di Federica Marengo venerdì 12 gennaio 2024
-Nella 677° giornata di guerra in Ucraina, il Primo ministro britannico Sunak si è recato a Kiev per annunciare un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 2,9 miliardi di euro per l’anno 2024/2025. Come spiegato dal Governo inglese in una nota, “Si tratta di un aumento di circa 233 milioni di euro rispetto ai due anni precedenti”.
Nel corso dell’ incontro, il Presidente ucraino, Zelenskiy e il Primo ministro britannico, Sunak hanno firmato un accordo di sicurezza tra i due Paesi , che resterà in vigore fino all’adesione dell’Ucraina alla Nato.
Al termine, i due leader hanno tenuto una conferenza stampa, nella quale il Premier Sunak ha dichiarato: “Per aiutare l’Ucraina dobbiamo fare di più. Le nostre azioni in questo momento determineranno il futuro percorso della guerra. Il Regno Unito annuncia oggi il più grande pacchetto di aiuti alla difesa destinato all’Ucraina dall’inizio della guerra. Il Regno Unito e il mondo libero continueranno a stare al fianco dell’Ucraina come abbiamo fatto fin dall’inizio di questa guerra. Giudicate il nostro impegno per la libertà dell’Ucraina, non dalle nostre parole, ma dalle nostre azioni. Il Regno Unito è stato il primo ad addestrare le truppe ucraine, il primo in Europa a fornire armi letali, il primo a impiegare carri armati occidentali, il primo a fornire armi a lungo raggio. Esitare sugli aiuti all’Ucraina incoraggerebbe Vladimir Putin, la Corea del Nord e l’Iran”.
Ottimista sulla possibilità che l’Ucraina ottenga gli aiuti finanziari dagli Stati Uniti, rispetto al pessimismo del dicembre scorso, il Presidente ucraino Zelenskiy.
Sempre il Presidente Zelenskiy, tornato dalla sua visita ufficiale nei Paesi Bassi, ai media lettoni aveva detto : “La leadership militare russa cercherà di ottenere un certo successo nella guerra contro l’Ucraina prima della “rielezione” di Vladimir Putin. Pertanto, entro marzo, molto probabilmente gli occupanti cercheranno di avanzare. Considerando che c’è una persona che si sta preparando per le elezioni, è più o meno chiaro che vogliono alcune piccole vittorie tattiche. Si possono prevedere azioni delle forze russe al fronte nelle prossime settimane e mesi. La situazione al fronte è “molto difficile, perché non abbiamo abbastanza armi”.
L’annuncio di Dowing Street sul nuovo pacchetto di aiuti a Kiev, infatti, è arrivato in concomitanza con quello dagli USA relativo alla fine dei fondi militari, e non più stanziati dal Congresso, che determina l’interruzione dell’assistenza degli Stati Uniti all’Ucraina nella guerra contro la Russia.
Ciò, mentre a Washington vanno avanti i negoziati tra democratici e repubblicani su un nuovo pacchetto di aiuti, che potrebbe essere legato al tema dell’immigrazione e alle intese su nuove misure di sicurezza al confine col Messico contro la crisi migratoria. Tuttavia, al Congresso resta una settimana di tempo per negoziare le voci della spesa pubblica, tra cui, appunto, nuovi aiuti all’Ucraina, e approvare il testo entro il 19 gennaio, prima di un parziale shutdown.
Inoltre, a pesare sul raggiungimento di un accordo tra democratici e repubblicani è anche la vicenda del rapporto dell’ispettore generale del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti sulle 40mila armi del valore di 1 miliardo di dollari fornite dagli Stati Uniti all’Ucraina, che non sarebbero state adeguatamente contabilizzate, in merito alla quale il portavoce del Pentagono, Patrick Ryder ha detto di “non disporre di fatti attendibili sul furto di armi trasferite in Ucraina”, e che “ad oggi, non ci sono prove credibili che le armi convenzionali avanzate trasferite dagli Stati Uniti all’Ucraina siano finite nelle mani sbagliate”.
