di Federica Marengo mercoledì 6 dicembre 2023
-Prosegue l’offensiva di Israele in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, concentrandosi nelle ultime ore sul Sud e l’Ovest della Striscia di Gaza e sulla parte meridionale del Libano. Inoltre, il portavoce militare delle forze israeliane ha fatto sapere che “Israele ha intercettato un missile terra-terra lanciato dall’area del Mar Rosso verso la cittadina di Eilat, nell’estremo sud del Paese , dove poco prima erano risuonate le sirene di allarme” e che “il missile, intercettato da sistema di difesa Arrow , non è mai entrato in territorio israeliano e non ha costituito per questo una minaccia per i cittadini di Eilat”. Nelle ultime settimane, la responsabilità dei vari lanci dal Mar Rosso è stata rivendicata dagli Huthi yemeniti alleati dell’Iran.
Intanto, mentre il Premier israeliano Netanyhau , ha dichiarato che “La Striscia di Gaza va smilitarizzata e solo l’esercito israeliano può garantirlo. Non accetterò alcun accordo che preveda nel luogo una forza internazionale”, e che finché sarà il Premier “non accadrà che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) controlli Gaza”, sottolineando che “coloro che educano i propri figli al terrorismo, lo finanziano e ne sostengono le famiglie, non saranno in grado di governare Gaza dopo aver eliminato Hamas”, la Radio militare ha riportato che “Ufficiali della sicurezza israeliana ritengono che potrebbe volerci fino a un mese prima che venga esercitata una pressione militare sufficiente su Hamas affinché si apra una nuova finestra per una tregua e il rilascio di altri ostaggi prigionieri a Gaza”.
A proposito di Hamas, quest’ultima ha annunciato che il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza , dall’inizio della guerra, è di 16.248 persone.
L’ong Peace Now, poi, ha fatto sapere che “Il Comitato di programmazione di Gerusalemme ha approvato i piani per la costruzione di 1.738 unità abitative in una zona che a metà si trova oltre la linea Verde a Gerusalemme est e metà al suo interno. La loro collocazione strategica tra gli insediamenti di Givat Hamatos e Har Homa le rende particolarmente problematiche da un punto di vista politico”.
Nel frattempo, il segretario di Stato USA, Antony Blinken e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi hanno concordato, nel corso di una telefonata tenutasi oggi, sulla necessità di una de-escalation del conflitto tra Hamas e Israele. Blinken, secondo quanto riferito dal Dipartimento di Stato americano, “ha ribadito l’imperativo che tutte le parti lavorino per evitare che il conflitto si estenda“, mentre Wang ,secondo Pechino , ha sottolineato “che la massima priorità è cessare il fuoco e porre fine alla guerra il prima possibile”.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, invece, in un briefing con la stampa estera, ha ribadito che: “Al momento gli Stati Uniti non sostengono un cessate il fuoco permanente. Non solo rafforzerebbe Hamas ma in qualche modo, validerebbe gli attacchi del 7 ottobre”.
Da Ankara, il Presidente turco Erdogan, in riferimento alle dichiarazioni del capo dello Shin Bet, (la sicurezza interna israeliana), Ronen Bar, secondo cui i servizi segreti di Israele hanno ricevuto istruzioni per eliminare i dirigenti di Hamas ovunque si trovino, compresa la Turchia, ha dichiarato: “Se osano fare una mossa del genere contro la Turchia, pagheranno un prezzo tale che non saranno più un grado di riprendersi. Tutti al mondo sono consapevoli del progresso della Turchia a livello di intelligence e di sicurezza, nessuno dovrebbe dimenticarlo”.
In Italia, il ministro della Difesa Crosetto, nel corso di un’Informativa tenuta alla Camera ,questo pomeriggio , riguardo agli aiuti militari, ha dichiarato: “Non appena le condizioni lo consentiranno, sarà schierato un ospedale da campo italiano a Gaza. Da giorni abbiamo interlocuzioni con Israele, Egitto ed Emirati arabi uniti per trovare la soluzione più idonea. Da ieri un team militare è andato in ricognizione nel sud della Striscia. Questa operazione l’abbiamo chiamata ‘Levante’ e quando avremo più chiarezza definiremo l’iter di autorizzazione dell’attività con il coinvolgimento del Parlamento”.
Invece, la Presidente del Consiglio Meloni, stamane, ha rilasciato a radio Rtl 102.5 un’intervista, in cui ha toccato diversi temi dell’agenda politica , sia interna che estera ed economica.
