di Federica Marengo venerdì 12 gennaio 2024
-Giunti al 98° giorno di guerra in Medio Oriente, Israele ha replicato alla Corte dell’Aja all’accusa , mossale dal Sudafrica, di genocidio e alla richiesta di imporre contro Israele “misure di emergenza” con l’immediato stop all’offensiva nella Striscia. Secondo il quotidiano Haaretz, un membro della squadra di difesa israeliana, Tal Becker, aprendo la seduta, ha dichiarato: “Il Sud Africa ha presentato un quadro fattuale e giuridico profondamente distorto. L’intero caso si basa su una descrizione deliberatamente decontestualizzata e manipolatoria della realtà delle attuali ostilità”, per poi descrivere il “massacro, le mutilazioni, gli stupri e i rapimenti su vasta scala compiuti da Hamas il 7 ottobre ” e sottolineare che “se ci sono stati atti di genocidio, sono stati perpetrati contro Israele”.
Sempre Becker, continuando, ha detto: “Israele sta lottando contro la disumanità di Hamas” che “ha sistematicamente e illegalmente incorporato le sue infrastrutture militari in scuole, moschee, ospedali e altri siti sensibili. Questo è un metodo di guerra pianificato e ripugnante. Nelle azioni di Tel Aviv nella Striscia di Gaza, manca totalmente l’elemento chiave del genocidio, ovvero l’intenzione di distruggere un popolo in tutto o in parte. Ciò che Israele sta cercando di fare non è distruggere un popolo ma proteggere un popolo, il suo, e cerca di farlo in conformità con la legge anche se si trova ad affrontare un nemico spietato e determinato a usare questo fatto contro di lui”.
Poi, al termine delle arringhe della difesa israeliana all’Aja, il ministro degli Esteri, Katz, ha ribadito: “Non vi è alcuna base per le affermazioni del Sudafrica contro Israele. Anzi. Non è stata presentata alcuna prova a riguardo, solo l’evidenza di una guerra difensiva morale come nessun’altra. Quando si tratta di Israele sembra che i doppi standard di alcuni Paesi del mondo gridino al cielo. Spero che la denuncia sia respinta e che la giustizia prevalga”.
Tuttavia, come riportato da Reuters online: “L ‘Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato oggi che Israele ha ripetutamente mancato di rispettare il diritto umanitario internazionale da quando ha lanciato la sua offensiva a Gaza” in risposta all’attacco di Hamas il 7 ottobre”.
Intanto, la Mezzaluna Rossa palestinese ha reso noto che 9 palestinesi sono stati uccisi e 13 feriti in un attacco aereo israeliano nella zona di al-Masha’la di Deir El-Balah, mentre il ministero della Sanità di Hamas, ha aggiornato i dati sulle vittime della guerra arrivate a 23.708, di cui, per Save The Children, oltre 10 mila sono bambini.
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha affermato che “Israele sta trascinando il Medioriente nella fornace di una guerra regionale, che minaccia la sicurezza e la stabilità della regione e ha chiesto alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità e fermare l’aggressione e l’arroganza israeliana”.
L’ufficio del Premier israeliano Netanyahu ha fatto sapere che, in seguito a un’intesa tra il capo del Mossad, David Barnea e il Qatar, “Nei prossimi giorni gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza da oltre tre mesi potranno ricevere le medicine di cui necessitano” e che “Nello stesso contesto è previsto anche l’ingresso a Gaza di altri aiuti umanitari”.
Nella notte scorsa, invece, Usa e Gran Bretagna, con la partecipazione di alcuni alleati, tra cui i Paesi Bassi, Australia, Canada e Bahrein che, anche in seguito dovrebbero fornire logistica, intelligence e altro supporto, hanno lanciato attacchi aerei contro le postazioni nello Yemen dei ribelli Houti , sostenuti dall’Iran, dopo che questi ultimi hanno continuato a compiere raid ed ad attaccare le navi commerciali nel Mar Rosso.
Il Presidente USA Biden, in una nota, ha spiegato: “Su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo. Questa è la risposta diretta agli attacchi Houthi e non esiteremo a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario”.
Dal Regno Unito, invece, il ministro degli Esteri britannico, Cameron , ha evidenziato: “Il Regno Unito e gli Usa hanno effettuato attacchi mirati contro obiettivi militari Houthi nello Yemen. La sicurezza delle navi del Regno Unito e la libertà di navigazione attraverso il Mar Rosso sono fondamentali ed è per questo che stiamo intervenendo. Come ha chiarito il Consiglio di sicurezza Onu, gli Houthi devono fermare gli attacchi nel Mar Rosso”.