Dalla Russia, poi, è arrivata la reazione all’annuncio dell’accordo di sicurezza tra la Gran Bretagna e l’Ucraina. L’ex Presidente e ora Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Medvedev, infatti, ha scritto su Telegram: “Il Primo ministro britannico Rishi Sunak è arrivato a Kiev per firmare uno ‘storico accordo di sicurezza’. Come reagirebbe l’opinione pubblica occidentale se la delegazione britannica finisse sotto il fuoco delle munizioni a grappolo nel centro di Kiev, come è successo ai civili della nostra Belgorod? E ancora una cosa: spero che i nostri eterni nemici, gli arroganti inglesi, capiscano che il dispiegamento del loro contingente militare ufficiale in Ucraina significherà una dichiarazione di guerra al nostro Paese”.
Ancora contro l’Occidente, ma riguardo alla questione della proposta di confiscare i beni russi sequestrati (pari a 300 miliardi di dollari) e usarli per la ricostruzione dell’Ucraina, che, secondo Bloomberg ,sarebbe sostenuta dagli USA ,la portavoce del ministero degli Esteri Zakharova, nel corso della consueta conferenza stampa, ha dichiarato: “La confisca di beni russi in Occidente è la pirateria del XXI secolo. Il furto di proprietà statali, private e pubbliche, è diventato il biglietto da visita degli anglosassoni. Washington e Londra lo fanno da decenni, prima, però, veniva chiamato diversamente, ad esempio pirateria. Poi è stato legalizzato, secondo me questa è la pirateria del XXI secolo”.
Zakharova ha poi commentato la vicenda della commemorazione della strage di Acca Larentia e dei saluti romani, dicendo: “L’Occidente appoggia Kiev anche perché in Ucraina al potere sono saliti i neonazisti, così amati e coccolati nei Paesi della Nato. È per questo che tutti tacciono quando, ad esempio, per le strade delle capitali sfilano in marcia i reduci della Waffen SS. Come si vede nei filmati che hanno fatto il giro del mondo, l’azione del 7 gennaio in cui i partecipanti vestiti con camicie marroni e nere alzano le mani nel cosiddetto ‘saluto romano è stata accuratamente pianificata l’Occidente odia la Russia per la sua posizione di principio, che prevede il rifiuto del neonazismo in ogni sua espressione, di qualunque tentativo di riscrittura degli eventi del passato e la conservazione dell’autentica memoria storica. Si stanno vendicando proprio di questo, portando avanti, con le mani del regime di Kiev, una guerra ibrida contro il nostro Paese”.
Ritornando al tema dei fondi all’Ucraina, ma stavolta di quelli stanziati dalla UE per la somma di 50 miliardi di euro, la cui erogazione è stata bloccata dal veto dell’Ungheria durante l’ultimo Consiglio Europeo, insieme al sito Politico, secondo cui l’Ungheria potrebbe essere disposta a ritirare il suo veto, se i finanziamenti fossero soggetti a rinnovo annuale, consentendole così di ottenere ogni anno nuove concessioni dall’UE, anche il Financial Times sostiene che la Commissione UE sia pronta a concedere al Primo ministro ungherese, Orban alcune concessioni per portare avanti l’accordo di finanziamento quadriennale per l’Ucraina del valore di 50 miliardi di euro (55 miliardi di dollari).
Secondo il quotidiano finanziario britannico: “L’UE si riunirà in un vertice speciale il 1° febbraio per rivedere il pacchetto di sostegno, al quale solo l’Ungheria si è opposta a dicembre. Con lo stallo degli aiuti statunitensi all’Ucraina, la garanzia di un accordo di finanziamento ha assunto una nuova urgenza. La Commissione è disposta a dare a Orban l’opportunità di interrompere l’accordo di finanziamento nel 2025 in cambio della sua approvazione adesso, hanno detto al FT tre funzionari vicini alla questione”.