In merito, a quanto accaduto ieri in Aula alla Camera , nell’ambito della discussione sulla delega al Governo in materia di salario minimo, con i partiti di Opposizione (eccetto Italia Viva), che hanno ritirato le proprie firme, accusando il Governo di “aver affossato” la loro proposta di legge sul salario minimo orario legale a 9 euro, la Premier ha commentato: “La bagarre alla Camera sul salario minimo? Un po’ sorrido. M5S, Pd ci dicono che il salario minimo è l’unica cosa che va fatta in Italia. Ma in dieci anni al governo non l’hanno fatta. E mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo quando poi vanno a trattare i contratti collettivi e accettano anche contratti con poco più di cinque euro all’ora, come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe essere un po’ coerenti. La proposta delle opposizioni, di una paga di almeno 9 euro l’ora, per paradosso rischia di abbassare gli stipendi, perché il 95% dei lavoratori ha una paga oraria più alta e si rischierebbe di arrivare al paradosso in cui un datore dice: “Se posso abbassarla a 9 euro, perché devo pagare di più?”. Certo, ci sono poi quelle sacche che prendono meno e sulle quali occorre intervenire come il governo intende fare”.
Poi, sul protocollo d’intesa Italia-Albania in materia di immigrazione, il cui disegno di legge è stato ratificato ieri in Consiglio dei Ministri e ,che sarà presentato in Parlamento, ha chiarito: “L’accordo con l’Albania sui migranti è innovativo, utile e può rappresentare un precedente ripetibile in molte nazioni, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Non so perché la sinistra lo contesti così, forse perché sperano che non riusciamo a risolvere il problema, cosa che noi contiamo di fare in una realtà in cui ci confrontiamo con flussi senza precedenti. Il Pd ha cercato di cacciare il povero Edi Rama che è socialista dal Pse ,perché evidentemente aiutare l’Italia non è di sinistra”.
In merito alla Riforma costituzionale del Premierato invece, la Premier Meloni, ha spiegato: “Si tratta della madre di tutte le riforme. Noi non abbiamo toccato poteri del Presidente Mattarella, di cui rimane inalterato il valore e il ruolo. La riforma consiste nel far decidere agli italiani chi deve guidare il governo. Chi contesta la riforma è perché è stato abituato a fare bello e cattivo tempo, facendo e disfacendo il governo sulla pelle degli italiani per mettere ai posti di potere gente che non è stata votata. Il capo del governo eletto direttamente dai cittadini è tale per stare in carica cinque anni. L’Italia ha pagato l’instabilità di governi la cui durata media è stata di circa un anno e mezzo. Questo non ha permesso al nostro Paese di avere una visione strategica industriale, estera, su niente. Per questo non abbiamo credibilità internazionale: perché nessuno vuole fare accordi con un governo che sanno non durerà a lungo. Un governo con cinque anni di tempo sa che viene giudicato dopo cinque anni perché i risultati si vedono con più calma. È la riforma da cui dipendono tutte le altre e per questo faranno di tutto per impedirla. Per questo penso che arriveremo al referendum per chiedere agli italiani cosa vogliono fare”.
Ancora, sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sul ruolo dell’Italia nella UE, anche alla luce delle elezioni Europee del 2024, ha detto: “Siamo il primo Paese europeo a prendere la quarta rata ed entro fine dicembre presenteremo gli obiettivi della quinta. Le priorità secondo il nostro governo erano diverse da quello precedente: abbiamo deciso di dare sostegno alle aziende, alla sanità, al diritto allo studio, alla Emilia Romagna. La coesione di una maggioranza si vede dalla velocità con cui il governo lavora. Si lavora velocemente perché è facile mettersi d’accordo. Ho visto governi impantanati su qualsiasi cosa per mesi. Leggo ogni giorni di un clima nel governo… di insulti, frustrate», sorride la premier. «La verità è che siamo coesi. Oggi abbiamo una grande occasione, quella di riuscire anche nel Parlamento Europeo ad avere una maggioranza che abbia una visione più compatibile e di strategia. Obiettivo in Ue è che l’Italia conti di più. In un anno al Consiglio mi sono resa conto del fatto che molti temi e problemi italiani non erano mai stati posti o posti correttamente e non venivano per questo ascoltati. Sarà una campagna elettorale tosta in UE, ma potremmo trovarci con una Europa più capace di darci risposte e dove l’Italia conta di più”.
