di Federica Marengo venerdì 27 gennaio 2023
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-Nella 337° giornata di guerra in Ucraina,sono proseguiti i bombardamenti e i raid russi su diverse regioni del Paese cominciati ieri, in risposta al via libera da parte della Germania e degli USA all’invio di carri armati Leopard 2 e Abrams, cui è seguito l’ok da parte di altri Paesi alleati, tra cui la Polonia, che ha annunciato la fornitura in aggiunta ai 14 Leopard2, di mezzi corazzati PT-91 Twardy e il cui governo è stato ringraziato dal Presidente ucraino Zelensky.
In merito alla questione dell’invio di armi, il ministro della Difesa italiano Crosetto, ha incontrato oggi,a Roma, l’omologo francese Lecornu, stringendo un’intesa per la collaborazione sul tema Ucraina e per l’invio di missili terra-aria Samp T, “oltre al tentativo di ampliare le opportunità da cogliere per arrivare a un tavolo di pace”. Piena sintonia anche su : sicurezza nel Mediterraneo, difesa europea e collaborazione FFAA. Nella prossima settimana, secondo quanto annunciato dal ministro Crosetto,potrebbe essere varato un nuovo decreto aiuti per l’Ucraina.
Abbattuti dalle forze armante ucraine almeno 47 dei 70 missili russi lanciati su diverse aree, queste ultime, anche oggi hanno respinto i raid di Mosca concentratisi sulla regione nord-orientale del Donbass, come segnalato dal sindaco, Kyrylenko, secondo cui si è registrato un peggioramento della situazione “a causa della mancanza di successi sul campo di battaglia gli occupanti russi hanno intensificato il bombardamento degli insediamenti”, colpendo e distruggendo una caserma dei vigili del fuoco.
Sotto attacco ,infatti, le aeree di Donetsk, dove sei persone sono rimaste uccise e nove sono state ferite, Avdiivka, Vuhledar, dove l’esercito ucraino afferma di aver ucciso nei combattimenti 109 soldati russi e di averne feriti 188 in un solo giorno, Toretsk , Chasov Yar, dove 2 persone sono morte e 5 sono rimaste ferite, e Bakhmut.
Colpita anche la regione di Kherson, dove 2 donne sono morte e altre persone sono rimaste ferite.
Il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Aiea, Grossi, poi, ha reso noto che gli osservatori hanno riferito di esplosioni vicino alla centrale di Zaporizhzhia, occupata dai russi, che, tramite Karchaa ,consigliere di Rosenergoatom, l’agenzia russa che gestisce gli impianti nucleari dell’Ucraina, hanno smentito la fondatezza di tali affermazioni, definendole una “provocazione”.
A Kiev, dopo il lungo blackout di ieri verificatosi in seguito agli attacchi russi alle infrastrutture energetiche, l’impresa ucraina del settore energetico, Dtek Kyiv, ha fatto sapere che durante le ore di punta i consumatori domestici, le imprese e le infrastrutture critiche riceveranno il 50% dell’elettricità di cui hanno bisogno, sebbene la società energetica statale ucraina , Ukrenergo, abbia fatto sapere che “il sistema presenta ancora un significativo deficit di potenza dopo i massicci raid di ieri” e che “interruzioni di emergenza sono previste in dieci regioni : Kharkiv, Donetsk, Zaporizhzhia, Kirovohrad, Kiev, Cherkasy, Zhytomyr, Volyn, Leopoli e Rivne”. Tuttavia, durante il giorno , sono possibili arresti di emergenza anche in altre zone”.
Secondo l’intelligence britannica: “Fonti militari russe stanno deliberatamente diffondendo disinformazione per suggerire che le forze di Mosca stanno avendo successi non riscontrati nella realtà. Negli ultimi sei giorni i commentatori online hanno rivendicato che le forze russe stanno avendo significativi progressi, rompendo le difese ucraine in due aree: nell’oblast di Zaporizhzhia, vicino Orikiv, e 100 km a est, nell’oblast di Donetsk, vicino Vuhledar. Le unità russe hanno probabilmente condotto attacchi locali e probanti vicino a Orikiv e Vuhledar, ma è altamente improbabile che la Russia abbia effettivamente ottenuto qualche avanzamento sostanziale. C’è una realistica possibilità che le fonti militari russe stiano deliberatamente diffondendo disinformazione in uno sforzo di suggerire che l’operazione russa stia avendo un impeto”.
