di Federica Marengo giovedì 12 gennaio 2023
-Nella trecentoventiduesima giornata di guerra in Ucraina, mentre prosegue lo scambio di rivendicazioni e smentite tra Mosca e Kiev riguardo alla presa da parte delle truppe mercenarie filorusse Wagner della città mineraria di Soledar, a pochi chilometri da Bakhmut, nel Donbass (regione orientale del Paese), notizia che neppure il Pentagono è riuscito a valutare, sebbene dalle immagini satellitari emerga un paesaggio lunare di devastazione della città, sono proseguiti i bombardamenti russi sia nella parte sudorientale che nordorientale dell’Ucraina.
Sotto attacco delle forze di Mosca , infatti, Kherson , colpita nelle ultime 24h 90 volte con raid che hanno causato la distruzione di alcune abitazioni e strutture sanitarie, Zaporizhzhia e la regione di Berdiansk, dove sono state danneggiate infrastrutture e abitazioni e dove si recherà nella prossima settimana il direttore dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Grossi, per tentare nuovamente una mediazione tra Kiev e Mosca sull’attuazione di una area smilitarizzata intorno alla locale centrale nucleare, al fine di evitare un incidente.
Combattimenti in atto, poi, anche a Kreminna, nel Lugansk, dove l’insediamento di Bilohorivka è stato completamente distrutto dalle bombe russe.
Riguardo al presunto accordo siglato tra la commissaria russa per i diritti umani, Moskalkova e l’omologo ucraino Lubinets , nell’ambito di un incontro in Turchia ,nel corso di un Forum sul tema, smentita da Mosca la notizia resa nota dalla commissaria di uno scambio di 40 combattenti catturati, in quanto riferita a uno scambio già avvenuto in passato.
Non confermata, invece, dal Foreign Office del Regno Unito, la notizia diffusa via Telegram dal Gruppo di mercenari filorussi Wagner del ritrovamento in Ucraina del corpo di uno dei due cooperanti volontari britannici che risultavano dispersi.
Intanto a Kiev sono giunti in treno questa mattina il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso e il Presidente di Confindustria, Bonomi per incontrare i vertici del Governo e delle istituzioni e , per garantire loro “il proprio sostegno e il proprio impegno per la ricostruzione del patrimonio industriale ed edilizio distrutto dalla guerra, per contribuire al rafforzamento della volontà ucraina di difendere e ampliare il suo ruolo nel commercio con l’Europa con il mondo e per assicurare e potenziare le sue catene logistiche e di fornitura”.
Il ministro Urso,poi, ha firmato con l’omologa ucraina una dichiarazione congiunta che, come reso noto su Twitter dallo stesso ministro, ”istituisce un gruppo di lavoro bilaterale per la cooperazione su logistica, alta tecnologia, spazio, macchine agricole, startup e Pmi, attrazione investimenti e settore fieristico” e ha annunciato di aver incontrato il Presidente Zelensky ,che gli ha conferito la onorificenza al merito della Repubblica per il sostegno alla causa della libertà dell’Ucraina e, che ha ringraziato il governo italiano per quanto ha fatto sinora ed invitato la Premier a venire presto a Kiev.
Il ministro Urso ha poi spiegato di aver confermato al Presidente Zelensky “il pieno sostegno del governo, del Parlamento e del popolo italiano alla causa di libertà e di indipendenza del popolo ucraino”, aggiungendo che “ insieme hanno fissato le coordinate di quello che sarà l’impegno economico, sociale e produttivo e industriale italiano per lo sviluppo e la ricostruzione dell’Ucraina”, sancito da una Conferenza dei due Paesi che si terrà a Kiev, organizzata d’intesa con il ministro degli Affari esteri Tajani.
Restando sul Presidente Zelensky, che ha chiesto ai soldati ucraini di essere pronti sul fronte bielorusso, paventando che Mosca possa lanciare un nuovo assalto dal confine con la Bielorussia ,alla luce della visita del comandante delle forze di terra russa neonominato, Salyukov, nel territorio per ispezionare la prontezza al combattimento delle forze di stanza nel Paese, nel suo videomessaggio serale alla popolazione ha accusato la Russia di “fingere che una parte della città di Soledar sia stata conquistata per fini di propaganda”, come confermato dallo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, che hanno fatto sapere che ieri oltre 100 soldati russi sono stati uccisi proprio a Soledar, dove però i civili rimasti intrappolati nella città assediata sarebbero 523.
