di Federica Marengo martedì 7 marzo 2023
-Nella 376° giornata di guerra in Ucraina, è proseguito l’assedio di Bakhmut e della parte sudorientale della città, da parte delle truppe di Mosca ,che hanno registrato parziali successi a Bohdanivka e sulla strada per Sloviansk, mentre vi sono stati degli scontri a Spirne, Bilohorivka, Avdiivka e Maryinka.
Intanto, il presidente ucraino, Zelensky, nel suo discorso serale alla popolazione, pubblicato sui social, ha parlato della “decisione presa all’unanimità dai vertici politici e militari dell’Ucraina di continuare a difendere Bakhmut” (dove risiedono ancora 4 mila civili, tra cui 38 bambini), esortando i generali che guidano le operazioni a “trovare le forze adeguate per aiutare i militari ucraini e per difendere la città dove i risultati ottenuti finora sono stati rilevanti, più che durante l’intera battaglia per il Donbass”.
Poi, riferendosi alla vicenda del video diffuso nel quale un soldato ucraino fatto prigioniero dalle forze russe viene fucilato mentre inneggia all’Ucraina, ha evidenziato che: “L’occupante uccide per il fatto stesso che siamo ucraini, per una parola sull’Ucraina, ma difendiamo e difenderemo ogni parte del nostro stato, libereremo ogni città, ogni villaggio e faremo rispondere l’occupante di ogni delitto”.
Stamane, invece, sempre il Presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riportato dalla BBC, avrebbe raddoppiato la difesa di Bakmhut, smentendo nuovamente le voci di un imminente ritiro dalla città delle forze ucraine. Inoltre, il Consiglio dei Ministri ucraino ha approvato un meccanismo di evacuazione forzata dei bambini, accompagnati da un genitore o da un tutore, dalle zone di combattimento attivo, valido al momento solo per Bakhmut.
Tuttavia, Gagin, il consigliere del capo dell’autoproclamata Repubblica filorussa di Donetsk, Pusilin, ha fatto sapere che “le forze russe controllano quasi la metà della città di Bakhmut”, mentre il capo del gruppo di mercenari filorusso Wagner, Prigozhin, come riportato dal canale Telegram del battaglione, ha spiegato che “la città di Bakhmut non è ancora stata presa e che si continua a combattere di giorno e di notte, malgrado la mancanza di munizioni , equipaggiamenti militari, armi e trasporti non ancora forniti da Mosca”. Il capo del gruppo Wagner ha poi aggiunto che “le forze ucraine non stanno scappando e che altre migliaia di combattenti sono stati inviati sul campo dal Presidente ucraino Zelensky”.
Secondo l’Istituto per lo studio della guerra, ad oggi, le forze di Mosca controllerebbero il 40% della città, ovvero una vasta area che si estende dal lato orientale fino al centro della città.
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri Qin, in conferenza stampa, ha dichiarato: “La crisi ucraina è giunta a un punto critico e il conflitto e le sanzioni non risolveranno il problema. I colloqui di pace devono cominciare il prima possibile. Gli sforzi per i colloqui di pace sono stati danneggiati ripetutamente. Pechino non ha fornito armi ad alcuna delle due parti del conflitto ucraino. La Cina non è l’artefice della crisi, né una parte direttamente interessata. Perché minacciare allora le sanzioni alla Cina? Non è assolutamente accettabile. Una mano invisibile sembra sostenere una crisi prolungata. E’ una tragedia che poteva essere evitata: la Cina sceglie la pace sulla guerra, il dialogo sulle sanzioni” e la de-escalation all’escalation. Se gli Stati Uniti non frenano e continuano sulla strada sbagliata, ci saranno sicuramente conflitti e scontri. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze?. Il contenimento e la repressione non renderanno grande l’America e non fermeranno il rinnovamento della Cina”.
Poi, ritornando sulla vicenda del pallone aerostatico transitato di recente sul territorio americano (secondo Pechino un “incidente inaspettato”) e abbattuto, il ministro degli Esteri cinese, Qin, ha sottolineato: “Gli Usa “hanno agito con una presunzione di colpa, reagito in modo eccessivo, abusato della forza e drammatizzato l’incidente”.
