di Federica Marengo mercoledì 4 ottobre 2023
-Nella 579° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti gli attacchi reciproci con droni e missili tra le forze russe e quelle ucraine. Infatti, mentre le forze di Mosca hanno bombardato con l’artiglieria una comunità nella regione di Dnipropetrovsk e le città di Kherson , colpita 100 volte, e quella di Kryvvy rih (città natale del Presidente ucraino Zelensky), le forze ucraine hanno attaccato le città russe di Belgorod, Bryansk, su cui, secondo la Difesa russa, sarebbero state lanciate delle bombe a grappolo, e Kursk.
Inoltre, le forze aeree russe hanno fermato nella notte un tentativo di sbarco delle truppe ucraine a Capo Tarkhankut, in Crimea. Sempre in Crimea, questa mattina, si è udita un’esplosione nella zona temporaneamente occupata di Krasnoperekopsk.
Il sindaco di Melitopol in esilio, Ivan Fedorov , ha poi fatto sapere su Telegram, che gli ufficiali russi stanno evacuando le loro famiglie da Tokmak, località della regione di Zaporizhzhia occupata dall’esercito del Cremlino.
Tuttavia, come reso noto dallo Stato maggiore di Kiev, per le forze ucraine si registrano successi nell’avanzata verso Bakhmut e Melitopol, dove è stato colpito il quartier generale russo, così come nelle zone ad ovest di Robotyno, nella regione di Zaporozhzhia e nelle zone di Klishcheevka e Andreevk.
Nel dettaglio, sul fronte orientale, nell’area di Bakhmut, le truppe ucraine hanno tentato senza successo di riprendere le posizioni perdute nella zona di Andreevka, nella regione di Donetsk, infliggendo invece a sud di Bakhmut perdite al nemico in termini di personale militare ed equipaggiamento e, consolidando in maniera parziale le loro posizioni sulle linee raggiunte.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che si è recato in visita all’esercito ucraino a Charkiv, sul fronte Est e ,che ha annunciato di aver parlato al telefono con il suo omologo azero Ilham Alyev, che ha recentemente riportato una vittoria militare nel Nagorno-Karabakh, e di aver sollevato la questione dell'”integrità territoriale”, in un post su Telegram, ha sottolineato: “Regione di Kharkiv. Un’intera giornata di lavoro. I nostri guerrieri. Direzioni di Kupyansk e Lyman: sono orgoglioso di ogni difensore!. Incontri importanti. I militari, il Servizio di sicurezza regionale, la polizia regionale. Il rapporto del generale Syrskyi. Un incontro con tutti coloro che nella regione sono responsabili della protezione e della preparazione all’inverno. I temi chiave sono il settore energetico e la ricostruzione. Oggi avrò un incontro distinto con i funzionari governativi sullo stato di attuazione delle istruzioni impartite”.
Poi, successivamente, in un’intervista a Sky Tg24, ha spiegato: “L’Ucraina non ha nessuna intenzione di arrendersi ,mentre la Federazione russa è più debole rispetto a quando ha iniziato l’invasione. L’obiettivo di Mosca è congelare il conflitto. Il mondo deve essere pronto ad affrontare le minacce nucleari della Russia, perché esse sono la manifestazione della debolezza del Cremlino. A Kiev abbiamo ricevuto il ministro Tajani e abbiamo avuto fruttuosi colloqui con lui. Vorrei anche esprimere gratitudine a Giorgia Meloni, abbiamo una relazione personale e un rapporto umano basato sui valori in comune. I rapporti tra i nostri team sono basati su principi di onestà, e vorrei ringraziare per questi buoni rapporti, vorrei non perderli” So che l’Italia ha le sue sfide e subisce una forte campagna della Federazione Russa che spende milioni per distruggere le relazioni, auguro a Meloni “di continuare ad avere sostegno. Il Papa è stato invitato in Ucraina da me, sarei lieto se venisse”.
Infine, Zelensky, che ha chiesto agli alleati più sistemi di difesa aerea, sulla possibile riapertura di un dialogo con Mosca, ha evidenziato: “La Russia non è interessata alla via diplomatica. Ci sono stati colloqui del Vaticano, anche la Turchia ci ha provato, ma il risultato è sempre lo stesso: nessuno è riuscito, non perché i leader non sono forti ,ma perché la fine della guerra è contraria ai desideri di Putin. Putin ha deciso di andare avanti, qualsiasi accordo sarà bloccato da Putin, basta guardare l’accordo sul grano”.
In merito al possibile stop all’invio di armi a Kiev,il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Kirby, ha detto: “Abbiamo fondi per sostenere i bisogni dell’Ucraina ancora per un po’ ma il Congresso deve agire. Il sostegno a Kiev rafforza anche la nostra sicurezza nazionale”.
La Cnn, che ha citato dei dirigenti USA, ha riferito che: “Gli Stati Uniti trasferiranno all’Ucraina migliaia di armi e munizioni iraniane sequestrate, una mossa che potrebbe aiutare ad alleviare alcune delle carenze cruciali che l’esercito di Kiev deve fronteggiare in attesa di altri fondi e forniture militari dagli Stati Uniti e dai suoi alleati”, mentre il Premier britannico Sunak, in un post pubblicato sul social X, ha scritto: “Siamo stati il primo paese a inviare carri armati a Kiev, ora più di altri 10 ci hanno seguito. Siamo stati il primo Paese ad accettare di addestrare i piloti ucraini, ora lo fanno anche più di altri 12. Lo dico ai nostri alleati, date al presidente ucraino Volodymyr Zelensky gli strumenti e gli ucraini finiranno il lavoro”.