A tal proposito, la Presidente del Parlamento UE, Metsola, partita nelle scorse ore per un tour nei Paesi baltici , in vista delle elezioni Europee del giugno prossimo, in un punto stampa a Vilnius con la Premier della Lituania, Ingrida Simonyte, ha esortato: “Le Europee sono importanti perché metteremo in campo la direzione dell’Ue nei prossimi cinque anni. Sono i cittadini che hanno il potere di decidere con il voto, quindi il mio appello è difendere la democrazia andando alle urne. Ringrazio la Lituania per essere stato il primo Paese a chiedere ciò che poi l’Ue ha fatto, ovvero il sostegno all’Ucraina. Siamo stati pronti, come Ue. E l’Europa non devierà dal suo supporto all’Ucraina. Ed ecco perché il vertice straordinario dei 27, il prossimo primo febbraio, dovrà trovare un’intesa sul prosieguo dell’assistenza finanziaria a Kiev”.
A Kiev, poi, si è svolta la prima riunione di coordinamento a guida italiana del gruppo degli ambasciatori dei Paesi del G7 e del capo delegazione dell’Unione Europea. L’incontro, che si è tenuto presso la sede diplomatica dell’Italia, è stato presieduto dall’ambasciatore, Pier Francesco Zazo e ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea.
Intanto, mentre sul fronte dei combattimenti, sono proseguiti gli attacchi russi sull’Ucraina, in particolare sulla regione meridionale e sulla città di Kherson (la Difesa ha registrato 73 raid nelle ultime 24 ore), dove una persona è morta e tre sono rimaste ferite, il Procuratore generale ucraino, Andri Kostin, ha confermato l’uso da parte delle Forze armate russe di missili nordcoreani in territorio ucraino, come già riportato dall’intelligence USA.
Secondo il rapporto dell’Istituto Superiore sugli studi della guerra(ISW), “Il gelo persistente in Ucraina probabilmente complicherà le operazioni in prima linea, ma potrebbe creare un terreno più favorevole per la guerra di manovra meccanizzata poiché il terreno gelerà fortemente nelle prossime settimane. L‘esercito ucraino sottolinea che le truppe russe utilizzano meno munizioni di sbarramento a causa del freddo. Inoltre, gli occupanti utilizzano un numero notevolmente inferiore di droni a causa del rischio di congelamento del motore. Un ufficiale ucraino della brigata che opera vicino a Bakhmut ha dichiarato il 10 gennaio che la temperatura notturna scende fino a -18 gradi Celsius, per cui il personale non può rimanere nei posti di osservazione per più di poche ore. Secondo lui, l’intensità degli attacchi della fanteria russa in direzione di Bakhmut è diminuita, probabilmente a causa del significativo abbassamento della temperatura. Le temperature fredde combinate con la neve alta possono limitare la manovrabilità, ma il terreno ghiacciato migliorerà la guida nei mesi di gennaio e febbraio. Le forze russe molto probabilmente cercheranno di sostenere o intensificare le operazioni offensive locali lungo tutta la linea del fronte nell’Ucraina orientale, cercando di prendere e mantenere l’iniziativa indipendentemente dalle condizioni meteorologiche e del terreno. Si prevede che la capacità della Russia di rotazioni operative sosterrà il ritmo delle offensive localizzate nell’Ucraina orientale a breve termine. Non è chiaro se le forze russe saranno in grado di effettuare rotazioni efficaci a lungo termine o in caso di intensificazione degli sforzi offensivi russi o di una significativa operazione controffensiva ucraina. L’uso strategico delle rotazioni operative da parte della Russia serve ad alleviare il graduale deterioramento delle forze d’attacco, che potrebbe altrimenti portare al culmine degli sforzi offensivi russi nel tempo. Sebbene vari fattori operativi abbiano storicamente avuto un ruolo nel culmine delle offensive russe in Ucraina, le limitazioni sulla manodopera e sulle formazioni efficaci in combattimento sono state costantemente un fattore primario”.
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