di Federica Marengo lunedì 6 marzo 2023
-Nella 375° giornata di guerra in Ucraina, è proseguita la lenta avanzata delle forze di Mosca verso Bakhmut, nel Donetsk, regione orientale del Paese, dove si sono registrati 29 attacchi russi in 24h. Le truppe russe, infatti, hanno ottenuto dei successi a Zabakhmutka e ad Avdiivka, vicino a Nevelske, mentre sono continuati i combattimenti a Maryinka e vicino a Pobeda.
Tuttavia, il capo del gruppo di mercenari filorusso, Wagner, Prigozhin, in un video è tornato a sollecitare l’invio di munizioni da parte di Mosca e a parlare di “tradimento” per i ritardi nelle consegne, avvertendo che “Se il gruppo Wagner dovesse ritirarsi, l’intero fronte crollerebbe”.
La presidenza ucraina, invece, smentendo quanto riportato dal Bild di uno scontro tra il Presidente Zelensky e il comandante in capo delle forze armate , Generale Zaluzhny, per la decisione di quest’ultimo di abbandonare Bakmhut per ragioni tattiche, ha fatto sapere che l’operazione difensiva a Bakmhut proseguirà e che le truppe ucraine rafforzeranno le proprie posizioni.
Secondo gli esperti dell’Istituto per lo studio della guerra, le forze ucraine potrebbero essere impegnate in una “graduale ritirata tattica” nella parte orientale di Bakmhut, continuando però a combattere e a infliggere perdite alle truppe russe, che avanzano nella città assediata.
L’intelligence britannica, invece, nel suo rapporto sulla situazione in campo, ha reso noto che Mosca starebbe schierando vecchi tank per compensare le perdite.
Per il segretario USA alla Difesa, Austin, le cui dichiarazioni rilasciate durante la sua visita in Giordania sono state riportate dal Guardian, “Bakhmut ha un’importanza più simbolica che operativa e una sua eventuale caduta non darebbe necessariamente uno slancio allo sforzo bellico di Mosca in Ucraina. La caduta di Bakhmut non significherà necessariamente che i russi avranno cambiato le sorti di questa battaglia”.
Sotto attacco russo, poi, anche Kramatorsk, e Melitopol, dove, secondo il sindaco, Fedorov, le forze militari ucraine avrebbero distrutto due basi militari russe, uccidendo centinaia di soldati occupanti, mentre, secondo il portavoce dell’aviazione ucraina, le forze ucraine avrebbero abbattuto 13 dei 15 droni russi lanciati nella notte dalle forze armate russe.
A Kherson, invece, le forze di difesa meridionali ucraine avrebbero ucciso 18 membri di un gruppo di sabotaggio e ricognizione russo, che si muovevano su barche a motore.
Infine, è salito a 13 il bilancio delle vittime, tra cui una bambina di 8 mesi, del raid missilistico russo su Zaporizhzhia, nel quale è stato colpito e danneggiato un edificio di 5 piani.
Sul fronte russo, mentre il ministro della Difesa Shoigu ha visitato Mariupol, nell’Ucraina orientale, conquistata da un anno da Mosca, per verificare i lavori di ripristino delle infrastrutture distrutte nel Donbass, il governatore di Belgorod , Gladkov, ha fatto sapere che almeno una persona è rimasta ferita la notte scorsa in Russia, durante l’abbattimento di 3 missili lanciati sulla regione meridionale della città al confine con l’Ucraina, e il governatore di Kursk, Starovoit, ha dichiarato a Espreso Tv, che le forze ucraine avrebbero bombardato un villaggio , rimasto senza elettricità, per via del danneggiamento delle strutture di approvvigionamento energetico.
In ambito diplomatico , il cancelliere tedesco Scholz , in un’intervista alla CNN, ha affermato che: “Ci sarebbero “conseguenze” se la Cina inviasse armi alla Russia per la guerra in Ucraina. Penso che avrebbe delle conseguenze, ma ora siamo in una fase in cui stiamo mettendo in chiaro che ciò non deve accadere e sono relativamente ottimista che avremo successo con la nostra richiesta, ma dovremo verificare. Per poter avviare i negoziati è necessario che il presidente russo Vladimir Putin capisca che non vincerà la guerra in Ucraina”.
Quanto alla politica interna italiana, alla vigilia dell’Informativa del ministro dell’Interno Piantedosi alle Camere di domani e dell’8 marzo, nella quale riferirà sul naufragio di migranti avvenuto a Cutro sulle coste calabresi il 26 febbraio scorso, nel quale hanno perduto la vita 71 persone , tra cui 16 bambini e sarebbero oltre una decina i dispersi, Palazzo Chigi , come anticipato dalla Premier Meloni, sabato scorso, durante la conferenza stampa al termine del suo viaggio ufficiale negli Emirati Arabi Uniti, ha comunicato che il prossimo Consiglio dei Ministri si terrà nel pomeriggio del 9 marzo a Cutro, come confermato dal sindaco della cittadina, proprio nella sede del Comune.
