di Federica Marengo sabato 28 ottobre 2023
-Nella 603° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti gli attacchi russi sul Paese. Colpite, infatti, le regioni di Dnipropetrovsk e Mykolaiv. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Serhiy Lysak, ha reso noto che tre missili sono stati distrutti nella sua regione e che i russi hanno colpito due volte con l’artiglieria pesante la comunità Marganets, del distretto di Nikopol, mentre il capo dell’amministrazione militare della regione di Mykolaiv, Vitaly Kim, ha fatto sapere che le forze ucraine hanno abbattuto la notte scorsa tre missili da crociera Kh-59 nella regione.
Il ministro della Difesa ucraina, Umerov, poi, ha dichiarato via Telegram che, ad oggi, Mosca ha perso circa 4.000 uomini durante l’offensiva su Avdiivka, nella regione di Donetsk e ha spiegato di aver avuto una conversazione telefonica con il segretario della Difesa degli Usa Austin nella quale gli ha riferito degli ultimi aggiornamenti sul campo, compresa la situazione della città del Donetsk.
In tale contesto, Umerov, ha ingraziando gli Stati Uniti per “la continua ed efficace cooperazione e per la fornitura di munizioni di artiglieria all’Ucraina”.
Al riguardo, secondo l’intelligence britannica: “Il vano tentativo delle forze russe di catturare la città di Avdiivka, nell’Ucraina orientale, suggerisce che la principale sfida politico-militare della Russia rimane la stessa che è stata per gran parte della guerra: i leader politici chiedono che venga conquistato più territorio, ma i militari non riescono a generare un’azione offensiva efficace a livello operativo. Nell’ultima settimana, sono continuati combattimenti pesanti ma inconcludenti intorno alla città, dove la Russia ha avviato un importante sforzo offensivo a metà ottobre. La Russia ha probabilmente impegnato nel settore fino a otto brigate. Questi elementi hanno probabilmente subito alcuni dei tassi di perdite più alti della Russia dall’inizio dell’anno. I blogger militari nazionalisti russi, intanto, sono “aspramente critici nei confronti delle tattiche militari nell’operazione”.
Intanto, stamane è iniziata a Malta la due giorni della terza edizione di colloqui di pace (dopo quelli analoghi di quest’estate a Gedda e Copenaghen) sostenuti dall’Ucraina per fermare l’invasione russa con i rappresentanti di circa 66 Paesi, tra cui Turchia, Brasile e India, ma non Russia e Cina. Al vertice, il Presidente ucraino Zelensky spera di ottenere il sostegno per il suo piano in dieci punti per porre fine alla guerra scatenata dall’invasione russa nel febbraio 2022.
A tal riguardo, il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Andriy Yermak, ha spiegato: “Si tratta di un’opportunità per le autorità di Kiev di presentare e discutere con i funzionari delle nazioni partecipanti soluzioni concrete per raggiungere una pace giusta e sostenibile. Nel mio intervento ho ricordato che sempre più Paesi che rispettano il diritto internazionale e la Carte delle Nazioni Unite prendono parte allo sviluppo della Formula. E la Russia dovrà cedere alla comunità internazionale. Dovrà accettare le nostre condizioni comuni. Ho riferito che ,con la partecipazione del Qatar, un Paese coinvolto nell’attuazione di alcuni punti della Formula di pace, siamo riusciti a riportare a casa quattro bambini ucraini. Altre migliaia di bambini rimangono in ostaggio della Russia, ma questo successo dimostra che insieme possiamo farcela. Nel corso della prima riunione della piattaforma a Malta, si è discusso delle questioni relative alla sicurezza nucleare, a quella energetica, a quella alimentare, alle questioni umanitarie e al ripristino dell’integrità territoriale del Paese, tutte contenute nella Formula di pace. Ci sono stati molti commenti. La discussione è stata vivace”.
Presente ai colloqui di Malta, per l’Italia, il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, l’ambasciatore Francesco Maria Talò.
Il Presidente ucraino, Zelensky, in un video pubblicato su X, ha spiegato: “Quasi 70 attori globali hanno aderito al processo per la Formula di pace dell’Ucraina. L’aspirazione alla pace è sancita dal diritto internazionale e dalla Carta delle Nazioni Unite. Ma la Carta funziona? Qui in Ucraina, in Medio Oriente e nei Paesi africani la risposta a questa domanda è il pianto delle madri che seppelliscono i loro figli uccisi nelle guerre, così come la disperazione dei bambini resi orfani. Possiamo e dobbiamo dare una risposta diversa. Ho proposto la Formula di Pace lo scorso anno. I suoi 10 punti coprono tutti gli aspetti dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina e si basano sui principi della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel corso del tempo, la Formula è gradualmente diventata globale, con sempre più Paesi e organizzazioni internazionali che uniscono gli sforzi per implementarla. Il risultato di queste azioni collettive può essere il ripristino dell’integrità territoriale dello Stato e la piena forza del diritto internazionale, con la garanzia di una pace affidabile e giusta”.
A Mosca, invece, i diplomatici russi hanno respinto come “menzogne” le affermazioni della Casa Bianca secondo cui l’esercito di Mosca avrebbe “giustiziato i propri soldati che si sarebbero rifiutati di eseguire gli ordini sul campo di battaglia in Ucraina”.
Restando negli USA, i repubblicani hanno bloccato il nuovo pacchetto congiunto di aiuti, in quanto contrari a concedere altri fondi a Kiev per difendersi dall’aggressione russa. In particolare, il neo Speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson, ha parlato con il Premier israeliano Netanyahu ,affermando di essere favorevole a scorporare i 14,3 miliardi di aiuti a Israele dal pacchetto che include anche i fondi all’Ucraina.
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