di Federica Marengo lunedì 11 dicembre 2023
-Nella 645° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Numerosi, infatti, i raid delle forze di Mosca sulla capitale Kiev , dove, secondo quanto riferito dal sindaco ,Vitali Klitschko, i detriti delle armi abbattute hanno colpito diversi quartieri e danneggiato almeno un edificio residenziale. Inoltre, i servizi di emergenza, così come in altri quartieri, sono stati inviati al distretto di Holosiivskyi, nella zona sud-occidentale della città, dove una parte di missile ha colpito il tetto di un edificio residenziale. Le forze ucraine, però, sono riuscite ad abbattere almeno 8 missili diretti verso la capitale.
In particolare, è stato colpito il distretto di Darnycja, nella parte sud orientale di Kiev, sulla riva sinistra del fiume Dnep, causando la morte di due persone e il ferimento di quattro.
Secondo quanto riferito dall’intelligence britannica nel suo rapporto sulla guerra , “Per la prima volta dal 21 settembre 2023, la notte del 7 dicembre, i russi hanno effettuato un’ondata di potenti attacchi su Kyiv e sulla parte centrale dell’Ucraina, utilizzando bombardieri pesanti e dando avvia a una campagna ,volta a degradare le infrastrutture energetiche dell’Ucraina”.
Tuttavia, ha sottolineato ancora l’intelligence britannica, che “La maggior parte dei missili lanciati è stata intercettata con successo dalle difese aeree ucraine. E nonostante una persona sia morta a causa dell’attacco russo, i danni inflitti sono stati minimi”.
Infine, il ministero della Difesa della Gran Bretagna, che invierà a Kiev nei prossimi giorni due navi dragamine per lo sminamento , ha fatto sapere che “In Ucraina, i combattimenti in prima linea più intensi della scorsa settimana hanno continuato a interessare la zona di Avdiivka, la città assediata della parte orientale del Paese. Le offensive russe hanno continuato a essere caratterizzate da assalti di fanteria, spesso da parte del battaglione Shtorm-Z I reparti ucraini hanno probabilmente condotto con successo contrattacchi locali, negando alle forze russe il pieno controllo del villaggio di Stepove. E’ qui che la Russia sta tentando, con una manovra a tenaglia, di accerchiare Avdiivka e la sua zona industriale tenacemente difesa”.
Intanto, stamane, a Bruxelles, si è tenuto il Consiglio UE degli Affari Esteri, alla vigilia del Consiglio Europeo, che si terrà il 14 e 15 dicembre. Sul tavolo, l’avvio dei negoziati per l’adesione alla Ue dell’Ucraina e l’erogazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari, che vedono il no all’approvazione da parte del Premier ungherese Orban e che saranno al centro del prossimo vertice dei leader dell’Unione.
Una posizione contraria, quella dell’Ungheria, ribadita in queste ore dal ministro degli Esteri magiaro Péter Szijjártó, che su Facebook ha scritto: “Il dibattito di questa settimana sarà dominato dall’Ucraina. Un gran numero di politici europei vuole prendere decisioni di grande importanza completamente impreparati e privi di un consenso strategico sul futuro dell’Europa: continueremo a prendere le nostre decisioni nell’interesse europeo e nazionale e non cederemo a nessuna pressione, indipendentemente da chi provenga, da cosa ricatti o da cosa prometta”.
A margine del Consiglio UE, quindi, il il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis, ha dichiarato: “L’unico modo in cui posso leggere la posizione dell’Ungheria, non solo sull’Ucraina ma anche su molte altre questioni, è che è contro l’Europa e contro tutto quello che l’Europa rappresenta. E’ uno scontro di ideologie, tra coloro che vogliono un’Europa forte e coloro che non vogliono affatto l’Unione Europea. Se troviamo soluzioni pragmatiche, forse questo problema può essere risolto. In caso contrario, ci aspettano tempi bui. Probabilmente sarà la prima volta che testeremo i limiti del “sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario. Sono quasi due anni che promettiamo all’Ucraina di sostenere l’Ucraina e molti di noi si chiedono cosa significhi: la vittoria ucraina, altri obiettivi strategici, ma potrebbe invece significare ‘fino a quando siamo d’accordo’. Altrimenti ci saranno enormi ripercussioni, in Ucraina ma non solo. Ogni paese dell’Est, come il mio, saranno colpiti dall’esito della guerra in Ucraina”.
