di Federica Marengo domenica 25 giugno 2023
-Si è svolto ieri, in Bassa Austria, presso l’Abbazia di Goettweig, l’Europa Forum Wachau dedicato principalmente al tema delle politiche migratorie, in vista del Consiglio UE del 29 e del 30 giugno, e che ha visto la partecipazione della Presidente del Consiglio, Meloni, la quale, dopo un bilaterale, ha rilasciato alla stampa delle dichiarazioni congiunte con il cancelliere austriaco ,Nehammer, nelle quali ha affermato: “È merito di una nostra collaborazione, se si è cambiato il paradigma dell’Europa sul rapporto dei flussi migratori illegali.È stato fatto un cambio di paradigma, ora va fatto concretamente un passo ulteriore per le soluzioni per affrontare questa materia, e sarà oggetto del prossimo Consiglio europeo. Io e il cancelliere ne abbiamo parlato, contiamo uno sull’altro. .In tema di migrazioni occorre avere il coraggio di un approccio completamente nuovo. Abbiamo vissuto un lungo tempo in cui chi chiedeva di governare i flussi migratori illegali veniva considerato disumano o razzista. E chi favoriva il fenomeno veniva considerato umano e solidale. Ma è davvero umano lasciare campo libero a trafficanti senza scrupoli, che si fanno pagare 9mila euro per un viaggio della speranza che produce migliaia di morti nel Mediterraneo? È umano lasciare che gli scafisti decidano chi può arrivare o meno in Europa, sulla base dei soldi che si hanno? È umano litigare fra noi su chi si debba prendere carico di queste persone? È umano lasciare queste persone nelle periferie delle nostre metropoli a spacciare droga o nelle mani della criminalità organizzata. Umano è fare cooperazione allo sviluppo, umano è che se hai diritto a venire in Europa, tu non debba pagare degli scafisti. E bisogna distinguere i rifugiati dai migranti economici, due materie diversi. Lavorare con Paesi di partenza e transito, formare le persone che possono arrivare in Europa, dare loro una vita dignitosa”.
Poi, sulla riforma della governance economica UE (Patto di Stabilità e Crescita, unione bancaria, garanzie dei depositi), ha sottolineato: “Su molti dossier europei importanti c’è fra noi un fitto confronto, come la riforma della governance economica: la posizione italiana è che bisogna tenere conto degli investimenti necessari per la transizione verde e la transizione digitale”.
Nel corso del suo intervento al Forum, scandito per tutta la giornata dalle notizie provenienti dalla Russia sul tentativo di golpe militare ordito dal capo del gruppo paramilitare Wagner, Prigozhin, conclusosi poi in un nulla di fatto, la Presidente Meloni, ha toccato diverse questioni, come la transizione energetica, l’economia, il ruolo dell’Italia e le sfide che attendono l’Unione europea, evidenziando: “Siamo nel bel mezzo di uno scenario di crisi, di molte crisi. Però le crisi sono un’occasione, sono la vera occasione di mettersi in discussione, di ripensarsi, di scegliere, e scegliere è il sale della politica. Questo è il nostro tempo, è il tempo della politica. Capire i nostri errori, correggerli, dire la verità, decidere, non temere di essere all’altezza della storia. Perché la storia è di fronte a noi, ci chiama a dimostrare il valore che abbiamo. Serve una nuova era, nelle relazioni internazionali con i paesi del partenariato sud, fondata sulla cooperazione paritaria con le nazioni”.
Quindi, sul rapporto di cooperazione dell’Italia con l’Austria, nell’ambito energetico, ha detto: “Fra Italia e Austria ci sono forti scambi in tema autonomia strategica. Uno dei grandi obiettivi del nostro governo è affrontare il tema della sicurezza energetica, anche attraverso la capacità dell’Italia di giocare un ruolo di ponte fra i Paesi che possono produrre energia, particolarmente in Africa e Nord Africa, anche per rispondere al tema dei flussi migratori, e un problema di approvvigionamento energetico, in particolare per l’Europa del nord. L’obiettivo è trasformare l’Italia in un hub per l’approvvigionamento energetico per l’Europa, e questo vuol dire che l’Austria automaticamente giocherebbe in questa strategia ruolo molto importante. Stiamo lavorando sulle infrastrutture di collegamento, il SoutH2Corridor fra Italia, Austria e Germania. Ci sono scelte strategiche per l’Europa che ci vedono protagonisti. Sono Contenta e convinta che i nostri rapporti si intensificheranno”.