Il Presidente cinese Xi Jinping, poi, in visita ai membri dell’Associazione nazionale democratica dell’edilizia e della Federazione dell’industria e del commercio, nell’ambito della prima sessione della Conferenza consultiva politica del popolo, ramo consultivo del parlamento cinese, ha lanciato un’accusa all’Occidente e agli USA: “L’ambiente esterno per lo sviluppo della Cina “è cambiato rapidamente e i fattori incerti e imprevedibili sono aumentati in modo significativo: in particolare, i Paesi occidentali guidati dagli Stati Uniti hanno rafforzato il contenimento e la repressione a tutto tondo della Cina, portando gravi sfide senza precedenti allo sviluppo del Paese.Di fronte a cambiamenti profondi e complessi su scala internazionale e nazionale, dobbiamo mantenere la calma e la concentrazione, cercare il progresso mantenendo la stabilità, intraprendere azioni attive, unirci come una cosa sola e osare nel combattere. Rimanere calmi e mantenere la concentrazione significa osservare con calma i profondi cambiamenti della situazione internazionale, rispondere con calma a vari rischi e sfide, riconoscere accuratamente i cambiamenti, rispondere in modo scientifico, ottimizzare e adeguare le strategie in modo tempestivo. La forza viene dall’unione. Nel prossimo periodo, i rischi e le sfide che dobbiamo affrontare non faranno che aumentare e diventare più gravi”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino, Peskov, nella consueta conferenza stampa, ha detto: “Gli Usa “fanno di tutto per continuare la guerra in Ucraina. La Russia presta grande attenzione all’iniziativa di pace della Cina per l’Ucraina, ma ora “non ci sono le condizioni perché la situazione si avvii su un percorso pacifico e quindi Mosca cerca di raggiungere i suoi obiettivi continuando l’operazione militare”.
Dagli USA, che hanno replicato a Pechino, chiarendo che l’”America cerca una concorrenza con la Cina e non un conflitto”, il segretario della Nato, Stoltenberg, nel corso della conferenza stampa a Bruxelles con il Presidente albanese Begaj, ha esortato i Paesi alleati “ad aiutare Kiev a vincere ,poiché vi è in atto una nuova offensiva lanciata sull’Ucraina dal Presidente russo Putin”, mentre il segretario generale dell’Onu Guterres è in viaggio verso Kiev, dalla Polonia per incontrare il Presidente ucraino Zelensky, per discutere dell’accordo sull’esportazione dei cereali mediato con la Turchia.
Proprio al riguardo, secondo quanto riferito da una fonte di governo ucraino, l’Ucraina avrebbe ” avviato in queste ore i colloqui online con i partner sulla proroga della Black Sea Grain Initiative”, l’accordo per le esportazioni di grano e cereali dai porti ucraini, e che “la situazione dei negoziati sarebbe piuttosto complicata e dipenderebbe solo dai partner”.
Infine, riguardo al sabotaggio del gasdotto Nord Stream avvenuto nello scorso anno, per il New York Times, nuove informazioni di intelligence, esaminate dagli USA, rivelerebbero che quest’ultimo sarebbe stato compiuto da un gruppo filo-ucraino. Secondo i funzionari Usa, non ci sarebbero prove di un coinvolgimento nell’operazione del presidente Volodymyr Zelensky o del suo Stato Maggiore, né che gli autori del sabotaggio abbiano agito su indicazione del governo ucraino.
Da Berlino, una portavoce dell’Esecutivo tedesco ha dichiarato che il governo ha preso atto di quanto riferito dal New York Times sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream e ha sottolineato che le indagini sulle esplosioni sono ancora in corso. Altre indagini sulle esplosioni sono in corso in Svezia e Danimarca, ciascuna sotto la guida delle autorità nazionali locali.
Quanto alla politica italiana, si è svolta nella giornata di oggi l’Informativa alle Camere del ministro dell’Interno Piantedosi sul naufragio di migranti, avvenuto a Cutro (Crotone), in Calabria ,il 26 febbraio scorso, nel quale sono morte 72persone, tra cui 17 bambini, l’ultima, una bambina di 3 anni ritrovata questa mattina, insieme con una donna.
