di Federica Marengo martedì 18 luglio 2023
-La Presidente del Consiglio Meloni, recatasi nel pomeriggio di ieri a Bruxelles per partecipare al vertice della UE con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ha avuto nelle ultime ore un bilaterale “lungo e cordiale” con il Presidente della Repubblica argentina, Alberto Fernandez, con il quale ha parlato dei rapporti tra Roma e Buenos Aires, delle nuove opportunità economiche nel settore delle materie prime e dell’energia, del ruolo fondamentale della grande comunità italiana in Argentina e delle relazioni con l’Unione Europea, e con il Presidente della Repubblica orientale dell’Uruguay, Luis Lacalle Pou, con il quale ha dialogato dei “rapporti tra le due Nazioni, delle prospettive di collaborazione bilaterale, confermando la comune volontà di rafforzare il partenariato italo-uruguaiano”.
Al summit, invece,è stallo nelle posizioni dei 48 capi di Stato e di Governo dei due Continenti sulla guerra in Ucraina e la condanna della Russia, nonostante il nuovo piano di investimenti da 45 miliardi di euro proposto dalla Commissione UE.
Il nodo da sciogliere è quello del documento finale dove la UE vorrebbe fosse inserito il riferimento alla guerra in Ucraina e la condanna dell’invasione da parte della Russia, mentre gli Stati latinoamericani rivendicano maggiore autonomia nei confronti del formato della UE.
Inoltre, proprio il tema della guerra russo-ucraina è stata al centro di numerosi discorsi di apertura dei leader, mettendo così in secondo piano altri temi come gli accordi commerciali con il Mercosur (il Mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), la riforma nella composizione del sistema finanziario internazionale, il cambiamento climatico e la transizione energetica.
Tra gli Stati latinoamericani che hanno espresso la propria contrarietà alla guerra in Ucraina e all’invio di armi: il Brasile, con il Presidente Lula che ha definito il conflitto in Ucraina “una conferma che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non risponde alle attuali sfide alla pace e alla sicurezza” ,ricordando che il Brasile “sostiene le iniziative promosse da diversi Paesi e regioni a favore di una cessazione immediata delle ostilità e di una pace negoziata” e criticando le sanzioni UE alla Russia, in quanto : “Ricorrere a sanzioni e blocchi, senza la protezione del diritto internazionale, serve solo a penalizzare le popolazioni più vulnerabili”.
In merito all’accordo sul Mercosur, il Presidente Lula ha ribadito che “La conclusione dell’accordo è una priorità e deve basarsi sulla fiducia reciproca, non sulle minacce”.
Nella giornata di domani, invece, la Premier Meloni sarà a Palermo per le commemorazioni della strage di via D’Amelio. Alle 8.50, deporrà una corona nella caserma Lungaro davanti alla lapide in memoria dei poliziotti uccisi il 19 luglio del 1992, per poi recarsi in visita alle tombe di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In mattinata, la Presidente del Consiglio presiederà il Comitato per l’ordine e la sicurezza, alla presenza del Prefetto , del capo della Procura e dei vertici delle forze dell’ordine, in serata, invece, non dovrebbe partecipare alla tradizionale fiaccolata.
In merito, intervenendo al summit UE-Celac a Bruxelles, la Premier ha dichiarato: “Domani è il 19 luglio, in Italia è una data simbolica. Il 19/07 di 31 anni fa la mafia uccide il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato. La lotta alla criminalità organizzata è un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui Ue e America Latina possono continuare a lavorare insieme”.
Intanto, a Roma, in mattinata, il ministro per gli Affari Europei, la Coesione,il Sud e il Pnrr, Fitto ha partecipato alla presentazione delle Anticipazioni del Rapporto Svimez 2023 e all’Assemblea di Coldiretti, nel corso della quale ,parlando dell’utilizzo dei fondi del Next generation Eu,ha detto: “Sulle risorse del Pnrr e sulle altre risorse europee non stiamo facendo una corsa contro il tempo per spenderle. Dobbiamo fare attenzione alla qualità della spesa. Per molto tempo si sono spese molte risorse europee senza grandi risultati in termini di crescita strutturale di un territorio. Quello che sta facendo l’Italia sul Pnrr e sulle risorse europee è un lavoro molto serio e impegnativo che dovrebbe essere fuori dalla polemica politica quotidiana, che non aiuta e che rischia di portarci fuori strada. Dovremmo tutti marciare nella stessa direzione visto che questa non è la sfida del governo Meloni, ma è la sfida dell’Italia e dovremmo essere tutti in grado di dare un contributo per raggiungere il risultato. E’ quasi oggettivo prendere atto della differenza che c’è nel rimodulare un piano di 220 miliardi di euro come quello italiano rispetto a quelli molto meno ingenti di altri paesi. Quindi penso che sia importante avere una visione complessiva che è il lavoro che stiamo mettendo in campo, insieme a un’idea di coordinamento con le risorse europee della coesione, del fondo di sviluppo e coesione, con dei provvedimenti legislativi di accompagnamento che entro la pausa estiva, e immediatamente dopo la ripresa, troveranno un loro completamento e una risposta organica. Nel giro di 2-3 mesi potremo avere un quadro organico di riferimento per poter avviare una fase di attuazione completa che possa non solo risolvere i nodi organizzativi dei programmi in questione. Ma anche cercare di mettere in campo una nuova strategia”.
