di Federica Marengo lunedì 9 ottobre 2023
-“Il 9 ottobre del 1982, durante la festa di Shemini Atzeret, la Comunità ebraica di Roma è stata colpita da un terribile attacco terroristico. Quaranta i feriti e una vittima, il piccolo Stefano Gaj Taché, un bimbo italiano di soli due anni.
Una giornata buia, una ferita per la Nazione che ancora non si è rimarginata. Nessuno ha pagato per le bombe e le raffiche di mitra che quel giorno hanno spezzato la vita di Stefano, devastato una famiglia, provocato dolore in tante altre e sconvolto un’intera comunità. Oggi rinnoviamo l’impegno per non dimenticare ciò che è successo e per continuare a chiedere che sui fatti di quella terribile giornata sia fatta verità storica e processuale.Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il Governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”. Così , la Presidente del Consiglio Meloni, in una nota, ha ricordato l’attacco terroristico di un commando palestinese alla sinagoga di Roma del 9 ottobre del 1982, in cui fu colpito a morte Stefano Taché, un bambino di due anni, e rimasero gravemente ferite 40 persone.
Un ricordo e un anniversario ancora più sentiti e dolorosi alla luce di quanto sta avvenendo dall’alba di sabato scorso in Medio Oriente e in Israele, quando , in contemporanea, Hamas ha lanciato migliaia di razzi, mentre via terra diversi gruppi armati sono entrati in azione, uccidendo ,ad oggi , oltre 900 israeliani e rapendo civili e militari israeliani e di varia nazionalità, determinando la reazione di Gerusalemme, che ha risposto con attacchi aerei su Gaza in cui sono rimasti uccisi 560 palestinesi.
Nell’immediatezza di quanto accaduto, la Premier, nella giornata di sabato ,ha tenuto un vertice a Palazzo Chigi con il Sottosegretario Mantovano, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, il ministro della Difesa, Crosetto , il ministro degli Interni Piantedosi , i vertici dei Servizi segreti e l’ambasciatore Francesco Maria Talò, suo Consigliere diplomatico, per approfondire l’accaduto sia a livello diplomatico che di intelligence , disponendo, con particolare attenzione ,la sicurezza e la “tutela di obiettivi israeliani e palestinesi”.
Nella giornata di ieri, domenica, invece, la Presidente del Consiglio, ha avuto un colloquio telefonico con il Premier israeliano Netanyahu, nel quale, come riportato in una nota di Palazzo Chigi , ha ribadito “la piena solidarietà del Governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti. Il Governo lavorerà con i partner internazionali per coordinare il sostegno. L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento”, mentre ,nel pomeriggio di oggi, ha avuto un colloquio telefonico con il Primo Ministro della Repubblica libanese, Najib Mikati, nel quale la Premier ha riaffermato “la volontà dell’Italia di continuare a contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano in questo delicato frangente. Nel corso del colloquio sono stati affrontati gli ultimi sviluppi nella regione, con particolare riferimento al conflitto in corso in Israele. Il Presidente del Consiglio ha auspicato un rapido decremento del conflitto, evitando un allargamento che avrebbe conseguenze incalcolabili per tutta l’area. Il colloquio ha rappresentato anche l’occasione per discutere dell’emergenza migratoria e della questione dei rifugiati siriani in Libano”, seguito in serata da un vertice a 5 con il Presidente USA, Biden, il cancelliere tedesco Scholz, il Presidente francese Macron e il Premier britannico Sunak.