Sulle politiche migratorie , invece, la Premier, che riferirà alle Camere mercoledì 28 giugno, alla vigilia del Consiglio UE , ha ribadito come sia necessario un “approccio nuovo” per gestire l’emergenza, perché “Non è umano lasciare campo libero a scafisti e trafficanti”. Pertanto è necessario “distinguere i rifugiati dai migranti economici, bisogna distinguere la due materie e lavorare con i Paesi di partenza e transito. Con il cancelliere Nehammer abbiamo da mesi posizioni comuni su molte questione strategiche che riguardano il Consiglio europeo proprio a partire dalla materia migratoria”.
Infine, sul futuro dell’Europa, ha affermato: “Il destino ci sfida per spingerci a essere fieri di noi, Noi siamo chiamati ad affrontare questo tempo a testa alta e con dignità. È il tempo della politica ed è il tempo dell’Europa che deve essere un gigante della politica. È un po’ come la nostra abbazia di Montecassino. In luoghi come questi capisci che sei seduto sulle spalle di un gigante. E ti rendiconto che quegli ostacoli che sembravano insuperabili, sono alla portata, non dei burocrati ma della civiltà europea. Abbiamo bisogno della politica, affinché l’Europa sia un gigante politico e non burocratico. La priorità non è ripensare le regole, il tema è ripensare le priorità. Più saremo e più servirà il principio della sussidiarietà, il principio previsto dai trattati che meno si è applicato”.
Riguardo ai temi della politica interna, invece, la Presidente del Consiglio, Meloni, in merito alla questione della ratifica da parte del Parlamento del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità, la cui discussione in Aula alla Camera sarebbe prevista per il 30 giugno (ma la Maggioranza starebbe meditando di proporre nella conferenza dei capigruppo, fissata per mercoledì 28 giugno, un rinvio a settembre ) ha sottolineato: “Il Parlamento aveva votato una mozione nella quale chiedeva al governo di non ratificare il Mes, a maggior ragione in attesa delle decisioni che riguardano il quadro complessivo della governance, vuol dire legge di stabilità, unione bancaria, garanzie dei depositi. Per questo ,chi oggi chiede di prendere la decisione in questo momento non sta facendo un favore all’Italia. Per cui io, indipendentemente dal merito, spero che chi l’ha calendarizzata voglia riconsiderare questa decisione. Sapete come la penso. Sicuramente penso che sia un errore portarlo in Aula adesso, anche per quelli che sono favorevoli alla ratifica dal trattato”.
Tuttavia, se nella Maggioranza, FdI e Lega puntano a una discussione con voto in Parlamento e FI, in passato più aperta a una ratifica, ha precisato la sua posizione tramite il coordinatore del partito, Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, per cui: “Questo strumento è ormai tecnicamente superato. E’ obsoleto oggi, andava bene tre anni fa. Sul regolamento siamo sempre stati contrari e abbiamo sempre contestato la mancanza di controlli. La nostra è non una critica sovranista ma una critica europeista”, nelle Opposizioni, critiche sulla contrarietà alla ratifica da parte delle forze di Governo, la segretaria del Pd, Schlein, ha detto: “Auspichiamo una celere ratifica di questo trattato, che non significa chiederne naturalmente l’attivazione. In tema di credibilità internazionale dell’Italia rispetto agli impegni che sono stati presi e, da giurista, posso dire: pacta sunt servanda”.
Per il Presidente del M5S, Conte, invece, sebbene i pentastellati siano contrari alla ratifica del Mes, “Io ho sempre sostenuto l’ inadeguatezza del Mes, non per ragioni ideologiche, ma perché è un accordo intergovernativo e quindi non completamente comunitario. In più ha uno stringente, a tratti giugulatorio, meccanismo di vigilanza finanziaria, al punto tale che ormai si accompagna con esso uno stigma nei mercati finanziari. Se oggi un Paese dovesse attivare il Mes correrebbe il rischio di una ricaduta, di un allarme su mercati finanziari. Adesso si assumano la responsabilità le forze di maggioranza di approvarlo o meno, noi ci asterremo”.