Inoltre, sempre Palazzo Chigi, ha smentito con una nota le indiscrezioni di stampa relative a una convocazione del titolare del Viminale da parte della Presidente del Consiglio per discutere sulla linea del Governo riguardo all’immigrazione, definendo la notizia “inventata e destituita di ogni fondamento”.
Intanto, mentre al vaglio dell’Esecutivo vi sarebbe un provvedimento sull’immigrazione volto a definire la questione dei flussi e dei rimpatri e a introdurre una stretta sugli scafisti e la Commissione UE ha annunciato che a breve l’Esecutivo italiano avrà una risposta alla lettera inviata dalla Presidente Meloni, anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo senza indagati e ipotesi di reato sul naufragio ,come atto dovuto, dopo l’esposto presentato dai parlamentari di AVS, Bonelli, Fratoianni e Cucchi.
La Procura di Crotone, invece, dovrebbe tenere l’incidente probatorio la prossima settimana, con il Pm Capoccia che ha fatto sapere che la ricostruzione delle comunicazioni avvenute tra le forze impiegate nei soccorsi è a buon punto.
Infine, un pool di avvocati assisterà gratis i sopravvissuti al naufragio e i parenti delle vittime al fine di accertare eventuali responsabilità da parte dei soccorsi.
Ieri, invece, il Comitato centrale direttivo dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha pubblicato una lettera nella quale si legge: “Nessuna norma potrebbe mai imporre ad alcuno il dovere di non fuggire da Paesi dove la guerra o la miseria impediscono l’accesso a condizioni di vita dignitose. L’Anm auspica, pertanto, che in qualsiasi circostanza venga sempre rispettato l’inderogabile obbligo di salvataggio, che è scolpito nella nostra Costituzione ancor prima che nelle convenzioni internazionali. L’ordinamento giuridico italiano, che ai sensi dell’art. 10 della Costituzione si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, e garantisce il diritto di asilo allo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l’esercizio effettivo delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana , è stato in seguito arricchito dalle norme che disciplinano il conferimento dello status di rifugiato, istituito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, e di quelle che garantiscono al cittadino straniero la protezione sussidiaria, prevista per la prima volta dalla direttiva 2004/83/CE. L’Italia ha inoltre aderito alle Convenzioni Unclos, Solas e Sar, che prevalgono su tutte le fonti ordinarie, e dunque tutti, a cominciare dagli organi statali, hanno il dovere di adempiere agli obblighi di salvataggio in mare. L’obbligo è inderogabile e tutti ne debbono beneficiare, a prescindere dalla concreta possibilità dei singoli di restare in seguito sul territorio italiano legittimamente. Se sul piano dei principii può dunque affermarsi che la protezione dello straniero, che nel proprio Paese verrebbe privato dei diritti fondamentali della persona, appartiene al patrimonio giuridico italiano, l’Anm negli anni non ha mancato di sottolineare le criticità delle norme che disciplinano il procedimento per ottenere lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria (si vedano il parere sul dl 113/2018 reso all’unanimità dal Comitato direttivo centrale il 25 novembre 2018 ed il successivo deliberato del 9 marzo 2019) ed ha pubblicato sulla rivista ‘La Magistratura’ numerosi contributi dedicati alla protezione internazionale ed al sistema giudiziario italiano”.
Sempre ieri, Papa Francesco, al termine dell’Angelus in Piazza San Pietro, riguardo all’immigrazione e al naufragio di Cutro, ha detto: “Rinnovo a tutti il mio appello, affinché non si ripetano simili tragedie, i trafficanti di esseri umani siano fermati. I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte”, ha detto ancora Bergoglio. Prego “per le numerose vittime, i familiari e i sopravvissuti e ringrazio ed esprimo gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso i nostri fratelli e sorelle. Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”.
Parole, quelle di Papa Bergoglio, cui è seguita la nota social della Presidente del Consiglio, Meloni, che ha sottolineato: “Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni. Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare”.
