di Federica Marengo mercoledì 27 dicembre 2023
-Nella 561° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese.
Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, infatti, ha fatto sapere che trentadue droni kamikaze sono stati abbattuti dalle forze di Kiev durante gli ultimi raid condotti dalle forze di Mosca.
Allarmi, inoltre, sono scattati all’alba nelle regioni di : Odessa, dove il bilancio delle vittime, al momento, è di 2 persone, Khmelnytskyi, Kherson, dove un attacco sulla folla alla stazione ha causato la morte di un agente di polizia e il ferimento di altre 4 persone dei 140 sfollati in attesa di essere evacuati dalla città, e Mykolaiv.
Aggiornato poi, a 33 il numero di marinai dispersi e a 19 il numero di quelli feriti, dopo che nella notte scorsa l’esercito ucraino ha colpito la nave da sbarco Novocherkassk, nel porto di Feodosia, nella penisola di Crimea occupata e annessa nel 2014 dalla Russia. Secondo alcuni media come Astra, al momento dell’attacco sulla nave si trovavano 77 marinai, ma per altre fonti il numero a bordo era più elevato.
A tal proposito, 2 navi russe hanno lasciato il porto di Feodosia, nelle ore successive all’attacco ucraino contro l’imbarcazione.
Infine, mentre un video pubblicato sui social e, successivamente, sui media ucraini, mostrerebbe tre soldati ucraini giustiziati dalle forze di Mosca ,dopo essere stati fatti prigionieri nei pressi del villaggio di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, per cui l’ufficio del Procuratore generale ucraino ha fatto sapere di aver avviato un’indagine sull’accaduto, la Russia ha annunciato il dispiegamento della sua artiglieria semovente nel distretto militare settentrionale, nelle zone di confine con Norvegia (Paese Nato) e Finlandia (Paese Nato e Ue).
Sul fronte russo, invece, il ministero della Difesa di Mosca ha fatto sapere che 2 droni ucraini sono stati abbattuti stanotte sopra la regione russa sudoccidentale di Belgorod e quella meridionale di Rostov.
Sempre Mosca, poi, tramite il Vicepremier russo con delega sull’Energia, Aleksandr Novak, intervistato da Russia 24, ha reso noto che “La Russia ha quasi completamente reindirizzato le sue esportazioni di petrolio verso la Cina e l’India, raccogliendone proventi comparabili a quelli del 2021, malgrado le sanzioni imposte dall’Occidente per l’invasione dell’Ucraina. Oggi la Russia esporta il 45-50% del suo petrolio alla Cina e il 40% all’India, mentre verso l’Europa oggi non supera il 4-5%, malgrado prima della guerra rifornisse il Vecchio continente per circa 40-45% del totale esportato”.
Quanto agli alleati di Kiev, secondo il Financial Times, che cita sue fonti, “L’Ue starebbe elaborando un piano di riserva da 20 miliardi di euro di aiuti per l’Ucraina aggirando le obiezioni dell’Ungheria di Viktor Orban, e nel prossimo vertice , fissato per il 1° febbraio, gli Stati membri dovrebbero fornire garanzie al bilancio Ue, consentendo alla Commissione europea di prendere in prestito fino a 20 miliardi di euro per l’Ucraina l’anno prossimo, rispetto ai 50 bloccati nel Consiglio Europeo del 14 e 15 dicembre scorso dal veto ungherese”. Il quotidiano inglese, ha spiegato che “questa opzione non richiederebbe garanzie da parte di tutti i 27, rendendo possibile così l’aggiramento di nuovo veto di Budapest”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, ai microfoni della trasmissione Mediaset, Mattino 5, ha dichiarato: “In Ucraina siamo in una situazione di stallo e l’attacco in Crimea dimostra che i russi non sono invulnerabili. L’Occidente continua ad assicurare grande solidarietà all’Ucraina e anche il G7, di cui l’Italia sta per assumere la presidenza, avrà come punti principali Ucraina, Medioriente e intelligenza artificiale. L’Italia continua a fare la sua parte, con aiuti a 360 gradi. Tutti vogliamo che si arrivi a una pace, ma deve essere una pace giusta, non che porti a una sconfitta o una resa dell’Ucraina. Occorre arrivare a una situazione che porti i russi ad arretrare per poi sedersi a un tavolo”.
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