di Federica Marengo giovedì 7 dicembre 2023
-Prosegue l’offensiva di Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso nella Striscia di Gaza. Le operazioni di terra si stanno concentrando al Sud , nella città di Khan Yunis, dove l’esercito israeliano ha circondato la casa di uno dei capi di Hamas, Sinwar, non ancora rintracciato, sebbene , per il Premier israeliano Netanyhau, rintracciare quest’ultimo “è questione di tempo”. Sempre Netanyhau ha dichiarato che “Se Hezbollah cominciasse una guerra con Israele, “trasformerebbe Beirut e il Libano meridionale in Gaza City e Khan Yunis”.
Tuttavia, per i media di Tel Aviv, come il quotidiano Haaretz, decine di combattenti di Hamas si sarebbero arresi alle forze israeliane nel Nord di Gaza. Sempre secondo i Media , che citano un alto funzionario israeliano: “Israele aprirà per la prima volta dall’inizio della guerra con Hamas il valico di Kerem Shalom verso la Striscia di Gaza, per consentire l’ispezione dei camion con gli aiuti umanitari diretti alla popolazione civile”.
Secondo Israele, i dodici razzi , sparati ieri dai miliziani di Hamas contro la città di Been Sheva, sono partiti da un posto vicino alle tende dei civili evacuati di Gaza nel Sud della Striscia , da strutture delle Nazioni Unite e da aree umanitarie. Per Israele , si tratta della prova dell’uso della popolazione palestinese da parte di Hamas come scudo umano.
Il Presidente USA, Biden, poi,come reso noto dalla Casa Bianca, ha avuto un colloquio telefonico con il Premier Netanyhau, per discutere degli ultimi sviluppi a Gaza, mentre il segretario di Stato USA, Blinken, ha dichiarato che da “Israele sono stati compiuti passi importanti per proteggere i civili”.
Sul fronte Hamas, che ha aggiornato il numero di morti ,giunto a 17 mila , si continua a chiedere il cessato il fuoco permanente per liberare gli ostaggi rimasti. Proprio in merito agli ostaggi, per la Bbc, alcuni dei sopravvissuti alla strage compiuta da Hamas al festival Nova, lo scorso 7 ottobre, non avrebbero retto al trauma e si sarebbero suicidati.
Quanto all’Onu, che ha definito la situazione dei civili a Gaza “un orrore totale”, il segretario generale Guterres, ha attivato l’articolo 99, denunciando al Consiglio di Sicurezza la minaccia della pace.
Immediata la risposta di Israele , che ha replicato: “La minaccia alla pace è lui”.
Ciò, mentre l’Egitto ha ribadito all’Onu di rifiutare le evacuazioni forzate da Gaza.
In Italia, nel frattempo, la Presidente del Consiglio Meloni, ha inviato un videomessaggio all’Assemblea annuale di Confesercenti ,che, nel suo Report, ha rilevato una crescita dei consumi per il Natale del 13% e un aumento dell’ 1,2% nel 2023, ma che prevede una frenata nel 2024, alla quale si è rivolta , dicendo: “Prima di tutto voglio congratularmi con voi per l’idea che avete avuto di utilizzare il metaverso per l’evento di oggi. Scelta che dà la misura della capacità di Confesercenti e dei suoi associati di saper raccogliere, senza timori, senza pregiudizi, le sfide che il futuro ci mette davanti. È una caratteristica comune a tutto il mondo imprenditoriale italiano che ha consentito alle nostre imprese di affrontare cambiamenti epocali in questi anni. Penso su tutti all’avvento del commercio elettronico e alle grandi piattaforme online: un’innovazione che la pandemia ha contribuito ad accelerare in modo determinante e che, come tutti i cambiamenti, se non è adeguatamente governato, può portare insieme a grandi opportunità anche enormi rischi. È un cambiamento che è ancora in atto, sul quale è necessario dal mio punto di vista trovare un giusto equilibrio per fare in modo che il suo impatto sul nostro sistema economico e produttivo sia sostenibile. Certo, noi possiamo contare su due punti di forza: la capacità di fare rete dei commercianti e degli artigiani italiani e la straordinaria potenza