Quest’oggi, invece, sia Papa Francesco che il Presidente della Conferenza Episcopale italiana, Arcivescovo di Bologna, Zuppi, sono tornati sul tema dell’accoglienza e , quest’ultimo, in un’intervista all’agenzia Sir, ha sottolineato: “L’accoglienza è l’unico messaggio possibile. Chi non ha casa, va accolto. Dobbiamo metterci sempre nei panni degli altri. Chi ha perduto tutto e deve scappare, deve trovare accoglienza. Non ci sono alternative. Quello all’emigrazione era un diritto garantito per tutti gli uomini, prima che sorgessero muri e nascessero paure. Tanto più per chi scappa da guerra, violenza o fame. Mettere in contrapposizione questo con il nostro futuro, significa non volere il futuro. L’accoglienza apre al futuro, la chiusura fa perdere anche il presente”.
Dal Presidente della Repubblica, Mattarella, invece, stamane presso l’Università della Basilicata per l’inaugurazione del quarantesimo anno accademico ,è arrivato il monito a “trasformare il cordoglio per i migranti di Cutro in scelte concrete”, evidenziando, in riferimento sia alla situazione in Iran che all’immigrazione e al naufragio e alla morte dei migranti sulle coste calabresi come: “La libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti: in un mondo che è sempre più una comunità raccolta, interconnesso, la mancanza di libertà o di esercizio di diritti in un luogo colpisce tutti, ovunque” dice Mattarella, aggiungendo che esiste “il valore della unicità del genere umano e questa unicità ricorda il valore della indivisibilità della liberta, se non è appannaggio di tutti. Sulle coste della Calabria si è verificata una tragedia che ha coinvolto e commosso il nostro Paese. I profughi afghani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato. Nessuno è stato lasciato,tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente le scene dei cittadini che all’aeroporto imploravano un passaggio e ci fanno comprendere perché intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove”.
Sul naufragio di migranti a Cutro e sulla gestione delle politiche migratorie si è poi espresso in un’intervista a Il Corriere della Sera e, intervenendo alla 14° riunione plenaria del network europeo del Corpo della Guardia di Finanza, tenutasia Roma, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, che ha dichiarato: “I trafficanti devono essere colpiti con grande fermezza. La Guardia di finanza e la Guardia Costiera hanno sempre fatto il loro dovere anche con alto sprezzo del pericolo compresa l’ultima vicenda con decine di vittime innocenti sfruttate da criminali senza scrupoli che li hanno portati a morire a poche decine di metri dalle coste italiane. L’emergenza migratoria, dai vari fronti caldi di crisi, è il problema più grande che dovremo affrontare nei prossimi anni, forse decenni. E l’Italia, al di là delle speculazioni o delle polemiche politiche interne, non può farlo da sola. Abbiamo salvato migliaia e migliaia di vite, e tutti gli italiani lo sanno: Guardia di Finanza e Guardia costiera, nel 2022 hanno fatto 1.170 interventi di law enforcement, in cui hanno recuperato 38.507 migranti, e 917 interventi di search and rescue, con 57.028 migranti soccorsi. Sul naufragio di Cutro ,la magistratura farà il suo lavoro, si vedrà se esistono responsabilità o se, come credo, è stata una tragica, terribile fatalità. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è una persona perbene, un uomo scrupoloso, attento, che ha affrontato tante crisi, che lavora su ogni aspetto, non c’è nessun dubbio. E siamo compatti. Umanamente comprendo le ragioni di chi parte anche al rischio della vita, certo che le comprendo. Ma una politica seria deve fare un passo avanti e capire quello che si può fare per arginare e risolvere un problema immenso. Esistono almeno due piani di intervento e uno è quello che possiamo fare noi come Paese, siamo stati, sia io che Meloni, più volte in Africa e nel Mediterraneo per siglare accordi, per sbloccare aiuti soprattutto per la Tunisia. Ma serve molto di più: serve l’Europa, in primo luogo. Serve l’Onu. Serve il Fondo monetario”.
Critiche nei confronti del Governo per la decisione di tenere il Consiglio dei Ministri a Cutro, così come del ministro degli Interni, Piantedosi, di cui continuano a chiedere le dimissioni, le Opposizioni: Pd, M5S, AVS, Terzo Polo(Azione-Italia Viva).
In merito alle politiche economiche, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, nelle prossime settimane arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri, la bozza del Dl sulla misura che sostituirà il Reddito di Cittadinanza, ovvero: la MIA, Misura di inclusione attiva. Si tratterebbe di un provvedimento in 12 articoli, elaborato dalla ministra del Lavoro Calderone, ora al vaglio del ministero dell’Economia, per verificare le coperture.
La misura “scatterebbe già quest’anno, dopo i sette mesi di proroga del Reddito di cittadinanza stabiliti dalla legge di Bilancio 2023 e dividerebbe i beneficiari in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime, sono quelle in cui vi è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde, quelle in cui vi è almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.