Per Bloomberg, invece, “Il presidente russo Vladimir Putin sta preparando una nuova offensiva contro l’Ucraina già a febbraio-marzo e allo stesso tempo sta rafforzando il suo paese per un confronto a lungo termine con gli Stati Uniti e i suoi alleati. Una nuova offensiva russa è in arrivo e potrebbe iniziare prima che Kiev riceva le forniture di carri armati statunitensi ed europei promesse negli ultimi giorni. Putin ritiene di non avere alternative se non quella di prevalere in un conflitto che considera esistenziale con gli Stati Uniti e i suoi alleati”.
A Mosca , il ministro della Difesa ha parlato dei risultati ottenuti con il massiccio attacco missilistico e con droni compiuto ieri, sostenendo di aver distrutto armi e munizioni ucraine, comprese quelle provenienti dalla Nato, mentre il Presidente Putin, nel Giorno della Memoria ha accusato l’Ucraina di “crimini neonazisti”, scrivendo in un telegramma, ripreso dall’agenzia Ria Novosti: “Dimenticare le lezioni della storia porta alla ripetizione di terribili tragedie. Ne sono prova i crimini contro i civili, la pulizia etnica, le azioni punitive organizzate dai neonazisti in Ucraina. È questo male che i nostri soldati stanno combattendo con coraggio, fianco a fianco”.
La portavoce del ministero degli Esteri Zakharova, invece, ha chiesto all’ambasciatore tedesco in Russia di chiarire le dichiarazioni della ministra degli Esteri Baerbock, che durante il Consiglio d’Europa, ha parlato di “guerra combattuta contro la Russia e non l’uno contro l’altro”. A tal riguardo, il ministero degli Esteri ha tedesco ha spiegato che: “La ministra non ha inteso dire che Berlino fosse una parte in guerra contro la Russia, ma che la frase di Baerbock, era un appello all’unità in Europa”.
Zakharova ha poi commentato l’insediamento dell’ambasciatrice USA in Russia, sottolineando come ciò “non comporti un miglioramento delle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti”.
Il portavoce del Cremlino, Peskov,poi, ha dichiarato che il Presidente USA Biden “Se vuole può porre fine rapidamente al conflitto in Ucraina, perché ha la chiave del governo di Kiev,ma non vuole farlo, al contrario sceglie la strada per pompare ulteriormente armi in Ucraina”.
Anche il Presidente ucraino Zelensky, nel Giorno della Memoria, ha pubblicato un messaggio sul suo canale Telegram, ,ribadendo la volontà di combattere per “salvare coloro che l’odio cerca di distruggere. Oggi come sempre l’Ucraina onora la memoria di milioni di vittime dell’Olocausto. Noi sappiamo e ricordiamo che l’indifferenza uccide assieme all’odio. Indifferenza e odio sono sempre capaci di creare assieme il male. Questo è il perché è così importante che chiunque dia valore alla vita dovrebbe mostrare determinazione quando si tratta di salvare coloro che l’odio cerca di distruggere”.
Intanto, il Consiglio dell’Ue ha deciso oggi di prorogare di sei mesi, fino al 31 luglio 2023, le misure restrittive riguardanti settori specifici dell’economia della Federazione russa. Inoltre, il commissario UE per la Giustizia Reynders, ha affermato : “Per affrontare i crimini di guerra in Ucraina il primo passo sarà forse quello di costruire un vero e proprio ufficio del procuratore per raccogliere prove sul crimine di aggressione. Sul tema, abbiamo bisogno di avere un sostegno internazionale molto importante e servirà una discussione per essere sicuri di avere un ottimo sostegno per la proposta finale, che verrà messa sul tavolo, quindi la discussione è molto importante oggi. Rispetto alla costituzione di una procura sull’aggressione all’Ucraina, abbiamo una squadra congiunta con alcuni Stati membri e potrebbe essere una buona soluzione iniziare con uno strumento esistente. Poi vedremo più avanti se è possibile fare un altro passo avanti e forse pensare al tribunale speciale. Abbiamo tutte le opzioni sul tavolo, ma per arrivare a questo abbiamo bisogno di avere un vero e proprio ruolo di guida nell’Unione Europea e la Commissione ha cercato di convincere non solo gli Stati membri, ma anche i partner internazionali”.