Riguardo al rapporto tra Giustizia e Politica, poi, la Presidente del Consiglio, ha evidenziato: “In Italia si cerca ogni giorno di costruire uno scontro tra politica e magistratura, che io non vedo e particolarmente non potrebbe venire da me che essendo persona di destra ho grande rispetto per chi serve lo Stato. Io penso che politica e magistratura debbano lavorare insieme per rafforzare la lotta alla criminalità organizzata, per rafforzare la lotta alla mafia, per rendere più veloce anche la giustizia italiana, per combattere le inefficienze. Penso che i provvedimenti che il governo ha fatto in questo anno dimostrino come vogliamo del nostro meglio per dare una mano alla magistratura a poter lavorare con maggiore efficacia ed efficienza, e questo è il mondo visto dal punto di vista. In , Italia c’è una piccola parte, piccolissima parte ,se vogliamo anche se rumorosa, della magistratura che per ragioni ideologiche ritiene di dover fare altro rispetto a quello che è il suo ruolo proprio, che ritiene di dover disapplicare i provvedimenti del governo quando c’è un governo che non condivide o che ritiene di dover influenzare il dibattito politico, questo è un fatto. Mi ha colpito non tanto per i giudici che stanno lì a disapplicare le norme sull’immigrazione che fa il governo, mi ha colpito ancora di più che ci sia l’Associazione nazionale magistrati che dica che la riforma costituzionale voluta dal governo sostanzialmente è un attacco alla magistratura e addirittura rappresenti una deriva anti-democratica. Io so però che questo è un elemento che riguarda una piccola parte della magistratura, e non cambia il ruolo, il lavoro e il valore che la stragrande maggioranza dei magistrati fa in Italia e che io voglio aiutare in ogni modo, anche con una riforma della giustizia che secondo me va fatta perché ci sono elementi sui quali intervenire può sicuramente far lavorare tutti molto meglio”.
In merito alla Riforma del Patto di Stabilità e Crescita, invece, ha sottolineato: “Sono ore serrata di trattativa, è un momento molto delicato posso parlarne poco. Crediamo che un’Europa seria debba tenere in considerazione le strategie che si è data. Il punto principale che poniamo sono gli investimenti: quando si fanno le regole sui parametri che gli Stati devono rispettare, non si può non tenere conto degli investimenti che l’Europa chiede. Ci sono altri punti di vista, stiamo facendo del nostro meglio per trovare una sintesi efficace ma ragionevole: l’unica cosa che non si può fare è dire di sì a regole che non si possono rispettare”.
Infine, sulla Manovra, (mentre il Governo ha annunciato la presentazione di 4 emendamenti, di cui uno sul tema Pensioni), ha spiegato: “E’ stato un lavoro difficile. E quando mancano i soldi lo è ancora di più. Noi partivamo da una situazione molto complessa, per mettere due numeri in fila: abbiamo 13 miliardi in più di interessi sul debito per l’aumento dei tassi della Bce e 20 miliardi di crediti superbonus. Partivamo con meno 33 miliardi, ciononostante abbiamo fatto una manovra da 28 miliardi, concentrando le risorse su poche grandi priorità, come la difesa del potere d’acquisto delle famiglie, il mantenimento del cuneo contributivo. Abbiamo iniziato la riforma fiscale accorpando le prime due aliquote, e adeguato le pensioni, particolarmente quelle più basse sulla sanità, con un aumento che lo porta al massimo storico. E ci siamo anche occupati di famiglia e natalità”.
A Palazzo Chigi, nel frattempo, presso la Sala Verde, si è tenuta una cabina di regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presieduta, dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Fitto, di cui ha dato conto una nota della Presidenza del Consiglio, in cui si legge: “Costruire insieme con le Regioni il provvedimento che andrà a regolare la riforma della politica di coesione, inserita come milestone all’interno del PNRR: questo il tema al centro della seconda riunione di oggi della Cabina di regia, convocata e presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto nella sala Verde di Palazzo Chigi, alla presenza del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, dei Presidenti delle Regioni e del Presidente delle Province autonome guidati dal Presidente Massimiliano Fedriga. All’ordine del giorno del tavolo istituzionale la nuova riforma finalizzata ad accelerare l’attuazione delle politiche di coesione e ad assicurare la tempestiva realizzazione degli interventi del PNRR. La riforma, nell’ambito di quanto già definito nell’Accordo di partenariato e nei singoli programmi operativi, assicurerà la piena complementarità con il PNRR, con l’obiettivo prioritario di accelerare la realizzazione degli interventi in alcuni settori strategici della politica di coesione.La riforma, infatti, prevede l’entrata in vigore di una nuova disciplina normativa per la definizione di una roadmap degli interventi prioritari, in stretta coerenza con i documenti di pianificazione per le relative condizioni abilitanti, in materia di infrastrutture per la prevenzione del rischio idrogeologico e tutela dell’ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, energia, risorse idriche, rifiuti e sostegno allo sviluppo delle imprese, in particolare per gli investimenti finalizzati alla transizione verde e digitale.“Entro il 31 dicembre, al fine di garantire il dialogo e la cooperazione istituzionale, nonché una comprensione condivisa delle azioni necessarie per l’attuazione della riforma – ha affermato il Ministro Fitto – il Governo istituirà un tavolo tecnico di lavoro, nell’ambito della Cabina di regia PNRR, aperto alle singole autorità di gestione dei programmi nazionali e regionali. La riforma nazionale della politica di coesione- conclude il Ministro – risulterà determinante per puntare alla crescita economica strutturale del paese e in modo particolare del Mezzogiorno”.
