di Federica Marengo sabato 11 novembre 2023
-Nella 617° giornata di guerra in Ucraina, il Presidente Zelensky, in occasione del primo anniversario della liberazione di Kherson dall’occupazione russa, ha dichiarato: “L’Ucraina restituirà alla popolazione le sue città e villaggi temporaneamente occupati dalle forze russe. L’intero sud dell’Ucraina ha imparato l’anno scorso che la Russia non arriva mai ‘per sempre’, non importa quante volte lo ripetano. Perché l’Ucraina ritorna sempre – sempre!: Quando conosciamo il nostro obiettivo. Quando è un obiettivo condiviso. Quando siamo uniti. E quando uniamo gli altri attorno all’obiettivo ucraino”.
Più tardi, poi, lo stesso Zelensky, ha avuto una conversazione in videoconferenza con il Presidente polacco, Duda in occasione del giorno dell’indipendenza della Polonia, nella quale, sottolineando che “l’indipendenza dell’Ucraina sarà sempre un forte sostegno per la libertà della Polonia”, ha detto: “L’unità dell’Europa , il nostro interesse comune , può essere potente solo quando uno dei suoi fondamenti è l’alleanza tra le volontà ucraina e polacca, quando siamo insieme, quando siamo insieme nell’Unione europea, nella Nato e in tutti i momenti determinanti della nostra storia comune. I nostri popoli ,insieme a tutta l’Europa, hanno fatto molta strada e ogni volta che siamo stati dalla stessa parte abbiamo cambiato la storia in meglio. Quando ucraini e polacchi sono uniti da un obiettivo comune sono possibili cose incredibili. Come nelle battaglie di Orsha e Zamosc, così ora, nella battaglia in corso per la libertà dell’Ucraina, e quindi della Polonia. Vinceremo questa battaglia perché ci stimiamo a vicenda. Gli ucraini saranno sempre grati al popolo polacco per l’assistenza fornita nei difficili momenti dell’aggressione russa. Sono grato che i cuori polacchi abbiano sentito il ritmo dei cuori ucraini al momento giusto e nel modo giusto. Sono grato che valori come l’onore, la libertà e la solidarietà siano davvero fondamentali per il popolo polacco. E sono grato per la calma e il rispetto di tutto il nostro popolo che avete protetto condividendo il calore della casa polacca”.
Il Premier polacco Duda, a sua volta, nel corso della cerimonia solenne a Varsavia, in occasione della Festa dell’indipendenza polacca, ha detto: “L’imperialismo russo non si fermerà in Ucraina; se non sarà castigato vorrà togliere la sovranità agli altri Stati e perciò la Polonia deve continuare gli sforzi per garantire la propria sicurezza. In vista della prima seduta di dopodomani del Parlamento di nuova legislatura, la questione fondamentale per i polacchi è ultimare i programmi in corso per assicurare la sicurezza energetica nonché i massicci acquisti di armamenti (iniziati dal precedente governo) affinché il paese sia in grado di difendersi. La Polonia fa parte del Patto Atlantico e la sua sicurezza è garantita anche dagli Stati Uniti, ma l’interesse del nostro Paese deve essere sempre in primo luogo”.
Intanto, l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Borrell ,in un videomessaggio inviato al Congresso del Partito del socialismo europeo (Pse), in corso a Malaga, ha sottolineato: “La prospettiva di una vittoria dell’Ucraina sulla Russia, non è immediata, noi europei, che abbiamo le risorse, dobbiamo aiutare Kiev a continuare nella lotta contro Mosca e a prendere il posto degli Usa se il loro appoggio diminuirà. La guerra sarà lunga perché per il regime di Putin questa rappresenta un fattore di sopravvivenza politica. La maggior sicurezza che l’Europa può dare all’Ucraina è quella di farla entrare nell’Ue. L’Ucraina non sarà in grado di vincere il conflitto in corso con la Russia nel prossimo futuro. Abbiamo molti problemi. L’Europa si trova ad affrontare una doppia sfida. La prima è l’Ucraina, dove non c’è alcuna prospettiva di sconfiggere la Russia nel prossimo futuro. La seconda sfida, è la situazione in Medio Oriente, che il diplomatico ha descritto come il risultato del “fallimento politico e morale della comunità internazionale”.