Intanto, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, che domani, con ogni probabilità, terrà un’Informativa in Parlamento, in un’intervista radiofonica, ha spiegato: “Al lavoro per cercare di aiutare i connazionali bloccati in Israele a rientrare in Italia. La loro sicurezza è la priorità più assoluta del governo. L’Italia condanna con grande fermezza l’aggressione contro Israele e il massacro di civili innocenti, un fatto gravissimo che va condannato. Seguiamo minuto per minuto la situazione dei nostri connazionali, con ambasciata italiana a Tel Aviv, con la nostra un’unità di crisi al Ministero degli Esteri, alcuni stanno già rientrando. Stiamo facendo tutto il possibile per metterli in sicurezza, e al momento non abbiamo notizie negative sui nostri concittadini in Israele. Abbiamo sempre lavorato per ridurre le tensioni e stiamo ora lavorando per evitare ulteriori escalation. Cerchiamo la pace, ma ciò non significa accettare la violenza contro gli innocenti. Abbiamo visto atti inammissibili di violenza contro gli innocenti. Hamas sembra non volere alcun tipo di dialogo e cerca di allontanare il mondo arabo da Israele. Gli accordi di Abramo mirano alla pace. L’Arabia Saudita è un Paese che certamente non vuole la guerra e dialoga con Israele. Hamas sembra voler separare Israele da questi Paesi arabi con cui c’è dialogo e sembra cercare il sostegno dell’Iran. Non abbiamo prove concrete, ma certamente ci preoccupano i festeggiamenti a Teheran dopo l’attacco. Abbiamo aumentato il livello di sicurezza attorno a tutti i potenziali obiettivi, perché dobbiamo garantire la sicurezza dei cittadini di religione ebraica nel nostro Paese in questo momento di grande tensione. Stiamo prendendo precauzioni massime per proteggere i nostri cittadini e obiettivi. È una situazione complicata. Ci stiamo preparando a tempi difficili e di grande tensione e stiamo collaborando con Usa, Regno Unito, Francia e Germania per cercare una de-escalation, mirando a ridurre il conflitto e impedire che si estenda oltre il Medio Oriente. La situazione è in evoluzione, al momento ci sono alcune preoccupazioni, ma stiamo mantenendo la situazione sotto controllo e non sottovalutiamo nulla. Cerchiamo di prevenire ulteriori esplosioni, lavorare attraverso la diplomazia e liberare i nostri concittadini in Israele”.
Una situazione, quella dell’ormai proclamata guerra tra Israele e Hamas, che rischia di avere conseguenze anche a livello economico con l’aumento del prezzo del gas , schizzato stamane a + 40 euro e del petrolio greggio, con il Brent a oltre 85 dollari al barile sul mercato di New York. In questo scenario , quindi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, ricordando che dal Nord- Africa arrivano altre risorse, ai microfoni di RaiNews24, ha dichiarato: “L’attacco a Israele crea una situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, per esempio per l’energia”.
Proprio a proposito della situazione economica, quest’oggi, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, approvata in Consiglio dei Ministri, è approdata alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato per le Audizioni, e mercoledì approderà in Aula a Montecitorio , insieme con la risoluzione relativa alla Relazione al Parlamento sullo scostamento di Bilancio in deficit, per la discussione e la votazione (per cui serve la Maggioranza assoluta).
Sentiti in giornata, i rappresentanti del Cnel, dell’Istat, della Corte dei Conti e della Banca d’Italia e domani sarà la volta dell’Ufficio parlamentare di bilancio e del ministro dell’Economia, Giorgetti.
Per Istat: “Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell’economia italiana. L’elevato grado di incertezza dello scenario economico internazionale, legate anche alle tensioni geopolitiche e alla fase critica che stanno attraversando l’economia tedesca e quella cinese, l’evoluzione delle politiche monetarie e l’andamento dei prezzi dei prodotti energetici nel prossimo biennio, recano risultati di simulazioni di andamenti meno favorevoli di tali fattori di rischio all’interno della Nadef. Al netto dell’andamento dei fattori esogeni internazionali, elementi di freno alla crescita sono legati anche a condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese e al lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Lo stimolo agli investimenti fornito dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe manifestarsi più compiutamente a partire dal 2024; la realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal Governo. Inoltre, con riferimento al secondo trimestre dell’anno in corso, si conferma la debolezza della spesa delle famiglie, seppure ancora in crescita (+0,2% la variazione congiunturale, dopo +0,6% del primo)”.
