di Federica Marengo venerdì 17 novembre 2023
-Mentre Israele ha fatto sapere che non vi è alcun accordo sugli ostaggi, Hamas ha chiarito che gli ostaggi sono stati trasferiti negli ospedali per essere salvati. Tuttavia, i miliziani hanno pubblicato il video di un ostaggio ottantaseienne bisognoso di cure.
Intanto, il Presidente israeliano Netanyhau ha spiegato che, nonostante si stia “facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo, a Gaza, i tentativi di ridurre al minimo le vittime “non hanno avuto successo”.
Sul campo, l’esercito israeliano ha preso il controllo nel nord della Striscia di una roccaforte del comandante della Jihad islamica e ha bombardato il sud, isolando la città. A proposito, di Jihad islamica, secondo Tel Aviv, Yahya Sinwar sarebbe una delle menti degli attacchi del 7 ottobre: si tratterebbe del “nuovo Bin Laden”.
L’Onu ha lanciato un avvertimento riguardo il rischio che “la situazione a Gaza peggiori e il conflitto possa allargarsi”.
Infine, il direttore dell’ospedale Shifa ha reso nota la mancanza di energia, acqua e cibo nella struttura e proprio vicino al suddetto ospedale, è stato recuperato da Tel Aviv, il corpo della soldatessa di diciannove anni presa in ostaggio da Hamas nell’attacco del 7 ottobre scorso.
Intanto, in Italia, in occasione del primo degli scioperi generali, indetti da qui al 1° dicembre dai sindacati Cgil e Uil per protestare contro la Legge di Bilancio e le politiche socio-economiche del Governo, gli studenti hanno manifestato in alcune piazze a sostegno della Palestina.
A proposito di tale sciopero, esso ha visto l’adesione di pubblico impiego, scuola, università e ricerca, sanità, e trasporti, rimasti fermi per 4 ore, a seguito della precettazione da parte del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini. A protestare, secondo i sindacati, sarebbero state almeno 60mila persone, ma secondo i primi dati del ministero del Lavoro, l’adesione allo sciopero dei due sindacati, Cgil e Uil , sarebbe stata la seguente: scuola 4%; Sanità 4%; Poste 4,2%; Industria chimica 8%; Telecomunicazioni 8%; Call center 5%.
Soddisfatto, il Vicepremier e ministro Salvini, che, a fine giornata, ha dichiarato: “Non ho sconfitto Landini, ma è la vittoria del buonsenso: una minoranza ha legittimamente avuto la possibilità di manifestare, senza bloccare milioni di italiani”.
Manifestazioni ,si sono svolte non solo a Roma, in Piazza del Popolo, ma anche a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma, con l’obiettivo di “ alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente”.
In tutto, si tratta di cinque giornate tra scioperi e manifestazioni in 58 città, con oltre 100 presidi che coinvolgeranno le Regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il 1° dicembre, mentre Sicilia e Sardegna si fermeranno il 20 e il 27 novembre.
Il segretario della Cgil, Landini ha quindi dichiarato: “Noi siamo qui ,perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi il Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo, in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani. Siamo noi che con le nostre tasse paghiamo gli stipendi anche a chi è in politica e nel governo. Tutte le piazze sono strapiene come non si vedeva da anni. Questa giornata è la risposta più bella, forte, intelligente e più ferma che potevamo dare a chi ha la pensata di precettare e mettere in discussione il diritto di sciopero. Questo è un vero e proprio attacco alla democrazia. Loro non li ha precettati nessuno, hanno scelto di esserci”.
Il segretario della Uil, Bombardieri, invece, ha evidenziato: “Questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. E’ una risposta di democrazia. Bisogna avere rispetto dei lavoratori. Se volete sindacati silenziosi avete sbagliato indirizzo. Chi sta qui non si piega e non ha paura. Pretendete che vi diciamo sì quando non rinnovate i contratti? Quando utilizzate i soldi per la sicurezza per altre cose? Non avete fatto nulla, non avete previsto un solo euro di spesa per la sicurezza. Entrate negli ospedali pubblici e fatevi un giro per capire cosa succede”.
A replicare alla manifestazione, dal Governo ,è stata per prima la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Calderone, che ha detto: “Credo sia legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero, perché è un diritto che è affermato e riaffermato dal nostro ordinamento. Credo che si debba fare in modo ordinato. Questo non preclude il dialogo e anche, soprattutto da parte nostra, del governo, la volontà di ascolto che c’è stata in questi mesi e soprattutto credo dovrà caratterizzare anche i mesi e gli anni futuri”.