Sempre nell’ambito del Congresso del PSE, il cancelliere tedesco Scholz, ha evidenziato: “Putin non deve vincere. Il Presidente russo Vladimir Putin ha rotto l’accordo decennale secondo cui i confini non devono essere spostati con la forza. Per questo è evidente che Putin non deve vincere. Per raggiungere questo obiettivo, non bisogna solo aiutare l’Ucraina, ma anche rafforzare la capacità di difesa europea e migliorare le relazioni con i paesi emergenti di tutto il mondo e con i paesi del cosiddetto sud del mondo”.
Proprio il Governo tedesco, secondo quanto riferito dal quotidiano Bild, che ha citato informazioni ottenute dal Ministero della Difesa, “prevede di raddoppiare l’assistenza militare all’Ucraina, portandola a 8 miliardi di euro (8,6 miliardi di dollari) il prossimo anno. Lo hanno riportato i media tedeschi. La Commissione per il bilancio del Parlamento tedesco approverà i 4 miliardi di euro in più di finanziamenti militari per Kiev in una riunione della prossima settimana”.
Riguardo all’adesione dell’Ucraina alla Nato, invece, secondo quanto riportato dal Guardian, l’ex segretario generale dell’Alleanza Atlantica (dal 2009 al 20214), Anders Fogh Rasmussen, che ha lavorato con Andriy Yermak, consigliere del Presidente ucraino, Zelensky, in particolare in vista dell’ultimo vertice della Nato a Vilnius , che si è concluso senza alcun invito all’adesione dell’Ucraina, ha avanzato la proposta che l’Ucraina si unisca all’alleanza militare, senza però i territori occupati dalla Russia. Rasmussen, ha evidenziato che “un piano per l’adesione parziale dell’Ucraina non significherebbe un congelamento del conflitto, ma segnerebbe invece la determinazione ad avvertire la Russia che non può impedire all’Ucraina di unirsi all’alleanza difensiva occidentale”.
Infine, la Corea del Nord ha criticato i commenti del segretario di Stato americano Blinken, sulle relazioni di Pyongyang con Mosca, definite da quest’ultimo “pericolose”, sottolineando: “Gli Usa dovrebbero abituarsi alla nuova realtà delle relazioni tra la Corea del Nord e la Russia”.
Sul campo, nel frattempo, il portavoce militare ucraino Alexander Shtupun, citato dal Guardian, ha fatto sapere che: “Le forze russe stanno ancora cercando di circondare Avdiivka, la città del Donetsk contro la quale è stata lanciata un’offensiva dalla metà di ottobre. Le forze russe non hanno rinunciato a cercare di circondare Avdiivka e le forze ucraine stanno respingendo gli assalti all’impianto e alla struttura che è ancora sotto il loro controllo”.
Sotto attacco russo, nelle ultime 24 ore, la capitale Kiev, colpita da 31droni kamikaze , 19 dei quali, abbattuti. Tra questi, alcuni hanno colpito un deposito di munizioni della 43° brigata meccanizzata ucraina.
Raid delle forze russe sono stati registrati anche sulla regione di Odessa, su cui sono stati lanciati missili balistici. Segnalati anche altri tre missili: un Kh-31, lanciato dal Mar Nero, un Onyx, lanciato dalla Crimea occupata e un S-300, proveniente dalla regione russa di Belgorod.
Secondo quanto scrive l’agenzia Unian , citando il ministero dell’Energia di Kiev, “i lanci di missili e droni da parte dei russi sull’Ucraina hanno lasciato parzialmente senza elettricità ben sei regioni del Paese: Donetsk, Zaporizhzhia, Sumy, Chernihiv, Kharkiv e Kherson. Quindi, gli utenti rimasti senza luce sono diverse migliaia in ognuna di esse”.
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