di Federica Marengo giovedì 16 novembre 2023
Presa dall’esercito israeliano ,Gaza city ovest, il ministro della Difesa israeliano, Yaov Gallan, ha fatto sapere che l’operazione terra delle truppe si “sta muovendo verso la fase successiva”. Quanto ai negoziati, è ancora stallo tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi in cambio di una tregua nella Striscia. Secondo il quotidiano Haaretz, a bloccare un possibile accordo tra Israele e Hamas sarebbe la mancata intesa sulla durata dello stop ai combattimenti.
Intanto, mentre Israele ha conquistato il porto di Gaza, che , a detta di Israele sarebbe stato usato dai miliziani per compiere attacchi e , degli aerei hanno colpito a Gaza, la casa di Ismail Haniyeh, capo dell’Ufficio politico di Hamas, l’Onu ha presentato un piano in 10 punti per “fermare la carneficina a Gaza” e ha lanciato un’inchiesta internazionale sulle violazioni in guerra, e l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Borrell, ha chiesto a Israele di “non lasciarsi consumare dalla rabbia”.
Infine, secondo alcuni media, “nella Striscia sarebbero stati interrotti tutti i servizi di telecomunicazione“ e , secondo quanto dichiarato dalla Croce Rossa: “Nel Nord di Gaza sarebbero rimaste solo 5 ambulanze, le altre sarebbero state distrutte”.
Ai microfoni della BBC , invece, un testimone ha raccontato che “I soldati israeliani avrebbero sparato dentro l’ospedale Al Shifa”, ospedale nei cui pressi, l’esercito israeliano avrebbe trovato il corpo di uno degli ostaggi.
In Italia, invece, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, ha ribadito quanto dichiarato ieri alla Camera nel corso del Question Time, in merito alle posizioni del Governo sulla crisi israelo-palestinese. Tre, i punti cardine della strategia diplomatica italiana, volta a riportare la stabilità e la pace nel territorio: l’intervento di una forza di intermediazione ONU, una transizione a guida ANP (Associazione Nazionale Palestinese) e la soluzione a due Stati.
Non solo dossier di politica estera ,però, sul tavolo del Governo. Stamane, la Presidente del Consiglio,Meloni, ha presieduto a Palazzo Chigi, insieme con i Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, dell’Interno, Piantedosi, della Giustizia, Nordio, della Difesa, Crosetto, dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, per la Pubblica amministrazione, Zangrillo e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mantovano, una riunione con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia (per la Polizia di Stato hanno preso parte all’incontro: SIAP; SIULP; SAP; SILP CGIL; Federazione COISP-MOSAP; FSP Polizia di Stato ES-LS; ANFP-SIAP; Federazione SILP CGIL-UIL POLIZIA. Per la Polizia Penitenziaria: SAPPE; SINAPPE; OSAPP; UILPA PP; USPP; CISL-FNS; CGIL-FP PP; A.N.F.P.P.-DIRPOLPEN. Per i Vigili del Fuoco CONAPO; FNS CISL; UIL PA-VVF; FP CGIL-VVF; CONFSAL-VVF; FEDERDISTAT VV.F. E F.C.; A.P. VVF; SI.N.DIR- VVF e gli esponenti di tutte le sezioni del Consiglio Centrale di Rappresentanza -COCER) e dei Vigili del Fuoco.
Come si legge nella nota diramata dalla Presidenza del Consiglio, nel corso dell’incontro, in cui è stato presentato un pacchetto di misure riguardante sicurezza, difesa e soccorso pubblico, al centro del Consiglio dei Ministri convocato per oggi, “Il Presidente Meloni e i Ministri hanno espresso i propri ringraziamenti per l’encomiabile lavoro svolto quotidianamente in Italia e all’estero dal personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico e hanno illustrato le misure adottate per il comparto nonché i provvedimenti all’esame del Consiglio dei Ministri.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali e le rappresentanze del personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco hanno manifestato apprezzamento e soddisfazione per le misure illustrate e per l’attenzione e il dialogo confermati dal Governo”.
La Premier, in tale consesso, ha poi annunciato novità nel comparto militare: “Il governo si appresta a varare un decreto legislativo sulla revisione dello strumento militare nazionale. È un provvedimento al quale la Difesa ha lavorato molto e che punta a superare un impianto anacronistico e riconosce la necessità di adeguare gli organici delle Forze armate in coerenza con gli accresciuti impegni in ambito nazionale e internazionale. Questo provvedimento – ha spiegato il premier – consentirà di valorizzare le professionalità necessarie ad affrontare le nuove sfide, anche a tutela dei nuovi domini, e di reclutare professionalità in servizio permanente ad alta e altissima specializzazione”.