del Made in Italy, un brand globale di cui i colossi del commercio non possono fare a meno e che nessun altro è in grado di eguagliare. Nessun commercio elettronico o colosso del web potrà mai sostituire la funzione culturale e sociale che ricoprono i commercianti, gli artigiani, gli esercizi di vicinato. Voi siete dei presidi di sicurezza e di socialità, il principale antidoto alla desertificazione delle nostre strade, allo spopolamento dei nostri borghi. In questo compito non potete essere ovviamente lasciati da soli e noi siamo convinti che lo Stato debba fare la sua parte. A partire proprio dalla sicurezza, che è la precondizione per fare impresa e per permettervi di alzare ogni mattina la saracinesca della vostra attività. È il motivo per il quale questo Governo ha deciso di aumentare gli organici delle Forze dell’Ordine, di stanziare un miliardo e mezzo di euro per rinnovare i loro contratti, potenziare l’operazione “Strade sicure” e riconoscere ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa maggior strumenti per fare il proprio lavoro. E poi non solo sicurezza, ovviamente, ma anche grande attenzione ai nostri borghi, a chi decide di vivere e lavorare in collina e in montagna, nelle aree più interne della Nazione. Stiamo lavorando per prenderci cura di questi territori, che custodiscono la nostra identità più autentica che non devono essere lasciati indietro. Garantire risposte veloci, in termini di servizi, alle esigenze specifiche di ciascun territorio è una priorità per noi. Essere al fianco di chi, come voi, rappresenta un pezzo importante dell’economia italiana vuol dire anche costruire un fisco alleato di chi produce e che non considera più un imprenditore, un commerciante, un artigiano come un evasore fino a prova contraria. Noi vogliamo cambiare approccio, vogliamo affermare una cosa semplice: il cittadino non è un suddito da vessare e il rapporto con lo Stato deve basarsi sulla fiducia e sulla collaborazione. È una visione che abbiamo declinato anche nella riforma fiscale che trova la sua attuazione concreta in alcune norme molto importanti. Penso, ad esempio, all’estensione del concordato preventivo ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo. È uno strumento che dà la possibilità di accordarsi preventivamente con il fisco sulle imposte da pagare, ed essere liberi da accertamenti per i due anni di durata dell’accordo che poi è rinnovabile. Un grande segnale di fiducia e di collaborazione. Perché io credo che è da qui che l’Italia deve e può ripartire. Dalla fiducia reciproca, dalla capacità di riscoprirsi parte di una comunità, di pensare ciò che si fa ogni giorno come parte di un progetto più grande, come parte di un progetto più alto. È un sentimento che in passato ha reso l’Italia ciò che è e che oggi noi dobbiamo saper recuperare. Perché il Governo potrà adottare le norme migliori del mondo, le più efficaci e le più giuste, ammesso che sia capace di farlo, ma tutto sarà inutile se gli italiani non sapranno riscoprire l’orgoglio di sé stessi, la consapevolezza delle proprie capacità. Questa è in assoluto la sfida più grande che abbiamo davanti, e su questo, però, io sono certa che posso contare sul vostro contributo. Grazie davvero per quello che rappresentate, per il lavoro che fate, per l’interlocuzione che avete garantito al Governo su tante materie che sono importanti per voi e per la nostra capacità di dare risposte ai cittadini e, ovviamente, buona assemblea”.
A seguire, la Premier ha tenuto un intervento in presenza, con il Presidente Fontana, alla cerimonia di firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Lombardia , nel quale ha dichiarato: “Sono particolarmente contenta di firmare questo Accordo di coesione con la Regione Lombardia qui a Milano oggi, nella festa di Sant’Ambrogio, ricorrenza particolarmente cara ai milanesi.
