di Federica Marengo lunedì 18 dicembre 2023
-Nella 652° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi sul Paese. Colpita, infatti, dalle forze di Mosca, Kherson, dove due persone sono rimaste uccise, e il villaggio di Krasnopillia nella regione di Sumy,dove una persona è rimasta uccisa e alcuni edifici sono stati danneggiati.
Tuttavia, la Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), ha fatto sapere che “Il villaggio di Terebreno, nella regione russa di Belgorod, è stato teatro di scontri tra le forze filoucraine e quelle di Mosca e una roccaforte delle truppe russe è stata distrutta”.
Il portavoce dell’Aeronautica militare ucraina ,Yuri Ignat, in un’intervista alla tv pubblica , ha dichiarato: “L’esercito russo sta accumulando sistemi d’arma per colpire l’Ucraina e ha abbastanza droni per attaccare il Paese ogni giorno. Non è facile scoprire i loro piani, ma sappiamo che stanno accumulando alcuni mezzi. Mi riferisco ai missili da crociera, in particolare ai missili balistici, agli Iskander M. Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a fatti del genere. Ora, in prossimità della stagione fredda, il nemico ha iniziato a utilizzare missili a base aerea, in particolare i Kh-101 e i Kh-555. Abbiamo già visto gli Iskander e i missili S-400, che sono stati utilizzati negli attacchi a Kiev. Ora hanno abbastanza droni per attaccare l’Ucraina ogni giorno da diverse direzioni”.
Ciò, mentre il generale di brigata Oleksandr Tarnavskyi, all’indomani del blocco da parte dei repubblicani di un pacchetto di aiuti statunitensi da 60 miliardi di dollari e di 50 miliardi di euro di finanziamenti dell’Unione Europea a favore di Kiev, da parte dell’Ungheria, in un’intervista alla Reuters, ha evidenziato: “Le forze ucraine in prima linea devono far fronte alla carenza di munizioni d’artiglieria e hanno ridotto alcune operazioni militari a causa della mancanza di assistenza straniera. C’è un problema con le munizioni, soprattutto quelle post-sovietiche (122 mm, 152 mm). E oggi questi problemi esistono su tutta la linea del fronte. La carenza di proiettili d’artiglieria è un problema molto grande e che il calo degli aiuti militari stranieri sta avendo un impatto sul campo di battaglia. I volumi che abbiamo oggi non sono sufficienti per noi, date le nostre esigenze. Quindi, li stiamo ridistribuendo. Stiamo ripianificando i compiti che ci eravamo prefissati e li stiamo riducendo perché dobbiamo provvedere”.
Sul fronte russo, invece, il ministero della Difesa ha reso noto che “Le truppe russe hanno respinto nove attacchi in direzione di Donetsk in un giorno” e che “ l’aviazione e l’artiglieria hanno colpito le posizioni ucraine nelle zone di Klescheevka e Andreevka”.
A Bruxelles, nel frattempo, il Presidente del Consiglio UE, Charles Michel ha annunciato che “Il 1° febbraio si terrà a Bruxelles una riunione straordinaria del Consiglio europeo (capi di stato e di governo) per trovare un accordo sulla revisione del bilancio Ue 2021-2027 e in tal quadro sugli aiuti all’Ucraina”, dopo che i 27 Capi di Stato e di Governo, nell’ultimo vertice non sono riusciti a trovare un’intesa, per via del veto ungherese.
Quest’ultimo, al riguardo ha dichiarato: “Sulla revisione del bilancio comunitario all’ultimo consiglio abbiamo capito che sarebbe servito più tempo per poter raggiungere un accordo all’unanimità e convincere l’Ungheria: siamo determinati a lavorare sodo per avere il via libera anche di Budapest”.
Inoltre, il Consiglio UE, tramite nota, ha fatto sapere di aver dottato in data odierna il 12° pacchetto di sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Tra le misure adottate il divieto di acquisto, importazione e trasferimenti dei diamanti provenienti dalla Russia. Nella nota, si legge infatti: “Lo stop ai diamanti russi ,si applica ai diamanti originari della Russia, a quelli esportati dalla Russia, ai diamanti in transito in Russia e ai diamanti russi lavorati in paesi terzi. Il divieto entrerà in vigore dal primo gennaio 2024 e si applicherà ai diamanti naturali e sintetici non industriali e ai gioielli con diamanti. Previsto nel pacchetto di sanzioni anche un divieto indiretto di importazione di diamanti russi lavorati, cioè tagliati o lucidati, in paesi terzi. Per i gioielli che incorporano diamanti originari della Russia il divieto sarà progressivo a partire dal primo marzo 2024 da completare entro il primo settembre 2024. L’introduzione graduale dei divieti è legata alla necessità di implementare un meccanismo di tracciabilità che riduca i rischi di elusione nel mercato Ue”.