Nel pomeriggio, poi, a Palazzo Chigi, il ministro Fitto ha presieduto la prima delle due giorni di cabina di regia sul Pnrr, cui hanno preso parte i Vicepremier e ministri, Salvini e Tajani, tutti i ministri e tutti i segretari alla Presidenza del Consiglio per incontrare le associazioni imprenditoriali : Confindustria, Ance, Confedilizia, Abi e Ania. Alle 14 , vi è stato poi l’ incontro con il settore dell’agricoltura e alle 15 con le associazioni del terziario. Infine , con le cooperative e poi con le organizzazioni sindacali.
Gli incontri proseguiranno domani, a partire dalle 10 ,con la partecipazione delle organizzazioni rappresentative di lavoratori e imprese e , conclusesi le due cabine di regia, i singoli documenti, redatti e condivisi, saranno oggetto del dibattito parlamentare.
Sul tavolo: l’Informativa sulla terza relazione semestrale del PNRR , la revisione del suddetto Piano, con riferimento alla revisione della quarta rata e all’inserimento del capitolo REPowerEU.
Al termine della serie di incontri, Palazzo Chigi ha riferito che si è trattato di un confronto “proficuo” e il ministro Fitto ha spiegato che: “Tutte le sessioni sono state dedicate all’esame delle più recenti evoluzioni del Piano, in particolare all’informativa sulla Terza relazione semestrale del Pnrr, sulla revisione della quarta rata, per la quale è in corso la valutazione da parte della Commissione europea della modifica di 10 sui 27 obiettivi previsti, all’inserimento del Capitolo RePowerEU. L’obiettivo è intervenire sulle criticità e coordinare tutti gli interventi in campo, oltre al Piano di ripresa e resilienza, le politiche di coesione e i fondi di sviluppo e coesione, per poter avere una visione unica tra le diverse risorse a disposizione. Il confronto suddiviso per singoli tavoli serve ad una maggiore definizione delle questioni relative ad ogni specifico comparto per meglio calibrare gli interventi necessari. Modalità particolarmente apprezzata da tutti i partecipanti ai tavoli, che hanno ringraziato il ministro per il lavoro fin qui svolto e per l’attenzione ricevuta. È il modo migliore per valorizzare il ruolo della Cabina di regia e individuare per tempo le soluzioni ad eventuali difficoltà. Il nostro intento è consolidare questo dialogo e con i vostri suggerimenti verificare come migliorare questa impostazione”.
Nel pomeriggio, inoltre, si è tenuto presso la sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy un incontro tra il ministro Urso e il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini per discutere dei temi comuni che riguardano i rispettivi dicasteri come il caro voli e la questione taxi.
Proprio il ministro Urso, poi, è intervenuto nel dibattito sull’introduzione del salario minimo a 9 euro, riaccesosi tra Maggioranza , Opposizioni e sindacati, dopo la pubblicazione delle Anticipazioni del Rapporto Svimez 2023 ,che ha attestato come circa 3 milioni di lavoratori dipendenti percepiscano meno di 9 euro di retribuzione oraria in Italia. Di questi, circa un milione sono nel Mezzogiorno dove la loro quota raggiunge il 25,1% degli occupati dipendenti, oltre uno su quattro. Circa 2 milioni vivono nelle Regioni del Centro-Nord ,dove rappresentano il 15,9% degli occupati dipendenti.
Il Rapporto Svimez ha poi rilevato come la perdita di potere d’acquisto interessi soprattutto il Mezzogiorno in Italia (-8,4%) così come il lavoro povero, “per effetto della più sostenuta dinamica dei prezzi, contro il -7,5% della media nazionale e il 2,2% della media Ocse”.
