di Federica Marengo lunedì 3 luglio 2023
-A due giorni dalla partenza per Varsavia, per partecipare alla riunione dei Conservatori e Riformisti Europei, da cui è stata riconfermata Presidente e per un ulteriore mediazione con il Premier polacco Morawiecki , sul veto posto da questi e dal Premier ungherese Orban , al ricollocamento obbligatorio dei migranti e all’accordo con gli altri 25 Paesi della UE sul nuovo Patto su migrazione e asilo, la Premier Meloni è intervenuta stamane all’Assemblea generale di Assolombarda, rivendicando , in termini di crescita, l’ affidabilità maggiore dell’Italia rispetto al resto dell’Eurozona.
Nel suo discorso, quindi, la Presidente del Consiglio, ha sottolineato: “L’Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2 quando va bene per la Germania. Stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell’Eurozona”. E’ doveroso sottolineare l’importanza dell’industria manifatturiera italiana a livello mondiale. I numeri di Assolombarda sono sorprendenti, eppure ancora assistiamo a una tendenza secondo me inspiegabile che porta a sminuire il portato dell’industria italiana”.
Poi, sulla transizione ecologica ha detto: “Non può ritenersi che noi per avviare la transizione ecologica possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese. La transizione ecologica e la sostenibilità ambientale devono camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica”, la transizione va fatta “con l’uomo al centro”.
Quindi , soffermandosi sul ruolo dell’Italia, rispetto alla UE, ha evidenziato: “L’Italia vive un’inedita fase di stabilità politica e l’Europa, anche in risposta a quello che stanno facendo gli altri grandi attori globali, come Cina e Stati Uniti, sembra progressivamente, seppur lentamente, aprire gli occhi e prendere coscienza su quale debba essere il suo ruolo. L’Europa deve proporsi come fornitore alternativo per gli Usa che si stanno ‘sganciando’ dalla Cina. Ogni crisi è un’opportunità”, ha osservato Meloni, e “non credo che l’Europa possa non reagire, non rispondere, non coordinarsi” di fronte all’IRA, “perché Ue e Usa guardano allo stesso rivale sistemico, la Cina. C’è un’opportunità, gli Usa cercano il decoupling dalla Cina, possiamo offrirci come produttore alternativo almeno di alcune materie prime critiche, che è una delle principali sfide del nostro tempo, soprattutto per la transizione ecologica. Sulle materie prime e sull’industria si lavora con un approccio congiunto per una Ue che oggi inizia a parlare nientemeno che di sovranità, cosa impensabile qualche mese fa, quando veniva confuso con un approccio autarchico, una pericolosa tendenza dei partiti di destra; non era così. Chi opera nel campo del reale e non dell’ideologia e dell’utopia ha più facilità a vedere cosa poi si materializza. Sono fiduciosa che il declino si possa invertire, che non sia un destino ma una scelta. Sono convinta che serve capire su quale sfide si gioca il futuro dell’Italia e dell’Europa produttive, e riconoscere gli errori del passato”.
Ancora, in merito ai progressi del Governo in materia di occupazione e industria, ha dichiarato: “Sono fiera del lavoro che sta facendo il governo, ma so che questi risultati si devono al vostro lavoro. Per questo continuo a non comprendere la tendenza a sminuire i risultati della nostra nazione. Credo sia un atteggiamento autodistruttivo che ci penalizza e che va combattuto. Dobbiamo ripartire dal valore del nostro modello industriale. Il mercato del lavoro sta rispondendo bene alle politiche di questi mesi, i dati sull’occupazione ci stanno dando grandi soddisfazioni. Abbiamo cercato di fare la nostra parte, con il taglio del cuneo contributivo, gli incentivi alle assunzioni dei giovani, l’abolizione reddito di cittadinanza per chi poteva lavorare, abbiamo bisogno del contributo di tutti. Ora stiamo lavorando a reperire le risorse necessarie per rendere strutturale il taglio dei contributi. Abbiamo il record di contratti stabili, il tasso di disoccupazione è ai minimi da 2009, ma visto che ho anche senso della misura, questi risultati non sono tutto merito del governo ma si devono al vostro lavoro. Questa nazione si può ancora salvare, può ancora stupire. Può dimostrare al mondo quanto vale. Saremo sempre la nave più bella del mondo. Il nostro scafo può avere qualche danno ma è sempre sicuro, il nostro equipaggio non ha sempre avuto indicazioni chiare ma ha cuore e cervello. Se daremo a questo equipaggio indicazioni chiare non dobbiamo temere nessun tipo di onda, indipendentemente da quanto alta possa essere. Su questo so che la pensiamo alla stessa maniera e possiamo lavorare insieme”.
