di Federica Marengo venerdì 29 settembre 2023
-Ieri, si è tenuto a Bruxelles il Consiglio dei Ministri degli Affari Interni della Ue, che ha visto per l’Italia la partecipazione del ministro Piantedosi. Obiettivo della riunione era quello di trovare un accordo sulla parte conclusiva del Patto per la migrazione e l’asilo relativo alla proposta di gestione delle crisi migratorie, sulla quale, prima della pausa estiva, non si era riusciti a trovare una maggioranza qualificata degli Stati membri.
La Germania ha quindi presentato delle modifiche al patto sotto forma di emendamenti e la presidenza spagnola di turno del Consiglio ha rilanciato con un compromesso proprio per andare incontro alle richieste di quest’ultima, ovvero che all’articolo 1 del regolamento fosse inserito un paragrafo in cui venisse legittimata l’attività delle navi Ong senza disciplinarne le relative procedure, e che Berlino ha finanziato con fondi del Governo federale ,affinché compiano operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale a ridosso delle acque libiche e tunisine, per poi condurre i migranti verso i Paesi di primo approdo, come l’Italia.
In contemporanea, mentre il ministro dell’Interno Piantedosi avrebbe dovuto dare il via libera all’intesa, una telefonata da Roma avrebbe avvisato del fatto che 4 navi Ong di 7, battenti bandiera tedesca ,si trovavano nel Mediterraneo. Da qui, l’interruzione da parte dell’Italia del negoziato.
Stamane , invece, la Presidente del Consiglio Meloni è volata a Malta, per il vertice informale Euro Med9, il summit dei Paesi UE del Mediterraneo, quali: Spagna , Portogllo, Francia, Cipro, Malta, Slovenia e Croazia, per discutere in due sessioni di lavori di migrazione, ma anche di guerra in Ucraina e sostegno a Kiev, di revisione a medio termine del quadro finanziario pluriennale , di riforma della governance economia della UE, dell’allargamento dell’Unione, in vista dei rapporti con Ucraina, Moldavia e Georgia. Al termine del vertice, vi è stata poi una dichiarazione congiunta e una conferenza stampa dei capi di Stato e di Governo.
Il summit Euro MED9, cui hanno preso parte anche la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen e il Presidente del Consiglio UE, Michel, è Stato anticipato da una lettera della Premier ai Paesi del Sud d’Europa, in cui quest’ultima ha chiesto una strategia “comune e coesa” sul dossier , in vista del Consiglio informale di Granada del 6 ottobre e di quello formale di Bruxelles del 26 e del 27 ottobre, e ha ribadito come per l’Italia sia prioritario dare attuazione al cambio di passo intrapreso nel Consiglio UE dello scorso febbraio, così come al Memorandum con la Tunisia e al piano in 10 punti presentato nella sua visita a Lampedusa dalla Presidente della Commissione UE von der Leyen.
Quindi, al termine del summit, e dopo il trilaterale con la Presidente della Commissione UE von der Leyen e con il Presidente francese Macron, nelle dichiarazioni finali, la Premier Meloni, ha sottolineato: “E’ tempo per affrontare la questione dei migranti in modo concreto, strutturale e possibilmente definitivo. Chi pensa che il problema dei migranti possa essere rinchiuso entro i confini di una nazione europea prende un abbaglio. Senza risposte strutturali prima saranno travolte le nazioni di primo approdo, ma poi tutti quanti verranno travolti da questo problema. Sulla questione migranti. Mi pare ci sia volontà di affrontare la questione con serietà, concretezza e velocità. Non parlo dell’approccio perché quello ormai lo do per assodato. Sono stata chiara nell’esporre la questione, sia come la vedo sia l’impatto che sta avendo sull’Italia e le soluzioni, la discussione è ruotata intorno a questo, con una convergenza che da questi Paesi è totalmente condivisa”.
In merito alle tensioni con la Germania sul finanziamento da parte di quest’ultima di navi Ong , la Presidente del Consiglio, ha spiegato: “Ho avuto degli scambi con il cancelliere Scholz nella giornata di ieri. La Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare, quello che riguarda le Ong, per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere ieri così. Dal punto di vista del Governo italiano, le Ong tedesche dovrebbero portare i migranti salvati nel Paese di cui battono bandiera e da cui sono finanziate”.
Poi , la Presidente Meloni ha confermato che la prossima settimana dovrebbe arrivare la prima tranche di aiuti europei alla Tunisia, in base agli accordi intercorsi col Paese nord-africano.
Infine, rispondendo alle domande dei cronisti sulla Nadef e sulla reazione dei mercati allo sforamento del 4,3% dei parametri del deficit, annunciato, e alla conseguente impennata dello Spread registratasi e, ancora, allo spettro di un Governo tecnico , ha risposto: “Questa preoccupazione sullo spread la vedo soprattutto nei desideri di chi immagina che un governo democraticamente eletto che sta facendo il suo lavoro, che ha stabilità e una maggioranza forte, debba andare a casa per essere sostituito da un governo che nessuno ha scelto. A me diverte molto il dibattito, già si fanno i nomi dei ministri. Temo che questa speranza non si tradurrà in una realtà. L’Italia rimane solida, ha una previsione di crescita superiore alla media europea anche per il prossimo anno, superiore alla Francia e alla Germania anche per il prossimo anno, lo spread ha ricominciato a scendere oggi, probabilmente dopo aver letto alcuni titoli gli investitori hanno letto anche la Nadef, che racconta di numeri seri in previsione di una legge di bilancio estremamente seria”.