A seguire, poi, la Presidente del Consiglio Meloni, dalla serata di ieri in missione a Zagabria, per rilanciare i rapporti bilaterali con la Croazia, in un punto stampa, rispondendo a una domanda dei cronisti in merito, ha sottolineato: “Un’autorità indipendente ha segnalato che non c’erano i requisiti di uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, ho grande rispetto dei diritti dei lavoratori, del diritto di sciopero, ma nel mirto posso dire poco perché lo sciopero generale contro la Manovra è stato lanciato in estate, quando io la Manovra non l’avevo neanche pensata”.
Proprio riguardo al viaggio della Premier a Zagabria e, al bilaterale con il Premier croato, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, ieri sera, quest’ultima, insieme con il Primo Ministro Plenković, il Primo Ministro della Repubblica di Polonia Morawiecki e il Primo Ministro della Repubblica di Malta Abela, ha partecipato alla cena di lavoro organizzata dal Presidente del Consiglio europeo Michel ,nell’ambito di una serie di incontri ristretti sull’Agenda strategica Ue 2024-2029.
In tale contesto, la Presidente del Consiglio Meloni ha sottolineato come “L’Ue debba essere un gigante politico e non burocratico e svolgere un ruolo di primo piano a livello globale grazie alla sua identità e ai suoi valori”. Poi, il confronto tra la leader e i leader si sarebbe concentrato sulle sfide che l’Unione Europea è chiamata ad affrontare nell’attuale contesto globale e sulle priorità di azione da perseguire nei prossimi anni per rendere l’Europa più autorevole a livello internazionale, più competitiva, più resiliente e più sicura per i propri cittadini.
La Premier , secondo ricostruzioni giornalistiche, concordando “sul significato geopolitico dell’allargamento”, avrebbe indicato la via nel “concentrare l’azione dell’Europa sui grandi temi strategici facendo salvo pienamente il principio della sussidiarietà”. Tra questi, oltre a costruire una reale autonomia strategica aperta, la Presidente ha indicato “la gestione comune dei fenomeni migratori attraverso la costruzione di partenariati paritari con i Paesi terzi”.
Stamane, invece,la Presidente del Consiglio, Meloni, ha incontrato a Zagabria, presso il Palazzo del Governo, il Primo Ministro della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković. In seguito, hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa, nelle quali, la Premier, ringraziando il Primo ministro per l’accoglienza, ha affermato: “Sono molto contenta di portare la presenza del Primo Ministro italiano in Croazia dopo oltre vent’anni dall’ultimo viaggio di questo tipo, una cosa francamente inspiegabile anche per la vicinanza geografica, ma non solo geografica, storica che bene o male ci accomuna, per la forza delle nostre relazioni che, ciò nonostante, ha continuato a essere sempre molto significativa. Ma io e il Primo Ministro Plenković siamo d’accordo sul fatto che si possa anche qui fare sempre meglio. Dobbiamo chiaramente dare atto dello stato eccellente delle nostre relazioni sul piano bilaterale e anche sul piano sul piano multilaterale. Sul piano bilaterale, ricordava il Primo Ministro, che l’Italia è il primo partner commerciale della Croazia – nel 2022 noi abbiamo superato gli 8 miliardi di euro di interscambio, siamo uno dei maggiori investitori in questo Paese, anche in settori strategici quali il settore bancario, il settore finanziario -, ma anche dal punto di vista, multilaterale – dai temi dell’Unione europea.Ieri sera una importante cena nell’ambito di una serie di round, di cene ristrette dei capi di Stato e di Governo europei in vista dell’agenda strategica, in vista dell’allargamento: grandi materie sulle quali è bene parlarsi, parlarsi con il tempo necessario, parlarsi con la franchezza che è necessaria. L’Europa deve chiaramente ripensarsi per essere in grado di affrontare le grandi sfide che le crisi internazionali, ma anche le opportunità legate ad esempio alla riunificazione dell’Unione europea – perché a me non piace chiamarlo allargamento, mi piace chiamarla riunificazione.Dai temi dell’Unione europea a quelli della Nato, dall’aggressione russa contro l’Ucraina fino alla crisi di Gaza, le sfide globali sulle quali le nostre Nazioni possono trovare ulteriori ambiti di cooperazione bilaterale anche per il ruolo che abbiamo con il Mar Adriatico, con il Mediterraneo, anche in trilaterale con la Slovenia. Io ho incontrato il Primo Ministro Golob a Roma proprio qualche giorno fa.
