di Federica Marengo giovedì 14 settembre 2023
-Come annunciato e confermato ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha partecipato a Budapest, in Ungheria, presso il Museo delle Belle Arti, alla V° edizione del “Budapest Demographic Summit”, evento nel quale capi di Stato, leader di Governo, esperti, esponenti della società civile e leader religiosi si sono interrogati sul calo demografico e sulla crisi della famiglia in Europa.
La Premier , accompagnata al suo arrivo dalla Presidente ungherese ,Katalin Novak ,è intervenuta come relatrice (così come il Premier ungherese Orban), nella sessione di lavori intitolata: “Family is the key to security” e, nel suo discorso, ha sottolineato: “Il nostro obiettivo primario è quello di avviare un cambiamento sostanziale e culturale sul tema della natalità”, spiegando come, alla luce dei dati impressionanti sul calo delle nascite ,vi sia “nella società occidentale un sentimento nemico della famiglia”, pertanto: “Attualmente il futuro proiettato davanti a noi è molto preoccupante. Dobbiamo riflettere su come viene rappresentata oggi la famiglia, la cui immagine si è sfocata. E i cittadini vengono considerati consumatori. Serve una grande battaglia per difendere la famiglia, perché difendere la famiglia significa difendere Dio, la nostra identità e tutto quello che ha contribuito a costruire la nostra civiltà. Ci sono nazioni più ricche dove nascono meno bambini, dobbiamo mobilitare le risorse per sostenere la famiglia così com’è, l’Ungheria dà un esempio perfetto. Anche il Papa lo ha detto nella sua visita pastorale : l’esempio dell’Ungheria dimostra che le cose possono cambiare se abbiamo il coraggio di fare le scelte e gli investimenti necessari. In Ungheria si è riusciti a fermare la tendenza in calo della natalità, sono aumentati i posti di lavoro, e anche l’occupazione femminile. L’esempio dell’Ungheria dimostra che le cose possono cambiare se abbiamo il coraggio di fare le scelte e gli investimenti necessari”.
Quindi, continuando, ha indicato gli obiettivi e le priorità dell’Esecutivo da lei guidato, anche in relazione alla Legge di Bilancio: “Serve una grande battaglia per difendere le famiglie, significa difendere l’identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà. Anni fa ho fatto un discorso che mi ha dato popolarità. Ho detto: mi chiamo Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana e nessuno me lo può togliere. Questo ha provocato degli attacchi, qualcuno ci ha fatto delle canzoni. Ma gli avversari non hanno capito quanto fossero le persone che hanno ritenuto quelle parole buone. Con quelle parole volevo dire che viviamo in un’era in cui tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. Perché? E perché è pericoloso? Questo è pericoloso per la nostra identità, nazionale, famigliare, religiosa. È anche ciò che ci rende consapevole di quelli che sono i nostri diritti e di difenderli. Senza identità siamo solo numeri, senza una coscienza, strumenti nelle mani di coloro che ci vogliono usare. Obiettivo del nostro governo, che è forte e coeso, è rimanere in carica per molti anni, cosa inusuale in Italia, a differenza dell’Ungheria. Il nostro governo ha come priorità assoluta il numero di nascite, il sostegno alle famiglie. Per un futuro che sia migliore del presente”.
Poi, nel suo discorso , un passaggio sull’immigrazione: “Spesso in maniera strumentale si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d’accordo con questa narrazione. Sono convinta che le grandi nazioni devono prendersi la responsabilità di costruire il proprio futuro. I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo, ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo: il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo”.
Dopo il suo intervento, la Presidente Meloni ha tenuto un bilaterale con il Premier Orban, presso il palazzo del Governo ungherese, incentrato sui principali dossier europei e sul rilancio dei rapporti tra i rispettivi Stati sul piano economico e commerciale, anche in vista della Presidenza di turno ungherese del Consiglio dell’Unione europea, prevista per il secondo semestre 2024.
Tra i temi principali affrontati: la guerra in Ucraina (in merito, sia Italia che Ungheria hanno condannato l’aggressione russa e auspicato una pace giusta e che la UE resti unita nel sostegno a Kiev) e la questione delle politiche migratorie, sulla quale “la Premier Meloni e il Primo Ministro Orban hanno convenuto si tratti di una sfida comune in Ue e che sia necessario prevenire le partenze”.
