di Federica Marengo giovedì 16 novembre 2023
-Nella 620° giornata di guerra in Ucraina, la Russia ha concentrato sulla Crimea,occupata da Mosca dal 2014, più di 800 missili , al fine di utilizzarli per attaccare il sistema energetico ucraino quest’inverno. Ad annunciarlo, in un intervento televisivo, l’addetta stampa del comando meridionale ucraino, Natalia Gumeniuk, nel quale, citando fonti dell’intelligence militare ucraina, ha dichiarato: “Stiamo parlando in totale di più di 800 missili pronti per essere utilizzati dal nemico nella fase del terrore energetico”.
Kiev aveva già avvertito nelle scorse settimane che la Russia sta ammassando missili per ripetere quest’inverno, quando le temperature scenderanno sotto lo zero, la campagna di attacchi alle infrastrutture energetiche già attuata l’anno scorso.
L’Ucraina, infatti, non dispone di sistemi aerei in grado di intercettare i missili sulla maggior parte del suo territorio, specie quelli ipersonici russi come l’Onyx o il Kinzhal. Ad eccezione della capitale Kiev, dove gli ucraini hanno costruito una sofisticata architettura di difesa aerea moderna con i sistemi ricevuti dall’Occidente.
Secondo il vice capo dell’Amministrazione militare regionale di Khmelnytskyi, eplosioni, sono state registrate anche nella città, dove la difesa aerea sarebbe stata attivata, così come nella città di Chuhuiv, nella regione ucraina orientale di Kharkiv.
Tuttavia, il capo delle parti occupate della regione di Kherson, Volodymyr Saldo, ha ammesso per la prima volta, dichiarandolo sul suo canale Telegram ,che piccoli gruppi di soldati ucraini hanno operato nell’area tra un ponte ferroviario sul Dnipro e Krynky, un villaggio a circa 35 chilometri a est di Kherson.
Intanto, mentre il Presidente ucraino Zelensky, si è congratulato tramite X con il Premier spagnolo Sanchez per la sua rielezione, dicendosi “felice di lavorare insieme per rafforzare entrambe le nostre nazioni e l’intera Europa, integrare l’Ucraina nel’Ue e nella Nato e contrastare l’aggressione russa“, il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko, ha annunciato: “Kiev e Bruxelles sono ora città gemellate. Oggi, al Kyiv Investment Forum, che si svolge a Bruxelles, Philip Klose e io abbiamo firmato un accordo sulla cooperazione tra le nostre città. I rapporti tra Kiev e Bruxelles sono un esempio di cooperazione efficace tra le città, che continueremo a sviluppare”.
Più tardi, sempre il Presidente Zelensky, rivolgendosi ai partecipanti al vertice dell’Assemblea parlamentare della Cooperazione economica del Mar Nero (PABSEC),ha detto: “La Russia non è più in grado di utilizzare il Mar Nero come proprio punto d’appoggio, e che l’Ucraina è riuscita a prendere l’iniziativa e costringere i russi a cercare di nascondere le loro navi da guerra. Per la prima volta al mondo, una flotta di droni navali , la flotta ucraina, ha iniziato ad operare nel Mar Nero. Vorrei anche sottolineare che ora, come uno dei risultati chiave delle nostre azioni, la Russia è incapace di utilizzare il Mar Nero come trampolino di lancio per destabilizzare altre regioni del mondo. Quindi ora , più che mai , è ovvio che la nostra cooperazione nella regione del Mar Nero non potrà che aumentare. La parte occidentale del Mar Nero è stata messa in sicurezza, il che ora consente il funzionamento dei corridoi di esportazione marittimi. Il PABSEC comprende 13 Paesi: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Georgia, Grecia, Moldavia, Macedonia del Nord, Romania, Russia, Serbia, Turchia e Ucraina”.
Il consigliere presidenziale ucraino, Podolyak, invece,ha commentato il summit di San Francisco fra i Presidenti USA, Biden e cinese Xi Jinping, , conclusosi con intenti di distensione tra le due superpotenze, scrivendo su X: “Il summit fra i presidenti americano Joe Biden e cinese Xi Jinping dimostra come la Russia sia stata finalmente rimossa dalla lista di quanti influenzano veramente i processi globali. Il summit è un grande segnale al mondo: dialogo invece di scontro, nuovo ordine globale, regole considerate come necessarie, stabilità e prevedibilità”.
A Bruxelles, un portavoce della Commissione UE, durante la consueta conferenza stampa, replicando a una domanda sul blocco dei corridoi di solidarietà al confine tra Polonia e Ucraina, ha spiegato: “La Commissione si rammarica del fatto che i colloqui tra i governi polacco e ucraino e i manifestanti polacchi non abbiano ancora avuto successo. Le discussioni devono continuare, contiamo sul governo polacco e sulle autorità ucraine per continuare questi scambi e per giungere a una soluzione. Ieri una delegazione di alto livello della Commissione, tra cui il direttore generale della DG Trasporti, si è recata al valico di frontiera in Polonia dove si stanno svolgendo le proteste per partecipare agli scambi con il governo e i manifestanti. Tale visita abbia permesso di “misurare l’impatto delle proteste, che è molto considerevole. Ci sono code lunghissime alla frontiera, condizioni molto difficili per i camionisti e un impatto economico molto significativo. Durante la visita sono state discusse alcune soluzioni che il governo polacco in particolare dovrebbe essere in grado di prendere in considerazione, tra cui la questione dei camion vuoti che attraversano il confine”.
