di Federica Marengo martedì 6 febbraio 2024
La presidente del Consiglio Meloni ha fatto ritorno a Roma nella nottata di ieri dopo la due giorni della sua visita in Giappone per ufficializzare il passaggio di consegna nella presidenza del G7 tra Italia e Giappone e , nel contempo, per tenere un bilaterale con il Premier Kishida e incontrare i vertici di grandi gruppi produttivi e industriali giapponesi, al fine di rafforzare la cooperazione e l’interscambio commerciale.
Al termine dell’incontro con il Prermier Kishida, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha rilasciato con il suo omologo, delle dichiarazioni congiunte alla stampa, nelle quali ha sottolineato: “Voglio ancora una volta ribadire i sentimenti di vicinanza al popolo giapponese per la tragedia del terremoto. È chiaramente per me un grande piacere essere qui oggi in una Nazione amica con la quale l’Italia sta lavorando in grandissima sintonia, davvero a 360 gradi. È passato poco più di un anno da quando, insieme al Primo Ministro Kishida, abbiamo dato l’avvio a Roma al nostro partenariato strategico che si è immediatamente tradotto in fatti concreti: quindi non solo il dialogo politico, – arriviamo oggi al quarto incontro bilaterale a poco meno di un anno – ma anche concretamente la collaborazione tra le nostre Nazioni è significativamente cresciuta. Abbiamo concluso in questi 12 mesi importanti intese che rafforzano la nostra cooperazione in ambito scientifico e industriale, abbiamo sottoscritto l’accordo sulle coproduzioni cinematografiche ed entrerà in vigore il primo aprile, grazie al nostro lavoro congiunto, l’accordo sulla sicurezza sociale che consente ai lavoratori italiani e giapponesi di non essere più soggetti a una doppia imposizione. Anche grazie al rilancio dell’Italy Japan Business Group, abbiamo dato un nuovo slancio alle collaborazioni tra le nostre aziende, agli investimenti reciproci, tema sul quale tra l’altro oggi mi sono intrattenuta con i vertici di alcuni dei più grandi gruppi imprenditoriali giapponesi che lavorano in Italia, una intensificazione dei nostri rapporti che si traduce anche in un interscambio commerciale che lo scorso anno è cresciuto del 10% e ha raggiunto gli oltre 15 miliardi di euro. Ma la nostra collaborazione sta avendo un importante rilancio soprattutto in termini politici e strategici. Il nuovo meccanismo di consultazioni Esteri-Difesa è stato istituito e avrà inizio a marzo; sono state, come ricordava il Primo Ministro, organizzate delle importanti esercitazioni militari congiunte, marittime e aeronautiche; l’Italia intende avere una presenza sempre più significativa e invierà quest’anno ulteriori velivoli, ulteriori assetti navali, arriveranno qui anche la nostra Portaerei Cavour, arriverà la Nave Scuola Amerigo Vespucci, ci arriveranno gli F-35, quindi una presenza molto importante che fa stato di una cooperazione che consideriamo strategica. Tassello di questa cooperazione strategica è ovviamente la sottoscrizione, insieme al Regno Unito, della Convenzione Costitutiva dell’Organizzazione Internazionale e dell’Agenzia che avranno il compito di gestire il Global Combat Air Program, il GCAP, cioè il programma che serve a sviluppare congiuntamente un velivolo da caccia di sesta generazione, assolutamente all’avanguardia, entro il 2035. Significa chiaramente innovazione, significa crescita, significa lavoro, ampie prospettive di ulteriori cooperazioni industriali. Con Fumio abbiamo convenuto sull’importanza di continuare su questa strada, avviando progetti concreti nell’ambito del nostro Memorandum già sottoscritto in materia di cooperazione sulla ricerca scientifica, intensificando la cooperazione in settori strategici come lo spazio, i semiconduttori, l’energia, rafforzando la cooperazione sulla difesa anche oltre il programma GCAP. Chiaramente questo percorso ci porta verso Expo-Osaka 2025, alla quale ovviamente intendiamo dare un grande contributo, all’altezza del grande spirito di amicizia e cooperazione che stiamo vivendo. Io sono molto fiera che l’Italia sia