Infine, sulla necessità di un approccio pragmatico all’ambientalismo e sull’attuazione del Pnrr, ha detto: “La transizione ecologica è indispensabile, ma va fatta con criterio, non possiamo smantellare la nostra economia per inseguire la transizione ecologica. La sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica e rivendica che il governo difende la natura, ma con l’uomo dentro. E’ questa la nostra sfida, che ci caratterizza, con un approccio pragmatico rispetto a un ambientalismo ideologico, un po’ miope su alcuni dossier che si stanno discutendo in Europa. Penso al regolamento sui veicoli leggeri. C’è ancora da lavorare sul riconoscimento dei biocarburanti. Intanto siamo riusciti i a imporre il principio della naturalità tecnologica, ponendoci in testa al fronte del no alla nuova normativa che oggi raggruppa 8 Paesi europei. Sul Pnrr , si tratta di una grande occasione, ha bisogno che remiamo tutti nella stessa direzione. Il Piano non l’ha scritto o negoziato questo governo, lavoriamo senza sosta per mettere a terra tutte le risorse nei tempi necessari. E’ un Piano che ha bisogno di correttivi e di un grande impegno da parte di tutti gli attori coinvolti”.
La Presidente del Consiglio , inoltre, ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera, pubblicata sull’edizione odierna del quotidiano, in cui ha commentato l’esito del Consiglio Europeo.
Sulla questione immigrazione ha sottolineato: “L‘Unione Europea ha fatto un “totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea. Sulla dimensione esterna siamo tutti d’accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni”. Sul tema rivendica un “successo italiano”. “L’accordo di tutto il Consiglio Ue sulla cosiddetta dimensione esterna, che offre un approccio completamente nuovo rispetto al passato in tema di contrasto ai flussi migratori, è un indiscutibile successo italiano, il Patto migrazione e asilo va avanti, ma vendere questo accordo come una soluzione efficace è sbagliato: la mia priorità è fermare i flussi illegali prima che partano e stroncare il traffico di esseri umani. Inutile discutere su Paesi di primo approdo e Paesi di destinazione: bisogna lavorare insieme sui confini esterni, soprattutto attraverso una cooperazione paritaria con i Paesi africani. Una prova di questo “cambio di passo dell’Ue” sono il dialogo con la Tunisia e la proposta della Commissione di investire fino a 15 miliardi del nuovo bilancio pluriennale su immigrazione e dimensione esterna. Per quanto riguarda la posizione di Polonia e Ungheria sul Patto migrazione, è normale che ciascuno faccia il proprio interesse. Nel Consiglio ciascuno rappresenta gli interessi della propria Nazione, “capita che non corrispondano e ognuno fa bene a difendere i suoi. Certo, Morawiecki e Orban sono rimasti sulle loro posizioni ma, spiega Meloni, “soprattutto la Polonia, ma anche l’Ungheria, hanno accolto milioni di profughi ucraini ricevendo dalla Ue contributi inferiori al necessario. Di contro, secondo l’accordo dell’8 giugno, sarebbero tenute a versare 20 mila euro per ogni migrante anche irregolare non ricollocato. Il tutto, aggravato dal blocco degli stanziamenti per i loro Pnrr nazionali. La loro rigidità è comprensibile e io ho sempre grande rispetto per chi difende i propri interessi nazionali. Si può superare ricostruendo un rapporto di fiducia e in questo senso cerco di dare il mio contributo. A ogni modo, osserva ancora il presidente del Consiglio, “il Patto migrazione e asilo va avanti”, però “vendere questo accordo come una soluzione efficace – avverte – è sbagliato. Può aiutare l’Italia in misura relativa, anche perché il principio cardine di Dublino dello Stato di primo approdo non è stato superato e l’onere su nazioni come l’Italia è ancora troppo elevato”.