Per la ministra degli Esteri francese, Colonna: “Per quanto riguarda l’Ucraina, conosciamo la situazione e sappiamo che è necessario dimostrare il nostro sostegno a lungo termine, vale a dire inviare il segnale strategico, ma anche per farlo e programmarlo e organizzarci in merito. Ciò significa tre cose. “In primo luogo, adattare il Fondo europeo per la pace in modo che possa continuare ad aiutare l’Ucraina e, in una nuova logica, indirizzarlo maggiormente verso gli aiuti per la produzione e l’acquisizione di equipaggiamenti europee. In secondo luogo, ciò significa rafforzare le sanzioni e quindi speriamo nell’adozione entro la fine dell’anno del 12esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per incidere sullo sforzo bellico russo. In terzo luogo, ovviamente, è la questione dell’apertura dei negoziati di adesione soprattutto con l’Ucraina e la Moldavia. E avete sicuramente visto che il presidente della Repubblica ha indicato che la Francia appoggia l’apertura di tali negoziati. Voglio crederci, su questi diversi argomenti, che gli europei saranno uniti, uniti in ciò che corrisponde ai loro interessi di sicurezza tanto quanto ai loro valori. E oggi, durante questo Consiglio, lanceremo messaggi chiari. Penso al nostro partner ungherese per raggiungere questo obiettivo. Questo per quanto riguarda l’Ucraina”.
Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, invece, ha detto: “Abbiamo dato parere favorevole all’avvio dei negoziati con l’Ucraina per l’adesione all’Ue e abbiamo notato la decisione di Kiev di dare nuove norme per la minoranza ungherese, cosa che chiedevo da quando ero presidente del Parlamento Europeo. Allo stesso tempo, chiediamo che si lavori per l’adesione in tempi più rapidi per i Paesi dei Balcani e della Bosnia”.
L’alto rappresentante UE per la politica estera, Borrell, ha sottolineato: “L’Unione europea deve rafforzare il suo sostegno all’Ucraina. Spero che l’unità europea non sia spezzata, perché non è questo il momento di indebolire il nostro sostegno all’Ucraina. I 27 leader dell’Ue terranno giovedì una riunione decisiva in cui il primo ministro ungherese, Viktor Orban, minaccia di bloccare miliardi di aiuti e di ritardare i colloqui di adesione all’Ue per Kiev. Il ministro degli Esteri finlandese, Elina Valtonen, ha definito la posizione dell’Ungheria molto, molto deplorevole. È fondamentale continuare ad aiutare l’Ucraina, finché ce ne sarà bisogno, e non solo per la causa dell’Ucraina, ma anche per la nostra stessa causa”.
In ultimo, un alto funzionario UE, in vista del Consiglio Affari Generali di domani e del Consiglio Europeo del 14 e del 15 dicembre, ha evidenziato: “Non so se le conclusioni del vertice Ue saranno totalmente completate prima del vertice. Il mio obiettivo è stabilizzare il testo il più possibile, arrivare almeno ad un 80%. E’ probabile che le conclusioni del Consiglio Ue semplicemente prenda nota delle raccomandazioni della Commissione Ue sull’apertura dei negoziati per l’adesione con Ucraina, Moldova e Bosnia. La decisione sarà poi presa nel vertice dei leader dei 27″.
Ancora fonti diplomatiche europee ,hanno confermato che: “Il vertice Ue partirà dal nodo principale sul quale continua a pesare il veto dell’Ungheria: il sostegno all’Ucraina e l’ok all’apertura dei negoziati per l’adesione a Kiev. Sarà, dunque, in quella sede che Viktor Orban dovrà decidere, se continuare a bloccare tutto, prendendosi anche le responsabilità della sua scelta. Al momento, sul sì del Consiglio europeo al processo di allargamento a Ucraina, Moldova e Bosnia-Erzegovina, non c’è alcuna certezza a dispetto di una: i dossier riguardanti i tre Paesi saranno probabilmente trattati in un unico pacchetto. Questa sera toneranno a riunirsi in Coreper i Rappresentanti Permanenti dei 27, dopo la lunga riunione che ha avuto luogo domenica. Un ultima riunione, informale, si avrà mercoledì. Nella bozza delle conclusioni, al punto 14, si legge che il Consiglio europeo “decide di di dare accesso ai negoziati con Ucraina e Moldova”. Ma mai come in questo caso, il testo non è stabile. Tanto che, il capitolo successivo, riguardante il quadro finanziario pluriennale ,che contiene la proposta della Commissione di un fondo da 50 miliardi per l’assistenza a Kiev, è ancora vuoto. Nei corridoi di Bruxelles non sono passate inosservate le immagini del breve colloquio, a Buenos Aires, tra Volodymyr Zelensky e Viktor Orban. E dall’altra parte, si guarda con attenzione a due fattori che potrebbero piegare il veto di Orban: il varo da parte di Kiev della legge sulla minoranza ungherese, ormai in dirittura di arrivo e lo sblocco di dieci miliardi dei fondi di coesione europei per Budapest, che potrebbe concretizzarsi già nel collegio dei commissari di domani. Ma sei il veto di Orban permarrà non ci tireremo indietro dallo scontro”.