stata la prima Nazione ad avviare la costruzione del proprio padiglione, la posa della prima pietra: fa stato dell’importanza che attribuiamo a questo evento. Una convergenza strategica che è bilaterale ma che è ovviamente anche multilaterale, che si riflette nella sintonia con la quale abbiamo lavorato per assicurare un efficace passaggio di consegne tra le nostre rispettive presidenze del G7. Voglio ribadire anche qui, insomma, davanti alla stampa, il mio profondo apprezzamento per l’immenso lavoro che la Presidenza giapponese ha svolto lo scorso anno, in un anno estremamente complesso, che ha però, con il lavoro, in primo luogo del Primo Ministro Kishida, consentito di mantenere viva l’attenzione sulle grandi sfide di oggi, dalla guerra in Ucraina alla stabilità dell’Indo-Pacifico, ma anche di porre l’accento su questioni sempre più centrali nell’agenda internazionale, come la gestione dell’intelligenza artificiale. Sono tutte materie alle quali daremo continuità durante la nostra Presidenza del G7 e vogliamo ovviamente continuare a dedicare particolare attenzione alla tutela dell’ordine internazionale basato sul diritto, alla risoluzione pacifica delle crisi globali, al rapporto con i Paesi del Sud globale, con un focus particolare sul continente africano, la sicurezza energetica e alimentare, il tutto ovviamente intorno a un concetto semplice che è quello della centralità dell’uomo, fondamentale anche nell’approccio rispetto alle nuove tecnologie. I nostri colloqui proseguiranno a cena, dove affronteremo le principali questioni dell’agenda internazionale, chiaramente parleremo della crisi a Gaza, dove entrambe le nostre Nazioni sono impegnate a fornire assistenza umanitaria, della situazione nel Mar Rosso, che ha ripercussioni sulla stabilità e sul commercio mondiale, di Indo-Pacifico, area strategica di rilevanza globale che deve fare i conti con importanti anche nodi regionali. Parleremo di Ucraina, a pochi giorni dal 24 febbraio, anniversario dell’avvio della guerra di aggressione ad opera di Mosca. Sono tutti i temi sui quali, devo dirlo ancora prima, insomma, di parlarne col Primo Ministro giapponese c’è una forte convergenza di vedute che è un elemento di base della nostra salda amicizia. Quindi grazie davvero per l’accoglienza e grazie per la capacità che abbiamo avuto di rafforzare ancora di più i nostri rapporti”.
Quindi, dopo una cena con Kishida nella quale la Premier ha discusso di politica estera , con focus sulla guerra in Ucraina, sulla guerra in Medio Oriente e sulle tensioni nel Mar Rosso e i relativi effetti sulla stabilità e sul commercio dell’area dell’Indo-Pacifico, quest’ultima ha tenuto un punto stampa nel quale ha risposto a una serie di domande, a cominciare da quella sulla necessità di rafforzare la presenza nell’Indo-Pacifico, anche con l’ invio di F-35 e portaerei, a cui ha risposto: “È un’area inevitabilmente strategica, la cui dimensione strategica aumenta negli ultimi anni. Credo che sia un quadrante nel quale è fondamentale la stabilità, ma anche un quadrante che offre grandi opportunità all’Italia, a livello multilaterale e a livello bilaterale, come si vede anche grazie ai nostri rapporti con il Giappone. Ci è stato chiesto da tempo, particolarmente dal Giappone, di aumentare la nostra presenza nell’area, anche su una cooperazione in ambito di Difesa, che si materializza poi particolarmente col Global Combat Air Program, ma non solamente, e che secondo me deve esplorare nuovi ambiti, nuovi settori. Chiaramente noi abbiamo dei “gioielli” da questo punto di vista e cerchiamo di renderli sempre più presenti nell’area. Quest’anno arriveranno nel mese d’agosto prima gli F-35 – parliamo di esercitazioni militari congiunte – poi arriverà la nostra nave Cavour con altri velivoli, poi arriverà l’Amerigo Vespucci, la nostra Nave Scuola, e quindi c’è, secondo me, interesse a una maggiore e migliore presenza italiana, particolarmente nell’anno in cui presediamo il G7, perché l’Indo-Pacifico è per la dimensione del Gruppo dei sette, particolarmente importante”.