Proprio in merito alla Nadef ,diffusa dai media la tabella con gli indicatori di finanza pubblica ,che prevede che il deficit dell’Italia scenderà sotto il 3% nel 2026.
Per il 2023, l’indebitamento è fissato al 5,3% programmatico (5,2% tendenziale), per il 2024 il deficit programmatico viene fissato al 4,3%, il tendenziale al 3,6%; nel 2025 è al 3,6% (3,4% tendenziale); per poi scendere nel 2026 al 2,9% (nel quadro tendenziale è al 3,1%).
Quanto al debito, si passa dal 140,2% del Pil nel 2023 al 140,1% nel 2024, 139,9% nel 2025 e 139,6% nel 2026.
Immediata, la replica alle dichiarazioni della Presidente del Consiglio delle Opposizioni, in particolare del Pd, attraverso il responsabile economico del partito, Misiani, che , su X, ha scritto: “Se il buon giorno si vede dal mattino (la Nadef), le prospettive sono decisamente sconfortanti: l’economia si è fermata e la destra non ha la più pallida idea di come rilanciarla”.
Di contrasto all’immigrazione illegale, si è parlato anche in occasione del ventennale della Convenzione di Palermo, al quale hanno preso parte il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano , il ministro della Giustizia Nordio e il ministro dell’Interno Piantedosi.
In tale contesto, il Guardasigilli, Nordio, ha dichiarato: “Dobbiamo ingaggiare una guerra totale e globale, senza sconti, ai trafficanti di esseri umani”, lanciando poi la proposta di una collaborazione rafforzata con tutti i Paesi interessati, articolata in tre punti: “organi investigativi comuni, utilizzo tecniche investigative speciali e nuovi accordi bilaterali regionali per uso di queste tecniche in sede giudiziarie. Al termine di questa conferenza firmerò questo protocollo con i colleghi del bacino Mediterraneo” e annunciando la firma, “a margine dei lavori della Conferenza di Palermo, di due trattati, con gli omologhi di Algeria e Libia”.
Il ministro dell’Interno, Piantedosi, invece, nel suo intervento, ha evidenziato: “Riteniamo fondamentale il potenziamento della collaborazione con le Agenzie Onu per ampliare i programmi di rimpatrio volontario assistito dai Paesi di transito verso i Paesi di origine. Proprio ieri in occasione del Consiglio Affari Interni a Bruxelles ho sottoposto ai colleghi europei una serie di iniziative per affrontare questa sfida epocale, riconducibili a due pilastri essenziali. Da un lato, la necessità di potenziare la collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi, per rafforzare la cooperazione di natura investigativa e rendere più efficace la risposta repressiva contro i trafficanti. Dall’altro lato, la necessità di agire concretamente sulle cause della migrazione e offrire ai migranti delle alternative legali ai loro progetti migratori. Abbiamo scelto Palermo per dimostrare quanta strada abbiamo fatto in questi vent’anni dalla firma della convenzione. Nessuno Stato può accettare che la criminalità organizzata determini la gestione dei flussi migratori. Serve più cooperazione con i Paesi di origine. Una capillare presenza delle Autorità e delle Organizzazioni Onu lungo le rotte offrirebbe ai migranti una realistica alternativa alla migrazione illegale e toglierebbe ossigeno ai network criminali. Serve una maggior cooperazione con le agenzie per gestire il fenomeno. Oltre il 90 per cento dei migranti arrivati in Europa si è avvalso dei trafficanti per un business da 6-7 miliardi di euro. Un business enorme che poi va a sommarsi allo sfruttamento dopo l’arrivo con la presa in consegna del migrante da parte delle mafie locali con lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio. A questi trafficanti va tolto l’ossigeno. A livello europeo abbiamo chiesto di attivare una task force investigativa con gli altri Paesi che va anche aperta ai paesi di origine per migliorare i processi di identificazione del migrante. Le indagini hanno dimostrato che i trafficanti trasportano uomini e droga, riciclano denaro nell’economia reale. Dobbiamo sfruttare a pieno tutti gli strumenti investigativi che nascono dalla convenzione di Palermo. L’Italia ha un’importante collaborazione in atto con i colleghi francesi, con cui abbiamo assunto la leadership di uno dei più rilevanti programmi della Commissione europea, per il contrasto alle reti di trafficanti in Nord Africa. Un progetto che consentirà di sviluppare direttamente nei Paesi interessati azioni specifiche per il rafforzamento della cooperazione di polizia e giudiziaria, in prima battuta con la Tunisia e a seguire con Marocco, Egitto, Algeria e Libia”.
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