Inoltre, secondo quanto riportato tramite nota: “entrambi hanno ribadito la necessità di agire con rapidità e con determinazione” sulla questione migranti, ritenendo la migrazione una sfida comune per l’Unione europea, che richieda una risposta collettiva. Sottolineata anche la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti, un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani ed un’efficace politica di rimpatrio per coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa. Infine, dovrebbero essere attuati anche meccanismi di condizionalità per garantire la cooperazione dei Paesi di origine”.
Ieri, dopo una giornata nella quale sull’isola di Lampedusa si è registrato il record di 7mila arrivi di migranti in due giorni (a fronte di una struttura di accoglienza per un massimo di 800 persone) e, il Consiglio comunale ha proclamato lo stato di emergenza, a fronte della stretta all’accoglienza impressa da Francia e Germania, la Presidente del Consiglio, intervistata dal giornalista Bruno Vespa nella trasmissione di Rai Uno, Porta a Porta, parlando dei temi caldi del Governo , tra cui l’immigrazione, ha evidenziato: “La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete”.
Più netti, invece, i toni usati dal Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario della Lega, Salvini, che, prospettando una difesa delle frontiere da parte dell’Italia in solitaria, ha dichiarato: “Quando arrivano 120 mezzi che sbarcano migranti non è un episodio spontaneo, ma un atto di guerra. Per la società italiana, questo è il collasso, non è solo un problema di Lampedusa. Sono convinto che dietro questo esodo ci sia una regia. Ne parleremo pacatamente all’interno del governo, ma non possiamo assistere a scene simili. Penso che Giorgia Meloni stia facendo il possibile e l’impossibile. Ciò che accade a Lampedusa è la morte in Europa”.
Per il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, nonché segretario di FI, Tajani, intervistato da Il Corriere della Sera: “ Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa, ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo, abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel. La situazione degli sbarchi dei migranti può perfino peggiorare” nei prossimi mesi. E l’Italia ,come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale. Non possiamo essere lasciati soli. Noi facciamo tutto quello che è umanamente possibile: i ministeri della Difesa, dell’Interno, il mio, sono al servizio e al lavoro per affrontare l’emergenza, ma l’instabilità della regione subsahariana è drammatica. L’accoglienza dei migranti irregolari pesa tutta sulle nostre spalle. Sono costi enormi. Ho appena fatto convocare al ministero gli ambasciatori di Guinea e Costa d’Avorio, Paesi da cui partono centinaia di migranti irregolari per l’Italia, e ho chiesto che ci sia un criterio più rigido per frenare le partenze, per accettare i rimpatri. Per evitare che queste persone affamate e disperate arrivino in Tunisia e salpino poi verso le nostre coste. E sono in continuo contatto con i miei omologhi di Algeria e Tunisia, che assicurano collaborazione, ma anche loro da soli non ce la fanno. Il piano Ue per la Tunisia lo affronteremo già a New York”.
Stamane, mentre sull’isola di Lampedusa, (che nella notte non ha registrato nuovi sbarchi dopo 48 ore di caos e ressa al porto), sono in corso i trasferimenti di circa 2mila migranti, la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, in un punto stampa a Bruxelles, ha dichiarato : “La situazione attuale della migrazione ci sottolinea una volta ancora le sfide che abbiamo e gli sforzi che dobbiamo mettere in campo. Su Lampedusa, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è in contatto con la premier Giorgia Meloni e questa mattina la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha sentito il ministro Piantedosi per una valutazione della situazione e per vedere come l’Ue possa fornire aiuti. Noi supportiamo l’Italia a un livello operativo e finanziario. E siamo pronti a supportare l’Italia”.
Critiche ,le Opposizioni, secondo cui quanto sta accadendo a Lampedusa dimostrerebbe “il fallimento della gestione dell’immigrazione da parte del Governo e della Premier” (non in ultimo, anche l’accordo siglato con la Tunisia). In particolare ,la segretaria del Pd, Schlein , recependo le istanze dei sindaci del Pd in merito a una revisione del decreto Cutro e a un rifinanziamento del sistema dell’accoglienza, ritenuto ” inadeguato per affrontare una simile emergenza”, ha dichiarato: “Il dramma di questi giorni, bisognerebbe dire di questi anni, a Lampedusa è la dimostrazione del fallimento delle politiche di esternalizzazione di questo Governo. Noi continueremo anche a batterci per una Mare Nostrum europea”, riecheggiata dal leader del M5S, Conte, che , sottolineando l’isolamento dell’Italia in UE, ha annunciato che nella prossima settimana si recherà a Lampedusa.