Poi, su Pnrr e Mes, ha spiegato: “Sul Pnrr sono assolutamente ottimista: l’Italia centrerà i propri obiettivi, soprattutto se smettiamo di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d’Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo. Noi siamo impegnati per rispondere alle ultime richieste di chiarimenti da parte della Commissione e ricordo che lavoriamo su un piano scritto da altri. Senza polemica, non posso fare a meno di notare che se il lavoro certosino che stiamo facendo adesso, senza alcuna tensione con la Commissione, fosse stato fatto a monte quando i progetti sono stati presentati, avremmo potuto risparmiare molto tempo. Poco male, siamo comunque vicinissimi all’obiettivo. E stiamo lavorando senza sosta alla rimodulazione del Piano e alla presentazione del Repower EU, per spendere tutte le risorse privilegiando progetti strategici. Quanto al Mes , Ritengo contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell’Unione bancaria”. “Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica non sta facendo l’interesse italiano”.
Alla domanda sulle alleanze , in vista delle elezioni Europee del 2024, alla luce della proposta del segretario della Lega , Vicepremier e ministro Salvini, di un patto scritto che escluda intese con i socialisti e che riunisca invece tutte le forze di centrodestra compreso il partito di Marine Le Pen e AFD, alleanza quest’ultima già respinta dal Vicepresidente di FI, Vicepremier e ministro Tajani, con replica della Lega sul no a diktat da parte degli alleati di Governo, la Premier ha risposto: “Non ci sono trattative in corso, guardiamo però alle alleanze tra le grandi famiglie politiche europee osservando che di certo cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra Popolari e Socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando. Da qui al 9 giugno 2024 ci saranno elezioni nazionali importanti. In Spagna, dove si vota a luglio, è possibile un governo di centrodestra con Popolari e conservatori, dopo che in Italia, Svezia e Finlandia si sono imposti governi di centrodestra. Intanto a Bruxelles sui singoli provvedimenti si creano alleanze allargate alternative alla sinistra. E’ una fase stimolante , i conservatori e l’Italia possono giocare un ruolo centrale”.
In ultimo, in merito alle accuse mossele dalla segretaria del Pd, Schlein di “isolare l’Italia in Europa” , ha replicato: “Chi è in buona fede può constatare quanto l’Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali. Con buona pace delle Cassandre, che speravano nell’isolamento”.
Proprio la segretaria del Pd,Sclein, a margine dell’evento all’Università Roma Tre “Inflazione e salari: quali politiche?”, cui ha partecipato anche il Presidente del M5S, Conte, che ha accusato il Governo di “acuire le disuguaglianze” e di “creare disagio sociale”, è tornata sulla proposta delle Opposizioni di un dl sull’introduzione del salario minimo ed evidenziando come tassare le rendite non sia un tabù, ha spiegato: “L’inflazione continua a mordere forte alle caviglie delle famiglie italiane motivo in più perché il governo approvi la proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo. Nella nostra proposta vuol dire rafforzare la contrattazione collettiva, perché fa valere per tutti i lavoratori e lavoratrici di un settore, la retribuzione complessiva prevista dal contratto comparativamente più rappresentativo. Abbiamo letto anche oggi testimonianze di persone penso a quella di una cameriera che lavora in un albergo e che dice di aver visto in questi anni i prezzi delle camere triplicare prendendo sempre otto euro l’ora. Ecco non si può più attendere, ci sono sacche di lavoro povero che vanno contrastate con misure concrete tanto più oggi che l’inflazione viaggia così alta. Continueremo come partito democratico a insistere sulla necessità di introdurre questa proposta che rafforza la contrattazione collettiva che introduca un salario minimo ; il Partito Democratico continuerà a lavorare a partire dal contrasto alla precarietà che il governo ha scelto di aumentare con il decreto Lavoro, che come sapete estende il ricorso ai contratti a termine e rende più ricattabili lavoratrici e lavoratori”.
©Riproduzione riservata