Il titolare del Viminale, è giunto in Aula alla Camera alle 13:00, ricostruendo nella sua relazione i fatti avvenuti nella notte fra il 25 e il 26 febbraio scorsi, non senza prima rinnovare , anche a nome del Governo, il cordoglio per le vittime: “Voglio rinnovare prima di tutto il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti. Il bilancio non è ancora definitivo, ma gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati. Per la doverosa ricostruzione dei fatti, che in quella sede deve avvenire, sulla vicenda sta indagando la Procura della Repubblica di Crotone. Attenderemo, pertanto, con fiducia e rispetto l’esito degli accertamenti giudiziari. Appresa la notizia del naufragio, mi sono immediatamente recato a Cutro per testimoniare, a nome del Governo, il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti, nonché alle Amministrazioni locali. Anche in questa sede desidero rivolgere una parola di profonda gratitudine alla Calabria che, da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni. Sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della giustizia, gli scafisti decidono di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma. Intorno alle 4 di domenica sull’utenza di emergenza 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato dall’operatoredella Centrale operativa del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e comunicato, con le coordinate geografiche, alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Crotone. È questo il momento preciso in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane.. Nei momenti immediatamente precedenti al naufragio la navigazione era proseguita fino alle 3.50, allorquando, a circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente, la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale (una secca) e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo, comincia ad imbarcare acqua. E’ essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Sar (ricerca e soccorso) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza.Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione di quanto prima osservato circa la capacità di soccorso delle nostre unità navali. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione. Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi. L’esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare. In altre parole, le attività di law enforcement, che fanno capo al Ministero dell’Interno, e quelle di soccorso in mare, che competono al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esigono la cooperazione e la sinergia tutte le volte che i contesti operativi concreti lo richiedono, e in primis quando si tratta di salvaguardare l’incolumità delle persone in mare. Il quadro normativo nazionale, peraltro sottoposto a vincoli di natura internazionale con specifico riguardo alla materia del soccorso in mare, non è assolutamente stato modificato dall’attuale Governo. Peraltro, le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando. Dunque, sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili. Proprio per interrompere la tragica sequenza di morti in mare, sul presupposto che la causa principale, immediata e diretta sia costituita dalle reti criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e che la causa profonda risieda nei persistenti e crescenti squilibri tra Nord e Sud del mondo, questo Governo ha finalmente riportato il tema migratorio al centro dell’agenda politica, in modo trasversale rispetto a tutte le dimensioni lungo le quali si esplica la sua azione: a livello nazionale; sul piano europeo; con i Paesi di transito e partenza dei flussi. Alla gravità della condotta criminale degli scafisti facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l’immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato. La sensibilità e i principi di umana solidarietà che hanno ispirato la mia vita personale, sono stati il faro, negli oltre trent’anni al servizio delle istituzioni e dei cittadini, di ogni mia azione e decisione”.
A seguire, il dibattito in Aula, con gli interventi dei deputati, a cominciare dal capogruppo di FdI, Foti, che ha detto: “Nonostante la prevista reazione delle sinistre che lo hanno codificato come passerella, il Cdm a Cutro è un atto di solidarietà nei confronti di una tragedia e un impegno riconosciuto anche dal presidente Mattarella. Il governo Meloni è al lavoro perché simili tragedie non si verifichino più. Speriamo anche che la comunità europea se ne faccia carico.L’Italia ha le idee ben chiare su come agire contro gli scafisti, i taxi della morte, altrimenti ci ritroveremo periodicamente a piangere vittime innocenti. Sono trascorsi 10 anni e oltre 25 mila morti, numeri che dovrebbero suggerire qualche azione ai burocrati europei. Mi auguro che l’autorità giudiziaria faccia luce su elementi di colpa, escludo il dolo. Mi stupiscono le dichiarazioni di chi ritiene che le responsabilità delle morti in mare siano del governo Meloni, o addirittura del decreto ong. Lasciamo lavorare il giudice terzo per verificare disfunzioni o meno. Da parte nostra, possiamo creare condizioni giuridiche anche attraverso il codice penale con sanzioni nei confronti dei trafficanti, ma per i corridoi umanitari, per sottrarre queste vittime agli scafisti, ci deve essere un lavoro congiunto”.
