di Federica Marengo lunedì 27 novembre 2023
-Nel quarto e ultimo giorno di tregua, dopo una contestazione da entrambe le parti sulla lista di ostaggi Hamas ha consegnato a Israele nove bambini e due madri e si è detto disposto a trattare per il rilascio di soldati dello Stato ebraico. Ieri, erano stati rilasciati 17 ostaggi, 13 israeliani e 4 stranieri ,tra cui un cittadino russo dopo mediazione “diretta” di Mosca.
Poi, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ,Majed Al Ansari ,ha annunciato su X che “E’ stato raggiunto l’accordo per prorogare di altri due giorni la tregua tra Israele e Hamas a Gaza”.
Tale annuncio è stato confermato da una fonte israeliana, secondo cui l’accordo prevede il rilascio di altri 20 ostaggi, 10 ogni giorno.
Quindi, un membro dell’ufficio politico dei fondamentalisti palestinesi, Izzat Arshak, ha dichiarato che Hamas ha informato Qatar ed Egitto, che stanno mediando nei negoziati con Israele, di aver individuato altri ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza e di essere disposti a negoziare anche la liberazione dei soldati dello Stato ebraico, sottolineando però che la discussione sul rilascio dei soldati non è ancora iniziata e che avverrà a parte, rispetto a quella riguardante i civili e che il Premier israeliano Netanyahu è stato informato.
Proprio Netanyhau ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente USA Biden nel quale i due leader hanno discusso “della situazione a Gaza, della pausa nei combattimenti e dell’aumento dell’ulteriore necessaria assistenza umanitaria”.
Tuttavia, il Times of Israel ha reso noto che Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, nel corso di una visita ai soldati al fronte , ha affermato che , “dopo la tregua, gli attacchi di Israele “avverranno con forza ancora maggiore e in tutta la Striscia di Gaza”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani , in un punto stampa a margine del Forum dell’Unione per il Mediterraneo (Upm)a Barcellona, ha dichiarato: “Ho avuto un colloquio telefonico con il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen al quale ho ribadito la posizione dell’Italia, cioè la condanna di Hamas e ho chiesto che venga rispettato sempre il diritto internazionale e mi ha detto testualmente: “Rispetteremo il diritto internazionale. Sarebbe un fatto positivo allungare la tregua per far arrivare altri aiuti ai civili. Siamo pronti a far intervenire la nave ospedale Vulcano che è già di fronte a Gaza. Ho avuto rassicurazione da parte del ministro degli esteri egiziano che faranno il possibile per agevolare l’operatività della nave. Sta anche per partire un’altra nave da Napoli con un ospedale da campo per Gaza. L’Italia qui a Barcellona vuole dare un messaggio circa il suo coinvolgimento per far si che si possa raggiungere, attraverso il dialogo, la soluzione dei due popoli e dei due stati attraverso il mutuo riconoscimento. La posizione dell’Italia non è quella del riconoscimento unilaterale, senza l’approvazione di Israele, quindi, che andrebbe ad aggravare la situazione e non migliorarla. Noi , vogliamo che ci sia un’autorità palestinese più forte che possa guidare la Striscia di Gaza e la Cisgiordania”.
Inoltre, sempre il Vicepremier e ministro Tajani, ha annunciato: “Noi siamo pronti, ne ho parlato anche nel corso dei colloqui con il ministro degli Esteri egiziano, a far intervenire la nave ospedale Vulcano che è già di fronte a Gaza. Abbiamo chiesto l’aiuto dell’Egitto per questioni logistiche, stiamo chiedendo autorizzazioni per far portare con gli elicotteri i feriti che possono essere ospitati dalla nostra nave ospedale. Poi sta per partire un’altra nave dal porto Napoli con un ospedale da campo da costruire a Gaza, stiamo lavorando sulle autorizzazioni e si va nella giusta direzione. Ripeto: noi siamo pronti anche ad accogliere feriti palestinesi attraverso accordi con Paesi arabi e musulmani per curarli in Italia”.
