capitale, durante la quale è stato trasmesso un video con alcune immagini dell’eroica difesa, che non consentì alle forze di Mosca di far atterrare i propri aerei e creare una testa di ponte per la conquista della città.
Poi, ciascuno dei capi di Stato e di governo e la presidente Von der Leyen hanno tenuto un breve intervento.
Il presidente ucraino Zelensky, ringraziando gli alleati , ha evidenziato: “A Hostomol , Putin ha fallito, è stato sconfitto e il popolo ucraino ha resistito. Oggi siamo riconoscenti ai paesi amici che ci hanno aiutato; ringraziamo i partner per aiutarci a distruggere l’occupante. Siamo felici di poter contare sul vostro sostegno e di averlo potuto fare in questi due anni. Chiediamo al mondo di aumentare la pressione sull’economia russa. Grazie per i pacchetti di aiuti, vi ringrazio per ogni decisione sulle sanzioni e per ogni passo che consente di arrivare alla fine giusta di questa guerra.
Putin deve fallire come qua a Hostomel”.
Nel suo discorso, la presidente del Consiglio Meloni, ha dichiarato: “Ci sono gesti eroici di pochi uomini che cambiano il corso della storia. Uno di questi si è consumato qui, il 24 febbraio di due anni fa. Qui, dove è iniziata l’eroica resistenza del popolo ucraino. Qui, dove è fallito il piano di Putin di rovesciare in pochi giorni il governo democraticamente eletto per sostituirlo con un governo fantoccio, che rispondesse alle sue indicazioni. Questo luogo è un simbolo del fallimento di Mosca. Questo luogo è un simbolo dell’orgoglio ucraino. In questo luogo si respira la storia, e la storia ci ricorda che c’è qualcosa di più forte dei missili, delle bombe, della fame o del freddo. E quel qualcosa è l’amor di Patria, l’amore per la libertà e la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità e benessere. Una strofa dell’inno nazionale ucraino recita: “Daremo anima e corpo per la nostra libertà”. E’ accaduto qui, su questa pista, tra ciò che resta dell’aereo più grande del mondo, è accaduto qui che ucraini coraggiosi e orgogliosi dessero anima e corpo per la loro libertà e la loro Nazione, accendendo quella speranza che ha dato anima e corpo in questi due anni di resistenza. Tutto ciò che ci circonda ci ricorda quello che è accaduto in quella battaglia decisiva. E ciò che rimane sul terreno trasforma questo luogo in un inno alla libertà.
E oggi siamo qui per dire grazie a quegli uomini e donne che il 24 febbraio di due anni fa non sono scappati, e invece hanno combattuto, per loro stessi, per le loro famiglie, per ciò che hanno di più caro. L’Europa, l’Occidente, sono qui per celebrare un atto d’amore, perché qui gli ucraini hanno difeso ciò che amavano e, così facendo, hanno difeso anche noi. Hanno combattuto per darci la possibilità di essere qui oggi, per dire che questa terra è un pezzo della nostra casa e che faremo la nostra parte per difenderla. Da quella battaglia sono passati 730 giorni. Sono 730 giorni che gli ucraini ci ricordano cosa significhi credere nella propria libertà e nella propria Nazione. Sono 730 giorni che gli ucraini ci spiegano che sopravvivere non vuol dire necessariamente vivere. Sono 730 giorni che gli ucraini dimostrano al mondo come nessuno aiuto possa essere sufficiente se, a monte, non c’è qualcuno determinato a battersi. Questo luogo ci racconta tutto questo, qui dove è stata scritta la prima pagina per restituire all’Ucraina un futuro di libertà”.
Ribadito , quindi, il pieno sostegno sia finanziario che militare anche da parte degli altri leader e della presidente della Commissione UE.
A seguire, i leader di Canada e Belgio, la presidente del Consiglio Meloni e la presidente Von der Leyen, si sono recati in visita al Muro del Ricordo, per poi riunirsi a Palazzo Mariinskyi, dove hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa.