Finora, sono stati riportati circa 65 mila episodi di presunti crimini internazionali e 14 Stati membri hanno aperto indagini sui crimini internazionali compiuti in Ucraina.
Quanto alla politica estera e interna italiana, stamane, si è tenuta la Quirinale, la cerimonia in occasione del Giorno della Memoria, nella quale, il Presidente della Repubblica, Mattarella, ha pronunciato il suo discorso: “Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come il secolo degli Stermini. Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa ,degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere , pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa. E’ fondamentale mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce ,come sappiamo, dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza. La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità. La scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista , che la seguì omologandovisi ,di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue fornì i presupposti per la persecuzione e il successivo sterminio. Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi, e persino conformismi di moda. Tossine letali, razzismo, nazionalismo aggressivo, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e docenti, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti. Il regime fascista , nel 1938, con le leggi razziali agì crudelmente contro una parte del nostro popolo. E’ di grande significato che la Costituzione volle sancire, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione senza distinzione di razza. Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più, la Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jäckel, deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale. Questo gruppo era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. Ma nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose. Gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste sono migliaia di persone, la maggioranza delle quali scomparse nell’oscuro universo di Auschwitz. Nella stagione che seguì dopo l’8 settembre del 1943, nel nord e nel centro Italia le milizie fasciste parteciparono alla caccia e alla cattura degli ebrei, che furono consegnati alle SS tedesche. Ci furono tanti italiani, i “giusti”, che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare. Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori e traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro. Un impegno oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo. Bisogna ribadire l’importanza di alcuni principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo e che sono la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante , alimentato dall’uso distorto dei social -dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa. Nel biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di Auschwitz, vi è un biglietto che ammonisce e insegna ancora: “ ‘Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai’ ”.
Un messaggio per il Giorno della Memoria è poi stato scritto anche dalla Premier Meloni, presente anch’essa alla cerimonia al Colle, insieme con i Presidenti di Senato e Camera e che, a breve, sarà in Libia e il 3 febbraio a Stoccolma e a Berlino. Nel suddetto messaggio, si legge: “La Shoah rappresenta l’abisso dell’umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile. Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto coni suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Oggi, l’Italia, rende omaggio alle vittime, si stringe ai loro cari, onora il coraggio di tutti i giusti che hanno rischiato o perso la loro vita per salvarne altre e si inchina ai sopravvissuti per l’instancabile servizio di testimonianza che portano avanti. La Shoah rappresenta l’abisso dell’umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile perché, come ha recentemente ricordato Ferruccio De Bortoli dalle colonne del Corriere della Sera, “la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce. E i fiori dei giusti scompariranno. Divorati. È esattamente questa ,la sfida che tutti noi , Istituzioni, società civile, agenzie educative, organi di informazione e mass media, abbiamo davanti: coltivare ogni giorno il nostro impegno per la memoria, accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni e intensificare lo sforzo per combattere l’antisemitismo in ogni forma nella quale si manifesta”.
Il Presidente del Senato, La Russa , che ha proposto l’istituzione di un giorno, il 17 novembre, che ricordi anche la promulgazione delle Leggi razziali, nel suo messaggio, ha sottolineato: “Il Senato è stato e sarà sempre in prima linea per diffondere il profondo significato del Giorno della Memoria. Sarà interprete, messaggero, promotore di iniziative, perché respingere ogni forma di odio, di razzismo, antisemitismo, antisionismo è e deve essere una priorità.Tutti abbiamo il dovere di non dimenticare e di far conoscere alle generazioni più giovani il dramma e le atrocità vissute dagli ebrei, a partire dall’infamia delle leggi razziali, affinché simili tragedie non possano più ripetersi. Il mio auspicio è che una ricorrenza cosi importante come quella che oggi celebriamo, possa entrare nella quotidianità, nelle scuole, nel cuore dei giovani e che ogni giorno dell’anno sia il Giorno della Memoria”, seguito dal messaggio del Presidente della Camera , Fontana, che su Twitter, ha scritto: “Ricordiamo una delle pagine più buie e dolorose della storia. Per non dimenticare mai gli orrori del nazifascismo”.