Sono particolarmente contenta perché questo è il quinto accordo che noi firmiamo con una Regione italiana sulla base del lavoro che abbiamo fin qui portato avanti, ma è, insieme a quello con la Regione Lazio, quello sul piano finanziario più significativo. E davvero voglio ringraziare intanto il Ministro Fitto che sta facendo un lavoro estremamente prezioso e poi ovviamente il Presidente Fontana, il Vice Presidente Alparone e tutti gli uffici che hanno lavorato a questo accordo. Dunque, io mi permetto di fare un passo indietro per spiegare bene di che cosa stiamo parlando. Quello che noi firmiamo oggi si chiama Accordo di coesione ed è in buona sostanza il risultato di un lavoro che questo Governo ha fatto di riorganizzazione dei Fondi di coesione. I Fondi di coesione sono fondi strutturali europei, sono organizzati su ciclo pluriennale, servono a combattere le disparità tra i territori, hanno un cofinanziamento a livello nazionale e sono dei fondi molto importanti. Il punto è che spesso era accaduto in passato, anche se non con la Regione Lombardia – diciamoci la verità -, che questi Fondi molto spesso non venissero utilizzati nella loro totalità. Il paradosso di questa Nazione è che, mentre noi sappiamo che ci mancano risorse un po’ dappertutto, molto spesso le risorse ci sono ma non vengono spese o non vengono spese nei tempi o non vengono spese adeguatamente. Quindi il lavoro che questo Governo ha fatto, dall’inizio del suo mandato, grazie come dicevo al contributo e alla determinazione del Ministro Fitto, è stato fare un punto con tutte le Regioni sullo stato di attuazione della precedente programmazione e sulle priorità della nuova programmazione di questi Fondi europei. All’esito di questo lavoro che ci ha consentito di fare il quadro sulla realtà che c’era, noi abbiamo varato un decreto, che è il Decreto Sud, nel quale riorganizziamo i Fondi di coesione. Riorganizziamo questi Fondi di coesione istituendo Accordi di coesione con le singole Regioni. La particolarità di questi Accordi è che le priorità vengono proposte dalla Regione ma devono essere condivise dal Governo nazionale, non perché noi si voglia limitare l’autonomia delle Regioni, ma per fare in modo che queste risorse possano complessivamente far parte di un’unica grande strategia e si riesca a lavorare non come monadi, ma come Nazione nel suo complesso. Dopodiché, istituiamo anche dei meccanismi di responsabilizzazione, che prevedono da una parte la possibilità di de-finanziare progetti quando le risorse dovesse rischiare di non essere spese, e anche di fare intervenire poteri sostitutivi per combattere e risolvere eventuali problemi di ritardi o lungaggini.
Questo è il lavoro che noi abbiamo fatto a monte, che è un lavoro che si sposa con il lavoro fatto sul PNRR. All’inizio, quando questo Governo è nato, io ho deciso di accorpare la competenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con la competenza dei Fondi di coesione. Perché? Perché parliamo di due misure che possono in molti casi sovrapporsi: sono fondi europei, sono fondi europei che vengono prevalentemente utilizzati per finanziare priorità strategiche e se questi mondi non si parlano, come tragicamente delle volte in Italia è stato, non si riesce a lavorare tutti su un’unica direzione. Parallelamente a questo lavoro sui Fondi di coesione, come sapete, sempre grazie al Ministro Fitto, abbiamo anche lavorato duramente, lungamente, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Qui voglio dire che penso davvero che rispetto alle valutazioni che erano state fatte da molti circa i rischi di perdere le risorse del PNRR, i rischi che sarebbero potuti derivare da un eventuale folle intento di rinegoziare anche parti del PNRR, mi pare che i risultati raccontino una realtà completamente diversa e cioè la realtà di una politica che, se presenta seriamente le sue priorità, trova qualcuno che sia in grado di ascoltare. La realtà oggi del PNRR è che noi abbiamo ricevuto la terza rata, come sapete abbiamo avuto l’ok sulla quarta rata del PNRR, entro il 31 dicembre di quest’anno invieremo gli obiettivi della quinta rata del PNRR. In tutto questo, abbiamo rinegoziato il PNRR inserendo all’interno dello stesso anche il capitolo sul RePowerEU che in molti casi ci aiutava anche a risolvere delle criticità su progetti che sarebbe stato alla fine difficile finanziare con le risorse del PNRR e che abbiamo scelto di concentrarlo su quelle che sono le priorità mutate di una Nazione che oggi si trova in un contesto completamente diverso da quello che c’era quando il PNRR fu scritto. Abbiamo così liberato 21 miliardi di euro che abbiamo deciso di concentrare su alcune grandi priorità. La prima di questa priorità, penso che a una regione come la Lombardia faccia piacere, sono le imprese di questa Nazione: 12 miliardi dei fondi che noi abbiamo liberato vanno a sostenere il sistema produttivo. Ci sono per esempio 6,3 miliardi di euro su transizione 5.0, Presidente Bonomi, perché quando noi abbiamo approvato la manovra giustamente qualcuno ha detto che nella manovra c’è attenzione ai redditi, ai salari ma non c’è la necessaria attenzione alle imprese. E non c’era perché noi stavamo facendo parallelamente un lavoro con il