Il presidente ucraino, Zelensky, prendendo per primo la parola, ha spiegato: “Abbiamo parlato insieme all’Ue e questo è un segnale concreto che un’Europa unita non cadrà in mano ai ricatti della Russia. Dobbiamo risolvere le questioni insieme, difendere la nostra Europa insieme. Oggi abbiamo avuto incontri trilaterali con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il primo ministro del Belgio, Alexander De Croo, e questo sottolinea la priorità della nostra cooperazione con l’Ue quest’anno. Dobbiamo agire per l’integrazione dell’Ucraina in Ue, abbiamo raggiunto una soluzione politica sull’apertura dei negoziati per quanto riguarda l’adesione all’Ue” .
Poi, su X, Zelensky, ha scritto: “Dobbiamo fare di tutto perché il 2024 diventi un anno decisivo per ripristinare la sicurezza reale a lungo termine in Ucraina e tutto il mondo. Abbiamo firmato un accordo bilaterale di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Italia. I nostri incontri con la premier italiana Giorgia Meloni sono sempre significativi. Oggi abbiamo un risultato importante”.
La premier Meloni, invece, ha sottolineato: “Sono particolarmente orgogliosa di essere qui a Kiev, nella città che rappresenta il cuore della lotta per la libertà dell’Europa. Sono particolarmente fiera di essere qui, in questo giorno così significativo. Sono onorata di poter condividere questo momento con te, ma penso sia anche molto simbolica la presenza delle massime Istituzioni europee, quindi della Presidente della Commissione europea, del Presidente di turno del Consiglio europeo, così come io sono presente anche in qualità di Presidente del G7; noi oggi pomeriggio celebreremo da qui la prima riunione a livello di Capi di Stato e di Governo del G7 durante la Presidenza italiana ,e il futuro Presidente del G7. Quindi credo che tutto questo sia oggi molto simbolico, perché è chiaramente una ulteriore conferma del nostro fermo sostegno all’Ucraina, un sostegno europeo, un sostegno transatlantico, che l’Italia è decisa ad affermare ancora con forza come Nazione membro dell’Unione europea e come Presidente di turno del G7. Non è soltanto un sostegno che si nutre di simboli, è un sostegno che, come si vede oggi, si nutre soprattutto di fatti concreti. Tra questi, il più importante, per quello che riguarda l’Italia, è la firma, lo ricordava il Presidente Zelensky, dell’accordo sulle nostre garanzie per la sicurezza dell’Ucraina. È un accordo che di fatto declina l’impegno assunto insieme agli altri membri del G7 nel luglio scorso a margine del vertice NATO di Vilnius, che già altri Paesi hanno concretizzato, che altri Paesi concretizzeranno. Continuiamo a sostenere l’Ucraina in quello che, come sapete, io ho sempre ritenuto il giusto diritto del suo popolo a difendersi. Questo presuppone necessariamente anche il sostegno militare, perché confondere la tanto sbandierata parola pace con la resa, come fanno alcuni ,strumentalmente, è un approccio ipocrita che noi non condivideremo mai. Ma è necessario mettere a sistema le diverse linee d’azione, è necessario un approccio a 360 gradi che vuole anche aiutare l’Ucraina a guardare al futuro: penso alla cooperazione in ambito industriale, penso alla cooperazione in ambito economico, sulle infrastrutture critiche ed energetiche, penso al sostegno umanitario. Con la firma di oggi, noi riaffermiamo che l’Italia continuerà ad assicurare il necessario sostegno alla libertà e all’indipendenza di una Nazione aggredita, aiutandola insieme al resto della comunità internazionale a costruire il suo futuro. E siamo pronti anche per questo a svolgere un ruolo da protagonisti in materia anche di ricostruzione. Lo faremo durante la Presidenza del G7, lo faremo nel 2025 quando ospiteremo la Ukraine Recovery Conference, perché parlare di ricostruzione significa scommettere sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, su un futuro di libertà, su un futuro europeo per questa Nazione. Le imprese dell’Italia, seconda Nazione industriale europea, con le loro competenze, il loro dinamismo, sono chiaramente pronte a fare la loro parte. Noi stiamo già dando il nostro contributo alla ricostruzione di