Abbiamo convenuto che Italia e Croazia possano e debbano lavorare insieme sempre più intensamente, sempre più in modo sinergico, anche perché in questo primo anno dell’attuale governo, ci siamo spesso trovati d’accordo nei nostri punti di vista su molte questioni col Primo Ministro.Chiaramente cultura, turismo, scienza, energia, difesa, che credo sia uno dei settori sui quali sicuramente si può rafforzare la nostra cooperazione, la vicinanza tra le nostre Nazioni ha un grande valore che va valorizzato sempre più e sempre meglio. Diceva il Primo Ministro che all’inizio del prossimo anno noi abbiamo già programmato il Comitato interministeriale e un Business Forum da tenersi qui a Zagabria. Siamo d’accordo sul fatto che bisogna dare un forte mandato a questo appuntamento, che quel mandato debba essere un mandato in forza del quale l’orientamento delle nostre relazioni deve essere sempre più strategico. Non è semplicemente rafforzare la nostra cooperazione economica, rafforzare la nostra cooperazione industriale, è rafforzare il nostro ruolo in un ambito che diventa centrale in questo tempo che è appunto l’ambito della nostra regione comune. Questo vuol dire anche che uno dei grandi temi sui quali abbiamo discusso di rafforzare la nostra cooperazione riguarda proprio la questione del mare. Voi sapete che questo governo italiano, è il primo governo ad aver istituito un ministero del mare: vuol dire economia blu, vuol dire strategia, vuol dire reti di interconnessione, vuol dire politica estera, vuol dire molte cose che Italia e Croazia possono fare insieme.E in questo anche il tema dei corridoi transeuropei si inserisce perfettamente, come si inserisce la questione migratoria che abbiamo discusso. Con il Primo Ministro ne abbiamo parlato tante volte anche nell’ambito delle nostre riunioni nel Consiglio europeo, siamo d’accordo sul fatto che ci troviamo di fronte a una crisi migratoria senza precedenti e anche sul fatto che il modo migliore per affrontare quella crisi è lavorare sulla dimensione esterna.
Io ho sempre trovato grande sostegno da parte della Croazia nel nostro tentativo di ridisegnare un po’ la politica europea, in rapporto all’emigrazione: mentre prima si discuteva soprattutto di come risolvere il problema una volta che era sul nostro territorio – e quindi il tema delle redistribuzioni e tutto quello che abbiamo sentito discutere per tanti anni -, oggi noi ci interroghiamo tutti insieme su come si risolva il problema a monte, soprattutto con una diversa cooperazione con i Paesi africani, e quindi lavorando di più sulla dimensione esterna, anche per evitare che poi si creino i problemi che abbiamo visto e vediamo.Ovviamente noi siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà derivanti, soprattutto per le comunità transfrontaliere, dalla reintroduzione dei controlli ai confini per far fronte a sfide che sono contingenti in termini chiaramente di sicurezza, legate soprattutto, come ricordava il Primo Ministro, alla crisi mediorientale per la quale noi abbiamo fatto una scelta che ovviamente consideriamo una scelta transitoria, che siamo pronti a riconsiderare in ogni momento quando le condizioni di sicurezza fossero più chiare e più tranquille; ma nello stesso tempo stiamo anche lavorando: abbiamo parlato di come lavorare per rafforzare una cooperazione che è già stata ottima, sia con la Croazia, ma devo dire anche con la Slovenia, in termini di controlli alle nostre frontiere. Quindi sicuramente tutti gli strumenti maggiori e migliori che riusciamo a mettere in campo sono anche un elemento che ci consente di superare le decisioni temporanee che l’Italia ha preso.Abbiamo parlato di