L’ex segretario di Stato Hillary Clinton, in un’intervista a Pbs, invece, ha sottolineato: “Le divisioni in Congresso sui fondi all’Ucraina sono una vittoria per il presidente russo Vladimir Putin. Ritengo che Putin non solo sia contento delle divisioni, ma che le fomenti. Onestamente non capisco gli americani che si schierano con Putin, ma li abbiamo visti, li abbiamo sentiti e dobbiamo combatterli”.
Al riguardo, sempre su X e poi su Telegram, il consigliere presidenziale ucraino Podolyak, in un post social, ha sottolineato: “A proposito, quando qualcuno dei rappresentanti delle élite conservatrici occidentali parla della necessità di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, ho una domanda diretta: quali sono le vostre motivazioni?. Perché volete così insistentemente che la Russia resista, faccia un po’ di lavoro sui suoi errori, rafforzi il suo esercito, riavvii il suo complesso militare-industriale e cominci a cercare nuove opportunità per attaccare altri Paesi e altri , compresi i vostri , eserciti?. Quando qualcuno dell’élite conservatrice occidentale parla della necessità di sospendere gli aiuti all’Ucraina vorrei porre una domanda diretta: quali motivazioni vi spingono?. Per quale motivo volete che la Russia sopravviva, lavori sui suoi errori, rafforzi il suo esercito, riavvii il suo complesso militare-industriale e cerchi nuove opportunità per attaccare altri Paesi e altri eserciti, dal momento che siete così insistente nel voler distruggere l’esercito russo, ma così contrari a ridurre drasticamente la sua capacità di condurre ‘operazioni speciali distruttive’ in diversi Paesi.Come si può spiegare questo ‘paradosso assassino’ ai vostri potenziali elettori?”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, ha dichiarato: “Non vedo il pericolo di uno sganciamento progressivo sull’Ucraina. Non vedo questo pericolo. Lunedì i ministri degli Esteri dei Paesi europei erano a Kiev proprio per mostrare la loro solidarietà all’Ucraina. E lo stesso (Joe) Biden ha rassicurato gli alleati. Certo, bisogna lavorare per la pace, ma facendo il modo che sia garantita l’indipendenza dell’Ucraina, e gli aiuti militari servono a questo. E’ necessario avere un doppio binario, essere vicini a Kiev dandole quello che le serve per difendersi dall’aggressione e al tempo stesso incoraggiare ogni processo di dialogo, da quello sul grano promosso dalla Turchia a quello del Papa. Dobbiamo premere sulla Cina per convincerla a fare di più per portare i russi alla pace. Siamo disponibili a ogni sforzo negoziale per la pace, ma a una condizione: che sia una pace giusta”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, sull’andamento della guerra e sul rischio nucleare, nel corso del Festival delle Città a Roma, ha detto: “Penso che la prossima primavera possa essere il periodo in cui, esaurite da entrambe le parti le armi per cercare di imprimere una svolta da una parte e dall’altra, si possa aprire un tentativo di dialogo. In inverno ci sarà probabilmente la risposta russa alla controffensiva ucraina. Tutti i tecnici sono propensi a credere che nessuno pensi realmente all’utilizzo di armi nucleari. Sul piano razionale è così, certo nulla si può contro la follia ,ma nessuno teme oggi una escalation che possa portare ad una guerra nucleare”.
Quindi, sullo stop di armi a Kiev ventilato dagli USA, ai microfoni di Sky, ha evidenziato: “A Kiev il ministro Tajani ha parlato della scelta politica. Quando si parla di forniture all’Ucraina ci sono due aspetti: uno politico e poi c’è la parte tecnica, per vedere cosa si è in grado di dare senza mettere in pericolo la necessità di preservare una Difesa italiana sempre. C’è una continua richiesta da parte ucraina di aiuti, bisogna verificare ciò che noi siamo in grado di dare rispetto a ciò che a loro servirebbe: la disponibilità dell’ottavo pacchetto c’è, ma per ora è soltanto una dichiarazione di intenti. L’Italia ha fatto molto, ha puntato molto sui sistemi di difesa antiaerea per fermare gli attacchi che vanno sulle infrastrutture civili ed energetiche, sulle città, sulle scuole. Il problema è che non hai risorse illimitate. E da quel punto di vista l’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio”.
In ultimo, riguardo all’adesione dell’Ucraina alla UE, che secondo il Financial Times darebbe a Kiev 186 miliardi, il sito Politico ha riportato la notizia che: “L’Unione Europea si starebbe preparando ad avviare colloqui con l’Ucraina per la sua adesione, con un annuncio formale previsto già a dicembre. L’Ucraina avrebbe presentato domanda di adesione al blocco meno di una settimana dopo l’invasione del Paese da parte della Russia e i leader dell’Ue avrebbero accettato l’Ucraina come candidato a entrare nel blocco. All’epoca, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva dichiarato che si trattava di un momento storico e di un “buon giorno per l’Europa”. Ora, fonti hanno riferito che i leader si starebbero preparando a dare a Kiev il via libera per avviare i colloqui formali di adesione al blocco. Inizialmente l’Ue pubblicherà una relazione sui progressi compiuti, dopodiché la “spinta politica sarà troppo forte perché i singoli Stati membri possano resistere. L’ipotesi di lavoro è che entro dicembre il Consiglio europeo decida di aprire i negoziati. I candidati all’adesione all’Ue devono soddisfare standard sullo stato dell’economia e della sfera politica, compreso l’impegno a rispettare lo stato di diritto e altri principi democratici”.
Proprio in tale prospettiva, i vertici della Confederazione europea dei sindacati (Ces) e dei datori di lavoro del SgiEurope, Esther Lynch e Valeria Ronzitti, si sono recati in Ucraina per una missione ad alto livello delle parti sociali europee, in quanto “il forte dialogo sociale è il modo migliore per integrarsi in UE”.
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