Odessa, dove abbiamo espresso l’intenzione di restaurare e proteggere lo splendido patrimonio culturale della città, che abbiamo contribuito a iscrivere nella lista dei siti mondiali Unesco in pericolo. Con grande concretezza e con convinzione abbiamo sostenuto la decisione di aprire i negoziati di adesione all’Unione europea, così come una revisione del bilancio pluriennale dell’Unione che ci consentisse di garantire sostegno duraturo per i prossimi quattro anni. Insomma, ci siamo impegnati tutti in prima persona e voglio per questo ringraziare anche tutti i miei colleghi. Il messaggio che voglio inviare oggi, ancora una volta a Volodymyr Zelensky, ma soprattutto a tutto il popolo ucraino, è che non sono soli. Vogliamo che sappiate che noi siamo profondamente grati a questo popolo per continuare a lottare per la difesa dell’Europa, per la nostra sicurezza, perché banalmente la sicurezza dell’Ucraina e la sicurezza dell’Europa coincidono. Oggi è chiaramente un anniversario di grande orgoglio, da una parte per i due anni di eroica resistenza del popolo ucraino, un vero e proprio cigno nero della storia, un evento che molti non avevano immaginato, ma è anche un anniversario doloroso per chi continua a pagare un tributo di sangue per raggiungere quella pace giusta e duratura che è un diritto e che tutti sosteniamo con il nostro lavoro. L’Ucraina sta combattendo per tutta l’Europa, nell’interesse di tutta l’Europa. Noi ne siamo consapevoli e per questo le saremo accanto per tutto il tempo necessario. Essere qui oggi, esserci insieme, serve, anche con atti concreti, a dare con forza questo segnale”.
A esprimersi via X, in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa, anche il ministero degli Affari Esteri, che ha scritto: “Nel secondo anniversario dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, i ministri degli Esteri del G7 esprimono il loro pieno sostegno a Kiev per raggiungere una pace giusta e duratura per tutto il tempo necessario”, seguito dal ministro della Difesa, Crosetto, che ha evidenziato: “Due anni fa l’Ucraina subiva la violenta e improvvisa invasione della Russia. L’Italia, sin dal primo momento, ha dimostrato la sua incondizionata solidarietà al popolo ucraino, al quale non ha fatto e non farà mancare il suo sostegno per la difesa del loro Paese e il raggiungimento di una pace giusta. Compatti, senza distinzione di colore politico, abbiamo sostenuto sin dall’inizio il popolo ucraino: 8 pacchetti di aiuti contenenti l’equipaggiamento e i sistemi d’arma necessari a difendere se stessi e le proprie case sono stati inviati all’Ucraina”.
Prima delle dichiarazioni congiunte alla stampa, Palazzo Chigi ha fatto sapere con una nota, “La presidente Meloni ha avuto un incontro bilaterale con il Presidente ucraino, al termine del quale è stato firmato un Accordo di cooperazione in materia di sicurezza, come previsto dagli impegni assunti in ambito G7 in occasione del Vertice NATO di Vilnius del luglio 2023”.
Tale accordo, ha come scopo , quello di sostenere la sicurezza dell’Ucraina fino a quando non raggiungerà l’obiettivo di diventare membro della Nato.
In merito, il presidente ucraino Zelensky, in un post su Telegram, ha scritto: “Questo documento getta solide basi per un partenariato di sicurezza a lungo termine tra l’Ucraina e l’Italia. Siamo grati all’Italia per il suo sostegno, e in particolare per la difesa e la ricostruzione del nostro paese, e per continuare a fornirci assistenza militare fino alla fine del 2024”, evidenziando poi su X: “I nostri incontri con il capo del governo italiano, Giorgia Meloni, sono sempre significativi. Un risultato importante dell’incontro di oggi è stata la firma di un accordo bilaterale sulla sicurezza. Questo documento pone solide basi per un partenariato di sicurezza a lungo termine tra Ucraina e Italia. Oggi si è parlato anche di un ulteriore sostegno all’Ucraina nel contesto della presidenza italiana del G7. Ringrazio l’Italia per il suo sostegno all’Ucraina, in particolare per la capacità di difesa e la ricostruzione del nostro Stato, e per la continuazione degli aiuti militari all’Ucraina fino alla fine del 2024”.