Balcani occidentali. Siamo due Nazioni entrambe molto determinate ad andare avanti nel processo di riunificazione e riteniamo che da questo punto di vista l’Unione europea debba dare dei segnali concreti in tempi rapidi e c’è un importante Consiglio europeo nel mese di dicembre nel quale riteniamo che si possano e si debbano dare questi segnali – penso ad esempio all’apertura della procedura per l’accesso da parte di Bosnia ed Erzegovina. Insomma, siamo Nazioni che insieme lavorano su questa sfida, che è una sfida centrale estremamente importante. Abbiamo parlato, come diceva il Primo Ministro, anche del ruolo delle nostre minoranze, la minoranza croata in Italia, della minoranza italiana in Croazia. Sono comunità che rafforzano anche i nostri legami culturali. Come voi sapete ci sono degli accordi di protezione delle minoranze che risalgono già al 1996, abbiamo discusso della possibilità di immaginare tavoli tecnici congiunti per vedere qual è lo stato dell’applicazione di questi nostri accordi e valutare se ci fossero elementi anche per rafforzarli, per migliorarli, perché il ruolo delle nostre minoranze è un ruolo importante. Io voglio ringraziare il Governo croato per la sensibilità che ha sempre dimostrato da questo punto di vista, ringrazio anche gli esponenti della comunità italiana che qui, come si sa, sono presenti anche in Parlamento, con una longevità devo dire straordinaria e che ci rende chiaramente orgogliosi. Quindi è la prima tappa, questa mia visita, di una rinnovata voglia di rafforzamento di collaborazione nelle nostre relazioni, la prossima tappa sarà per l’appunto i primi mesi del prossimo anno con il Comitato congiunto e il Business Forum e penso che ci sia davvero ancora molto che si può fare per rafforzare la nostra cooperazione bilaterale e multilaterale”.
Successivamente, la Presidente Meloni ha visitato il Parlamento croato e ha tenuto un punto stampa nel quale ha risposto alle domande dei cronisti.
In merito al pacchetto sicurezza , varato ieri in Consiglio dei ministri, ha spiegato: “Sono molto soddisfatta dell’incontro con le sigle sindacali. E’ stato lungo, ma c’è stato un clima molto costruttivo. Chiaramente noi affrontiamo una situazione che non è facilissima sul piano delle risorse disponibili ma abbiamo scelto di destinare al rinnovo del comparto sicurezza e difesa una parte consistente delle risorse che abbiamo a disposizione per il pubblico impiego. Io avevo detto che era una priorità. Lo è non solo chiaramente perché in alcuni casi parliamo di contratti scaduti da diverso tempo, ma anche perché la capacità che le Forze dell’ordine hanno di lavorare nel migliore dei modi si ripercuote sulla sicurezza dei cittadini. Ho trovato una realtà molto consapevole nella capacità di difendere ovviamente i diritti, i bisogni del comparto, ma anche nel comprendere il quadro complessivo nel quale ci muoviamo come nella capacità di comprendere che stiamo facendo uno sforzo.
Lo considero l’inizio di un lavoro e sono stata molto soddisfatta. Ci sono diverse risorse che sono state stanziate, poi abbiamo fatto anche una serie di norme che servono, da una parte a intervenire su alcune materie che sono proprie dei temi della sicurezza – dal tema dell’accattonaggio, alle occupazioni abusive e diversi altri – e abbiamo fatto del nostro meglio per colmare alcune lacune e consentire alle Forze dell’ordine di essere maggiormente tutelate anche nella dignità del lavoro che fanno. Perché credo che questo sia molto importante per persone che difendono la nostra sicurezza, capire e sapere che lo Stato riconosce il valore di quello che stanno facendo, spesso in condizioni non facilissime”.