Bruxelles, ha fatto sapere che: “E’ iniziato il processo verso una missione navale nel Mar Rosso. Il Servizio di azione esterna Ue ha presentato la sua proposta di missione a difesa del commercio internazionale ai 27 Paesi membri dell’Ue, in cui si dispone il dislocamento di almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione per almeno un anno. Le dimensioni esatte e la composizione dell’operazione saranno soggette a ulteriori pianificazioni operative”.
Grande preoccupazione per tali attacchi e per il rischio di un’escalation, è stata espressa dal ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita e dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning.
La Russia ha chiesto la convocazione di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e la portavoce del ministero russo degli Esteri Maria Zakharova ha scritto su Telegram: “L’attacco, chiarisce Mosca, mostra un totale disprezzo “per il diritto internazionale” e aggrava la situazione in Medioriente. Gli attacchi aerei statunitensi sullo Yemen sono un altro esempio della distorsione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu da parte degli anglosassoni”.
Quanto all’Italia, Palazzo Chigi ha smentito che vi sia stata una richiesta da parte di USA e Gran Bretagna di partecipare ai bombardamenti nello Yemen , precisando di “lavorare per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso e per garantire la libera circolazione delle navi nell’area” . Con una nota, poi, Palazzo Chigi ha sottolineato che: “L’Italia condanna con fermezza i ripetuti attacchi degli Houthi a danno di navi mercantili nel Mar Rosso e conferma il proprio deciso sostegno al diritto di libera e sicura navigazione, in linea con le norme Internazionali. A fronte del comportamento inaccettabile degli Houthi, l’Italia sostiene le operazioni dei Paesi alleati, che hanno il diritto di difendere le proprie imbarcazioni, nell’interesse dei flussi commerciali globali e dell’assistenza umanitaria. L’Italia accoglie con favore l’approvazione della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2722 (2024) del 10 gennaio 2024 e sostiene pienamente gli sforzi dei Paesi membri delle Nazioni Unite per assicurare la libera e sicura navigazione nelle acque del Mar Rosso. Sono da condannare le ripetute violazioni dell’embargo di armi stabilito dalla Risoluzione 2216 (2016) e si fa appello a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite affinché le restrizioni imposte siano rispettate. È essenziale garantire la sicurezza del Mar Rosso, prevenendo e contrastando azioni di destabilizzazione che non sono nell’interesse né degli attori locali, né della comunità internazionale.
È fondamentale evitare un ulteriore innalzamento del livello di tensione nella regione”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato di “essere stato avvertito dagli americani diverse ore prima degli attacchi”, spiegando che “Siamo impegnati a garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso, partecipiamo alla missione europea Atalanta e chiederemo anche che questa missione possa avere competenze più larghe oppure dare via a una nuova missione europea per garantire la libera circolazione delle merci. Dell’attacco di questa notte noi siamo stati informati dagli Stati Uniti con parecchie ore di anticipo. Tuttavia, non possiamo, perché la Costituzione non lo permette, inviare o agire in azioni di guerra senza un dibattito del Parlamento. E’ giusto difendere la libertà di navigazione”.
Per l’esponente di Hamas, Sami Abu Zhoun: “Questa aggressione indica la decisione di espandere l’area del conflitto fuori della Striscia e questo avrà conseguenze. L’aggressione degli Usa e della Gran Bretagna contro settori dell’esercito yemenita, perché si è schierato con Gaza, è una provocazione contro la nazione palestinese”, mentre il portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran, Nasser Kanani, ha “fermamente condannato gli attacchi di Usa e Gran Bretagna contro varie città in Yemen, ritenendoli un’azione arbitraria, una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen e una violazione del diritto e dei regolamenti internazionali. L’unico risultato degli attacchi sarà creare instabilità nella regione. Chiediamo alla comunità internazionale di impedire che la guerra si allarghi”.
Infine, il portavoce ufficiale degli Houthi, Muhammad Abdul Salam ha dichiarato: “Non abbiamo preso di mira nessun Paese al mondo tranne Israele. Le forze armate hanno dato una risposta iniziale e la amplieremo molto presto. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell’aggressione contro Gaza”.
©Riproduzione riservata