Presente stamane a Bruxelles, al Consiglio dei ministri degli Affari Esteri, anche il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, che , smentendo la persecuzione della minoranza ungherese in Ucraina, ha detto: “Qualche settimana fa, la Commissione europea ha prodotto un rapporto con la raccomandazione al Consiglio europeo di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina e chiedendo all’Ucraina di fare entro marzo quattro leggi e mostrare progressi nella lotta alla corruzione. Io vengo a Bruxelles con risultati specifici: delle quattro leggi raccomandate dalla Commissione per marzo tre sono state adottate dal Parlamento e firmate dal presidente. Queste tre sono le più importanti: sul procuratore nazionale anti-corruzione; l’ufficio anticorruzione e l’uso delle lingue per le minoranze nazionali. Questo porta la legislazione nazionale a livello dell’Ue e dovrebbe eliminare le preoccupazioni espresse dall’Ungheria nelle discussioni. La quarta legge, quella sul lobbying, è stata calendarizzata al Parlamento e sarà adottata. Sono venuto qui con un messaggio chiaro dell’impegno dell’Ucraina a fare la propria parte, per aprire i negoziati e andare avanti verso l’adesione all’Ue. In cambio, nello spirito di partnership e mutuo interesse, ci aspettiamo che l’Ue faccia una decisione di apprezzamento per lo sforzo fatto dall’Ucraina e apra i negoziati. Il prossimo Consiglio europeo dovrà prendere la madre delle decisioni, quella più importante sull’apertura dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue. Oggi, vedrò il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. Si tratta del primo bilaterale dall’invasione russa dell’Ucraina e questo è indicativo. L’Ucraina ha approvato la legge sull’istruzione e l’uso della lingua per le minoranze nel modo in cui voleva Budapest. Il Presidente Volodymyr Zelensky e il Premier magiaro Viktor Orban hanno avuto un breve scambio di vedute a margine della cerimonia d’insediamento di Milei a Buenos Aires, ma non posso aggiungere di più. Budapest è sempre stata tra i Paesi più favorevoli all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue e dunque va capito perché, se i dubbi che aveva sono stati risolti, non cambia la sua opposizione all’apertura dei negoziati. Non riesco a immaginare e non voglio nemmeno parlare delle conseguenze devastanti che si verificheranno se il Consiglio non prenderà questa decisione. Per l’Unione Europea è in gioco l’unità e la credibilità. Per quanto riguarda l’Ucraina, l’esito negativo dell’apertura dei negoziati di adesione sarebbe altamente demotivante, ma non avrebbe un impatto sulla determinazione di voler difendere il nostro Paese e chi pensa che questa decisione aprirebbe un percorso verso negoziazioni o concessioni alla Russia sta compiendo un errore. Se il sostegno all’Ucraina diminuisce, non si aiuta la pace”.
Sostegno all’Ucraina è stato ribadito anche dal Cancelliere tedesco Scholz, in conferenza stampa a Berlino con il Premier olandese Rutte: “In questo momento è importante che dall’Europa e dai sostenitori internazionali si segnali all’Ucraina che può contare sul nostro aiuto e questo è anche un messaggio al presidente russo, che chiaramente spera che nei nostri Paesi diminuisca la volontà di fare ciò che è necessario e di formulare il sostegno necessario a Kiev. Non ci contare, siamo pronti a fare il necessario, per il tempo necessario, è il messaggio che va mandato dall’Europa a Putin, Quella in Ucraina è una guerra che durerà tempo ed è importante formulare una prospettiva sul lungo periodo”.
Nel frattempo, il Presidente ucraino Zelensky, che ieri ha partecipato alla cerimonia di insediamento del Presidente dell’Argentina neo-eletto, Milei, incassandone il sostegno, e che, invece, sabato non ha incontrato a Brasilia, il Presidente Lula , è stato invitato oggi alla Casa Bianca dal Presidente Biden per incontrare in Campidoglio, anche lo Speaker della Camera, il trumpiano Mike Johnson, i senatori e i leader democratici.
Al termine dell’incontro tra il Presidente Biden e il Presidente Zelensky si terrà una conferenza stampa congiunta.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa a bordo dell’Air Force One, ha fatto sapere che gli Usa annunceranno un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev entro la fine del mese.