Poi, sull’accordo Italia-Albania in tema di immigrazione , ha chiarito: “Quello che noi abbiamo presentato è stato un accordo tra due governi che ha bisogno di una messa a terra di vario genere. Sono tutte norme che noi definiamo e che confronteremo con il Parlamento. Vedo molto nervosismo attorno a questa materia che francamente non comprendo. Mi pare un accordo molto innovativo, molto intelligente, che viene guardato con interesse anche da altre Nazioni. Chiaramente bisogna scendere poi nello specifico dei dettagli di mille questioni che vanno affrontate per la natura stessa dell’accordo. Però, a me pare che la garanzia che noi offriamo con una giurisdizione, che rimane italiana pure in territorio extra-Ue, è una cosa che da una parte offre tutte le garanzie del caso, ma dall’altra consente anche strumenti innovativi per affrontare una pressione migratoria che è oggettivamente complessa oggi per l’Italia e sulla quale sono contenta di sapere che c’è qualcuno che vuole dare una mano. Voglio anche dire che mi dispiace che qualcuno che cerca di dare una mano all’Italia venga da alcuni italiani trattato come un paria, perché evidentemente qualcuno non ritiene che sia di sinistra dare una mano all’Italia e accogliere i migranti. Mi pareva diverso in passato il punto di vista, ma voglio ringraziare l’Albania e voglio ringraziare il Primo Ministro Rama, perché noi abbiamo cominciato già da mesi quest’estate, – quando tutti parlavano di con quale traghetto fossi andata in Albania erano fortunatamente distratti da altro – noi parlavamo di come provare a risolvere dei problemi e ci siamo trovati a lavorare insieme molto bene, quindi credo che vadano ringraziati e credo che, come dicevo anche nella conferenza stampa che abbiamo fatto prima, se l’accordo funziona bene, se riusciamo a farlo funzionare bene, secondo me può diventare anche un modello per altre Nazioni che potrebbero scegliere di operare alla stessa maniera”.
Ancora, sulla comunità italiana in Croazia, la Premier Meloni, ha detto: “Ho trovato una realtà molto operativa, che fa diverse cose. Chiaramente io ho incontrato alcuni rappresentanti, hanno formulato l’invito a recarmi quanto prima in Istria, sarebbe sicuramente una cosa molto bella, molto interessante. Noi abbiamo parlato stamattina col Primo ministro Plenković del trattato sulla protezione delle minoranze, che credo meriti a questo punto anche un tavolo tecnico, di verifica sullo stato dell’attuazione dell’accordo, capire se va implementato, capire come possiamo difendere sia la minoranza italiana in questi territori, sia la minoranza per esempio croata che c’è in Italia, che sono sicuramente comunità che aiutano a costruire ponti, ma che sono anche comunità che difendono un’identità. Nel caso specifico, il lavoro che queste realtà e queste comunità hanno svolto sia in Croazia che in Slovenia in questi decenni è stato per noi preziosissimo. Una grande occasione, secondo me, è offerta dal 2025, quando Nova Gorica e Gorizia saranno entrambe i Capitali europei della cultura. Credo che si possano organizzare delle iniziative in comune molto carine, ne abbiamo parlato con il Primo ministro Golob, mi sono presa l’impegno con il Primo ministro Golob, prima o poi riuscirò a fare tutte queste cose”.
Quanto ai rapporti con l’Opposizione e il rifiuto da parte della segretaria del Pd, Schlein di partecipare ad Atreju, festa di FdI, che ha rimandato il confronto con la Premier all’Aula del Parlamento, in particolare sul salario minimo, ha risposto: “Ho appreso la notizia da voi, nel senso che francamente confesso che non mi sto occupando del programma di Atreju. Voi conoscete la tradizione di Atreju, è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche tra leader molto diversi tra loro. C’era un tempo – molto lontano da oggi, se vogliamo anche in un altro clima – in cui Fausto Bertinotti non aveva timore diciamo così, a presentarsi e a dialogare pur nell’orgoglio della diversità delle proprie posizioni con qualcuno che era molto distante da lui. Prendo atto che le cose sono cambiate, ma insomma… E’ una scelta, non lo so come interpretarlo, guardi, lei sa come la penso io, che mi sono sempre presentata quando sono stata invitata e che, ripeto, sono stata quella che ha aperto agli inviti. Ero io Presidente di Azione Giovani allora, quando per la prima volta furono invitati i leader della sinistra, della sinistra anche più distante, citavo Bertinotti, ma voi sapete che i leader che hanno partecipato ad Atreju nel corso di più di 25 anni, sono stati tutti. Ricordo diversi capi di governo della sinistra, l’attuale Commissario europeo, Enrico Letta, ne ricordo di ogni genere. Sarebbe la prima volta, una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no. Però non mi sento di giudicarla, non entro nel merito, la manifestazione si svolge lo stesso, voglio dire. Supereremo.
Sul Patto di Stabilità, la Presidente Meloni ha risposto: “Guardi questa è una domanda alla quale io non le posso rispondere , perché non c’è un’attuale proposta, ci sono diverse attuali proposte, c’è un lavoro che si sta facendo in itinere, dove quando cambia una riga cambia molto. Quindi, certo, se io devo impegnarmi a rispettare un patto che so di non poter rispettare, il problema me lo dovrò porre, no? Perché preferisco non essere nella condizione di rispettare un patto che non ho votato.