Messaggi sono poi arrivati anche da vari esponenti della Maggioranza e dell’Opposizione.
Celebrazioni per il Giorno della Memoria si sono svolte anche in Ue. Il cancelliere tedesco Scholz, nel suo messaggio, ricordando la responsabilità storica dei tedeschi, sempre su Twitter, ha sottolineato: “Indimenticata resta la sofferenza di 6 milioni di ebree ed ebrei innocenti assassinati, come la sofferenza dei sopravvissuti. Per fare in modo che il nostro ‘mai più’ resti anche per il futuro, ricordiamo oggi, nel giorno della memoria dell’Olocausto, la nostra responsabilità storica”, mentre la Presidente della Commissione UE, von der Leyen, via social, ha evidenziato: “Ricorderemo sempre i milioni di vittime uccise durante l’Olocausto. Ma il ricordo non è un obiettivo in sé. Dobbiamo fare un passo avanti. Combattiamo l’antisemitismo, che oggi è in aumento. E facciamo in modo che la vita ebraica prosperi in una società europea aperta e paritaria”.
Per la Presidente del Parlamento UE, Metsola: “Essere antisemiti significa essere antieuropei. Dobbiamo parlare perché, nonostante decenni di sforzi, l’antisemitismo esiste ancora. L’odio trova ancora troppe voci che lo scusano. Troppe famiglie in Europa e nel mondo vivono con le valigie pronte davanti alla porta. Non possiamo permettere a nessuno di trovare conforto nell’ignoranza. La nostra prima donna presidente del Parlamento europeo, Simone Veil, era lei stessa una sopravvissuta. Cresciuta per cambiare il volto dell’Europa, e la sua eredità è presente in queste aule e palazzi, perché la neutralità aiuta solo l’oppressore e il Parlamento europeo si schiererà sempre da una parte: dalla parte del rispetto, dalla parte della dignità umana, dalla parte dell’uguaglianza, dalla parte della speranza. Il Giorno della memoria dell’Olocausto è sempre un momento cupo per tutti i membri del nostro Parlamento e quest’anno è particolarmente significativo perché si ricorda anche il 75mo anniversario della dichiarazione della nascita dello Stato di Israele. Se osservassimo un minuto di silenzio per ogni vittima dell’Olocausto dovremmo restare in silenzio per undici anni., Per questo dobbiamo dire e promettere che ciò non accada mai più. Non siamo rimasti in silenzio quando si trattava di difendere i nostri valori, quindi ,non restiamo in silenzio quando si tratta dell’aggressione della Russia in Ucraina e della retorica usata per cercare di giustificarla. Né abbiamo taciuto quando si tratta del regime iraniano che giustizia i giovani che si battono per le donne, la vita e la libertà”.
Il Presidente del Consiglio UE, Michel, invece, su Twitter, ha sottolineato: “Oggi, nell’anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, commemoriamo le vittime e i sopravvissuti dell’Olocausto. Non lo dimenticheremo mai. Non c’è posto per l’antisemitismo nella nostra società”.
Sempre via social, Papa Francesco, nel suo messaggio, ha posto l’accento sull’importanza della memoria : “Il ricordo dello sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi non può essere né dimenticato né negato. Non può esserci fraternità senza aver prima dissipato le radici di odio e di violenza che hanno alimentato l’orrore dell’Olocausto”.
Intanto, il ministero dell’Economia , azionista unico della newco Ita, ha sottoscritto la lettera d’intenti di Lufthansa, aprendo ufficialmente la trattativa esclusiva col gruppo tedesco per la vendita di una quota di minoranza della compagnia aerea. Al riguardo, il ministro dell’Economia Giorgetti, aveva dichiarato qualche giorno fa: “Dopo la firma del protocollo d’intesa ,inizierà una fase di trattative rispetto alle richieste che fa il governo italiano e ai progetti industriali di Lufthansa. Se i due progetti collimeranno e, se saranno coerenti, potrebbe nascere una realtà molto importante a beneficio anche dell’economia italiana”.