Poi, è stata la volta dell’Opposizione, con il deputato del Pd, Provenzano, che ha dichiarato: “Alla fine quelle vite si potevano salvare, lo ha detto il comandante della Guardia Costiera di Crotone. Il governo deve essere indagato per strage colposa come disse anche Meloni il 14 aprile del 2015, dopo il naufragio a largo di Lampedusa. Ma allora il naufragio avvenne a 200 miglia dalla costa, questo a 200 metri”.
All’intervento del deputato dem, ha quindi replicato il capogruppo della Lega, ed esponente della Maggioranza, Molinari che, in un passaggio del suo discorso, ha sottolineato: “La segretaria Schlein come primo atto è venuta in commissione alla Camera ed ha usato i morti per chiedere le dimissioni dI Piantedosi, Salvini in quanto capo della guardia costiera e Giorgetti perché a capo della guardia di finanza. E’ il solito film che in questo Paese vediamo da 30 anni: sono giorni che si parla di esposti in procura, giorni che qualcuno di fatto sta chiedendo l’intervento delle manette perché è non si sono vinte le elezioni”.
Ancora, per la Maggioranza, si è espresso il capogruppo di FI, Cattaneo, che ha detto: “Avremmo voluto oggi un dibattito con toni differenti davanti a vittime innocenti, invece va in scena una strumentalizzazione per il solo gusto di chiedere le dimissioni. Signor ministro: lei ha la fiducia del nostro gruppo parlamentare, ha chiarito i termini della tragedia. Non è stata la prima ma vogliamo lavorare insieme perché sia l’ultima”.
Per l’Opposizione, poi, è stato il turno della deputata del M5S, Baldino, che ha sollecitato la presenza in Aula del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, in quanto titolare della delega alla Guardia Costiera: “Dove è Matteo Salvini, perché continua a scappare dal Parlamento e non si assume le sue responsabilità? Se ritiene di rispondere solo a se stesso si guardi allo specchio e si dimetta. L’autorità nazionale responsabile della convenzione Sar è il ministro Salvini che ha voluto la delega ai porti per continuare a padroneggiare sull’immigrazione”.
La segretaria del Pd, Schelin, invece, commentando l’Informativa del ministro dell’Interno Piantedosi, ha sottolineato: “Sarebbe utile capire anche da Salvini cosa pensa di questa vicenda. Non faremo passi indietro su questo. Le vittime della strage, i familiari e il tutto il Paese meritano una risposta. Speriamo che presto Meloni torni in questa Aula, sappiamo che c’è un question time presto, non mancheranno occasioni per tornare a chiedere di fare luce. Anche oggi un’occasione sprecata per rispondere a domande precise: chi ha deciso che intervenisse la guardia di finanza invece che la guardia costiera?. Oggi, Piantedosi non ha risposto alla domanda: chi ha deciso che non intervenisse la guardia costiera?. Dopo il silenzio e l’assenza, Meloni svolge a Cutro un consiglio dei ministri. Voglio sperare che il governo non abbia in testa di portare a Cutro la riforma del reddito di cittadinanza, ignorando che è una delle province con le maggiori criticità in tema di qualità della vita. Sarebbe una ulteriore sberla alle fasce più povere. Non sarebbe tollerabile. Sarebbe opportuno abolire quel decreto che rende più difficili i salvataggi in mare. Scopriamo oggi, dalle parole del ministro, che una maggiore presenza delle ong sarebbe auspicabile. È il caso di smettere di fare la guerra alle ong e di chiedere una Mare nostrum europea, perché dove non intervengono la guardia costiera o le ong a cui quel decreto fa la guerra le persone continuano a morire”.
Più tardi, nel pomeriggio, il dibattito sull’Informativa del ministro Piantedosi si è trasferito al Senato, dove è intervenuta per prima la senatrice Biancofiore di Udc-Noi Moderati, esponente della Maggioranza, che ha evidenziato: “Esprimo tutto il mio disappunto per le polemiche che hanno investito il governo da parte di un’opposizione incosciente e vile.Si sono schierati più sul lato dei delinquenti che su quello dei poliziotti”.L’Europa finora è stata incapace di trovare soluzioni: sino a ora sono stati 5mila i morti in Mediteranneo: l’anno peggiore è stato il 2016, con i governi Renzi e Gentiloni, il più basso con il Conte Uno, con i decreti Salvini. L’incidente è stato causato dai maledetti scafisti. Solo un’opposizione disperata e cattiva può pensare che Meloni abbia voluto questi morti: l’opposizione alla fine ha attaccato le forze dell’ordine, ha fatto sciacallaggio. Fatevene una ragione, il governo Meloni va a gonfie vele”.
