di Federica Marengo 24 ottobre 2023
-Mentre le forze israeliane hanno annunciato di essere “pronte” e “determinate” a procedere con l’attacco da terra sulla Striscia di Gaza, dove stamane , in un raid, è stato colpito un mercato, causando morti e feriti, e, mentre il segretario generale dell’Onu, Guterres, ha accusato Israele, (dove oggi si è recato in visita il Presidente francese Macron, che ha proposto che la coalizione internazionale anti Isis combatta anche Hamas), “di aver occupato i territori dei palestinesi da 56 anni”, suscitando la reazione immediata dell’’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, che ha chiesto le sue dimissioni, seguito dal ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, che ha cancellato l’incontro che aveva in programma con quest’ultimo, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, intervistato da Sky Tg24, ha confermato la morte anche del terzo dei tre italo-israeliani dispersi, spiegando: “La priorità è seguire gli italiani e garantire la sicurezza degli italiani a Gaza. Gli italiani che sono nella Striscia di Gaza sono 7 con passaporto italiano, 7 con passaporto italo-palestinese e altri 4 che sono palestinesi, bambini o mogli. L’ambasciata italiana al Cairo è pronta ad andare a recuperare questi 19, 14 italiani e loro familiari, per riportarli a casa non appena sarà possibile. Le notizie sono abbastanza confortanti per quanto riguarda i nostri concittadini nella Striscia di Gaza, che ‘tramite i convogli umanitari hanno ricevuto qualcosa da mangiare e da bere. Più difficile la loro uscita tramite il valico di Rafah con l’Egitto. I controlli al valico di Rafah sono molto severi per evitare che i miliziani di Hamas si infilino tra le persone che escono dalla Striscia di Gaza insieme ai palestinesi e ai cittadini con doppia nazionalità’. Quanto ai tre italiani morti sono una ferita profonda. Abbiamo incontrato i familiari e cercato di incoraggiarli. Sconsigliamo i viaggi in Libano, anche se nella zona maggiormente a rischio ci sono solo militari’; è giusto che Hamas sia colpito da Israele, perché sta continuando a lanciare razzi e Israele deve autotutelarsi. E’difficile colpire Hamas senza colpire la popolazione civile’, perché Hamas usa la popolazione civile per farsi da scudo e a volte nasconde armi in scuole, ospedali, luoghi sacri’. E’ Hamas che condanniamo, come organizzazione terroristica e non il popolo palestinese, che non è Hamas e ha diritto ad avere un proprio Stato. Ovviamente è riconosciuto il diritto di Israele a difendersi e anche quello di colpire Hamas, facendo attenzione a non colpire i civili’. Ci stiamo spendendo con Israele e con i Paesi arabi, perché ci sia una liberazione degli ostaggi senza condizioni, perché Hamas smetta di attaccare Israele e così Hezbollah. Ho chiesto ai Paesi arabi, tra cui Tunisia, Egitto, Qatar e Giordania, di svolgere ruolo di mediazione .In ogni caso , due popoli e due Stati è un obiettivo al quale lavorare e al quale non dobbiamo mai rinunciare, altrimenti cediamo alla logica della guerra. Bisogna trattare con Israele e con le Nazioni Unite, , ma nella Striscia di Gaza ‘si può prefigurare un intervento simile a quello nel sud del Libano con la presenza dell’Unifil. Una forza Onu di interposizione e di garanzia è un’ipotesi e avrebbe l’obiettivo di impedire una recrudescenza dei residui di Hamas ed evitare uno scontro tra israeliani e palestinesi. Per quanto riguarda l’Italia, occorre tenere alta la guardia senza creare allarmismi.. Non abbiamo segnali di possibili attentati, però le forze dell’ordine sono all’opera, occhi aperti, senza creare panico, non c’è da avere pura”.
La Premier Meloni, invece, ha incontrato a Palazzo Chigi una delegazione dei familiari delle vittime dell’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre. A tal proposito, si legge in una nota della Presidenza del Consiglio: “Nel corso dell’incontro, il Presidente ha ascoltato le storie dei familiari e ha espresso il profondo sgomento per la ferocia con la quale Hamas si è accanito contro civili inermi, casa per casa, non risparmiando neppure donne, bambini e anziani.
Il Presidente Meloni ha rinnovato la solidarietà e la vicinanza del Governo allo Stato d’Israele, ha ribadito la forte preoccupazione per gli ostaggi e ha confermato il suo impegno per la loro liberazione immediata.
Ad accompagnare la delegazione l’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, il Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni e il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun”.