Nel frattempo, in Italia, la Presidente del Consiglio Meloni, questa mattina, a due giorni dal corteo del 25 novembre contro la violenza sulle donne, durante il quale alcuni isolati estremisti tra i manifestanti hanno danneggiato la sede di Pro Vita & Famiglia di viale Manzoni, nella quale è stato rinvenuto un ordigno esplosivo, ha pubblicato un post social, nel quale ha scritto: “Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell’associazione Pro Vita e Famiglia. Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara. Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise”.
Dichiarazioni, quelle della Premier ha cui ha replicato il Presidente del M5S Conte, sottolineando: “Io condanno insieme a tutto il Movimento Cinque Stelle sempre gli atti di violenza, ci troveranno sempre contro. Però non vorrei che questo fosse anche un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne, della massima libertà contro ogni sopraffazione, arbitrio, ogni sopruso”.
Nel pomeriggio, invece, la Presidente del Consiglio , dopo un pre-Consiglio, ha presieduto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri, nel quale sono state approvate , tra le altre misure all’ordine del giorno: le Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e il sostegno alle imprese a forte consumo di energia ( escluse le norme sulla per le concessioni dell’idroelettrico e la proroga del mercato tutelato) e due decreti legislativi in materia di ordinamento giudiziario.
Il primo, in attuazione della legge delega, in materia di accesso in magistratura e valutazioni di professionalità dei magistrati e, il secondo contenente una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili.
La stretta , riguarda: 1)° il collocamento fuori ruolo dei magistrati: i magistrati, “non potranno essere collocati fuori ruolo prima del decorso di dieci anni di effettivo esercizio della giurisdizione e, fatti salvi incarichi presso istituzioni di particolare rilievo, sono necessari tre anni di esercizio prima di un nuovo collocamento fuori ruolo ,se il primo incarico ha avuto una durata superiore a cinque anni.
Codificato, inoltre, il principio della necessaria sussistenza di un interesse dell’amministrazione di appartenenza per consentire l’incarico fuori ruolo. Ridotto , quindi, il numero massimo di magistrati collocati fuori ruolo: 180 per la magistratura ordinaria”.
2)°Altra stretta relativa al ricollocamento fuori ruolo delle toghe, scatta nel caso in cui il magistrato sia impegnato nella trattazione di procedimenti penali per gravi reati in avanzato stato di istruttoria rispetto ai quali il suo allontanamento possa incidere gravemente sui tempi di definizione. E’, però, rimesso all’organo di governo autonomo di valutare, tenendo conto delle esigenze dell’ufficio di provenienza e dell’interesse dell’amministrazione di appartenenza, la possibilità di concedere il collocamento fuori ruolo in ragione del rilievo costituzionale dell’organo conferente nonché per la natura internazionale dell’incarico”.
Infine, prevista una norma transitoria, in base alla quale “la disciplina introdotta dal decreto – in tema di ‘Disposizioni per il riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili in attuazione dell’articolo 1, comma 1, della legge 17 giugno2022, n. 71’ – si applica agli incarichi conferiti o autorizzati dopo la sua entrata in vigore, e che ai magistrati fuori ruolo al momento della entrata in vigore del decreto si applichi la normativa vigente al momento del collocamento fuori ruolo. Per chi è già stato fuori ruolo e viene ricollocato fuori ruolo dopo l’entrata in vigore del decreto, si prevede che si applichino i nuovi limiti temporali, salvo gli incarichi presso gli organi costituzionali”.
Non è stata approvata, invece, la misura, che ,secondo indiscrezioni giornalistiche , era stata al vaglio dell’Esecutivo durante il pre Consiglio, per introdurre test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura.