Poi, in merito alle retribuzioni contrattuali, Istat ha rilevato: “In base agli incrementi già fissati dai CCNL in vigore a fine agosto, si registrerebbe nel 2023 una crescita delle retribuzioni contrattuali del +2,7% (+2,7% in agricoltura, +3,2% nell’industria, +1,3 nei servizi e +3,8% nella PA), con un’ulteriore diminuzione del potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali alla luce dell’inflazione acquisita (IPCA), pari ad agosto al +5,4%. Nel triennio 2021-2023 la distanza tra la dinamica dell’inflazione e la crescita delle retribuzioni contrattuali, per il totale economia, si avvicinerebbe a 12 punti percentuali”.
Quindi, su retribuzioni reali, rinnovi contrattuali e rincari ha sottolineato: “Le retribuzioni reali sono tornate sotto i livelli del 2009. Per la straordinaria crescita dei prezzi nel 2022 (+8,7% misurata sulla base dell’IPCA) la differenza tra l’aumento dell’inflazione e quello delle retribuzioni contrattuali sull’intero periodo (2009-2023) è stato pari a 12 punti percentuali. La differenza di crescita tra salari e prezzi varia nei diversi settori: passa dai 4,1 punti per l’agricoltura e 4,7 punti per l’industria, dai 13,6 punti per i servizi privati ai 19,5 punti per la pubblica amministrazione. Nei primi otto mesi dell’anno 2023 si sono registrati complessivamente 10 rinnovi contrattuali e la quota dei dipendenti con il contratto scaduto è passata dal 58% di gennaio al 54% di agosto. La tempestività dei rinnovi contrattuali continua a essere fortemente eterogenea nei diversi comparti. Nel comparto industriale, ‘storicamente caratterizzato da un più regolare funzionamento della contrattazione nazionale che garantisce una buona tempestività dei rinnovi, la quota dei dipendenti con il contratto scaduto, pur partendo da un livello già molto contenuto (a inizio anno era pari al 13%), è ulteriormente diminuita scendendo al 3,4% (circa 142 mila dipendenti)’. Nel settore dei servizi privati, per effetto di una minore tempestività dei rinnovi contrattuali, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo ad agosto 2023 è pari al 73,6% (era il 75,7% a inizio anno), per un totale di circa 3,7 milioni di dipendenti. Tra le vertenze ancora aperte si segnalano quelle relative ai ccnl commercio (circa 2 milioni di dipendenti), pubblici esercizi (circa 470mila) e credito (350mila). Da gennaio si segnala il rinnovo dei ccnl autorimesse e autonoleggio, lavanderie industriali, vigilanza privata e Società e consorzi autostradali. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo continua a essere pari al 100% (nel 2022 sono stati siglati, per il personale non dirigente, i rinnovi relativi al triennio 2019-2021, mentre per la presidenza del Consiglio dei ministri si è chiusa la coda contrattuale del 2016-2018). Per il personale dirigente contrattualizzato, sempre con riferimento al triennio 2019-2021, sono state siglate le ipotesi di accordo per l’area delle funzioni centrali (25 maggio 2023) e per l’area della sanità (28 settembre 2023) in attesa di ratifica definitiva. In merito ai rincari, a settembre degli oltre 400 beni aggregati utilizzati dall’Istat per calcolare l’inflazione oltre il 58%evidenzia un incremento dei prezzi, sulla media del 2019, uguale o superiore al 10%. Di questi, oltre la metà è rappresentato da generi alimentari. Aumenti non inferiori al 25% si registrano per oltre il 17% degli aggregati, il 13% nel solo settore alimentare. Inoltre, per il 5,2% dei casi, gli aumenti di prezzi, nel periodo considerato, risultano superiori o pari al 40%. Il calo solo il 6,7% degli aggregati”.
Infine, evidenziati dall’Istituto i dati sulle famiglie: le coppie senza figli superano quelle con figli nel lungo periodo e sul calo demografico, con il progressivo spopolamento del Sud.