Non solo dossier di politica estera, però, sul tavolo del Governo, ma anche dossier economici. All’indomani dell’approvazione in Consiglio dei ministri, tra gli altri provvedimenti, di due Decreti delegati in materia di Fisco, collegati alla Manovra, sono state rese note dai Media le bozze di quest’ultima, che inizierà il suo iter in Parlamento dalla Camera ed è suddivisa in 91 articoli per macro capitoli.
Cominciamo dalle Pensioni: in arrivo, Quota 104 ‘penalizzata,’ per la pensione anticipata con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi. Chi deciderà di accedere alla pensione con questo strumento avrà una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva legato all’età di uscita. Allungata inoltre la durata delle finestre, da tre a sei mesi per il settore privato e da sei a nove mesi per il settore pubblico.
Confermata Opzione donna, ma a 61 anni: le donne lavoratrici con almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione , purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Tuttavia, la misura è ristretta alle disoccupate, care giver o con una invalidità almeno del 74%) così come la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno.
Confermata anche Ape sociale: Per i disoccupati, le persone con invalidità almeno del 74%, i lavoratori impegnati in attività gravose e i lavoratori che assistono persone con handicap in situazione di gravità, si potrà accedere allo strumento con almeno 63 anni e cinque mesi. L’autorizzazione di spesa aumenta di 85 milioni per il 2024, di 168 milioni per il 2025, di 127 milioni per il 2026.
Rivalutate al 90% le pensioni 4-5 volte il minimo: previsto un adeguamento pieno all’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest’anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese. La nuova indicizzazione sale quindi dall’85% (previsto nella precedente Legge di bilancio) al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.000-2.500 euro circa); viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo; al 47% per quelli tra 6 e 8 volte; al 37% per quelli tra 8 e 10 volte. Viene infine ridotta dal 32% al 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo.
Capitolo Famiglie-Lavoro: confermato per il 2024 il taglio del cuneo contributivo di 6 punti per i redditi fino a 35.000 euro che sale a 7 punti per i redditi fino 25.000 euro. Si legge, infatti, nella bozza: “In via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, per i rapporti di lavoro dipendente, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima”. L’esonero sale di un ulteriore punto percentuale “a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. Tenuto conto dell’eccezionalità della misura di cui al presente comma, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
Sgravio alle mamme lavoratrici fino a 3000 euro, senza tetto al reddito: Per favorire la natalità, previsto uno sgravio contributivo al “100%” fino comunque a un “massimo di 3.000 euro annui”, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione del “lavoro domestico”. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo, fino ai 18 anni del figlio più piccolo.
Incremento del Bonus Asilo nido per i nuovi nati con fratello under 10: incrementato il bonus per pagare le rette agli asili nido pubblici e privati, ma solo per i secondi figli nati dal 1° gennaio 2024 in nuclei con già un minore under 10 e un tetto Isee di massimo 40mila euro. Il suddetto bonus è stato quindi incrementato da 1.5000 a 2.100 euro a un massimo di 3.000 euro.
Congedo parentale facoltativo, 2 mesi all’80%: nel 2024, due mesi del congedo parentale, sul totale dei sei a disposizione entro i sei anni di vita del figlio, saranno pari all’80% della retribuzione, anziché al 30%. Negli anni successivi però, per uno dei due mesi la retribuzione sarà pari al 60% dello stipendio, l’altro resterà all’80%.
Stanziati poi altri 600 milioni di euro nel 2024 per la carta “Dedicata a te”, destinata all’acquisito di beni alimentari di prima necessità per chi ha un Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Inoltre, “in considerazione del permanere di condizioni di disagio sociale ed economico”, viene inoltre incrementato di 15 milioni di euro il Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti.
Mutui prima casa: al Fondo di garanzia per la prima casa sono assegnati ulteriori 282 milioni di euro per l’anno 2024.
Confermato il Bonus sociale elettrico per il primo trimestre 2024. Il contributo straordinario attualmente in vigore è riconosciuto anche per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024, con uno stanziamento di 400 milioni di euro. Per 200 milioni di euro si provvede a valere sulle risorse disponibili nel bilancio della Cassa per i servizi energetici e ambientali, altri 200 milioni di euro vengono trasferiti alla Cassa entro il 28 febbraio 2024.
Per i lavoratori Autonomi: riconosciuta dal 1° gennaio 2024 l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata che non sono titolari di pensione, non sono beneficiari di assegni di inclusione e hanno avuto un calo del reddito del 70% nell’anno precedente a quello della domanda rispetto ai due ancora prima, con un reddito complessivo non superiore a 12mila euro.