In serata , la Presidente del Consiglio Meloni, è intervenuta alla cerimonia della Firma dell’Accordo per la coesione tra il Governo e la Regione Lazio, dichiarando: “L ‘accordo di coesione con la Regione Lazio è il quarto che firmiamo ed è quello finanziariamente più cospicuo: 1,2 miliardi di euro, di cui 192 milioni già assegnati come anticipo nel 2021.E aggiungendo le varie quote di cofinanziamento, complessivamente oggi stiamo parlando di un finanziamento che si aggira attorno ai 2,2 miliardi per il territorio del Lazio. Puntiamo soprattutto sul potenziamento delle reti di trasporto e le infrastrutture. Puntiamo sulla rete ferroviaria. Tutte le Province vengono coinvolte da questo accordo”.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze ,invece, ha reso noto che : “Il ministro dell’Economia Giorgetti e la ministra del Lavoro Calderone hanno firmato il decreto che dispone un adeguamento delle pensioni all’inflazione pari a +5,4%, a partire dal 1° gennaio 2024” e che “L’aumento, che verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo, forniti dall’Istat il 7 novembre 2023”.
Quanto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ventilata dal Vicepremier e ministro Salvini una nuova precettazione per lo sciopero dei Trasporti che si sarebbe dovuto svolgere oggi e che, sempre causa precettazione , è stato rinviato al 15 dicembre.
Dalla Sardegna , dove si è recato in occasione del corteo e dello sciopero di quattro ore che ha coinvolto oggi l’ isola, il segretario della Cgil, Landini, ha dichiarato: “Abbiamo impugnato con la Uil il provvedimento di precettazione perché è un fatto autoritario e antidemocratico, non è mai successo nella storia democratica di questo Paese che un governo pensi di poter ledere il diritto di sciopero, che non è delle organizzazioni sindacali ma delle singole persone, attaccarlo vuol dire limitare la libertà delle persone. Ci dovranno dire loro cosa vogliono fare, ad oggi non hanno voluto fare alcuna discussione, questa legge di bilancio e le riforme sono state fatte senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e senza tener conto delle piattaforme che abbiamo presentato. Siamo qui per cambiare la legge finanziaria del governo, che è sbagliata, e per cambiare le politiche insufficienti ad affrontare i temi fondamentali: l’aumento dei salari, gli investimenti sulla sanità pubblica, il superamento della precarietà nel lavoro e la riforma delle pensioni con quella fiscale. Chiediamo investimenti per creare lavoro, per evitare che i nostri giovani se ne vadano dal Paese. Riguardo alle riforme fiscali, bisogna andare a prendere i soldi dove sono, combattere l’evasione fiscale, far pagare le tasse a chi non le paga, tassare le rendite finanziarie e immobiliari e smetterla di tassare i lavoratori dipendenti e fare cassa su di loro. E’ sbagliata la logica delle privatizzazioni che è nella legge di bilancio, perché serve solo a far cassa e a depotenziare le competenze e le scelte. Sulla situazione sarda e sulle vertenze industriali che da decenni riguardano la Sardegna, c’è l’assenza di una politica industriale e una distanza tra ciò che succede nei territori e l’attenzione del governo. C’è bisogno di avere un’idea precisa della politica energetica, ma le scelte vanno da altre parti. Si rimetta al centro a ogni livello, sia regionale che nazionale, la persona e il lavoro; il livello di precarietà e sfruttamento sul lavoro non è accettabile. Il senso delle giornate di mobilitazione è questo: è il momento di ascoltare chi lavora, chi paga le tasse e tiene in piedi questo Paese. La forza che ci arriva dalle piazze piene e dalle adesioni allo sciopero è di andare avanti e non fermarci finché non avremo ottenuto risultati”.
Il segretario della Cgil Landini, insieme alle altre sigle sindacali sarà domani mattina alle 9:00 a Palazzo Chigi per un confronto sul Dl di Bilancio.
Riguardo ai lavori parlamentari, via libera della Camera con 164 voti favorevoli e 94 alla fiducia posta dal Governo sul Dl recante disposizioni urgenti in materia di Immigrazione e protezione internazionale , nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’Interno. A seguire, l’esame degli ordini del giorno.
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