La Corte dei Conti, invece, nel corso dell’ Audizione sulla Nadef, ha spiegato: “Il quadro delineato nella Nadef fornisce un profilo che, pur considerando le incertezze che ancora caratterizzano il panorama internazionale, appare per molti versi sufficientemente delineato ed equilibrato. Tuttavia, dati i limitati elementi sia sui risultati del monitoraggio condotto relativo agli andamenti e ai fabbisogni dei principali settori di spesa, sia su come questi, anche alla luce delle nuove previsioni sull’andamento dell’economia, si riflettano sulle principali grandezze di finanza pubblica. Ciò rende difficile apprezzare, in attesa della legge di bilancio, la direzione che il Governo intende dare alla gestione dei prossimi anni. Dall’esame dei dati più recenti emergono segnali positivi sulla reattività del sistema in termini di spesa per investimenti. È cruciale evitare che questi si attenuino o, peggio, si esauriscano. A ciò può certamente contribuire una rapida definizione delle modifiche previste al Pnrr e interventi tempestivi su eventuali fattori di incertezza. Uno sforzo di accelerazione nella realizzazione di quanto programmato deve accompagnarsi a un ritrovato impegno anche per gli interventi che erano previsti a valere su altre fonti di finanziamento, ciò per cogliere appieno lo spirito con cui è stato pensato il Pnrr, riducendo i rischi di ‘spiazzamento’ che sembrano accompagnare la revisione al ribasso delle stime”.
Poi, ha esposto un rilievo sul debito: “Il permanere di prospettive di crescita superiori al potenziale e un differenziale tra costo del debito ed incremento del Pil ancora ampiamente negativo sembrerebbero consigliare di sfruttare sin da ora la possibilità di stabilizzare la dinamica del debito, governandone una più sicura riduzione. Un segnale ai partner europei e ai mercati che potrebbe rivelarsi particolarmente ‘produttivo’ in termini di credibilità oltre che di tassi, rinforzando l’effetto positivo che sicuramente deriverebbe da una decisa lotta all’evasione e da una più efficace politica di razionalizzazione della spesa preannunciate nel Documento”, seguito da un rilievo sul capitolo della Sanità: “Il quadro che emerge sul fronte della spesa sanitaria risulta stringente. Nella Nadef non sono indicate ancora le misure che si intendono assumere sin dalla prossima legge di bilancio per affrontare i nodi principali del comparto. Si tratta di una condizione che richiederà scelte non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi. Se i limitati margini di manovra impongono un esame attento della spesa, la necessità di rispondere ad esigenze urgenti rende il percorso particolarmente problematico. Ci si aspetta dalla Manovra una chiarificazione sul disegno di rafforzamento del sistema dell’assistenza territoriale. Bisognerà vedere se verranno confermate le linee del decreto 77 e se le risorse in campo saranno corrispondenti al recupero dell’inflazione e al riassetto adeguato dell’assistenza”.
Per la Banca d’Italia : “I rischi che gravano sull’attività economica sono elevati e orientati al ribasso. Le tensioni geopolitiche, legate sia al conflitto in Ucraina sia ai feroci attentati dei giorni scorsi in Israele ,generano forte incertezza circa le prospettive di crescita. Queste ultime potrebbero risentire anche dell’indebolimento dell’economia cinese e, nell’area dell’euro, di una trasmissione particolarmente intensa della stretta monetaria, con un ulteriore irrigidimento delle condizioni di offerta del credito. In un contesto così fragile è importante che la politica di bilancio sia condotta con estrema prudenza. Scelte percepite come non pienamente in linea con l’obiettivo della sostenibilità dei conti pubblici potrebbero inasprire le condizioni di finanziamento, già restrittive, acuendo le incertezze sugli sviluppi macroeconomici”, ha detto Nicoletti Altimari. “Su queste percezioni hanno un peso rilevante le valutazioni relative al potenziale di crescita dell’economia, per aumentare il quale sono cruciali gli investimenti e le riforme strutturali. L’elevato rapporto tra il debito pubblico e il Pil è un serio elemento di vulnerabilità: riduce gli spazi di bilancio per fare fronte a possibili futuri shock avversi; espone il Paese al rischio di tensioni sui mercati finanziari; aumenta il costo del debito per lo Stato, e in ultima analisi per le famiglie e le imprese”.