Capitolo Sanità: incrementato il fondo per il Servizio Sanitario Nazionale di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi a decorrere dal 2026.
Prevista per i Comuni e per le Regioni una spending review da 600 milioni: le Regioni dovranno effettuare un taglio da 350 milioni l’anno (escluse le voci diritti sociali e salute), i Comuni dovranno ridurre le spese di 200 milioni l’anno ,mentre le Province di 50 milioni. Tra le voci del capitolo revisione della spesa anche “misure per il turnover”.
Aumento delle accise su sigarette e tabacchi: la norma prevede che per l’anno 2024 l’accisa passi da 28,20 euro per 1.000 sigarette a 29,30 euro per 1.000 sigarette mentre a decorrere dall’anno 2025 l’accisa passi da 28,70 euro per 1.000 sigarette a 29,50 euro per 1.000 sigarette. Per i tabacchi trinciati l’accisa viene fissata in “euro 140 il chilogrammo fino al 31 dicembre 2023, euro 147,50 il chilogrammo a partire dal 1° gennaio 2024 e euro 148,50 il chilogrammo a decorrere dal 1° gennaio 2025”.
Incremento dell’Iva dal 5 al 10% su prodotti per l’infanzia e tampon tax: latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passeranno tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%.
Confermato il rinvio dell’entrata in vigore per altri sei mesi, fino a fine giugno, di plastic e sugar tax. Le due imposte, introdotte con la manovra per il 2020 e mai entrate in vigore, dovrebbero scattare dal 1° luglio 2024, salvo ulteriori rinvii.
Quanto al tema Giustizia, stamane , il Guardasigilli Nordio ha preso parte all’inaugurazione del Salone della Giustizia, nel corso del quale, in merito all’abolizione del reato di abuso d’ufficio, ha dichiarato: “L’abolizione dell’abuso d’ufficio è una riforma epocale, perché questo reato costa alla nostra amministrazione una negatività enorme , con processi lunghissimi che si concludono nel nulla. Ma questo intervento non avrà nessun riflesso sulla lotta alla corruzione, che n Italia sarà sempre estremamente severa. Escludo che ci possano essere perplessità da parte dell’Unione europea sulla riforma. A noi la Ue chiede un arsenale efficace contro la corruzione e noi l’abbiamo ed è il più ricco e severo d’Europa “Il magistrato deve applicare la legge: non c’è la possibilità di un diritto creativo o che il magistrato sostituisca la sua etica a un’etica metafisica”.
Poi, sulla separazione delle carriere, ha spiegato: “Ci sono polemiche sterili e inutili. Quando vengo accusato di volere separare le carriere per portare il pm sotto l’ala protettiva dell’esecutivo, rispondo che ho fatto per 40 anni il pm per essere libero e indipendente. La riforma si farà perché è nel programma di governo, ma non è un cosa che si farà domani, perché richiede una revisione costituzionale, che richiede tempi molto lunghi. Ma non è preordinata a sottoporre il pm al potere esecutivo. Nel mio mondo ideale i politici non dovrebbero criticare le sentenze e i magistrati le leggi. Ma questo è praticamente impossibile e forse non sarebbe nemmeno giusto, ma va fatto in modo contenuto. La contrapposizione che c’è stata tra politica e magistratura a partire dagli anni Novanta, io cerco di attenuarla il più possibile”.
Infine, in merito agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha assicurato: “Siamo sulla buona strada. La terza rata ci è stata concessa perché al ministro Fitto abbiamo dato la dimostrazione che sulla giustizia siamo nei termini”.
Tuttavia, restando in tema di Giustizia, secondo indiscrezioni giornalistiche , la Maggioranza non avrebbe ancora trovato una quadra sulla norma relativa alla prescrizione, in arrivo in Aula alla Camera venerdì 27 ottobre e la seduta della Commissione Giustizia sarebbe slittata a domani, “salvo intese dell’ultim’ora”.
Quindi, in serata, vi sarebbe stata una riunione tra i responsabili della giustizia di FdI, FI e Lega per fare il punto.
