di Federica Marengo lunedì 25 settembre 2023
-Nella 571° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti gli attacchi russi sul Paese. Dalla scorsa notte, infatti, raid delle forze di Mosca con19 droni e 14 missili sono stati registrati su Odessa, dove hanno provocato danni all’infrastruttura portuale, ferendo una donna. La totalità dei droni e 11 missili sono stati abbattuti dalle difese aeree ucraine, ma danni importanti sono stati arrecati ad alcuni depositi, alla stazione balneare di Odessa, con un incendio divampato in una struttura alberghiera, subito domato.
Per il ministero della Difesa ucraina, “L’attacco notturno della Russia alla città portuale di Odessa, nel sud dell’Ucraina, è stato un patetico tentativo di ritorsione all’attacco ucraino di venerdì al quartier generale della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli”. Inoltre, l’esercito di Kiev ha affermato che l’attacco russo a Odessa costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario, poiché ha preso di mira sia le truppe che le infrastrutture civili, compreso per la fornitura di energia elettrica.
Il ministero della Difesa russo, poi, ha precisato che : “Sono state colpite strutture destinate a ospitare mercenari stranieri e sabotatori a servizio di Kiev” , senza fornire dettagli sull’ubicazione di queste strutture né prove a sostegno della sua affermazione.
Al riguardo, le forze ucraine per le operazioni speciali, come riferito da Rbc-Ucraina, hanno reso noto che il comandante della flotta russa del Mar Nero, l’ammiraglio Viktor Sokolov, è stato ucciso in Crimea. Sokolov sarebbe morto nell’attacco di venerdì al quartier generale della Flotta, a Sebastopoli, insieme con 34 ufficiali, mentre altri 105 soldati russi sarebbero rimasti feriti.
Intercettati due missili russi anche su Mykolaiv e Kirovograd, mentre altri razzi hanno colpito dei granai, senza causare vittime.
Colpite poi dalle forze russe, anche le città di Kryvyrh, Kharkiv e Kherson , dove 2 persone sono rimaste uccise e altre ,di un numero ancora imprecisato, ferite.
Tuttavia, lo Stato Maggiore della Difesa ucraina ha fatto sapere che le forze armate di Kiev proseguono l’avanzata in direzione Sud, verso Melitopol , e in direzione Est, verso Bakhmut.
Sul fronte russo, invece, una forte esplosione è stata avvertita stamane a Sebastopoli e , come reso noto dalla Difesa ucraina, “l’antiaerea avrebbe intercettato un drone che avrebbe attaccato l’aeroporto di Khalino, nella regione russa di Kursk, il quale , “privo del pilota, sarebbe stato fatto atterrare in sicurezza sulla pista, ma sarebbe esploso quando i comandanti dell’aviazione e gli ufficiali dell’Fsb sono arrivati per ispezionare il drone e scattare foto, causando morti e feriti in numero ancora da accertare”.
Il leader dell’autorità regionale russa, Vladimir Rogov, invece, ha fatto sapere via Telegram che “Le forze russe hanno preso il controllo del villaggio di Orikhovo-Vasylivka, situato a nord-ovest della città di Bakhmut, nella regione di Donetsk”, spiegando: “Sul fianco settentrionale della direzione di Artemovsk, (Bakhmut), i soldati russi hanno cacciato i militari delle forze armate dell’Ucraina dall’insediamento di Orikhovo-Vasylivka. Durante l’attacco, i nostri ragazzi hanno colto di sorpresa i nazisti che non si aspettavano un assalto e sono stati costretti a fuggire. La nuova conquista migliora significativamente le posizioni tattiche delle forze della Russia in questo settore del fronte”.
Infine, il ministero dell’Interno russo ha reso noto che “La Russia ha inserito il polacco Piotr Hofmanski, presidente della Corte penale internazionale (Cpi), nella lista dei ricercati, senza specificare quali siano le accuse nei suoi confronti”.
Nel marzo scorso, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il Presidente russo Putin e per la commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova, con l’accusa di crimini di guerra per le deportazioni forzate di bambini ucraini nella Federazione.
Al riguardo, l’Italia ha ribadito oggi a Ginevra, nell’ambito del Dialogo interattivo con la Commissione d’Inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sull’Ucraina, nel quadro della 54ma sessione del Consiglio Diritti Umani, tramite l’ambasciatore Grassi, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite e le altre Organizzazioni Internazionali, “il pieno sostegno alla Commissione Onu incaricata di indagare su tutte le presunte violazioni e abusi dei diritti umani e sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e sui crimini correlati nel contesto dell’aggressione contro l’Ucraina da parte della Federazione Russa”.