A seguire, invece, sulla riforma del Premierato e sull’accordo di compromesso raggiunto nella Maggioranza e la presentazione di molteplici emendamenti da parte delle Opposizioni, la Presidente Meloni ha sottolineato: “L’opposizione fa il suo lavoro, mi sembra abbastanza normale, loro non vogliono l’elezione diretta del Capo del Governo, è una posizione legittima, è normale che cerchino di realizzarla con gli emendamenti. Per quello che riguarda la maggioranza, sono molto contenta del fatto che lavorando si sia trovata una formulazione della norma che è più chiara rispetto alla precedente e che ribadisce un fatto semplice: sono gli italiani, se passa la riforma, che devono scegliere da chi farsi governare. Serve stabilità dei governi, basta con gli inciuci, basta con il trasformismo, basta con i governi tecnici. La democrazia funziona, si esercita, se risponde alla volontà dei cittadini: è quello che noi stiamo cercando di realizzare. Non mi stupisce che altri – che in questi anni hanno privilegiato i governi costruiti nel palazzo – siano contrari, ma rimane che abbiamo avuto un mandato dagli italiani e intendiamo portare avanti la riforma, che io considero in assoluto la madre di tutte le riforme, perché una forza e una stabilità della politica può anche generare tutte le altre riforme che sono necessarie in questa Nazione”.
Riguardo poi alla guerra in Medio Oriente e all’avvertimento lanciato da uno dei leader degli Houti in un’intervista a La Repubblica, la Premier ha replicato: “Io penso che sia nel nostro interesse sia il nostro dovere garantire la libertà di navigazione. Attraverso il Canale di Suez transita il 15% del commercio mondiale. Se quel canale non fosse disponibile, noi avremmo come immediato riscontro l’aumento dei prezzi sul 15% dei prodotti che arrivano da noi. E quindi è nel nostro interesse più strategico garantire quella libertà di navigazione. Noi stiamo partecipando a una missione difensiva per garantire quella libertà di navigazione, credo che sia un fatto utile, doveroso, e sono anche contenta che l’Italia assuma il comando di questa missione a dimostrazione del nostro riconosciuto ruolo su queste materie, ma penso che sia assolutamente strategico per l’Europa e sia strategico per l’Italia”.
A seguire, in merito alla costituzione di una di difesa comune europea, la Premier ha dichiarato: “Io sono convinta della importanza dell’Alleanza Atlantica, ma sono sempre stata ugualmente convinta che l’Alleanza Atlantica per funzionare meglio avesse bisogno di una colonna americana e di una colonna europea. In questi anni sicuramente noi non siamo stati abbastanza concentrati sulla necessità di garantire la nostra difesa per garantire il nostro peso sulle scelte politiche. Perché poi la difesa, anche quando si parla di mettere risorse sulla difesa noi pensiamo sempre che sono risorse diciamo che vengono spese per qualcosa di meno importante, ma la verità è che la capacità di difendersi è anche la capacità che si ha di incidere e di decidere. Io credo che da questo punto di vista l’Europa abbia fatto dei passi troppo lenti e che sia il momento di accelerare da questo punto di vista. Per cui sicuramente sono convinta che non dobbiamo in nessun modo immaginarlo come un elemento di rivalità, dobbiamo immaginarlo come un rafforzamento dell’Alleanza Atlantica che tenga conto dei suoi due fondamentali pilastri, uno da un lato e uno dall’altro dell’Oceano Atlantico, che sono il pilastro europeo e il pilastro statunitense”.