Intanto, la Presidente del Consiglio, Meloni, è intervenuta con un videomessaggio alla 40° Assemblea dell’Associazione Nazionale dei Comuni , tenutasi a Genova. Nel suo intervento la Premier ha dichiarato: “Il mio saluto speciale va ai sindaci presenti che colorano di bianco, rosso e verde il padiglione Blu della Fiera di Genova. È uno spettacolo bellissimo, che scalda il cuore. Il sindaco è il portabandiera di una comunità, il primo difensore dei cittadini, la prima fila dell’impegno politico. Il volto più prossimo dello Stato. E in una nazione come la nostra, di campanili, borghi, identità, i sindaci ricoprono un ruolo fondamentale, perché mantengono viva la connessione tra le istituzioni e le comunità locali. Sono convinta che fare il sindaco sia i sia in assoluto uno dei mestieri più difficili che si possano fare. Se fatto come si deve, è un mestiere che non conosce pause, ti assorbe completamente e vuol dire lavorare per trovare – spesso con mezzi insufficienti – soluzioni a qualsiasi tipo di problema. Il Sindaco si prende cura delle persone e della comunità che gli è stata affidata. È un po’ come una missione, e va portata avanti con determinazione, con umiltà, nonostante le difficoltà e le emergenze, sempre più continue nella nostra quotidianità. Per cui, lo ribadisco per dire che di tutto questo il Governo è profondamente grato a ciascuno di voi.
Come il Presidente della Repubblica ha ricordato in più occasioni, voi avete un compito decisivo: concorrere a garantire, insieme alle altre Istituzioni in cui si articola il nostro Stato, il rispetto del principio costituzionale della pari dignità dei cittadini. In particolare, voi siete il primo motore per superare gli squilibri e le disparità che ci sono nella nostra Nazione tra i territori. E assicurare così coesione e unità. Però per portare avanti questo lavoro così importante dovete poter contare sugli strumenti adeguati a farlo. E noi, in questo primo anno di governo, abbiamo iniziato insieme all’ANCI, insieme ai Sindaci, un percorso per rispondere a questa esigenza per non lasciare i Comuni da soli davanti alle difficoltà, alle emergenze e alle sfide che questo tempo ci pone. Certo, non è mai mancata la discussione tra noi, a volte è stata anche abbastanza schietta, ma il confronto è una ricchezza alla quale non dobbiamo mai rinunciare per trovare soluzioni concrete ai problemi. Perché alla fine il nostro obiettivo comune per ciascuno di noi, a qualsiasi livello, è difendere l’interesse degli italiani.
Il Governo presterà la massima attenzione anche alle osservazioni, alle suggestioni, alle richieste, critiche comprese ovviamente, che emergeranno dai vostri lavori di questi giorni. E ne faremo tesoro come abbiamo sempre fatto.
Venendo ai tanti temi in discussione in quest’Assemblea, non posso non partire dal ruolo dei Comuni nella messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. I Comuni sono i soggetti attuatori di una molteplicità di interventi che valgono, complessivamente, 40 miliardi di euro. È una quota consistente del PNRR che richiede ai Comuni uno sforzo non indifferente, anche per far fronte alle criticità e ai tanti ostacoli che sono emersi nella fase di attuazione. Mettere a terra gli interventi previsti dal Piano non è stata una sfida facile per nessuno e se siamo riusciti ad ottenere importanti risultati – il rispetto degli obiettivi, il pagamento della terza rata e l’ok alle modifiche della quarta – lo dobbiamo soprattutto al lavoro che abbiamo portato avanti in questi mesi insieme. Il ruolo dei Comuni è stato decisivo e il Governo ve ne è assolutamente riconoscente.
Ci sono ancora tante difficoltà che le Amministrazioni locali incontrano in termini di capacità di programmazione e di spesa. Sono ostacoli, sul breve periodo, che derivano dalla mancanza di risorse umane e dalla carenza di competenze gestionali e tecniche. Alle difficoltà che già conosciamo nel reperire risorse qualificate si aggiunge il carattere temporaneo delle formule di ingaggio, che di certo non aiuta e rende tutto poco attrattivo. È un problema che non interessa solo gli enti locali ma che anche le Amministrazioni centrali dello Stato hanno potuto verificare. Come sapete, per iniziare a risolvere questo problema, il Governo ha inserito nel Decreto Sud una specifica norma per rafforzare la capacità amministrativa delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province, delle Unioni dei Comuni e dei Comuni del Sud e che permetterà – utilizzando le risorse di un programma finanziato dalla Commissione europea – di assumere a tempo indeterminato entro il 2029 2200 funzionari. Funzionari che riceveranno una formazione di alto livello e che saranno molto utili per velocizzare l’impiego dei fondi europei di investimento.