Palazzo Chigi, riguardo l’incontro bilaterale, ha sottolineato in una nota: “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi a Kiev un incontro bilaterale con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha avuto al centro l’andamento del conflitto in Ucraina .L’incontro ha anche permesso di ribadire la centralità ucraina nell’agenda della Presidenza italiana del G7 e di valorizzare l’assistenza italiana a 360 gradi in favore di Kiev, a partire dalla ricostruzione e dalla cooperazione in materia di sicurezza”.
Lo stesso accordo di sicurezza decennale , firmato con l’Italia, la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Danimarca ,è stato siglato dall’Ucraina anche con il Canada.
Al riguardo, il premier canadese, Justin Trudeau, annunciando “l’accordo storico, siglato tra Canada e Ucraina per la cooperazione bilaterale con un impegno per oltre 3 miliardi di dollari di sostegno finanziario e militare nel 2024″, ha sottolineato: “Quella di oggi è la mia terza visita dall’inizio dell’invasione illegale e non provocata della Russia, nessuno si aspettava che la guerra sarebbe durata così a lungo e che l’Ucraina avrebbe resistito. Putin ha fatto un grosso errore di calcolo, l’Ucraina è ancora in piedi e tu Volodymyr guidi la battaglia contro l’autocrazia”.
La Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, invece, a seguire, ha reso noto che: “L’Ue aprirà un ufficio per la Difesa e l’innovazione a Kiev. L’Ucraina sarà sempre più coinvolta nella difesa europea, ad esempio sarà coinvolta nella strategia industriale di difesa che presenteremo entro tre settimane. E a marzo ci sarà la prima tranche dei pagamenti, da 4,5 miliardi del fondo da 50 miliardi approvato dall’Ue per l’assistenza all’Ucraina”.
Infine, terminate le dichiarazioni congiunte alla stampa, presso la Cattedrale di Santa Sofia, nel centro di Kiev, si è tenuta la riunione del G7, presieduta dall’Italia, in videoconferenza, a conclusione della quale, la presidente della Commissione UE, Von der Leyen, tramite X , ha ribadito: “Il G7 è unito. Uniti nel sostegno politico, economico e militare all’Ucraina. Uniti nella determinazione a esercitare una forte pressione sulla Russia. E per proteggere le nostre democrazie dalla disinformazione, dalla manipolazione e dalle interferenze straniere”.
Il presidente Zelensky, invece, nel corso della riunione ,ha detto: “Sapete molto bene di cosa abbiamo bisogno per proteggere i nostri cieli e rafforzare le nostre truppe a terra, così come tutto il supporto di cui abbiamo bisogno per continuare ad avere successo in mare, e vi rendete conto che ne abbiamo bisogno in tempo. Contiamo su di voi”.
La presidente del Consiglio Meloni, che ha coordinato la riunione in video-conferenza , essendo il G7 a presidenza italiana, ha sottolineato nel suo intervento: “Due anni fa ,la Russia sconvolse il mondo invadendo l’Ucraina. Il piano di Putin era una guerra lampo che avrebbe dovuto far capitolare l’Ucraina in pochi giorni, probabilmente con l’obiettivo di rivolgere poi lo sguardo verso altri stati vicini, non solo europei. Il presidente russo non ha tenuto nella dovuta considerazione la tenacia degli ucraini e l’unità dell’Occidente. Sono questi i due elementi che hanno fatto fallire il suo piano. Dobbiamo fare molto meglio nello spiegare che l’attuale situazione del conflitto è la nostra vittoria, una vittoria ucraina, e non una vittoria per la Russia, come la sua propaganda cerca di affermare. Dobbiamo essere più efficaci nello spiegare come il nostro impegno sia fondamentale non solo per noi, ma per tutti. Perché pochi trarrebbero vantaggio da un mondo senza regole, un mondo governato solo dalla forza militare e dove ogni Stato potrebbe rischiare di essere invaso dal suo vicino”.