In mattinata, invece, il Presidente Zelensky, ha promesso di fornire l’equipaggiamento militare necessario ai soldati che resistono agli assalti russi a Bakhmut e a Soledar.
A Mosca, il portavoce del Cremlino, Peskov, lodando le azioni eroiche messe in campo a Soledar dalle forze russe, ha parlato con la stampa di un possibile colloquio con il direttore dell’Aiea, Grossi e della centrale atomica di Zaporizhzhia, spiegando: “Il Presidente russo Vladimir Putin parlerà con il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, se necessario, ma tale incontro non è attualmente nel programma di lavoro del presidente russo. Non ci sono incontri programmati di Putin con Grossi.Il presidente Putine il capo dell’Aiea hanno concordato durante il loro incontro a San Pietroburgo lo scorso ottobre di portare avanti il dialogo se necessario. Ecco perché, se dovesse sorgere la necessità e ci fosse una richiesta corrispondente, è sicuramente possibile un colloquio telefonico o un incontro. I partner chiave di Grossi con cui parlare sulla questione sono Rosatom (la società russa per l’energia nucleare civile) e il suo direttore generale Likhacyov, nonché il ministero degli Esteri russo. La situazione relativa alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è ancora allarmante. La parte ucraina ritiene accettabile il fatto di continuare a bombardarla”.
Infine, secondo i media turchi , il presidente Erdogan, parlerà “oggi o domani con i suoi omologhi russo e ucraino, Putin e Zelensky, dell’eventuale apertura di un corridoio umanitario per evacuare i feriti dalle zone di combattimento in Ucraina”.
Quanto alla politica interna italiana, all’indomani del varo in Consiglio dei Ministri del Decreto trasparenza, per monitorare i prezzi di benzina e gasolio ed eventuali speculazioni e del videomessaggio social della Premier Meloni, in cui ha spiegato le ragioni per le quali il Governo ha deciso di non prorogare il taglio delle accise, le associazioni di categoria dei gestori Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio, tramite nota, ha annunciato lo sciopero dei benzinai per il 25 e il 26 gennaio (dalle 19:00 del 24 gennaio alle 7:00 del 27 gennaio).
Nella nota, infatti, si legge: “Il Governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. E’ stata avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa. Quindi è stato dichiarato lo stato di agitazione su tutta la rete e lo sciopero contro il comportamento del Governo. Si preannuncia un presidio sotto Montecitorio. Vengono beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’Erario oltre 13 miliardi di euro l’anno. Per porre fine a questa ondata di fango contro una Categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le Associazioni dei Gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio. L’impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un Esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla categoria. E’ un imbroglio mediatico al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori”. Nella comunicazione alla Commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi Pubblici Essenziali le organizzazioni parlano di azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l’anno di gettito”.
Immediata, la replica del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin, per cui: “Lo sciopero dei benzinai è un loro legittimo diritto”, seguito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma, Fazzolari, che ha dichiarato: “Ci dispiace enormemente che i distributori abbiano annunciato due giorni di sciopero 25 e 26 perché, dicono, lo Stato incolpa i distributori dell’aumento della benzina, ma i provvedimenti che il governo ha messo in piedi sono contro i fenomeni speculativi quindi a tutela dei distributori. La benzina non è a 2 euro e mezzo, nei distributori normali è a 1,8 euro circa, le misure sono tutte rivolte a mettere un freno a chi fa fenomeni speculativi. Le abbiamo immaginate a tutela” dei distributori”.
Sulla stessa linea anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Ciriani, che ha sottolineato: “Con speculazioni sul prezzo della benzina non intendiamo il povero gestore, che ha un introito minimo dalle vendite perché si parla di pochi centesimi al litro. Noi parliamo delle speculazioni internazionali sul prezzo del gas e della benzina che è evidente” Noi cerchiamo di aiutare il consumatore con scelte di trasparenza, non ce l’abbiamo sicuramente con chi fa un lavoro duro guadagnando pochi denari”.