Critico nei confronti del Governo per la contrarietà al Mes, anche il Terzo Polo, con il leader di Italia Viva, Renzi , che ha sottolineato: “Che fanno sul Mes? . E’ la prima volta che il governo ha un nodo vero”.
Dubbioso sulla ratifica del Mes, come il leader penstastellato Conte, il segretario di Sinistra italiana e co-portavoce di AVS, Fratoianni, che, ai microfoni della trasmissione di Rai Radio 1 “Un giorno da pecora”, ha dichiarato: “Sul Mes ,noi di Avs discuteremo in settimana , ma è sacrosanto che la discussione arrivi in Aula. Personalmente ho dubbi su alcune delle condizionalità e sulle criticità dello strumento, la ratifica dei trattati però è tutt’altra partita. Ne parleremo col gruppo e coi gruppi dirigenti del partito”.
Infine, per Della Vedova di +Europa: “La mancata ratifica non è un bel viatico per i negoziati sulla governance economica Ue”.
Quanto alle Opposizioni, nella giornata di ieri, il Presidente del M5S Conte e la segretaria del Pd, Schlein hanno sostenuto la manifestazione della Cgil e di una rete di associazioni a Roma contro i tagli alla Sanità. Presente alla manifestazione anche il Vicesegretario dem e Presidente della Regione Emilia Romagna ,Bonaccini, che ha evidenziato come : “sanità pubblica, lotta al precariato e salario minimo, siano battaglie comuni del centrosinistra”.
Il segretario della Cgil, Landini, espressosi a favore della ratifica del Mes, ha affermato: “La Cgil e un centinaio di associazioni, giovani e pensionati, sono in piazza perché vogliono difendere il diritto alla salute, anche sul lavoro, e chiedere il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Basta tagli. Abbiamo bisogno di investire e di non perdere neanche un euro del Pnrr, di fare assunzioni e garantire i servizi sul territorio che sono decisivi. Ci sono 4 milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi. Non è accettabile. La situazione sta esplodendo. Sono gli stessi che hanno tenuto in piedi il Paese durante la pandemia. La piazza è aperta a tutti quelli che pensano difendere la Costituzione e cambiare il Paese. Noi non rispondiamo a questo o a quel governo o partito, abbiamo le nostre proposte. È il governo che non sta discutendo con i sindacati, non siamo pregiudiziali, chi ha pregiudizi è questo governo. E noi non siamo ascoltati. Gli scioperi non si minacciano, si proclamano quando è necessario, se non ci sono risposte, se il governo non ci ascolta. Vedremo, ma non abbiamo alcuna intenzione di fermarci finché non avremo ottenuto risultati”.
Sempre Landini, poi, nella trasmissione di Rai Tre “Mezzora in più”, parlando di sanità e precariato nel lavoro, soprattutto giovanile, e della possibilità di indire uno sciopero generale, ha dichiarato: “Non escludo nulla, anche se lo sciopero generale non risolve tutti problemi. Una situazione di questo genere non è più tollerabile, va cambiata, bisogna ribellarsi. Questo governo , non riconosce al sindacato il ruolo di un soggetto con cui negoziare e trovare una mediazione. Ha la maggioranza nel Parlamento ,ma non ha la maggioranza nel Paese, e pensa di usare questa maggioranza datagli da un sistema elettorale per cambiare il fisco, la sanità, addirittura la Costituzione. Ieri è stato solo l’inizio di una mobilitazione che continuerà. E non ci fermeremo”.
Prove di campo largo e di alleanze, dunque tra Pd ,M5S e AVS , anche alla luce delle elezioni Regionali in Molise ,in corso fino a domani (urne aperte, infatti , oggi, domenica 25 giugno, dalle 7 alle 23 e domani, dalle 7 alle 15).
Riguardo all’affluenza (in calo), secondo i dati del Viminale, a mezzogiorno, è risultato aver votato il 9,72 %degli aventi diritto, mentre alle ultime Regionali, 5 anni fa aveva votato il 15,37%, ma allora si votava ad aprile e in un solo giorno, stavolta invece i seggi saranno aperti anche lunedì.
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