Infine, ha confermato che 1,5 miliardi presenti in Manovra saranno interamente destinati al comparto sicurezza: “Dei 5 miliardi stanziati per la contrattazione collettiva nazionale del settore pubblico, in base ai calcoli del Mef, tenendo conto della massa salariale e delle retribuzioni medie, e in base anche alle nostre priorità, non meno di 1,4 miliardi saranno destinati a Forze di polizia e Forze armate e altri 100 milioni ai Vigili del fuoco. Complessivamente 1,5 miliardi interamente destinati al comparto che voi rappresentate“.
A seguire, quindi, si è tenuto , sempre a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri, nel quale sono stati approvati una serie di decreti contenenti norme attinenti alla sicurezza, alla difesa e in materia di fisco, quali: le disposizioni in materia di contenzioso tributario e in materia di adempimento collaborativo.
Tali decreti sono stati illustrati in conferenza stampa dal Ministro degli Interni, Piantedosi e dal Vice Ministro all’Economia e alle Finanze, Leo.
Vediamo di seguito le norme principali approvate in materia di sicurezza e di tutela delle Forze dell’Ordine.
Occupazioni abusive: introdotto “un nuovo delitto, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Per rendere più efficace questa norma è prevista una causa di non punibilità per l’occupante che collabora all’accertamento dei fatti e rilascia volontariamente l’immobile occupato; viene inoltre disciplinato un apposito procedimento, molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto. in via ordinaria ,su questo, provvederà il giudice, ma nei casi urgenti, in cui l’immobile occupato sia ad esempio l’unica abitazione della persona offesa, è prevista la possibilità che la liberazione/restituzione dell’immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l’intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice”.
Truffe agli anziani: introdotta una stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili, che prevede l’ aumento della pena di reclusione da 2 a 6 anni per la truffa aggravata e la possibilità per le Forze dell’ordine di procedere ad arresto in flagranza.
Norme antiborseggio e anti-accattonaggio dei minori: “Il questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi. Inoltre, nei processi penali per tali reati compiuti nelle metropolitane e nelle altre aree del trasporto pubblico, il giudice, ove la legge consenta la sospensione condizionale della pena, dovrà comunque prevedere il divieto di accesso a tali luoghi. Si introduce, inoltre, una norma per sanzionare chi impiega minori nell’accattonaggio. Alle norme già previste per punire chi organizza o favorisce quest’attività si aggiunge una specifica norma per punire chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni invece di mandarlo a scuola o lo costringe con la violenza o la minaccia”.
Quanto alle detenute madri, “non sarà più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in gravidanza o madri di figli fino a tre anni, ma sarà facoltativo in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che potranno influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. Prevista poi anche la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età)”.
Blocchi stradali: introdotta una fattispecie nuova di reato per chiunque impedisca la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo, nel momento in cui risulti particolarmente offensiva e allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente.
Rivolte in carcere: “Introdotto un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena va da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Previste specifiche aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi. Un’ulteriore fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti. Inasprite le pene con la reclusione fino a 6 anni anche se le rivolte avvengono nei Cpr”.
Previste, inoltre ,più tutele per le Forze dell’Ordine: “Introdotto , infatti, un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Previsto anche un aggravamento di pena per le lesioni cagionate nei loro confronti. È aumentata la pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle Forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione”.
Infine, “gli agenti di pubblica sicurezza potranno detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza ulteriore licenza. Norma molto attesa dal comparto, spiegano da Palazzo Chigi, e che consentirà, ad esempio, agli agenti di avere fuori dal servizio un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza, di solito molto più pesante”.
La Presidente del Consiglio, poi, in serata , è volata a Zagabria per partecipare, presso il Palazzo del Governo della Repubblica di Croazia, alla cena del Consiglio europeo, per Consultazioni dei leader sull’agenda strategica.
Domani, alle 9:40, incontrerà il Primo Ministro della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković.
In merito al dossier lavoro e salario minimo, la Maggioranza ha presentato presso la Commissione della Camera una proposta firmata da tutti i capigruppo del centrodestra in cui si legge che “Il Governo, entro sei mesi è obbligato ad adottare , su proposta del Ministero del Lavoro , una serie di Decreti legislativi in materia di retribuzione dei lavoratori e di contratti collettivi al fine di garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sostenuto dall’Art.36 della Costituzione”.