L’Alto Rappresentante UE per la Politica estera Borrell ha così commentato l’adozione del nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca: “Con questo dodicesimo pacchetto, stiamo proponendo una solida serie di nuovi nomi in blacklist e misure economiche che indeboliranno ulteriormente la macchina da guerra della Russia. Il nostro messaggio è chiaro, come ho già affermato quando ho presieduto il Consiglio informale Affari esteri a Kiev: rimaniamo fermi nel nostro impegno nei confronti dell’Ucraina e continueremo a sostenere la sua lotta per la libertà e la sovranità. In ballo, non ci sono solo gli aiuti all’Ucraina, ma un più ampio pacchetto, ad esempio sulla migrazione ,sia nella dimensione interna sia in quella esterna , e sulla solidarietà in caso di disastri naturali. Ma anche gli investimenti per l’industria della difesa europea o il cambiamento climatico”.
Secondo quanto riportato dal Financial Times online in un articolo “Alcuni funzionari europei starebbero considerando persino l’attivazione dell’articolo dei Trattati per bloccare il diritto di voto dell’Ungheria in Consiglio europeo.
Il quotidiano britannico, quindi, nella sua versione online, spiega che: “Dopo il summit, Viktor Orban ha detto di avere ancora 75 possibilità per bloccare l’adesione dell’Ucraina, visto l’obbligo dell’unanimità nelle prossime votazioni e ha denunciato di non avere un trattamento equo sull’esborso dei fondi europei. La Commissione, il giorno prima del vertice Ue, ha dato luce verde a 10 miliardi di fondi, ne mancano altri venti. I restanti 20 miliardi di euro dovuti all’Ungheria vengono trattenuti in base a una procedura separata, un nuovo meccanismo di “condizionalità” che dà a Bruxelles la leva necessaria per annullare le violazioni dello Stato di diritto e della democrazia. Secondo fonti europee, cedere a Budapest danneggerebbe gravemente la sua credibilità. “Se ci muoviamo troppo in questa direzione dobbiamo riconoscere dove ci porterà, dobbiamo tutelare l’integrità del processo”, ha spiegato un alto funzionario Ue. Alcuni funzionari hanno preso in considerazione la possibilità di riattivare la cosiddetta procedura punitiva dell’articolo 7 per le violazioni dello Stato di diritto, che può comportare la sospensione del diritto di voto. La procedura può essere bloccata da un altro Stato membro, ma il cambio di governo in Polonia significa che l’Ungheria non ha più un protettore garantito. Tuttavia, molti Paesi sono nervosi all’idea di usare quella che è essenzialmente la più grande arma dell’Ue contro uno Stato membro. Per i funzionari Ue , la priorità è invece quella di convincere Orbán a fare marcia indietro sulla base dei finanziamenti, chiarendo quelli che uno ha definito tutti i costi del suo isolamento”.
In Italia, stamane, il Presidente della Repubblica Mattarella, tornando sulla guerra in Ucraina, nel suo intervento alla sessione inaugurale della Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo, ha dichiarato: “La pretesa del riemergere, nel terzo millennio, della logica ‘imperiale è inaccettabile. Derubricare a mera dimensione regionale l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina sarebbe un errore capitale. A suffragarla non soccorre neppure più l’alibi ideologico, di confronto/competizione tra sistemi basati su progetti di vita contrapposti. Rimane soltanto la logica della prepotenza. Le sfide di fronte alle quali l’umanità si trova, pongono a rischio la sopravvivenza del pianeta, a partire dalle conseguenze della condizione climatica, sino a modalità belliche – che ci riportano a epoche che non hanno il diritto di riproporsi – in cui i popoli divengono ostaggi delle politiche aggressive dei rispettivi governi. Derubricare a mera dimensione regionale l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina sarebbe un errore capitale. I suoi effetti destabilizzanti si avvertono in tutti gli angoli del globo e vulnerano gli strumenti internazionali di cooperazione e dialogo. Derubricare a mera dimensione regionale l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina sarebbe un errore capitale. I suoi effetti destabilizzanti si avvertono in tutti gli angoli del globo e vulnerano gli strumenti internazionali di cooperazione e dialogo. Scatenare una guerra, con conseguenze che si sono riverberate a livello globale, rende dubbia se non esclusa l’idoneità a essere fra i suggeritori di soluzioni per uscirne. E l’esempio è piuttosto contagioso, in tutti i continenti”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, invece, in apertura della XV°I Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina, ha sottolineato: “In Ucraina, coniughiamo il sostegno a 360° a Kiev per una pace giusta con un impegno deciso per la ricostruzione, che ci vede in prima fila con il patronato di Odessa, colpita e semidistrutta in un brutale attacco”.