Restando in ambito bancario, il Vice governatore della Banca d’Italia , nell’Audizione alla Commissione Econ del Parlamento UE, in vista della nomina nell’esecutivo della Bce, ha affermato: “Le aspettative sull’inflazione restano ancorate, ma non possiamo riposare sugli allori. La politica della Bce dovrà continuare a basarsi sulla valutazione costante delle prospettive di inflazione, sulle dinamiche dell’inflazione soggiacente e sulla forza del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Questo approccio prudente è necessario, viste le incertezze economiche geopolitiche rafforzate dagli eventi tragici che stiamo vedendo in Israele”.
In ultimo, il Presidente del CNEL, (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Brunetta , nella sua Audizione ,ha sottolineato: “Una Nadef seria e responsabile, che prendeva atto del rallentamento dell’inflazione, del superbonus e dava un percorso di stabilizzazione… alla luce di quello che sta accadendo quella serietà e stabilizzazione rimane, ma non sappiamo ancora se sia sufficiente. Occorre prendere atto che è scritta in un quadro economico e geopolitico globale caratterizzato da elevata volatilità, come testimoniato dal drammatico riacuirsi del conflitto israelo-palestinese in queste ore. In questo quadro, a merito del Governo va riconosciuto che la Nadef correttamente tiene conto in maniera prudenziale di tutti i fattori che hanno significativamente peggiorato i parametri di finanza pubblica rispetto a quanto originariamente indicato nel Def, e dunque prova a tracciare un sentiero, evidentemente stretto, tra il sostegno a breve termine di lavoratori e famiglie maggiormente esposti a questa congiuntura negativa, e la stabilità finanziaria. Il punto chiave nell’agenda politica deve essere quello volto a garantire interventi a sostegno della crescita del Paese, che rappresenta l’unico strumento attraverso il quale generare risorse che potranno essere poi redistribuite alle famiglie e ai lavoratori più deboli. Prendiamo dunque atto che, nelle condizioni date, si ottiene di più in termini di crescita e dunque di sostegno alle politiche sociali del Paese, investendo sulla nostra agenda di riforme e di investimenti, stabilizzando le aspettative dei mercati e rafforzando la fiducia degli investitori con messaggi coerenti di politica industriale, e dunque, in ultima analisi, riducendo i nostri oneri di finanza pubblica recuperando risorse per le politiche sociali. ‘Il governo trovi la forza e il tempo di procedere, già nel corso della stesura della Legge di bilancio, ad una ulteriore ‘pulizia’ del bilancio avviando una spending review più accurata. Una revisione che parta dalla ‘montagna’ di deduzioni, detrazioni e bonus generosamente concessi in passato, e che ogni anno costano al Paese circa 120 miliardi di euro. Revisione in ogni caso necessaria nel corso del 2024, se si vuole creare lo spazio necessario alla riforma fiscale programmata dal governo, ed al rafforzamento del sistema di protezione sociale che al momento, a causa delle dinamiche demografiche in atto, risulta troppo oneroso sia per le imprese che per i lavoratori italiani rispetto alla media europea, traducendosi in una ulteriore compressione di consumi e investimenti”.