PNRR che avrebbe offerto queste risposte. Quindi 12 miliardi di euro sulle aziende, ci sono priorità molto importanti che riguardano giovani, famiglie, diritto allo studio, studentati e molte di queste iniziative. Ci sono nuovi fondi sulla sanità, ci sono oltre 5 miliardi sulle infrastrutture, di cui 2 miliardi sulle infrastrutture strategiche legate alla nostra capacità di produzione energetica – c’è moltissimo lavoro che facciamo nella nostra scelta strategica di disegnare l’Italia anche come un potenziale Hub di approvvigionamento energetico d’Europa – e quindi lavoriamo per concentrarci su quelle priorità. Ci sono nuove risorse per le zone, come voi sapete, che sono state vittime di eventi catastrofali, anche ultimamente, penso in particolare all’Emilia Romagna. Insomma, abbiamo fatto questo lavoro contemporaneamente al lavoro che facevamo sui Fondi di coesione.Mi perdonerete se ho fatto questa lunga premessa, ma io sono particolarmente fiera di questo lavoro, perché è quella parte del lavoro di un governo che è la più difficile, che è quella che ti toglie più tempo e che è quella che nessuno ovviamente conosce. E quindi vale la pena dirsi, quando si è lavorato tanto e si sono raggiunti dei risultati, che sono stati raggiunti quei risultati.Sulla base di questo lavoro noi firmiamo oggi questo quinto Accordo di coesione, il quinto che noi firmiamo su tutto il territorio nazionale. Oggi pomeriggio sarò in Piemonte per firmare il sesto con il Presidente della Regione Piemonte. Dicevo, è insieme a quello sulla Regione Lazio il più significativo sul piano finanziario. Con l’Accordo di oggi noi investiamo su questo territorio complessivamente 1 miliardo e 210 milioni di euro – dei quali 185 erano già stati anticipati nel 2021-, ma se a queste risorse aggiungiamo le quote di cofinanziamento locale, regionale, nazionale e la capacità anche di attrarre investimenti privati, della quale la Regione Lombardia è particolarmente capace, la somma totale supera il miliardo e 860 milioni di euro. Quindi sono quasi 2 miliardi di euro che vengono investiti su questo territorio, che noi abbiamo concentrato su poche priorità: sono complessivamente 13 progetti – sto andando a memoria – e sono risorse che quindi non disperdiamo in mille rivoli, ma che cerchiamo di concentrare su grandi iniziative.Queste grandi iniziative, lo ha già detto il Presidente Fontana, rispondono sostanzialmente a tre priorità.Il potenziamento della mobilità. Ci sono 228 milioni di euro sui nuovi treni, di cui 68 dedicati ai treni a idrogeno – quindi sempre con una scelta che guarda al futuro.C’è un grande lavoro che abbiamo fatto sul tema della riqualificazione urbana, che riguarda: la riqualificazione della stazione di Milano-Cadorna con un investimento di 435 milioni di euro; un progetto da 300 milioni di euro per la riqualificazione di Palazzo Sistema ,che chiaramente servirà a caratterizzare ancora di più lo skyline di Milano e che ospiterà la sede degli enti regionali; a Busto Arsizio – io sto citando chiaramente i principali – ci sarà la realizzazione di un parco lineare con il recupero del vecchio tracciato ferroviario, un progetto che vale circa 26 milioni di euro.
E poi, lo diceva il Presidente Fontana, e di questo io sono particolarmente orgogliosa, c’è un pacchetto molto importante che è destinato al tema delle Università, della ricerca e dell’istruzione, che riguarda l’allestimento del nuovo campus dell’Università di Milano (circa 142 milioni di euro di investimento), il nuovo campus del Politecnico di Bovisa (60 milioni di euro di investimento), la rigenerazione urbana del Polo di chimica e scienza del farmaco dell’Università di Pavia e ci sono 60 milioni per realizzare il nuovo campus del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. E questo è un progetto del quale sono particolarmente orgogliosa perché il nuovo campus sorgerà a Rogoredo e noi sappiamo che Rogoredo è spesso stata nota alle cronache fuori da qui soprattutto per il tema del boschetto della droga. Ecco, noi abbiamo deciso di fare questo investimento molto importante per un progetto di rigenerazione urbana estremamente innovativo che può segnare la rinascita di Rogoredo, che così possiamo ricordare, conoscere, non come boschetto della droga ma magari come boschetto della musica, perché questo campus è un campus che prevede cultura, musica, aule didattiche, residenze universitarie, laboratori, sale di registrazione per i giovani musicisti. È chiaramente un’occasione di riqualificare un quadrante importante che appunto, ingiustamente, è stato noto soprattutto per i fatti di cronaca.E quindi come vedete c’è un progetto, un progetto che si concentra sul tema della mobilità, che si concentra sul tema delle infrastrutture, che si concentra sul tema della riqualificazione urbana e che mentre fa riqualificazione urbana si occupa anche di diritto allo studio.E io sono molto molto fiera – e chiudo – dell’Accordo, della serietà di questo Accordo per il quale davvero ancora una volta ringrazio tutti. E continueremo ovviamente insieme a fare questo lavoro, e tanto altro lavoro che faremo insieme, anche monitorando l’attuazione e la velocità di attuazione di questi progetti che sono estremamente importanti.