Dalle Opposizioni, il Presidente del M5S, Conte, nel corso di un incontro pubblico a Genova, ha detto: “La vittoria dell’Ucraina non arriva, tutti gli analisti e strateghi militari, anche il capo delle forze armate ucraine hanno riconosciuto che non c’è nessuna vittoria militare sulla Russia all’orizzonte. Una situazione che rende ancora più debole un negoziato di pace. Le democrazie occidentali non conoscono le caratteristiche dei regimi totalitari, noi le opinioni pubbliche contano. Quando c’è un’opinione pubblica che non comprende più le ragioni di un impegno militare così prolungato nel corso del tempo con tutte le conseguenze negative sulla nostra economia, che dureranno nel corso del tempo. Quando sono stati stimati 500 miliardi necessari per ripristinare un’Ucraina vivibile, senza contare il numero dei morti e dei profughi da un’Ucraina che si è svuotata per la maggior parte. Ecco tutto questo ci fa afferrare che l’unica strada è un negoziato di pace, il negoziato di pace non lo puoi fare con un tuo amico, il negoziato si fa con il nemico, ci si mette pazientemente a un tavolo e ci si confronta capendo quelli che sono gli interessi in gioco per costruire un percorso di pace e sicurezza”.
Negli USA, invece, secondo il sito di The Hill, la Casa Bianca sembrerebbe aver accettato lo scambio tra gli aiuti all’Ucraina e maggiori fondi contro l’immigrazione clandestina al confine tra Stati Uniti e Messico. Tuttavia, sottolinea il sito, “se anche al Senato repubblicani e democratici si accordassero sul confine, la legge probabilmente dovrà affrontare una dura battaglia alla Camera dei Rappresentanti”, in quanto “Alcuni rappresentanti repubblicani hanno chiarito che probabilmente vorranno termini più duri nell’accordo rispetto a quelli proposti dalla Casa Bianca e dal Senato controllato dai democratici”.
A Mosca, infine, il Presidente russo Putin ha presentato oggi alla Commissione elettorale centrale russa i documenti per registrarsi come candidato indipendente alle elezioni presidenziali del 2024, poiché, secondo la legge elettorale russa, chi non si candida con un partito deve presentare la nomina di un gruppo di almeno 500 sostenitori. I candidati indipendenti devono inoltre raccogliere almeno 300.000 firme di sostegno da 40 regioni o più.
Il Premier russo, Mikhail Mishustin, si recherà domani in Cina per la due giorni della 28° riunione dei Premier Cina-Russia. Previsto e confermato anche n incontro con il leader cinese Xi Jinping. Secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass, Mosca ha precisato che “L’attenzione sarà concentrata sull’espansione della cooperazione economica e commerciale e sulla promozione di progetti congiunti di ampia portata in vari settori. Le parti prevedono di adottare un comunicato congiunto e firmare diversi documenti bilaterali. L’obiettivo è lo sviluppo della partnership globale e della cooperazione strategica con la Cina, che non ha mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina”.
Quanto all’accordo sulle esportazioni di grano ucraino dai porti del Mar Nero, mediato da Turchia e ONU, da cui Mosca è uscita nel luglio scorso, il Presidente turco Erdogan, in una conferenza congiunta con il Premier ungherese Orban a Budapest, trasmessa dalla tv di Stato turca Trt, ha detto: “Ci auguriamo di rilanciare il processo di Istanbul se le parti lo desiderano”. Durante la stessa conferenza, il Premier ungherese Orban, ha espresso apprezzamento proprio per la mediazione di Ankara che aveva portato al raggiungimento di quel patto.
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