Sempre in ambito Giustizia, alla domanda sui suicidi in carcere e sul botta e risposta tra il Guardasigilli Nordio e la segretaria dem Schlein sulla costruzione di nuove strutture detentive per ovviare al problema del sovraffollamento, che la leader del Pd non ritiene essere una soluzione sufficiente, la Presidente del Consiglio ha risposto: “Se la segretaria Elly Schlein ritiene che il problema del sovraffollamento carcerario, come ha fatto la sinistra in passato, si risolva togliendo i reati, io non sono d’accordo con la sinistra. Penso che il tema del sovraffollamento carcerario si risolva aumentando la capienza nelle carceri, assumendo e sostenendo la polizia penitenziaria, come il Governo ha fatto in questo anno, perché è l’unica risposta seria che può dare uno Stato. Se invece si ritiene che la risposta seria che può dare lo Stato sia, poiché non c’è abbastanza spazio nelle carceri, togliere i reati per fare in modo che persone colpevoli non seguano il corso dei procedimenti giudiziari, su questo non sono d’accordo, ma del resto non sono di sinistra, come si sa”.
Riguardo ai punti fondanti, qualificanti, per l’Italia , nel passaggio di consegne di questo G7 con il Giappone, la Premier ha spiegato: “Noi lavoriamo in grande continuità con la Presidenza giapponese su diverse questioni: la tutela del diritto internazionale basato sulle regole e quindi la questione del sostegno all’Ucraina; l’attenzione ai Paesi del Sud globale che la Presidenza giapponese iniziò e che per noi si realizza soprattutto attraverso il tema della centralità dell’Africa, che è uno dei punti qualificanti che intendiamo portare al G7 di quest’anno; il tema dell’intelligenza artificiale. La Presidenza giapponese ha iniziato un lavoro molto importante con l’Hiroshima Process proprio sul governo dell’intelligenza artificiale, sulla centralità dell’uomo, sul mantenimento della centralità dell’uomo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e lei sa che noi portiamo avanti il principio di algoretica, cioè dare un’etica agli algoritmi. È un lavoro di assoluta continuità con quello fatto dalla Presidenza giapponese che è stata oggettivamente un’ottima presidenza, infatti anche stasera ci siamo trovati molto d’accordo, anche sui nuovi scenari che intanto si sono presentati. C’è davvero un grande lavoro con il Giappone, io ne sono stata contenta perché sì c’è molta interlocuzione politica, però può anche accadere che ci sia molta interlocuzione politica e minore interlocuzione in termini di concretezza, invece noi quest’anno abbiamo dato vita, con accordi molto concreti alla nostra interlocuzione politica sempre maggiore e così intendiamo fare anche nel 2024”.
In merito alla protesta degli agricoltori e alla possibilità di un incontro con questi ultimi del Governo, che è al lavoro su un’ esenzione Irpef per gli operatori agricoli che hanno bisogno di “un effettivo sostegno”, la Presidente Meloni ha evidenziato: “Abbiamo sempre incontrato gli agricoltori. Dall’inizio del nostro mandato il mondo agricolo è uno dei principali mondi ai quali abbiamo rivolto la nostra attenzione, lo dimostrano i fatti, lo dimostra il fatto che noi abbiamo con le Leggi di bilancio aumentato le risorse per gli agricoltori, lo dimostra il fatto che quando abbiamo rinegoziato il PNRR abbiamo portato le risorse per gli agricoltori da 5 a 8 miliardi del PNRR, lo dimostra il fatto che rispetto a proteste che ci sono in altri Paesi europei dove non sono stati rinnovati gli incentivi sul gasolio, noi abbiamo fatto lo sforzo di rinnovare gli incentivi sul gasolio e quindi abbiamo fatto il massimo possibile. Abbiamo fatto un grande lavoro anche nella difesa dei prodotti di eccellenza, la famosa norma che vieta la produzione di cibo sintetico che è stata vituperata e derisa, oggi viene presa a modello in diverse Nazioni europee e anche al di là dell’oceano. E quindi abbiamo un focus dall’inizio del Governo aperto sul tema degli agricoltori. Chiaramente si può sempre lavorare per fare meglio e più e io sono sempre disposta ad ascoltare le istanze che arrivano da lavoratori che per noi sono fondamentali. Chiaramente lei sa anche che molta della rabbia degli agricoltori arriva da una lettura ideologica della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l’ambiente combattendo gli agricoltori. E questa non è la mia visione. Io penso che invece gli agricoltori siano fondamentali e debbano fondamentalmente essere coinvolti all’interno della transizione ecologica se vogliamo che la transizione ecologica funzioni, perché sono sicuramente persone attente alle dinamiche ambientali e attente a far sì che la nostra natura possa trovarsi nella migliore condizione possibile”.