Al termine della cabina di regia, il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini ha incontrato la Presidente Meloni nel suo studio per un colloquio, durato un’ora. Al termine dell’incontro , fonti del Governo, riportate dai Media, hanno fatto sapere che: “E’ stata l’occasione per fare il punto sulla situazione politica e aggiornarsi sui principali dossier. Nell’incontro è stata confermata la piena sintonia per raggiungere tutti gli obiettivi del programma elettorale con l’ambizione di rivincere le elezioni politiche al termine della scadenza naturale della legislatura”.
L’incontro, si è svolto, a poche ore dalla pubblicazione di una lettera del Vicepremier e ministro, nonché segretario della Lega Salvini a Il Corriere della Sera, seguita alla manifestazione di domenica scorsa a Firenze con gli esponenti dei partiti europei alleati del Carroccio e alle dichiarazioni del Vicepremier , ministro e segretario pro tempore di FI, Tajani, che ha ribadito il no ad alleanze in Europa con partiti come Afd o con il partito di Marine Le Pen, in cui Salvini ha esortato ancora una volta gli alleati di Governo a non trascurare il peso elettorale di tali partiti, che nelle ultime tornate hanno vinto o registrato un forte consenso, piuttosto che replicare il modello di alleanza con i socialisti.
Restando in tema UE, la Presidente dell’Europarlamento, Metsola, proprio questo pomeriggio, ha concluso il suo tour ufficiale nel Sud d’Italia, incontrando la Premier a Palazzo Chigi. Successivamente, quest’ultima, intervistata dal giornalista e conduttore Bruno Vespa, per la trasmissione di Rai Uno “Cinque minuti”, ha dichiarato: “Conosco bene la presidente Meloni, è una donna molto forte, quando parla lei si vede che l’Italia conta. L’incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari. Stiamo preparando il Consiglio europeo…Conto su di lei. Lei è una donna pro-europeista, forte ; è su questo che noi anche contiamo. Io non conterò solo sulla sua amicizia, ma anche sulla leadership con cui ha messo l’Italia al centro del dibattito europeo: sia sull’immigrazione, sia sul finanziamento, sia sui piani digitali, climatico e sociale, su cui l’Italia può essere leader. Il prossimo anno l’Italia prenderà la presidenza del G7: sarà un anno molto importante ,perché potremo vedere la presidente con i suoi ministri: la leadership di questi Paesi che ci tengono molto ad essere nel centro pro-europeista che noi possiamo continuare a costruire”.
Infine, sulla sua candidatura alle elezioni Europee ha detto: “Proverò ad essere candidata a Malta e a rinnovare la fiducia del mio paese. Voglio fare una campagna elettorale a favore di tutti quelli che credono nell’Europa. L’Europa è stata più unita che mai negli ultimi cinque anni: dalla pandemia al Pnrr, e lo siamo anche sulla guerra in Ucraina. Dobbiamo essere sicuri che quest’unità si tenga. Vengo da un tour nel Sud Italia per ascoltare. E fare in modo che i cittadini possano contare sulla nostra unità se si sentono ascoltati: è questo quello su cui dobbiamo puntare”.
