di Federica Marengo giovedì 26 ottobre 2023
-Nella 601° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Colpita, infatti, la città di Kherson con almeno 35 bombe; raid nel corso dei quali è rimasto ucciso anche un tredicenne, mentre il capo dell’amministrazione militare di Kharkiv, Oleg Siniegubov, ha fatto sapere che in dieci insediamenti della regione ucraina di Kharkiv verrà annunciata l’evacuazione forzata delle famiglie con bambini. Nella zona, le forze russe stanno conducendo pesanti attacchi.
La responsabile del centro stampa congiunto del comando operativo sud ucraino, Natalia Humeniuk,invece, ha dichiarato al canale United News che: “La Russia ha attualmente cinque navi, tra cui un sottomarino lanciamissili, nel Mar Nero. Ogni volta che è impiegato questo vettore missilistico, c’è un maggiore pericolo, perché i lanci possono essere difficili da rilevare. La portavoce ha osservato che ieri non c’erano lanciamissili russi nel Mar Nero e nel Mar d’Azov”.
Aleksandr Shtupun, portavoce dei gruppi di forze meridionali dell’Ucraina, invece, ha dichiarato alla Tv nazionale che: “Le forze russe non tengono conto delle pesanti perdite e continuano ad avanzare per conquistare la città orientale di Avdiivka. Il nemico cerca di avanzare e noi lo respingiamo”.
Inoltre, il ministero per la Reintegrazione di Kiev, ha precisato che “L’Ucraina ha annunciato oggi di voler evacuare centinaia di bambini dalle comunità vicine alla città nord-orientale di Kupyansk, mentre la Russia intensifica gli attacchi nell’area”. Si prevede, infatti, che 275 bambini saranno evacuati da 10 località dentro e intorno a Kupyansk, che si trova a meno di otto chilometri dalla linea del fronte.
Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Grossi, a seguito di un recente attacco sulla città di Khmelnytskyi, che ha danneggiato gli edifici adiacenti alla centrale nucleare della regione e ,che ha coinvolto 11 droni Shahed, ferendo 16 persone, danneggiando le linee elettriche e interrompendo due città vicine alla centrale nucleare, Netishyn e Slavuta, ha espresso preoccupazione per la sicurezza delle strutture nucleari .L’AIEA ha confermato che l’attacco ha temporaneamente interrotto l’alimentazione di alcune stazioni di monitoraggio delle radiazioni fuori dal sito.
A tal proposito, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo discorso serale alla popolazione, ha accusato la Russia di aver preso di mira volutamante la centrale: “È molto probabile che l’obiettivo di questi droni fosse la centrale nucleare di Khmelnytskyi. L’onda d’urto dell’esplosione ha mandato in frantumi le finestre, anche nei locali della centrale nucleare”.
Lo stesso Presidente Zelensky, poi, nella giornata di oggi, è intervenuto al Consiglio UE, per chiedere ai leader europei più sanzioni contro la Russia.
Proprio a proposito del Consiglio UE, il Primo ministro ungherese, Orban, ha anticipato la sua contrarietà allo stanziamento di risorse sia per la guerra in Ucraina che per l’immigrazione ,motivando il no a nuovi fondi a Kiev con l’inserimento dell’istituto di credito ungherese Otp, nella blacklist ucraina degli ‘sponsor del terrorismo’.
Poi, in merito ai rapporti di Budapest con Mosca, ha spiegato: “La Russia e l’Ungheria hanno un vicino comune, chiamato Ucraina. Abbiamo una strategia di pace: vogliamo mantenere aperti tutti i canali di comunicazione”.
Restando in tema, il nuovo Primo ministro slovacco Robert Fico, presente anch’egli al Consiglio UE, ha annunciato che il governo slovacco non invierà più aiuti militari all’Ucraina e non voterà a favore delle sanzioni alla Russia, ma chiederà colloqui di pace, in linea con il programma presentato in campagna elettorale, evidenziando: “Sosterrò la sospensione di aiuti militari all’Ucraina. L’immediata sospensione delle operazioni militari è la migliore soluzione che abbiamo per l’Ucraina. L’UE dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi in pacificatore. Non voterò a favore delle sanzioni contro la Russia finché non vedremo l’analisi del loro impatto sulla Slovacchia. Se dovessero esserci sanzioni che ci danneggeranno, come è avvenuto per la maggior parte delle sanzioni, non vedo alcun motivo per sostenerle”.