Nella giornata di oggi, invece, la Premier ha così commentato l’annuncio dato dalla Presidente della Commissione UE Von der Leyen, nel corso del suo intervento alla Plenaria del Parlamento UE, del ritiro del piano per dimezzare l’uso dei pesticidi in agricoltura, alla luce delle proteste degli agricoltori europei: “È una vittoria anche italiana l’annuncio della Commissione europea del ritiro della proposta legislativa sui pesticidi. Fin dal suo insediamento, infatti, il Governo italiano sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione”.
Il regolamento SUR (Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ,che modifica il regolamento (UE) 2021/2115), presentato nel giugno del 2022 , prefissandosi come obiettivo la tutela della biodiversità, dell’ambiente e della salute, prevede la riduzione ,ovvero il dimezzamento, dell’uso dei pesticidi chimici entro il 2030.
A tal fine ogni Stato avrebbe avuto un proprio obiettivo nazionale sulla base di valori calcolati dalla Commissione europea: per l’Italia , il dimezzamento dell’uso sarebbe stato del 62% per il consumo totale dei prodotti fitosanitari e pari al 54% del consumo delle sostanze più pericolose rispetto alla media del triennio 2015-2017.
Tale regolamento, inoltre, avrebbe stabilito il divieto di utilizzo dei pesticidi in tutti i territori sensibili come le aree naturali protette, i siti della rete Natura 2000 e le aree dove è stata accertata la presenza di insetti impollinatori a rischio estinzione.
La Presidente Von der Layen, a fronte del suo annuncio, ha quindi spiegato all’Eurocamera: “Il terreno fertile è sempre stato la spina dorsale del sostentamento di un agricoltore. Ma dal 60 al 70 per cento dei suoli in Europa è ora in cattive condizioni. Possiamo invertire queste tendenze. E molti agricoltori lo stanno facendo. Ma dobbiamo fare di più. La conservazione della natura può avere successo solo attraverso un approccio dal basso verso l’alto e basato sugli incentivi. Perché solo se i nostri agricoltori potranno vivere della terra, investiranno nel futuro. Per questo proponiamo l’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori.
La Commissione ha proposto il SUR con il meritevole obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta del SUR è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento europeo. Anche in Consiglio non si registrano più progressi. Dobbiamo quindi fare qualcosa e per questo proporrò al Collegio di ritirare la proposta. Ma naturalmente il tema rimane. Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivoche vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”.
Soddisfazione in merito è stata espressa anche dal ministro dell’Agricoltura , della Sovranità alimentare e delle Foreste, Lollobrigida, che ha dichiarato: “Così vengono recepite le proposte dell’Italia. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo. È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella. Se i consumi europei restano invariati, ci si deve approvvigionare, di conseguenza, da paesi terzi che non rispettano alcuna delle regole che imponiamo ai nostri agricoltori. Anzi producono utilizzando maggiori quantità di pesticidi. In questo modo l’effetto su aria e acqua del pianeta è esattamente l’opposto di quello dichiarato. L’Italia ha proposto di lavorare, ed è stata avanguardia in questo, sulle Tea per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci. Le politiche pragmatiche del nostro Governo in Italia e in Europa stanno portando i primi frutti. Recuperare i disastri di anni di politiche irrispettose della produzione e del lavoro agricolo richiederà tempo. Ma la strada intrapresa è quella corretta”.