Con una lettera, poi, inviata qualche giorno fa all’ambasciata di Pechino, ma di cui è stato riferito solo oggi, la Farnesina ha ufficializzato la decisione del Governo italiano di uscire dal patto della Via della Seta, firmato il 23 marzo 2019 e in scadenza nel marzo 2024. In merito, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani ha parlato al Forum dell’AdnKronos, spiegando: “La via della Seta non è la nostra priorità, abbiamo visto che la via della Seta non ha prodotto gli effetti sperati, anzi. Chi non è parte del percorso della via della Seta ha avuto risultati migliori. Detto questo, la non partecipazione alla via della Seta non significa che sia un’azione negativa nei confronti della Cina, significa poter continuare ad avere ottimi rapporti e lavorare intensamente sugli aspetti commerciali per rafforzare la nostra presenza sul mercato. Abbiamo già convocato a Verona la riunione intergovernativa Italia-Cina per affrontare tutti i temi di commercio internazionale. Continua ad esserci ottimi relazioni e rapporti, pur essendo un Paese che è anche un nostro competitore a livello globale”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, intanto, via libera della Camera con 153 sì, 118 voti contrari e 3 astenuti , alla delega al Governo sul salario minimo (che ora passa al Senato), tra proteste, cori e cartelli con scritto “Non in mio nome”, esposti dagli esponenti dei partiti di Opposizione, a cominciare dal Pd, guidato dalla segretaria Schlein, che, già ieri aveva ritirato, insieme ad altri, la sua firma dalla proposta di legge, la quale ha dichiarato nel suo intervento: “Il Pd pensa una cosa molto semplice che ‘lavoro’ e ‘povero’ non debbano stare più nella stessa frase. Tra qualche minuto prevarranno le luci verdi nel tabellone e applaudirete, convinti di avere vinto. Ma non illudetevi ,perché oggi voi avete perso”.
Sempre nell’Aula di Montecitorio poi, il ministro dell’Interno Piantedosi , rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata sulla minaccia terroristica, sulla gestione dei flussi migratori e sul protocollo Italia-Albania, in materia di immigrazione , ha chiarito: “La minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida e non sempre definibile. Per questo è necessario un elevatissimo livello di attenzione. Pertanto , ho immediatamente disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti a tutti i 28mila obiettivi sensibili presenti su territorio nazionale. Da gennaio 2023 l’attività di contrasto ha portato all’arresto di 14 persone radicalizzate, che in alcuni casi avevano avuto significativi contatti con organizzazioni terroristiche riferibili all’autoproclamato Stato Islamico. L’attività di contrasto ha consentito di eseguire provvedimenti quali l’allontanamento di soggetti pericolosi dal territorio nazionale. Nella fattispecie, nel 2023 sono stati eseguiti 67 provvedimenti, 17 di questi dal 7 ottobre scorso. Un’attività di monitoraggio e prevenzione che il governo in carica ha predisposto e riorganizzato sin dal suo insediamento. Puntando sulla massima attenzione alle esigenze delle forze di Polizia e al potenziamento della sicurezza pubblica. Stiamo attuando una storica inversione di tendenza rispetto ai tagli del passato: il nostro obiettivo è aumentare la presenza delle forze dell’ordine e ringiovanire gli organici. E questo non è in contrapposizione con il protocollo in Albania. Il nostro obiettivo è in linea con le esigenze di rafforzamento della sicurezza legate al contrasto dei flussi migratori. La stessa Ue guarda al progetto con interesse. Inoltre, compensa i costi che gravano per l’accoglienza di massicci flussi migratori. Il progetto Albania è parte di una medesima azione di gestione e deterrenza dei flussi messa in campo dal Governo italiano. Confidiamo anche in un decisivo passo in avanti dell’Unione Europea. Per quanto riguarda il tema dell’immigrazione ,continueremo a seguire in Europa gli sviluppi dei negoziati in corso, salvaguardando l’interesse del nostro Paese. Le nostre politiche sull’immigrazione stanno recuperando un grave deficit dopo anni di inefficacia sul contrasto ai flussi. Pertanto, il protocollo Italia-Albania è innovativo. E come primo obiettivo vi è quello di fermare le partenze. Contestualmente, stiamo incrementando la cooperazione politica e tecnica con i Paesi di origine e transito dei flussi. Nel trilaterale con Libia e Tunisia abbiamo posto le basi per azioni condivise sui rimpatri. Essere vicino alle forze di polizia non può in alcun modo essere posto in alternativa o addirittura in contrapposizione con il protocollo con l’Albania, che ha l’obiettivo di sostenere il nostro sistema di gestione dei flussi migratori con la realizzazione di strutture dedicate all’accertamento dei requisiti per l’ingresso sul territorio nazionale. E, in caso negativo, alle conseguenti procedure di rimpatrio. Obiettivo in linea con l’esigenza del rafforzamento del sistema di sicurezza sul territorio nazionale, legata al controllo dei flussi migratori. Quanto ai costi per l’attuazione del protocollo con l’Albania, assicuro che lo stanziamento necessario è di certo inferiore a quanto emerso sugli organi di stampa. E che la sua puntualizzazione è in corso a livello delle strutture ministeriali competenti”.
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