Tuttavia, la crescita del Pil italiano nel 2023 è stimata al +1,1% , con un aumento nel Mezzogiorno del +0,9%, di soli tre decimi di punto percentuale in meno rispetto al Centro-Nord , a+1,2%. Il Pil del Sud, però, grazie al Pnrr, potrebbe segnare una crescita dell’1,4% e, se tutto il Piano fosse realizzato , si potrebbe colmare il gap con il Nord.
Quanto all’occupazione, fra il primo trimestre 2021, (picco negativo a causa del Covid19) e il primo trimestre del 2023 ,si è registrato un aumento di +6,5%, con il Sud a +7,7%, con percentuali tornate ai livelli pre pandemia.
Il ministro Urso, quindi, riguardo all’introduzione del salario minimo a 9 euro , ribadendo la contrarietà del Governo, ha dichiarato: “Noi abbiamo uno strumento che si è consolidato più che in altri Paesi, ed è la contrattazione collettiva con il confronto con le parti sociali che copre la gran parte dei processi produttivi e la gran parte di chi lavora in Italia. È uno strumento di confronto utile che passa dal riconoscimento della contrattazione collettiva, dal ruolo dei sindacati e delle forze produttive liberamente associate. Quindi credo che da questo occorre partire: è uno strumento che ha garantito nel nostro Paese una coesione sociale. Basta guardare, in questo momento, ad altri Paesi europei, Francia e la stessa Germania per renderci conto che anche nel processo riformatore bisogna perseguire la strada che ha portato nel nostro Paese a consolidare questo primato”.
Sulla stessa linea ,anche il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, che ha affermato: “Il salario minimo voluto dalla sinistra è un sistema vetero-socialista che abbassa il salario, non lo aumenta. Distrugge la meritocrazia e livella tutto in basso. Noi vogliamo che il lavoratore guadagni bene, non che si abbia lo stipendio tutti uguale come si faceva in Unione Sovietica. L’obiettivo del governo e della maggioranza è quello di avere un salario ricco per tutti e non uno minimo”.
Parole , quelle del Vicepremier e ministro Tajani e del ministro Urso, che hanno suscitato la reazione delle Opposizioni , con la segretaria del Pd, Schlein, che, all’ uscita dal pre-vertice dei socialisti europei e sudamericani, ha detto: “Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano e il governo Meloni non può girare la faccia dall’altra parte. Noi continueremo a parlarne e non molleremo di un centimetro”, riecheggiata dal Presidente del M5S, Conte, che ha dichiarato: “Al Governo non daremo mai tregua sul salario minimo legale. Noi ne faremo un cavallo di battaglia per la campagna elettorale europea, per il futuro del Paese”.
Diversa, la posizione del leader di Italia Viva, Renzi, che ,nella sua Enews, ha spiegato: “Perché Italia Viva non ha firmato la legge sul salario minimo? Per motivi politici, come abbiamo già spiegato più volte: noi non siamo alleati di Salvini e Meloni e non siamo alleati di Schlein e Conte. Dunque votiamo le leggi che ci convincono, chiunque le proponga, stando al merito ma senza trasformare queste leggi in bandiere della maggioranza o delle opposizioni. Nel merito poi questa legge sul salario minimo è molto diversa da quella che avevamo immaginato noi dopo il JobsAct, Industria 4.0 e dopo tutte le nostre misure sul lavoro. Faremo emendamenti e cercheremo di migliorare un testo che secondo Landini è l’inizio della rivoluzione sul lavoro. Per me non è così: penso che sarebbe meglio concentrarci come stiamo facendo noi sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio. E gli stipendi al ceto medio in questi anni li abbiamo alzati in modo serio solo noi”.
Divisi, sulla proposta del salario minimo, i sindacati, con Cgil e Uil a favore, mentre la Cisl è contraria , in quanto , secondo il segretario Sbarra: “Indicare una soglia di compenso minimo per legge ci espone a diversi rischi: la fuga di molte aziende dall’applicazione dei contratti, uno schiacciamento verso il basso della dinamica retributiva dei salari medi e soprattutto un espandersi del lavoro nero e del sommerso. La retribuzione non è fatta solo di compenso minimo ,occorre aggiungere tredicesime, ferie, Tfr, maggiorazioni, lavoro notturno, previdenza complementare, sanità integrativa, formazione continua. Voci che solo il contratto è nelle condizioni di assicurare alle persone. Noi pensiamo che questo tema si possa affrontare con i contratti”.
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