A commentare la visita negli USA, lo stesso Zelensky, che su Telegram ha scritto: “Ogni giorno, ogni ora ci impegniamo per dare di più all’Ucraina, al nostro popolo più opportunità, più protezione, più forza. Ringrazio tutti coloro che ci aiutano! Ringrazio tutti coloro che lottano e lavorano per gli interessi del nostro Paese, della nostra società, della nostra libertà e della nostra vittoria!. La giornata di oggi (ieri, ndr) è stata ricca di incontri e negoziati in Argentina. Inoltre, altri Paesi dell’America Latina hanno ascoltato la voce dell’Ucraina qui oggi. Domani e dopodomani sarò a Washington con il mio team: abbiamo in programma incontri e negoziati. Il Presidente Biden, il Congresso. Questioni importanti”.
Quest’ultimo, come reso noto dal Pentagono, che ha confermato il sostegno “incrollabile” a Kiev, è già arrivato a Washington e ha tenuto un discorso presso la National Defense University ,dopo un’introduzione del segretario alla Difesa Lloyd Austin, nel quale ha detto: “La guerra della Russia contro l’Ucraina “è in realtà una guerra contro tutta l’Europa libera. Putin vuole dividere l’Europa per la prima volta dalla caduta del Muro di Berlino. Putin deve perdere. L’Ucraina non crollerà e così l’Europa non crollerà, siamo l’ultima frontiera a est. Lo zar deve essere fermato all’inizio, prima che minacci altri Paesi, come i Baltici. Il mondo ci guarda. I ritardi a Capitol Hill sono quello che vuole Vladimir Putin. Quei ritardi gli fanno credere che la libertà e la democrazia siano al collasso. Putin sta cercando alleati all’estero e anche negli Usa, con la disinformazione”.
In una precedente intervista ai media latino-americani ,ripresa da Rbc-Ucraina, Zelensky, aveva detto: “L’Ucraina riuscirà a superare lo stallo negli aiuti da parte degli Usa causato dalle divergenze al Congresso. Se sono arrabbiato? No, perché non ho perso questa battaglia. Non siamo il tipo di persone che si arrendono di fronte alle difficoltà. Qualcuno inizia a farsi prendere dal panico e non crede nella vittoria, quindi dobbiamo unirci e muoverci. Lavoreremo per superare questa pausa negli aiuti Usa. Supereremo questo e non solo questo. Supereremo tutto. Nessuno vuole perdonare la Russia. Nessuno la perdonerà. I russi non potranno occupare l’Ucraina, perché ogni giorno verranno dati alle fiamme nelle nostre case, se ci andranno. Questo é sicuramente un momento di non ritorno, perché hanno ucciso così tante persone e ogni famiglia ha una perdita”,
Secondo gli analisti del think tank statunitense Institute for the study of war: “La Russia non intende impegnarsi in negoziati seri con l’Ucraina ed eventuali trattative alle condizioni della Russia equivalgono alla completa resa di Kiev e dell’Occidente che la sostiene. Nell’intervista all’Afp di due giorni fa della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, quest’ultima sosteneva che una soluzione globale, sostenibile ed equa in Ucraina può avvenire solo se l’Occidente smette di rifornire di armi le forze armate ucraine e se l’Ucraina si arrende e ritira le sue truppe dal territorio ucraino che la Russia ha annesso. La smilitarizzazione lascerebbe ovviamente l’Ucraina permanentemente alla mercé della Russia. Le dichiarazioni di Zakharova evidenziano chiaramente il fatto che gli obiettivi iniziali dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come stabilito dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio 2022, non sono cambiati, e che Putin non intende porre fine alla guerra a meno che i suoi obiettivi di massima non siano stati raggiunti”.
A Mosca, invece, mentre la Commissione elettorale centrale russa ha confermato che le presidenziali del 17 marzo del 2024 si svolgeranno anche nei nuovi territori ucraini annessi alla Russia: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson e, il responsabile dell’intelligence per l’estero, Serghei Naryshkin, in una dichiarazione citata dall’agenzia Tass, ha dichiarato che “I servizi segreti russi stanno ricevendo “informazioni affidabili che alti funzionari di importanti Paesi occidentali stanno discutendo la necessità di sostituire l’attuale presidente ucraino Volodymyr Zelensky”, il Presidente russo Putin ha partecipato oggi alla cerimonia per il varo di due nuovi sottomarini nucleari, il Krasnoyarsk e l’Imperatore Alessandro III, nella base navale strategica di Severodvinsk, sul Mar Bianco, affermando: “La Russia continua a lavorare per rendere più potente la sua Marina”.
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