A Mosca, invece, secondo l’agenzia Tass: “Le forze nucleari strategiche russe hanno realizzato un’esercitazione di un “massiccio attacco nucleare in risposta a un attacco nucleare nemico”. Sempre secondo tale agenzia, l’esercitazione delle forze di deterrenza strategica, avvenuta alla presenza del Presidente Putin, ha coinvolto il lancio di un missile balistico intercontinentale Yars, un missile balistico Sineva da un sottomarino nucleare nel Mare di Barents e il lancio di missili da crociera con bombardieri Tu-95.
Nel frattempo, infatti, il Parlamento russo ha completato l’approvazione di una legge che ritira la ratifica da parte di Mosca del trattato globale che vieta i test sulle armi nucleari. La Camera alta , ovvero il Consiglio della Federazione, ha approvato oggi la legge con 156 voti favorevoli, dopo che anche la Camera bassa, la Duma, l’aveva approvata all’unanimità. Ora la firma tocca al Presidente Putin, che aveva esortato i legislatori ad apportare la modifica per “rispecchiare” la posizione degli Stati Uniti, che hanno firmato ma non hanno mai ratificato il trattato sulla messa al bando globale dei test nucleari (Ctbt).
Secondo quanto riportato nell’aggiornamento quotidiano sulla guerra in Ucraina dell’intelligence britannica, malgrado le smentite di Mosca, “E’ praticamente certo che munizioni nordcoreane siano arrivate nei depositi di munizioni nella Russia occidentale”, che sostengono “le operazioni militari russe in Ucraina”.
Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, invece, a margine della sua visita a Minsk, rispondendo alla domanda di un cronista riguardo ai rapporti della Russia con gli USA, ha dichiarato: “Non c’è più fiducia tra noi e gli Stati Uniti; l’hanno distrutta, minando tutti i principi enunciati Start” Oltre a questo, ci sono anche considerazioni pratiche. Chiedono costantemente di riprendere queste ispezioni, e le ispezioni vengono effettuate presso gli impianti nucleari, strutture legate allo stoccaggio di armi nucleari. E quando il regime di Kiev attacca con l’uso di armi occidentali, diciamo, come è avvenuto non molto tempo fa con le basi dei nostri bombardieri strategici sul territorio russo, probabilmente sorgono ancora più domande: perché gestire e ispezionare le nostre strutture proprio adesso?”.
Ieri ,Mosca ha fatto sapere ,tramite detto il viceministro degli Esteri russo Ryabkov, di aver ricevuto proposte da Washington sul controllo degli armamenti e che queste sono al vaglio, in quanto la Russia non è pronta a riprendere il dialogo sulla stabilità strategica con gli Stati Uniti, perché la linea americana continua ad essere interpretata da Mosca come “profondamente ostile”.
Il segretario generale della Nato, Stoltemberg, durante una conferenza stampa congiunta con il Primo ministro moldavo, Dorin Recean, in visita a Bruxelles, confermando il suo sostegno alla Moldova, ha chiesto nuovamente alla Russia di ritirare le sue truppe dall’Ucraina: “La Nato e la Moldova lavorano insieme da 30 anni e, in questi tempi molto complicati, stiamo approfondendo ancora di più la nostra partnership. Mosca continua a esercitare pressioni sulla Moldova, anche con il ricatto energetico e la disinformazione, con l’obiettivo di destabilizzare la società e minare la democrazia. La Moldova ha risposto con decisione, condannando l’invasione dall’Ucraina e rafforzando la sua resilienza e sicurezza interna. La Nato sostiene pienamente la sovranità e l’integrità della Moldova. Chiediamo alla Russia di ritirare le sue truppe dal territorio. Potete contare sul nostro supporto”.
Infine, in merito alla guerra in Medio Oriente, innescata dall’attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre, la portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova ha reso noto nel corso di una conferenza stampa che il Presidente Putin riceverà a Mosca i rappresentanti di Hamas. In precedenza, una fonte della delegazione palestinese aveva detto all’agenzia stampa russa che la delegazione sarebbe stata guidata da Abu Marzuk, alto esponente dell’organizzazione.
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