Immediata, la reazione delle Opposizioni, con il Presidente del M5S, Conte, che ha dichiarato: “Sul salario minimo, il governo, dopo aver buttato la palla in tribuna, preannuncia che la sgonfierà. Umilieranno il Parlamento, hanno detto che passeranno al decreto legislativo, Lo fanno per prendere tempo e sfiammare questa che è stata l’onda che si è levata nel Paese. Si sono ingegnati in tutti i modi, con espedienti normativi per cercare di allontanare questa che è una norma di civiltà. Con l’emendamento si dà uno schiaffo ai lavoratori: parlano di salari differenziati in relazione alle varie parti d’Italia, quindi tra nord e sud, è una prospettiva scellerata che reintroduce le gabbie salariali. Questo disegno si collega all’altro scellerato progetto di autonomia differenziata. Questa maggioranza getta le carte sul tavolo, vogliono stravolgere la Costituzione con un disegno accentratore di tutti i poteri in una sola figura”, riecheggiato dalla responsabile del Lavoro del Pd, Cecilia Guerra, che ha detto: “Il Governo ha tirato finalmente fuori il coniglio dal cilindro: il contratto collettivo nazionale maggiormente applicato. Il nuovo faro guida per la giusta retribuzione. Un concetto pericoloso, perché non ancorato ad alcun criterio di rappresentatività dei soggetti che lo firmano, che favorisce paradossalmente i contratti pirata. Vogliono quindi cancellare il riferimento, democratico, ai contratti firmati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, contenuto nella legge delle opposizioni. Ma vogliono anche cancellare il salario minimo legale, perché per loro 9 euro lordi all’ora sono troppi! Per non parlare delle gabbie salariali, contenute nel loro emendamento”.
Sul tema del salario minimo, è tornata stamane, nel suo intervento a un’iniziativa di FdI sul Lavoro, la ministra Calderone, che ha dichiarato: “C’ è un ragionamento molto più ampio del salario minimo legale fissato per legge, c’è un tema di salario dignitoso. Siamo contro al salario minimo per legge; fare un ragionamento su un’equa retribuzione è anche tener conto che nell’ambito della contrattazione collettiva il valore della restituzione in termini orari di un importo è data da tutta una serie di fattori. Siamo contro al salario minimo per legge e lo facciamo per coerenza nell’utilizzo degli strumenti: se siamo per la contrattazione non possiamo imporre per legge un numero che è un importo minimo di salario, ma va semmai individuata una modalità con cui sostenere i rinnovi contrattuali o delle legittime misure di contrasto all’utilizzo improprio degli strumenti o anche per combattere tutte quelle forme di lavoro spurio come la falsa intermediazione di manodopera e su questo siamo impegnati”.
Quanto allo sciopero previsto per domani , indetto da Cgil e Uil , che hanno deciso di presentare ricorso contro la precettazione attuata dal Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, in quanto ,a loro dire, “il Governo avrebbe leso la democrazia e il diritto allo sciopero”, la ministra Calderone, ha sottolineato: “Il diritto allo sciopero è fondamentale e va assolutamente ribadito e confermato, nessuno lo ha messo in discussione. Nell’ambito dei servizi essenziali bisogna rispettare delle norme che sono a tutela dei diritti dei cittadini come la mobilità. La precettazione è avvenuta in tante altre occasioni, non è un inedito. Noi siamo disponibilissimi al confronto con tutte le parti sociali su tutto quanto, anche sugli interventi che metteremo in campo per rendere più dinamico il mondo del lavoro. Non c’è una preclusione, non potrebbe esserci. A breve individueremo una serie di impegni, ma tutti ci dobbiamo mettere attorno a un tavolo con la volontà di ascoltarci reciprocamente e non partire dal presupposto di dire, ancora prima che sia finito l’incontro, che non è servito a niente”.
In ultimo ,su occupazione e sicurezza sul lavoro, ha affermato: “I dati sull’occupazione, ha proseguito il ministro, “sono in crescita e ci fanno ben sperare. Ovviamente bisogna tenere conto degli indicatori generali ma penso che abbiamo tutti i presupposti per far funzionare le politiche che abbiamo già avviato. Ora abbiamo un obiettivo importante al primo gennaio 2024: la partenza dell’assegno di inclusione per 750mila nuclei familiari. Stiamo lavorando per implementare questa seconda parte della riforma. In merito alle morti sul lavoro, non intendo derogare a quelle che sono le mie responsabilità: dovremo non solo fare controlli più pressanti ma fare anche una riflessione sulla tenuta e l’eventuale necessità di altre norme che possano essere ancora più incisive dove un errore umano può causare la perdita di una vita”.
Nel frattempo, la Commissione UE ha inviato a Roma una lettera contenente il parere motivato riguardo la procedura di infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkenstein sulla messa a bando delle concessioni balneari e una seconda lettera , sempre con parere motivato e avvio di una procedura di infrazione, sull’assegno unico, in quanto misura “discriminatoria” , poiché prevista solo per chi risieda da almeno due anni in Italia e viva nello stesso nucleo familiare dei figli.
L’Esecutivo , ora ha due mesi per rispondere, pena una maxi multa. Bruxelles , però, ha fatto sapere che i rapporti con il Governo non sono compromessi e che la Commissione preferisce sempre trovare un accordo con gli Stati membri piuttosto che andare in giudizio presso la Corte di Giustizia.
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