Quindi, è stata la volta dell’Opposizione, con il senatore di Italia Viva-Terzo Polo, Renzi, che ha dichiarato: “In questi anni, si è affermato il principio che l’identità nazionale si afferma attraverso i respingimenti, alzando i muri. Non condivido l’analisi: l’identità italiana da Virgilio, che vede la fondazione della città attraverso un popolo di naufraghi, è di chi salva le vite non di chi fa respingimenti. Nessuno si permetta di dire che l’altro fa sciacallaggio. Dopo la strage dell’aprile 2015 Giorgia Meloni chiese che io fossi indagato per strage di Stato. Qui nessuno ha chiesto che il Governo fosse indagato. E non dite che non si può chiedere le dimissioni, io non le ho chieste, ma Salvini lo ha fatto 137 volte per il ministro Alfano. In vari punti , non mi ha convinto”.
Per FI, invece, e, quindi, per la Maggioranza, è intervenuta la capogruppo, Ronzulli, che ha sottolineato: “Vedo una scellerata corsa a sinistra per strumentalizzare e guadagnare consensi: grave che per bieco tornaconto politico si faccia passare l’idea che l’Italia lasci morire la gente in mare, grave che si faccia passare Meloni come mandante politica della strage, grave legare queste morti al decreto sulle Ong, nessuno di loro avrebbe potuto salvarle” , seguita dal capogruppo della Lega, Romeo, che ha evidenziato: “A chi dice che il decreto Ong impedisce i soccorsi, vorrei ricordare che riprende le posizioni del ministro Minniti ai tempi del governo Gentiloni, assunte su indicazioni di Renzi, segretario del Pd: avete proprio una bella faccia tosta. La stessa faccia tosta quando sventolavano i decreti Salvini e oggi dicono che portano la morte nel nostro Paese”. Troviamo ammirevole l’entusiasmo, anche da parte della maggioranza, sull’Ue: là noi vediamo solo indifferenza. Noi vorremmo andare oltre. Perché non coinvolgere la Nato in un controllo per stabilizzare i paesi del nord dell’Africa?”.
Infine, per l’Opposizione, ha preso la parola la capogruppo Malpezzi, che ha detto: “Non sono state salvate vite umane e il racconto propagandistico e securitario di questo governo si è infranto al largo di Crotone. Ciò che è accaduto a Cutro, lo scaricabarile successivo, l’errore nella catena di comando sono tutti fatti su cui si farà luce, ma c’è un elemento incontrovertibile che ha aperto una ferita profonda nel Paese: quelle famiglie in fuga dall’Afghanistan dei talebani, dal Pakistan degli insanabili conflitti, della Siria bombardata e terremotata, quei profughi provenienti da territori di guerra e disperazione, potevano essere salvati. E in un Paese civile, di fronte alla enormità di ciò che è accaduto, le responsabilità si accertano. Ministro, quei profughi affogati e abbandonati al largo di Crotone non sono carico residuale, come nel linguaggio burocratico a cui ci ha abituato. Anzi, a quei profughi che scappano dalla guerra la Costituzione italiana offre una protezione totale all’articolo 10, nella prima parte dove sono sanciti i diritti fondamentali, come ricordato del presidente Mattarella”.
La Maggioranza , dunque, così come il Governo, sostiene l’operato del ministro dell’Interno Piantedosi e difende l’operato di Guardia Costiera e Guardia di Finanza, mentre le Opposizioni, compatte all’attacco, continuano a chiedere le dimissioni del titolare del Viminale e che il Vicepremier e ministro Salvini riferisca in Parlamento sull’accaduto.
In serata, poi, si è tenuto un incontro a Palazzo Chigi tra la Presidente del Consiglio Meloni e il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, che fonti della Maggioranza hanno descritto come “Cordiale e concreto” e come “un’occasione per fare il punto della situazione specie sul tema migranti”. Nel colloquio, è stata confermata la piena sintonia, anche in vista di nuovi provvedimenti da assumere nel Consiglio dei Ministri che si terrà a Cutro il 9 marzo.