Quindi, a riunione del G7 conclusa, Palazzo Chigi ha fatto sapere: “Il 24 febbraio, in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presieduto una riunione dei Capi di Stato e di Governo G7. Il Presidente Meloni si è collegata da Kiev, assieme al Primo Ministro canadese Justin Trudeau, alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.La riunione ha confermato la forte unità del G7 a sostegno di Kiev, la determinazione di proseguire l’assistenza all’Ucraina e di rafforzare le misure sanzionatorie nei confronti di Mosca e delle entità che consentono l’aggiramento delle sanzioni. I Sette hanno inoltre chiesto alle autorità russe di far luce sulle circostanze della morte di Alexei Navalny, condannando la continua repressione dei dissidenti politici in Russia. L’incontro ha consentito, inoltre, un approfondimento sulla situazione in Medio Oriente alla luce del preoccupante aumento delle tensioni nella regione, incluso il Mar Rosso. Al termine della riunione è stata adottata una dichiarazione congiunta sull’Ucraina”.
In un passaggio del suddetto documento, dunque, si legge: “Noi leader del G7 ci siamo incontrati con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per riaffermare il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina e rendere omaggio ancora una volta al coraggio e alla resilienza del popolo ucraino che ha combattuto instancabilmente per la libertà e il futuro democratico dell’Ucraina. Rimaniamo convinti di poter garantire che il popolo ucraino prevalga nella lotta per il proprio futuro e contribuire a forgiare una pace globale, giusta e duratura. Continueremo ad aumentare i costi della guerra russa, a degradare le fonti di guadagno della Russia e a ostacolare i suoi sforzi per costruire la sua macchina da guerra, come dimostrano i pacchetti di sanzioni recentemente approvati. Continuiamo a contrastare qualsiasi tentativo di eludere e aggirare le nostre sanzioni. Imporremo ulteriori sanzioni a società e individui di Paesi terzi che aiutino la Russia ad acquisire armi o input chiave per le armi. Condanniamo fermamente le esportazioni della Corea del Nord verso la Russia e l’approvvigionamento da parte della Russia dei missili balistici della Corea del Nord in diretta violazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e li invitiamo a cessare immediatamente tali attività. Chiediamo all’Iran di smettere di assistere l’esercito russo e la sua guerra in Ucraina ed esprimiamo la nostra preoccupazione per i trasferimenti in Russia da parte delle imprese della Repubblica popolare cinese di materiali e componenti a duplice uso per armi e attrezzature per la produzione militare. Rendiamo omaggio allo straordinario coraggio di Alexei Navalny e siamo al fianco di sua moglie, dei suoi figli e dei suoi cari. Ha sacrificato la sua vita lottando contro la corruzione del Cremlino e per elezioni libere ed eque in Russia. Chiediamo al governo russo di chiarire pienamente le circostanze della sua morte, di liberare tutti i prigionieri ingiustamente detenuti e di fermare la persecuzione dell’opposizione politica e la repressione sistematica dei diritti e delle libertà. Riterremo responsabili i colpevoli della morte di Navalny, anche continuando a imporre misure”.
Da rilevare l’assenza al Vertice dei 27 capi di Stato e di Governo del presidente francese Macron , sostituito dal ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, in quanto , come riferito da fonti dell’Eliseo, “impegnato per tutto il giorno al Salone dell’Agricoltura”, nella gestione del dossier riguardante le proteste dei trattori, ovvero, degli agricoltori, scesi in piazza anche in Francia per protestare contro le politiche green.
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