Quindi grazie davvero al Presidente Fontana, a tutta la Regione Lombardia e grazie a tutti i sindaci e agli esponenti istituzionali che sono qui stamattina”.
Poi, al termine della visita agli stand della Fiera di Milano a Rho, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha tenuto un punto stampa, nel quale ha risposto ad alcune domande, a cominciare da quella sulle elezioni Europee e sulle presunte tensioni all’interno del centrodestra alla luce della questione posta dalla Lega di un’alleanza con i partiti come Afd, respinta da FI: “Il centrodestra dovrebbe stare in Europa con il perimetro che già conosciamo in Italia, un perimetro di centrodestra. Dopodiché mi fa un po’ sorridere che si veda come un problema che i partiti di centrodestra siano in famiglie politiche diverse in Europa. È sempre stato così. Certo, mi fa un po’ sorridere che si veda come un problema il fatto che i partiti di centrodestra siano in famiglie politiche diverse in Europa. È sempre stato così, non è che quando c’era la maggioranza giallorossa al governo stessero nella stessa famiglia europea. Anche perché «la dinamica delle elezioni europee è molto più complessa: si può far parte di famiglie politiche europee differenti e governare molto bene in Italia e, dico di più, provare a governare insieme con un’Europa diversa dopo le prossime elezioni europee. Il nostro obiettivo deve essere far crescere il ruolo dell’Italia in Europa e ragionare di costruire al Parlamento europeo una maggioranza che possa avere una visione compatibile rispetto a quanto abbiamo visto in passato”.
Quindi, sull’accordo di Coesione firmato dal Governo con la Regione Lombardia, ha commentato: “Sono particolarmente contenta di firmare questo Accordo di coesione qui a Milano nel giorno di Sant’Ambrogio. Quello che noi firmiamo oggi è «anche il risultato di un lavoro di riorganizzazione di fondi di coesione, fondi europei che servono a combattere le disparità fra i territori. Il paradosso di questa nazione è che diciamo che ci mancano, ma molto spesso le risorse ci sono e non vengono spese adeguatamente. All’inizio, quando questo governo è nato, ho deciso di accorpare la competenza dei fondi di coesione con il Pnrr. In molti casi possono sovrapporsi e, se questi mondi non si parlano, come tragicamente a volte in Italia è stato, non si riesce a lavorare tutti nella stessa direzione”.
Sull’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta, firmato con Pechino dal Governo Conte1 nel 2019 e sulle critiche a questa scelta, mosse dal Presidente pentastellato Conte, invece, ha sottolineato: “Conte ci deve spiegare la ragione per la quale noi siamo l’unica nazione che ha aderito alla Via della Seta, ma non siamo la nazione che ha gli interscambi maggiori con la Cina, neanche tra le economie europee”.
Infine, alla domanda sul problema delle liste di attesa nella Sanità, ha risposto: “E’ un tema a cui ci stiamo dedicando. Quest’anno sul fondo sanitario noi siamo arrivati a una cifra mai raggiunta prima, le risorse non bastano». «Ci siamo concentrati sul tema del personale sanitario, del rinnovo dei contratti dei medici e del comparto sanitario e dell’abbattimento delle liste d’attesa, anche immaginando una detassazione dei premi di risultato che arrivano proprio su progetti di abbattimento delle liste d’attesa. Su questi temi da parte del governo c’è la massima attenzione. E’ sicuramente una delle priorità più stringenti per i cittadini”.