Però non credo che arriveremo lì. Io penso che tutti si rendano conto, le posizioni che sta portando avanti l’Italia sono più che sensate per molti Paesi. Anzi, abbiamo anche cercato varie ipotesi di soluzione che però per noi fossero ragionevoli con gli impegni che abbiamo. Quando cito il tema delle transizioni vuol dire PNRR, cioè noi sappiamo che il PNRR una volta che lo mettiamo a terra avrà per noi un moltiplicatore positivo ma oggi è soprattutto un impegno e una spesa. Quegli investimenti e quel lavoro che stiamo facendo anche condiviso con l’Europa perché il Next Generation EU è un’iniziativa europea in qualche maniera deve essere tenuto in considerazione in questo lavoro. Ci sono tantissimi Paesi che la vedono come noi, per cui bisogna vedere in queste alleanze variabili alla fine come saranno le cose. Noi quello che stiamo tentando di fare in maniera molto dedicata è cercare una soluzione che però sia una soluzione sostenibile, perché sarebbe folle da parte nostra dire che ci va bene una soluzione che non è sostenibile, sarebbe controproducente per la Nazione che rappresentiamo”.
Infine, in attesa dell’ultimo giudizio sul debito sovrano in calendario questa sera da parte dell’agenzia di rating Moody’s, riguardo al bilancio della due giorni a Zagabria e sul richiamo dell’Europa riguardo alle concessioni balneari, ha dichiarato: “Il bilancio di questi due giorni a Zagabria ottimo, ero certa che lo sarebbe stato. Nel senso che ho imparato a conoscere il Primo ministro Plenković in questo anno, ci siamo trovati spesso d’accordo su varie materie che abbiamo discusso a livello multilaterale, lo stato delle relazioni tra Italia e Croazia è eccellente nonostante l’assenza di un Primo ministro italiano da 22 anni e penso che con la presenza di un Primo ministro italiano dopo 22 anni possano anche crescere. Quello che ho detto è quello che penso, quello che ho detto anche al Primo ministro Plenković: ci sono molti ambiti da rafforzare, alcuni addirittura da esplorare, ma c’è sicuramente in questo mondo che cambia una convergenza, per chi guarda il mondo dalla stessa angolazione.
Penso al ruolo che ha il mare Adriatico, quindi al ruolo che ha il Mediterraneo, penso al tema energetico sul quale la strategia italiana e quella croata sono molto simili e quindi penso che l’occasione del prossimo febbraio del nostro Comitato interministeriale del Business Forum possa essere un momento importante per fare stato del lavoro che da oggi ad allora faremo per implementare le nostre relazioni. Utile, secondo me, anche la cena di ieri, in questo ambito come voi sapete di cene ristrette sull’Agenda strategica, il futuro dell’Unione europea, l’allargamento perché avere l’occasione di parlare – anche in pochi, quindi in una dinamica che è più informale e intima – di grandi questioni che cambiano i nostri destini è molto interessante e secondo me anche molto proficuo per capire bene il punto di vista che hanno altri, per cui è un format che mi è piaciuto. Ho trovato la cena molto interessante, ho trovato molto interessanti i diversi punti di vista che ho ascoltato. Ci rivediamo a febbraio. Sulle concessioni balneari, ereditiamo la situazione che si trascina da qualche anno. Io ho trovato corretto e positivo che la Commissione dicesse che il fatto che stia andando avanti con la lettera di richiamo non preclude le negoziazioni con l’Italia. Perché? Perché c’è una novità importante e interessante che è la chiusura del tavolo tecnico che doveva fare una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi – mi consenta di dirlo – e cioè la mappatura per capire se c’è o non c’è scarsità di risorsa, che è la condizione per l’applicazione o la non applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. Tecnicamente il tavolo dice che non c’è scarsità della risorsa, oggi bisogna portare questa novità e iniziare secondo me una nuova contrattazione con la Commissione europea. La Commissione dice che il lavoro che sta facendo non preclude questa contrattazione, secondo me è un elemento positivo, poi ovviamente faremo le nostre proposte perché noi abbiamo soprattutto il problema di dare certezza del diritto rispetto a questa materia ed evitare che ci sia un caos, però abbiamo fatto e stiamo facendo dei passi in avanti”.
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