Di “fallimento” e di “disastro”, hanno parlato anche gli esponenti di Sinistra italiana, Fratoianni e di AVS,Bonelli, mentre i leader di Azione e di Italia Viva, Calenda e Renzi hanno evidenziato l’”irrealizzabilità delle promesse fatte in campagna elettorale da parte della destra populista”.
Sul piano economico, dopo il parere negativo dell’Associazione bancari italiani e della Banca Centrale Europea sulla tassazione degli extraprofitti delle banche, norma contenuta nel Dl Asset, voluta dalla Premier, che convince la Lega, ma non FI, che ha chiesto e, presentato, tramite emendamenti, 11 proposte di modifica , secondo indiscrezioni di stampa, la Maggioranza starebbe cercando di raggiungere un’intesa con la deducibilità dell’imposta, sebbene FdI non abbia presentato emendamenti nelle Commissioni riunite Ambiente e Industria del Senato, dove è in esame il testo.
Quanto alla Manovra, invece, in fase di studio da parte del Governo e del ministero dell’Economia, proprio il titolare di quest’ultimo dicastero ,Giorgetti, tornando sulla misura del Superbonus edilizio 110%, ha dichiarato ieri , nel corso del Question Time alla Camera, che esso: “non verrà prorogato nelle forme oggi conosciute”, assicurando, però, lo sblocco dei crediti incagliati per 320 mila famiglie, sebbene FI abbia rilanciato la richiesta di proroga fino a giugno per i lavori nei condomini, come sollecitato dall’Ance.
A pesare sulla Manovra, anche la nuova stretta, la decima dal 2022, sui tassi di interesse, annunciata questo pomeriggio dal Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea e dalla Presidente di quest’ultima Lagarde, che ha alzato i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50% e il tasso sui depositi al 4%, mentre quello sui prestiti marginali è stato alzato al 4,75%, per contrastare l’inflazione ritenuta ancora troppo alta.
Gli esperti dell’Eurotower hanno poi tagliato le stime sul Pil dell’Eurozona, rivedendo “significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell’area dell’euro allo 0,7% nel 2023, all’1,0% nel 2024 e all’1,5% nel 2025″.
Quindi , nel comunicato della BCE, si legge: “In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
La BCE ha dunque seguito le indicazioni dell’OCSE , che aveva caldeggiato l’introduzione di “un ‘ulteriore stretta al credito contro la congiuntura che frena la crescita” , decisione criticata dalla Federazione autonoma bancari italiani, secondo cui: “così i mutui variabili schizzeranno al 7%, quelli fissi a oltre il 6%”, ma anche da alcuni esponenti dell’Esecutivo, tra cui il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso, per il quale la decisione della BCE “impoverisce l’Europa e non aiuta la crescita”.
Proprio quest’ultimo, nella giornata di oggi, ha presieduto , insieme con il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rixi, l’insediamento al Ministero di un tavolo permanente sul trasporto aereo e sul caro voli, al fine di aprire un confronto con tutti gli attori del settore ,con particolare attenzione “alla necessità di maggior trasparenza rispetto alla composizione del costo dei biglietti aerei e dei meccanismi che portano alla formazione del prezzo, oltre alle risorse che ciascun aeroporto investe per favorire la propria connettività”.
Nel corso del tavolo sono stati approfonditi i contenuti del Decreto Asset, con l’obiettivo di “acquisire eventuali contributi volti a migliorare il provvedimento durante il percorso parlamentare anche per quanto riguarda i poteri delle autorità competenti per garantire maggiore trasparenza agli operatori del settore e tutela dei diritti degli utenti, oltre che per realizzare nel nostro Paese un mercato davvero libero e concorrenziale in cui tutti possano agire al meglio, tutelando al tempo stesso gli interessi dei consumatori”,
Infine, sul dossier Ita-Lufthansa, la compagnia aerea tedesca , tramite un portavoce ,ha fatto sapere: “Siamo in una fase avanzata del processo di notifica formale della transazione con Ita alla Commissione europea e alle altre autorità competenti e non vediamo lʼora di continuare il nostro dialogo costruttivo verso un via libera tempestivo”.
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