Non solo Nadef e Manovra sul tavolo del Governo, però, ma anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La portavoce della Commissione UE, Veerle Nuyts, infatti, nel corso del punto stampa quotidiano a Bruxelles, ha annunciato l’erogazione all’Italia del terzo pagamento Ue nell’ambito del Pnrr da 18,5 miliardi di euro, commentando: “E’ “un passo importante nell’attuazione del piano italiano, poiché il terzo pagamento comprende riforme e investimenti di ampia portata e di trasformazione. Le riforme attuate dall’Italia nell’ambito del Pnrr per ricevere il pagamento della terza rata del Recovery riguardano settori quali la giustizia, l’istruzione e la gestione dell’acqua. Il pagamento comprende investimenti in energie rinnovabili, politiche sociali e digitalizzazione. Tra i passi importanti rientrano circa tremila chilometri di hardware e software per segnalamento ferroviario basati. Ciò consentirà una maggiore capacità di traffico sull’Alta Velocità e su altre linee ferroviarie e consentirà ai treni merci provenienti da altri Stati membri dell’Ue di circolare in Italia. Il piano complessivo di ripresa e resilienza dell’Italia sarà finanziato con 191,6 miliardi, ha aggiunto la portavoce dell’esecutivo comunitario. Ad oggi la commissione ha erogato all’Italia 85,4 miliardi”.
A seguire, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr,Fitto, che , annunciando la convocazione per domani di una cabina di regia con i sindaci, ha dichiarato: “ll pagamento della terza rata fa seguito alla valutazione positiva della Commissione sul raggiungimento dei 54 obiettivi e traguardi previsti dal Piano, valutazione poi confermata dagli Stati membri Ue. Ora, avanti senza sosta sul lavoro per la quarta rata. Il pagamento della terza rata è la prova dei grandi progressi fatti nell’attuazione del Pnrr. Con tale pagamento, l’Italia ha ricevuto 85,4 miliardi di euro, corrispondenti a più del 44% del totale del Pnrr. Il pagamento odierno è inoltre il frutto di una stretta e fruttuosa collaborazione con la Commissione europea e il risultato di un lavoro molto impegnativo per raggiungere obiettivi molto complessi relativi a riforme nei settori della concorrenza, della giustizia, dell’amministrazione pubblica e fiscale, nonché dell’istruzione, del mercato del lavoro e del sistema sanitario. Il pagamento riguarda anche investimenti volti a promuovere la transizione digitale e verde e a sostenere la ricerca, l’innovazione e l’istruzione.Il lavoro sul Pnrr ora continua senza sosta per ottenere la valutazione positiva sulla richiesta di pagamento della quarta rata e sulla revisione del Piano, incluso il nuovo capitolo REPowerEU. Domani faremo una cabina di regia con i sindaci dove entreremo nel dettaglio perché spesso si parla per sentito dire.Il Pnrr ha al suo interno numerosi progetti che sono i cosiddetti progetti in essere, progetti che per decine di miliardi erano vecchi, di qualche anno prima del Pnrr, che sono stati inseriti nel Pnrr senza tenere conto delle regole di ammissibilità del Pnrr. L’alternativa a questo era non porsi il problema e magari svegliarsi tra un anno e capire che quegli interventi non rispettavano i criteri di ammissibilità. Allora responsabilmente abbiamo costruito questa proposta di modifica degli interventi che è una risposta positiva. Insisto col ricordare che se a giugno nel 2026 gli interventi non saranno collaudati ci sarebbe la revoca dell’intervento, il non raggiungimento del target, il taglio della rata e la necessità da parte del Governo di dover trovare le risorse per coprire nel frattempo quell’intervento. Quello che stiamo è serio e responsabile, chi insiste nella polemica sbaglia perché dovrebbe solo ringraziare il Governo per quello che sta facendo”.
Dichiarazioni in merito poi, sono arrivate anche dalla Presidente del Consiglio Meloni, che , in un videomessaggio social, ha sottolineato: “All’esito di un lavoro lungo e importante l’Italia incassa oggi dalla Commissione europea la terza rata del Pnrr, per un importo di 18 miliardi e mezzo che insieme a quelli già precedentemente presi ci hanno fatto incassare finora circa il 44% dell’intero ammontare delle risorse del Next Generation Eu. E sono risorse importanti che serviranno a intervenire in ambiti cruciali come la giustizia, la sanità, l’istruzione, il mercato del lavoro, la ricerca. Un passo importante per un’Italia che torna finalmente a credere nelle sue capacità. E’ la dimostrazione di come l’Italia e il governo attualmente in carica abbiano affrontato questa questione con estrema serietà”.
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