In entrambi i casi, la riforma introduce una stretta negli importi e nella durata del sussidio; l’ importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito di Cittadinanza, ma vi è ancora in corso una discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito prevede, infatti, fino a 280 euro al mese. Tuttavia, con la Mia questa quota potrebbe essere ridotta e modulata in base al numero dei componenti del nucleo familiare. La stretta maggiore, però, riguarderebbe gli occupabili: l’ assegno base potrebbe essere ridotto a 375 euro. Inoltre, mentre per gli inoccupabili la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), per gli occupabili non più di un anno e non si potrà più chiedere a ripetizione, come il Reddito.
Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia dovrebbe ridursi a 12 mesi, mentre per i nuclei con persone occupabili, la Mia dovrebbe scadere al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio potrebbe presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo.
Riguardo ai requisiti di Isee per ottenere la Mia: potrebbe esservi una stretta significativa rispetto a quelli per il Reddito. Il tetto per accedere alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Previsti però, I’ aumento dell’importo del sussidio in base al numero dei componenti del nucleo familiare, e la correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, come indicato dalla Consulta e da Bruxelles.
Infine, per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro potrebbe essere creata una piattaforma nazionale in capo al ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro: qualora fosse rifiutata una proposta di lavoro, ciò basterebbe per decadere dalla prestazione.
Rafforzamenti poi i controlli sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale, e sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio.
In arrivo, poi, entro metà marzo, come annunciato dal Viceministro all’Economia Leo, nel corso di un evento con l’Ordine dei Commercialisti di Milano, anche la riforma fiscale con una legge delega che stabilisce la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, attingendo alle risorse generate dal taglio di 600 tax expenditures, ovvero detrazioni e le deduzioni fiscali.
In merito alla richiesta della UE di recuperare dalla Chiesa l’Ici per le annualità 2006-2011 (ora Imu, imposta comunale sugli immobili), il Viceministro ha spiegato : “Quando ci sono delle regole comunitarie bisogna uniformarsi ,però ,anche lì bisogna vedere i limiti, perché ci sono delle situazioni in cui non c’è la commercialità allora in quei casi bisogna vedere come rendere coerente quelle che sono le indicazioni della Ue con la peculiarità di certe strutture della Chiesa Cattolica”.
Preoccupazione, però, è stata espressa dal ministro dell’Economia Giorgetti, che pur considerando scongiurata la recessione, guarda con timore al rialzo dei tassi: “Il rialzo dei tassi pone problemi seri per chi ha bilanci fortemente indebitati come quello italiano. L’approccio del governo sui conti pubblici è stato prudente e responsabile e continueremo in questo senso. Avere conti in ordine è un esigenza assoluta per il nostro Paese, che deve mantenere la fiducia dei mercati allo scopo di evitare un aumento dei costi di finanziamento ed evitare ripercussioni per famiglie e imprese. Il debito rispetto al pil si attesta al 144,7% nel 2022, sarà il punto di riferimento in relazione anche alla discussa e in discussione revisione della governance economica europea. n questi primi mesi l’azione del governo si è concentrata nel minimizzare il rischio di recessione. Dagli ultimi dati sembra essere scongiurata, incrociamo le dita. Continuiamo ad essere impegnati come governo a creare tutte le condizioni per uno sviluppo economico robusto ma che non metta a rischio la sostenibilità dei conti pubblici”.
In casa delle Opposizioni, invece, la neo segretaria del Pd, Schlein sembra aver ricompattato il partito intorno al suo programma all’insegna dell’inclusività, ma con uno stop alle correnti , e , al tempo stesso, aver ripreso un dialogo con gli altri partiti di Opposizione, in primis con il M5S, con cui sembra convergere su: no all’Autonomia differenziata, sulla difesa della scuola pubblica e sull’introduzione del salario minimo (questioni, queste ultime che sembrano riavvicinare il Pd anche al leader di Azione Calenda, che pure impegnato con il fondatore di Italia Viva, Renzi, nel tandem del Terzo Polo, ha aperto a un percorso comune con la neo segretaria proprio su questi temi).
Diversa invece da quella del Presidente pentastellato Conte, la linea della neo segretaria dem Schlein , favorevole all’invio di armi difensive all’Ucraina, sebbene quest’ultima abbia precisato come “non ci possa essere sinistra senza ambizione di costruire un futuro di pace”.
In ultimo, intenzionato a riprendere un percorso comune con il Pd, anche Articolo 1, guidato dal segretario Speranza, che domani terrà un’assemblea per decidere in merito.
Fonti di Palazzo Chigi, hanno fatto sapere che le indiscrezioni di stampa sulla riforma del Reddito di Cittadinanza sono diverse dal testo del Governo.
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