Nel suo consueto rapporto, l’Institute for the Study of War (Isw), ha riferito che: “Una fonte del Cremlino ha affermato che Putin avrebbe dato al ministro della Difesa russo Sergey Shoigu una scadenza di un mese, fino all’inizio di ottobre 2023, per migliorare la situazione in prima linea, fermare la controffensiva ucraina e far sì che le forze russe riprendano l’iniziativa per lanciare un’operazione offensiva contro una città più grande”,
Per l’ISW: “Se ciò fosse vero, il comando militare russo potrebbe aver ordinato “contrattacchi incessanti” nella speranza di arrestare la controffensiva ucraina, “anche a un costo elevato per le capacità militari russe. Putin, allo stesso tempo, potrebbe aver ordinato ai comandanti russi di “mantenere tutte le posizioni difensive iniziali della Russia per creare l’illusione che le controffensive ucraine non abbiano ottenuto alcun effetto tattico o operativo nonostante il sostanziale sostegno occidentale, attuando una tattica informativa che potrà avere successo nel lungo periodo solo se le forze russe riusciranno effettivamente a impedire alle forze ucraine di sfondare e liberare ampie aree del Paese”.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky, ha annunciato che “I primi carri armati Usa Abrams sono arrivati in Ucraina”.
In merito all’invio a Kiev di armi da parte degli alleati, il Presidente polacco Duda ,in un’intervista al quotidiano polacco Super Express è tornato sulla decisione del Premier Morawiecki di non trasferire più armi all’Ucraina, come conseguenza delle tensioni con Kiev scaturite dallo stop di Varsavia alle importazioni di grano ucraino, che, però ha approvato corridoi di transito attraverso cui far passare il grano ucraino, spiegando: “Sia lui che io abbiamo detto che l’invio di qualsiasi nuova attrezzatura che stiamo attualmente acquistando, come gli obici K2 o i carri armati K9, è fuori discussione. Devono servire a rafforzare l’esercito polacco. Ma questo non significa che non trasferiremo affatto armi. Quando le vecchie apparecchiature vengono sostituite con quelle moderne, non ho problemi a inviarle agli ucraini”.
Quanto alla questione del grano, Bruxelles e Kiev, rappresentati, rispettivamente, dalla commissaria europea ai Trasporti, Adina Valean, e dal ministro per le Comunità, i Territori e lo Sviluppo delle Infrastrutture dell’Ucraina, Oleksandr Kubrakov, hanno discusso oggi in un incontro su come aumentare la capacità dei “corridoi di solidarietà” e degli investimenti nelle infrastrutture di trasporto lungo questi corridoi.
L’agenzia Tap, nel frattempo, ha fatto sapere che domani “Il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar si recherà in Russia, dove incontrerà il ministro degli Esteri russo Lavrov, con l’obiettivo, spiegato dallo stesso ministero degli Esteri di Tunisi, di ”promuovere la cooperazione” tra la Tunisia e la Russia, che è ”una volontà comune” e di sostenere ulteriormente gli sforzi africani per porre fine al conflitto russo-ucraino, nell’ambito dell’Iniziativa di pace africana e dell’Iniziativa delle Nazioni Unite sul trasporto sicuro di grano e prodotti alimentari dai porti ucraini”.
A Pechino, invece, il Commissario UE al Commercio, Dombrovskis, impegnato in una visita di cinque giorni in Cina, dove presiederà con il vicepremier cinese He Lifeng, il decimo dialogo bilaterale di alto livello economico e sul commercio, parlando agli studenti della Tsinghua University di Pechino,ha sottolineato: “Il rifiuto di Pechino di condannare l’invasione russa in Ucraina “danneggia l’immagine” della Cina e “c’è un rischio in termini di reputazione. Si tratta di un atteggiamento che “nuoce all’immagine del Paese, non solo nei confronti dei consumatori europei, ma anche nei confronti delle imprese”.
Poi, Dombroskis ha lamentato “la mancanza di condizioni di parità imprenditoriali in Cina”, suscitando la reazione adirata di Pechino, con il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, che ha replicato: “La Cina continuerà a dare opportunità alle aziende “di tutti i Paesi” in un contesto di business legale e orientato al mercato. Pechino non rinuncerà “a un ambiente commerciale orientato al mercato, legale e internazionale affinché le aziende di tutto il mondo possano operare legalmente. La Cina non è la fonte dei rischi, ma piuttosto una forza per prevenire e disinnescare i rischi”.
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