Nel pomeriggio, dopo aver partecipato al pranzo di solidarietà “Che sia festa per tutti”, organizzato a Fieramilanocity da Fondazione Fiera Milano e Fondazione Progetto Arca, la Presidente del Consiglio Meloni ha tenuto con il Presidente Cirio, un intervento alla cerimonia di Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Piemonte, ad Asti ,presso il Teatro Alfieri, nel quale ha detto: “Non mi piegherò mai a un racconto secondo cui il merito è nemico dell’uguaglianza: camminano insieme, ma l’uguaglianza va garantita nel punto di partenza, mentre il punto di arrivo dipende dal valore che ciascuno sa dimostrare. Solamente se noi siamo in grado di difendere questi valori allora costruiremo una società in cui le persone vogliono cercare di dare il massimo. Siccome abbiamo tante persone che sono in grado di dare tanto, vale la pena di dare a loro uno Stato che sta al loro fianco e riconosce il loro valore. Ho visto a lungo una politica comunicare cose che non faceva, gran parte del tempo che ho la voglio spendere a fare cose e non a far finta di farle. Con l’accordo arriviamo a mobilitare su questa regione 865 milioni con i quali finanziamo circa 20 interventi, sono risorse che non spendiamo in mille micro cose ma le concentriamo su alcune priorità e alcune risposte che i cittadini attendono. Ci occupiamo di valorizzare alcuni fra gli asset distintivi del territorio, quelli che lo rendono un punto di riferimento per gli sport invernali, i grandi eventi sportivi e internazionali. Poi vediamo se si riuscirà a fare qualcosa di più: io e il presidente Cirio ci siamo capiti… (riferendosi alla proposta per il recupero della pista di bob di Cesana per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026). Quando siamo arrivati abbiamo fatto una ricognizione su come e quanto si era speso del ciclo precedente dei fondi di coesione e abbiamo fatto una strategia sul ciclo futuro. Abbiamo varato il decreto Sud in cui abbiamo riorganizzato i fondi perché era accaduto che sulla quota nazionale le risorse non fossero state spese e io credo che in tempi come questi non ci possiamo permettere di non spendere risorse per dare risposte ai cittadini,ma dobbiamo scegliere delle priorità e puntare su quelle”.
Poi, la Premier ha risposto ad alcune domande, sui temi in agenda, come la Manovra: “Sono tutti bravi a fare leggi di bilancio e a far quadrare conti quando soldi ci sono, ma quando le risorse mancano, allora bisogna lavorare, affinché non vadano disperse, evitare che si sovrappongano. Abbiamo costruito una legge di bilancio che si concentra su alcune priorità in particolare la sanità. Sono fiera che il fondo per la sanità raggiunga quest’anno il suo massimo storico, anni del Covid compresi. Con queste risorse abbiamo contribuito all’abbattimento delle liste d’attesa. Mi dicono spesso: ‘Giorgia, comunicate troppo poco’, e forse hanno anche ragione. Ma io voglio spendere il mio tempo a fare le cose; non so se la prossima volta porterò in Piemonte oltre 800 milioni di euro, ma di certo non verrò a fare passerelle. Sono una persona abituata a lavorare, lavorare per ottenere risultati e poi semmai raccontarli. Credo sia il modo giusto di fare politica. Ritengo altrettanto giusto darsi una mano, anche al di là di quella che è all’appartenenza politica o di partito: abbiamo tutti la stessa responsabilità in un tempo molto difficile. Le persone serie si rimboccano maniche e si mettono a lavorare”.
In ultimo , sul Covid ,l’aumento dei contagi e il rallentamento della campagna vaccinale, ha detto: “Io sono sempre preoccupata per tutto quello che può accadere e monitoro ogni cosa, Covid compreso”.
La giornata della Premier , poi , si è conclusa con un giro nel mercatino di Natale di Asti.
A Caivano, invece, questa mattina, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, il Ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, il Commissario straordinario di Governo per Caivano, Fabio Ciciliano , l’amministratore delegato di Sport e Salute S.p.A, Diego Nepi Molinerisi e Don Maurizio Patriciello, hanno inaugurato la nuova area ludico-sportiva al centro del parco, primo atto del progetto “Illumina” di Sport e Salute.
In ultimo, tornando a Roma, sul fronte dei Lavori parlamentari, via libera del Senato, con 87 sì,46 no e nessun astenuto al Dl Anticipi, che ora passa al Senato. Tra le norme contenute nel provvedimento, introdotte in Commissione Bilancio: la riforma del Fondo di garanzia delle Pmi, la proroga dello smart working nel privato, la proroga al 18 dicembre dei termini delle prime due rate della Rottamazione quater.
Tutto ciò, mentre si attende l’esito dell’Ecofin di domani a Bruxelles e l’eventuale raggiungimento di un accordo tra i ministri delle Finanze della UE sulla Riforma del Patto di Stabilità e Crescita, su cui fonti della Commissione Europea e la stessa relatrice del Patto, Marquez, hanno espresso ottimismo.
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