Ciò, mentre Maggioranza e Opposizione discutono, dividendosi (anche all’interno degli stessi partiti) tra favorevoli e contrari , all’intervento del Presidente ucraino Zelensky al Festival di Sanremo, e la ministra per le Riforme, Casellati, ha terminato il suo giro di colloqui con le Opposizioni sulla riforma dell’Autonomia differenziata e il Presidenzialismo, incontrando il Presidente del M5S Conte e una delegazione pentastellata.
Proprio sulla questione Autonomia, oltre che sul tema della crescita e della ripresa economica, è intervenuto questa mattina, il Presidente di Confindustria, Bonomi, a margine di un convegno con le imprese a Venezia, ha dichiarato: “I dati ci dicono che il 2023 non sarà così fosco, anzi. Stiamo andando meglio dei nostri competitor. Francia e Germania segnano il passo, noi conquistiamo quote di mercato, e per la seconda metà dell’anno ci aspettiamo un’inflazione in calo ed una ripresa robusta del commercio internazionale. Ma per una piena ripresa, servono due condizioni: che l’inflazione non torni a infiammarsi, e che il Governo non sbagli gli interventi di politica industriale. Condizioni fondamentali perché l’industria possa continuare a reggere il Paese, sia riconosciuta “asset strategico. Sull’autonomia , è l’inizio di un percorso di riflessione su un tema molto complesso del Paese. Credo che si possa fare qualche riflessione, discutiamo con serietà. Non deve essere un tema di divisione del Paese. Non possiamo permettercelo: questo Paese non si può dividere: ha problemi urgenti da affrontare. Per rispondere a Usa e Cina, per la vera sfida, quella della competitività del sistema industriale europeo, non si può ragionare con l’Italia o con un sistema regionale. Per certe sfide abbiamo bisogno di una dimensione almeno europea”.
Immediata, la replica alle preoccupazioni degli industriali del ministro per gli Affari regionali e l’Autonomia differenziata, Calderoli, che ha affermato: “Abbiamo già avviato e intendiamo proseguire il confronto con Confindustria. Nessuno vuole spaccare alcunché: è chiaro che ogni livello di Governo rappresenta un ostacolo burocratico e con l’ eliminazione di alcuni di questi orpelli di burocrazia credo che il primo ad avvantaggiarsene sia il mondo delle imprese. Sul possibile costo della riforma e rispetto a ipotesi che circolano: sono estrazioni dei numeri al lotto”.
Infine, sul fronte dei lavori parlamentari, è stata presentata una proposta di legge a firma del Viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Cirielli, che prevederebbe la reintroduzione della pena del carcere per chi compie atti osceni in luogo pubblico, andando a modificare l’articolo 527 del codice penale. La proposta, si pone l’obiettivo di “contrastare in maniera più adeguata il degrado morale che affligge la nostra collettività” e “rafforzare la sicurezza dei cittadini”, andando così anche a “tutelare la moralità pubblica e il buon costume”. Ma fonti della maggioranza hanno chiarito che “la proposta di legge di Edmondo Cirielli è stata presentata prima della formazione del governo e non rientra quindi nell’agenda dell’Esecutivo”.
In ambito economico, pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica i dati sul fatturato dell’industria che a novembre ha registrato una crescita dello 0,9% su ottobre e del +11,5% su base annua, dopo due mesi di flessioni, favorito dalla componente estera più che da quella interna.
Riguardo al Covid19, pubblicati i dati settimanali sull’andamento della pandemia elaborati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui l’indice RT è in calo dallo 0,88 della scorsa settimana a 0,73, così come l’incidenza dei casi scesa a 65 casi per ogni 100 mila abitanti, rispetto gli 88 di sette giorni fa.
In calo anche il tasso di ricoveri nelle terapie intensive, pari al 2,1% dal 2,3% della settimana scorsa e nelle aree mediche, sceso al 6,4% dal 7,9% di una settimana fa.
Nessuna regione è a rischio alto, 3 sono a rischio moderato: Emilia Romagna, Liguria e Puglia e 18 a rischio basso.
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