Un plauso alla decisione della Commissione UE, è arrivato anche dal segretario della Lega, nonché Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, che ha sottolineato: “Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre”.
Tuttavia, il leader del Comitato degli agricoltori traditi Cra, pur riconoscendo nella proposta di Ursula von der Leyen di ritirare il regolamento sui pesticidi , un “primo punto a favore” delle proposte espresse dai suoi colleghi, riconoscendo in essa una “apertura parzialmente positiva da parte di Bruxelles”, ha sottolineato però come la categoria “non condivida, l’idea di dare più soldi a chi lascia i terreni incolti” e ha ribadito che “la protesta continua” e che gli agricoltori chiedono “l’annullamento di tutti i patti bilaterali con Paesi extra Ue che stanno uccidendo la loro economia”.
Infatti, se per ricevere i sussidi Ue, secondo la riforma della Pac (Politica agricola comune, ovvero l’insieme delle disposizioni che regolano il settore in ambito europeo) gli agricoltori devono rispettare le norme di Buone Condizioni agricole e ambientali a favore dell’ambiente e del clima, che consistono nel lasciare il 4% della quota di terra arabile a scopi non produttivi , con esenzione per le aziende agricole con meno di 10 dipendenti, la deroga proposta dalla Commissione UE per il 2024 ,che esenta tutti gli agricoltori dal lasciare a riposo i terreni ,indipendentemente dal numero dei dipendenti delle loro aziende, e fornisce loro i sussidi, eliminando la soglia del 4% come quota minima dei terreni coltivabili da lasciare ad aree non produttive, campi incolti , o siepi e alberi, è rivolta, però, solo a chi possieda terreni occupati per almeno il 7% da lenticchie, piselli e fave oppure che presenti colture intercalari come le piante che crescono tra due colture principali.
Intanto, stamane proprio mentre nell’Aula dell’Eurocamera era in corso il dibattito sulle conclusioni dell’ultimo vertice Ue alla presenza della presidente della Commissione europea, Von der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Michel, la protesta degli agricoltori contro le norme del Green Deal è approdata a Strasburgo dove un centinaio di trattori hanno bloccato l’ingresso del Parlamento, fermati però dalla polizia che è intervenuta alzando delle barriere mobili per contenere la protesta.
Protesta che continua anche in Italia, sulle autostrade da Nord a Sud. Questa mattina, infatti, in Toscana, a Grosseto , all’altezza dello svincolo di Montiano, un corteo con 250 trattori proveniente da Rispescia e dai paesi agricoli della Maremma è stato temporaneamente fermato dalla polizia.
Nel Lazio, invece, uno dei leader del Movimento Riscatto agricolo ha creato un punto di raccolta dei trattori in via Nomentana, a Roma e ha dichiarato che cercherà di trovare un accordo in prefettura sulla manifestazione” prevista nelle prossime ore nella Capitale, sottolineando che “Nel caso non fosse trovato, la manifestazione si svolgerà comunque con le modalità più opportune”, come un corteo con i trattori che potrebbe svolgersi nella giornata di venerdì. Il movimento ,inoltre, ha chiesto l’apertura di un tavolo tra gli agricoltori e il governo, per “poter concordare i punti da questi stilati per il futuro dell’agricoltura italiana”.
Ciò, mentre dalle Opposizioni, la segretaria del Pd, Schlein ha bollato come “propaganda”, l’annuncio dato dalla premier Meloni, sabato a Catania,nel corso della visita alla 3Sun Gigafactory, di un ulteriore stanziamento di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , da 5 a 8 miliardi, per l’Agricoltura e ,da Strasburgo, accusando il governo di “essere fermo”, ha annunciato che il 16 febbraio incontrerà gli agricoltori.
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