Sempre Palazzo Chigi, tramite nota, ha espresso “Piena soddisfazione per le parole indirizzate all’Italia e all’azione dell’esecutivo sul tema della migrazione da parte del presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in risposta a una missiva che il presidente del consiglio aveva inviato alle massime istituzioni europee all’indomani della tragedia di Cutro. Dalle parole del presidente della Commissione, emerge infatti la piena consapevolezza di come vi sia la necessità di una concreta e immediata risposta europea in tema migratorio”.
La portavoce della Commissione UE, Anitta Hipper , infatti, in conferenza stampa a Bruxelles, ha riferito ai cronisti che : “Il contenuto della risposta riconosce ciò che abbiamo discusso molte volte qui in sala stampa: che abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili di lungo termine per queste tragedie. Ed è in linea con il messaggio che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva inviato prima del Consiglio europeo del mese scorso, sul bisogno di raddoppiare i nostri sforzi per approvare il Patto sull’immigrazione e l’asilo, da tempo bloccato dai governi in Consiglio Ue. Vi è la necessità di agire ora con misure operative mirate in tutti i settori: la protezione internazionale, la lotta alle reti criminali dei trafficanti, i rimpatri per coloro che non hanno diritto a restare nell’Ue, e anche l’offerta dipercorsi sicuri per l’immigrazione legale”.
La Presidente del Consiglio, Meloni, che ha espresso il proprio cordoglio per la morte dei due piloti, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano e il maggiore Marco Meneghello, causata da un incidente in volo tra due ultraleggeri in addestramento militare all’altezza di Guidonia Montecelio, su cui indaga la Procura di Tivoli, stamane, ha partecipato alla cerimonia di presentazione del nuovo allestimento della Sala delle Donne alla Camera dei Deputati, in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale della Donna, che si terrà domani, 8 marzo.
Nel suo intervento , introdotto dal Presidente della Camera Fontana, la Premier, ha dichiarato: “Ringrazio il presidente Fontana per aver voluto questa cerimonia. Voglio ringraziare la presidente Boldrini perché non sapevo che questa iniziativa era sua, la ringrazio davvero per l’invito, non era scontato…E’ una emozione un po’ particolare, quella che provo in questo palazzo, che mi ha fatto riflettere personalmente sul percorso che ho fatto in relazione al tema oggetto di questa mattinata. Ho varcato la soglia di questo palazzo a 29 anni, mi trovai da parlamentare alla prima esperienza a vicepresidente della Camera. È stata una delle tante volte che sono stata messa alla prova, è stata una delle tante volte nella quale mi sono trovata a fare qualcosa che apparentemente era più grande di me. Quell’idea che io non ce l’avrei fatta forse era figlia della mia inesperienza in quel ruolo o forse no. Per quei ruoli non esiste un corso di formazione, l’esperienza si fa sul campo, ho incontrato gli sguardi di chi pensava non fossi all’altezza tante volte: quando sono diventata il primo presidente di un’organizzazione giovanile, quando sono diventata il ministro più giovane della storia d’Italia, quando ho fondato un partito e quando sono diventata presidente del Consiglio dei ministri.
Qualsiasi cosa abbia fatto nella mia vita i più hanno scommesso sul mio fallimento. Le donne sono state spesso sottovalutate. C’è una buona notizia: essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare. Vorrei spronare le donne che non pensano di poter riuscire a credere nelle loro possibilità. Devono ricordare che con orgoglio e consapevolezza possono raggiungere qualsiasi obiettivo. Le donne devono iniziare a credere di più in se stesse. La sfida non è quante donne siedono in posti di potere, ma in che ruolo. L’8 marzo deve essere giornata di orgoglio e consapevolezza di quello che noi possiamo e riusciamo a fare, piaccia o non piaccia”.
Infine, il ministro dell’Economia Giorgetti, in audizione in Commissione Bilancio al Senato, ha annunciato che: “La Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, sarà presentata al termine dell’assessment della terza tranche di pagamenti, e, comunque non oltre la presentazione del Documento di Economia e Finanza (Def). Al momento è in corso la valutazione, da parte della Commissione europea, della terza domanda di pagamento per un valore di circa 19 mese di maggio”.
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