di Federica Marengo sabato 16 dicembre 2023
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-Nella 650° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Secondo quanto reso noto dall’amministrazione militare di Kiev e dall’Aeronautica ucraina, le forze russe hanno lanciato 31 droni kamikaze Shahed in tre direzioni: Primorsko-Akhtarsk, Seshcha, Kursk-RF, nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kiev, Vinitsia, Chernihiv, Sumi, Poltava Cherkassy, Kherson, Zaporizhia, Mikolayiv e Khmelnytsky, di cui 30 sono stati abbattuti dalle forze ucraine.
Colpita da un raid russo, anche la regione meridionale di Kherson, dove 3 persone sono rimaste ferite, e i sobborghi di Darivka e Stepanivka, in cui i detriti hanno danneggiato una struttura ospedaliera e ferito un medico. Sempre a Kherson, 2 civili sono morti e altri 2 sono rimasti feriti in un attacco con missili, stavolta ucraino, su un villaggio in distretto occupato dalla Russia.
Inoltre, secondo il portavoce del Comando delle forze di terra ucraine, Volodymyr Fitio, “La Russia sta inviando riserve di battaglioni d’assalto nell’area di Kupyansk, per compensare le perdite. Queste stanno conducendo assalti con l’intenzione di catturare la città della regione di Kharkiv, un importante centro logistico che può servire come punto d’appoggio per un’offensiva verso ovest”.
Sul fronte russo, invece, il Ministero della Difesa ha fatto sapere che i sistemi di difesa aerea russi hanno distrutto altri sei droni ucraini sulla Crimea, mentre droni ucraini hanno attaccato i distretti di Dmitrovsky e Zaliznogorsky , nella regione di Kursk.
Tre attacchi sono stati registrati nel villaggio di Krupets, nel distretto di Dmitrovsky, dove sarebbero state danneggiate recinzioni, finestre e tetti di 8 case. Un altro raid è stato compiuto vicino alla stazione ferroviaria della città di Dmitriyevo, dove ha danneggiato una stazione di compressione. Infine, nel distretto di Zaliznogorsk, i droni hanno danneggiato una linea elettrica ad alta tensione, che alimenta uno degli impianti del Mikhailovsky.
Intanto, secondo il Financial Times, il Presidente ucraino Zelensky, tornando sull’esito della due giorni del Consiglio Europeo, avrebbe detto che per l’Ucraina è più importante ottenere un accordo sull’avvio dei negoziati per l’adesione all’Unione Europea piuttosto che un accordo su ulteriori finanziamenti.
Tuttavia, alcune fonti vicine al dossier hanno riferito al quotidiano che Zelensky ha comunicato la sua posizione ai leader dell’Ue in colloqui privati. Per il Financial Times, però, “questa è stata una settimana di delusioni per il leader ucraino in termini di sostegno finanziario”.
A tal proposito, il Premier britannico Sunak, intervenuto ad Atreju, la festa annuale, organizzata da FdI, è tornato a ribadire la necessità di sostenere l’Ucraina, e , parafrasando le parole di Winston Churchill, ha sottolineato: “Se diamo agli ucraini gli strumenti saranno loro a finire il lavoro. La sovranità di un Paese non può essere violata, è la prima regola da difendere; queste sono le linee guida comuni condivise con l’Italia”.
Il sostegno a Kiev, è stato poi confermato anche dall’Italia, con il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, che , in un’intervista a Il Foglio, ha dichiarato: “Noi crediamo che l’Ucraina sia un paese che debba essere difeso con tutta la nostra forza, perché quando si difende l’Ucraina non si difende solo una democrazia aggredita ,ma si difende un principio: non si può pensare che chi attacca gratuitamente un paese con le armi possa averla vinta e non si può pensare che la libertà di un paese possa essere sacrificata con l’arrendevolezza, con la logica del più forte che con la forza si afferma sul paese teoricamente più debole. Immaginate solo per un attimo cosa sarebbe successo in Ucraina se non ci fosse stato l’aiuto dell’Occidente. Ve lo dico io cosa sarebbe successo: avremmo avuto una Russia capace di annettere l’Ucraina e poi via via altri paesi confinanti. So che c’è qualcuno che teme che l’ingresso dell’Ucraina possa cambiare alcuni equilibri, dal punto di vista del mercato interno, ma io penso che un’Europa che cresce, che sa come difendersi, che sa come diventare grande saprà anche come tutelare tutti. L’Europa del futuro dovrà essere a due velocità e l’assenza dell’Ungheria, dal tavolo sull’Ucraina, segna una nuova stagione, una svolta inevitabile per il domani: la fine dell’unanimità dell’Unione europea sulle partite che contano. Più ci si allarga e più si dovrà andare veloci”.
Secondo il Die Welt, che ha sentito l’esperto di sicurezza e consulente politico tedesco Nico Lange, “Il comandante in capo delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhnyi starebbe pianificando una nuova controffensiva da effettuare nel 2024. Ci sono segnali che indicano che Kiev sta preparando un piano che ha molto a che fare con i jet da combattimento. Ma non solo. Gran parte dei carri armati e dei mezzi corazzati consegnati (a Kiev ndr) sono ancora al loro posto e che molte delle armi promesse sono ancora in fase di consegna”. Tra questi, ad esempio, i 200 carri armati tedeschi Leopard 1, di cui solo una trentina sono arrivati in Ucraina. Inoltre, l’Ucraina ha ancora accesso a oltre il 95% di tutti i sistemi d’arma forniti dall’Occidente, poiché non sono ancora stati utilizzati nella controffensiva”.
Per il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov, poi, la Russia starebbe tentando di creare un conflitto artificiale all’interno dell’Ucraina e della sua leadership e di diffondere falsi messaggi sui partner che presumibilmente non sostengono l’Ucraina. Quest’ultimo, che ha replicato alle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Lavrov, il quale ieri , nel corso di una conferenza stampa con il suo omologo bielorusso, Sergey Aleinik, ha rivelato che “Diversi noti leader occidentali, in particolare uno, in diverse occasioni, attraverso tre canali diversi, ci hanno inviato segnali per incontrarci e parlare di cosa fare dell’Ucraina e della sicurezza europea”, ha anche evidenziato la necessità di cambiare l’approccio alla preparazione dei soldati di leva per il servizio militare, così come della popolazione per la resistenza nazionale.
Nel frattempo, mentre nel distretto Darnytskyi di Kiev è stato smantellato un monumento all’equipaggio del treno blindato Tarashchanets, di epoca sovietica, e il Ministero degli Interni ucraino ha inserito il capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, sostenitore della guerra del Cremlino contro l’Ucraina, in una lista di ricercati, a Mosca, Andrei Turchak, il segretario generale della forza politica che sostiene il Presidente russo Putin sin dalla sua prima elezione nel 2000 e che lo sosterrà anche per le prossime votazioni, ha annunciato che il numero uno del Cremlino si ripresenterà alle elezioni presidenziali del prossimo marzo come candidato indipendente e non più come candidato di Russia unita. Quest’oggi , infatti, si è riunito a Mosca il gruppo di iniziativa in sostegno di Putin candidato e ha approvato all’unanimità la scelta.
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