Quanto al nuovo pacchetto di sanzioni , il segretario generale della Face, la Federazione europea consumatori di alluminio, Mario Conserva, tramite una nota, ha lanciato l’allarme: “L’aggiunta di prodotti in alluminio alla proposta del 12° pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia sarebbe un grave errore. L’alluminio è stato oggetto di una vigorosa e perseverante campagna di lobbying da parte dei concorrenti dei produttori russi e di alcune associazioni industriali, e alla fine è stato inserito nella proposta della Commissione per il 12° pacchetto di sanzioni Ue. Abbiamo la sensazione che, sotto pressione, si sia voluto aggiungere a tutti i costi l’alluminio alla nuova proposta della Commissione, anche senza tener conto di conseguenze ben più indesiderate dell’efficienza energetica”.
Il primo ministro finlandese ,Petteri Orpo e la ministra dell’Interno,Mari Rantanen, hanno fatto sapere che “La Finlandia, a partire dal 18 novembre e, fino al 18 febbraio 2024, chiuderà quattro valichi di frontiera al suo confine con la Russia, in risposta alla decisione delle autorità russe di consentire l’attraversamento di un numero crescente di richiedenti asilo privi di documenti. Si tratta dei valichi sul confine orientale di Vaalimaa, Nuijamaa, Imatra e Niirala”.
Lo stesso Premier Orpo, poi, ha spiegato ai cronisti: “Attualmente ci sono nove punti di attraversamento, di cui uno dedicato esclusivamente al trasporto ferroviario. Le operazioni delle autorità di frontiera russe sono cambiate. Decine di migranti, per lo più provenienti dal Medioriente e dall’Africa, negli ultimi giorni sono arrivati senza documenti adeguati e hanno chiesto asilo dopo essere stati presumibilmente aiutati dalle autorità russe a raggiungere la zona di confine fortemente controllata”.
Immediata , la replica dell’ambasciata russa in Finlandia, che ha espresso “preoccupazione” per la decisione del governo di Helsinki di chiudere quattro degli otto valichi di frontiera con la Russia, quelli più trafficati essendo i più vicini a San Pietroburgo , e ha chiesto “chiarimenti” in proposito al ministero degli Esteri finlandese riguardo gli aspetti pratici dell’applicazione della decisione, precisando come “le misure di risposta della parte russa saranno decise anche sulla base di queste informazioni”.
In merito, la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, ha reso noto tramite X: “Ho avuto una telefonata con il premier finlandese, Petteri Orpo, che mi ha informato della situazione al confine con la Russia. La strumentalizzazione dei migranti da parte della Russia è vergognosa. Sostengo pienamente le misure adottate dalla Finlandia. E ringrazio le guardie di frontiera finlandesi per aver protetto i nostri confini europei”.
Nel frattempo, il segretario generale della Nato, Stoltenberg, incontrando il Presidente della Lettonia, Edgars Rinkevics, ha sottolineato: “La situazione per l’Ucraina è difficile ma questo vuol dire che dobbiamo darle maggior sostegno, non minore”,mentre il Dipartimento del Tesoro Usa, in una nota, ha fatto sapere che: “Gli Stati Uniti hanno sanzionato tre società proprietarie di tre navi che trasportavano petrolio russo e violavano la norma del price cap stabilito dalla coalizione nell’ambito delle sanzioni a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. Queste sanzioni puntano a ridurre le entrate petrolifere che il governo russo può utilizzare per finanziare la sua brutale invasione dell’Ucraina”.
Il Vicesegretario al Tesoro Wally Adeyemo, ha affermato in merito che: “Le compagnie di navigazione e le navi che partecipano al commercio petrolifero russo devono comprendere appieno che le riterremo responsabili del rispetto delle misure. Siamo impegnati a mantenere la stabilità del mercato nonostante la guerra della Russia contro l’Ucraina, tagliando allo stesso tempo i profitti che il Cremlino utilizza per finanziare la sua guerra illegale. Rimaniamo inflessibili nel perseguire coloro che facilitano l’evasione dei limiti di prezzo stabiliti”.
Infine, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, parlando del suo ruolo di inviato del Papa per la pace in Ucraina, ha detto: “Per l’Ucraina si farà tutto quello che serve. Continua tutto l’impegno per i bambini e per gli altri aspetti umanitari. Il Papa ha mantenuto una grande passione di non abituarsi alla guerra. C’è una attività enorme che continuerà sicuramente. I contatti con le autorità, da una parte e dell’altra, continuano, con il coinvolgimento delle Nunziature, in piena collaborazione quindi con la Segreteria di Stato”.
Poi, alla domanda se la guerra in Medio Oriente abbia abbassato i riflettori sull’Ucraina, Zuppi, ha risposto: “Per noi no, si resta attenti, la Chiesa per fortuna ha tutti i riflettori accesi, anche su altre zone di crisi come il Sud Sudan e il Nagorno Karabach. Nella geopolitica , la crisi in Medio Oriente può condizionare, non c’è dubbio. Come Chiesa non smettiamo di avere attenzione” per l’Ucraina e per le altre crisi in corso nel mondo”.
©Riproduzione riservata