Abbiamo poi scelto di ridare nuova centralità alla Cabina di regia del PNRR, di farla funzionare come era necessario e di renderla lo strumento per definire un percorso chiaro e condiviso. È una piccola rivoluzione, che ci ha permesso di fare costantemente insieme il punto sullo stato di avanzamento del Piano, di trovare insieme le soluzioni migliori ai problemi che incontravamo. Dalla Cabina di regia nasce anche il percorso che ha poi portato alla proposta di revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Una proposta, lo abbiamo detto in molte occasioni ma è sempre utile ribadirlo, che non sottrae risorse ai programmi previsti dal Piano ma che prevede lo spostamento di alcuni investimenti ad altre fonti di finanziamento, come per esempio il Piano complementare al PNRR e i fondi delle politiche di coesione. Lo dico perché si è detto e si è scritto molto su questo, a volte – consentitemelo – senza cognizione di causa dei documenti, ma noi abbiamo fatto questa scelta proprio per mettere in sicurezza quegli interventi strategici per i territori ma che rischiavano di essere compromessi dall’orizzonte temporale che è previsto dal completamento del Piano, il 30 giugno 2026.
Questo lavoro ci permetterà di rispettare, ad esempio, gli obiettivi legati alla realizzazione di nuovi asili nido, scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Cito questo tema specifico perché lo considero indicativo di come abbiamo lavorato in questi mesi. Come sapete, il PNRR prevede su questo capitolo 4,6 miliardi di euro. Uno stanziamento molto importante che però rischiavamo di compromettere per tutta una serie di criticità connesse all’ammissibilità di alcuni interventi. Per questo ci siamo fatti carico del problema, abbiamo proposto alla Commissione europea una modifica per rivedere l’obiettivo intermedio, abbiamo eliminato la previsione dell’aggiudicazione di tutti gli interventi entro il primo semestre 2023 e abbiamo trovato 900 milioni di euro aggiuntivi per un nuovo bando. Tutto questo ci permetterà non solo di rispettare l’obiettivo finale del Piano, ma di rafforzarlo. È stato un grande lavoro di squadra, e ringrazio l’ANCI per il contributo che ha dato in questo senso. Questo Governo considera centrale la collaborazione con gli Enti locali, e segnatamente con i Comuni. E i frutti di questa collaborazione si sono visti in questi mesi. Penso all’emendamento proposto dall’ANCI e accolto dal Governo per prevedere specifiche risorse alle Città metropolitane nell’ambito degli Accordi di coesione, che è il nuovo strumento negoziale di programmazione voluto dal Governo per valorizzare le risorse legate ai piani di investimento nazionali ed europei e agire sulle leve di sviluppo dei territori. Penso anche all’attenzione che stiamo rivolgendo alle aree interne della Nazione: per la prima volta abbiamo istituito una cabina di regia che coinvolgerà tutti i livelli di governo e lavorerà per scrivere insieme il primo Piano nazionale di sviluppo delle aree interne. In questa strategia rientra anche il ddl approvato ieri in via preliminare in Consiglio dei ministri sulle zone montante. Vogliamo prenderci cura di quei territori a rischio spopolamento e garantire risposte veloci, in termini di servizi, alle specifiche esigenze di ciascun territorio”.
Infine, riguardo all’abolizione del reato di abuso s’ufficio, la Presidente del Consiglio, Meloni, ha evidenziato: “In apertura mi sono scusata per non aver rispettato la promessa di essere presente fisicamente alla vostra Assemblea. Impegno che mi ero presa parlando a tutti voi riuniti a Bergamo. In quell’occasione, avevo affrontato un tema che mi stava –ci stava- particolarmente a cuore e che mi ero impegnata ad affrontare. Mi riferisco alla questione della responsabilità degli amministratori locali e al fenomeno della “burocrazia difensiva”, della “paura della firma”, che paralizza l’attività amministrativa dei Comuni e impedisce di dare risposte ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Quella promessa l’ho mantenuta. Il Governo ha infatti approvato un pacchetto di norme che interessa anche l’abuso d’ufficio e che ora è all’esame del Parlamento. Ed è un intervento che abbiamo ritenuto necessario per dare regole certe e garantire che i Sindaci possano portare avanti, senza paura, la missione che i cittadini hanno affidato loro”.
Nel suo discorso, invece, il Presidente della Repubblica Mattarella, che stamane si è recato a Napoli con il Presidente della Repubblica di Finlandia Niinjsto, per visitare la base Nato, ha sottolineato l’importanza e il ruolo dei Comuni nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Dai Comuni passa la tenuta della coesione sociale. Sono il banco di prova della vitalità di una Nazione. I Comuni sono termometri immediati dello stato di salute della nostra comunità, indicatori sensibili di quali effetti possono provocare situazioni di crisi, scarsità di mezzi. Sono come pronto soccorso con poche risorse. Investire sui Comuni significa investire sul futuro dell’Italia. Attuare il Pnrr, è più importante del piano Marshall”.
©Riproduzione riservata