A seguire, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio , Mantovano, ha annunciato che domani, alle11:30 , il Governo , “con una delegazione e con i ministri proponenti del decreto che riguarda il settore incontreranno i sindacati di categoria per ascoltare le loro ragioni e confrontarle con le misure che il governo intende adottare e ha adottato”. Tuttavia, fonti dell’Esecutivo escludono un passo indietro sulla decisione di non prorogare il taglio delle accise introdotto dal governo Draghi, se non una possibile “manutenzione della legge”, nonostante, secondo indiscrezioni di stampa, sia Forza Italia che Lega spingano per una revisione del provvedimento.
Sulla questione, ha riferito in Aula , al Senato, nell’ambito del Question Time, il ministro dell’Economia Giorgetti, che ha spiegato: “Il governo monitorerà attentamente la situazione dei livelli dei prezzi non solo della benzina ma anche quelli di largo consumo, al fine di verificare che il loro andamento sia coerente con quello dell’offerta e quindi determinato da shock esterni o se sia invece determinato da comportamenti speculativi e di scarsa trasparenza degli operatori. Alla luce di tale monitoraggio il governo valuterà ulteriori iniziative da adottare. Sul prezzo dei carburanti, ricordo che le misure adottate dal precedente Governo (sin da marzo 2022), che hanno portato alla riduzione delle accise sui carburanti sono state adottate quando il loro prezzo aveva superato i 2 euro al litro (toccando i 2,184 euro per la benzina) e si concludevano nel mese di novembre. Condizioni queste di prezzo molto diverse da quelle attuali e, proprio in ragione di ciò, il Governo ha ritenuto opportuno di dover intervenire con misure normative volte a migliorare la trasparenza dei prezzi e ad evitare speculazioni”.
In serata, la Premier è tornata a rivendicare la scelta del Governo e la sua compattezza (“Fantasie le divisioni nella maggioranza, c’è grande coesione”), in due interviste rilasciate al Tg1 e al Tg5, sottolineando come il taglio delle accise non fosse nel programma di FdI, e che tutte le risorse e gli interventi in Manovra sono stati finalizzati a calmierare il caro energia. Inoltre ha evidenziato che priorità dell’Esecutivo è la crescita e l’intervento sui salari. La Presidente del Consiglio, ha poi ribadito il sostegno a Kiev ( dove presto si recherà per incontrare il Presidente Zelensky) e l’impegno ad aiutare l’Ucraina nella ricostruzione.
All’attacco, le Opposizioni, con il segretario del Pd, Letta, che ha detto: “Oggi, il governo e la premier hanno fatto il primo vero errore di comunicazione, dopo settimane di vento in poppa.Con il video col quale tecnicamente mente sulla riduzione delle accise, ritorna in primo piano la contraddizione tra quanto detto in campagna elettorale”, seguito dal Presidente del M5S, Conte, che ha sottolineato: “Meloni nella campagna elettorale recente , e non nel video del 2019, ancora prometteva. Dal governo mistificazione grottesca”. Concorde, il leader del Terzo Polo (Azione-Italia Viva), Calenda, che ha affermato: “Quello che dice Meloni è falso. Il taglio delle accise i sarebbe potuto finanziare fino a marzo , come gli altri interventi , con un costo di 2,2 miliardi”.
Intanto, in tarda mattinata , la Presidente del Consiglio è tornata sui suoi profili social e, tramite nota, dopo la conferenza stampa a Palazzo Chigi ,nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, con la quale il sottosegretario alla Presidenza Mantovano, insieme con il sindaco di Roma e Commissario straordinario al Giubileo 2025 Giualtieri, ha illustrato il Dpcm (sottoposto all’attenzione del Pontefice dallo stesso Gualtieri) che avvia le opere per l’accoglienza in vista del Giubileo del 2025 a Roma, ha evidenziato: “Questo Governo ha lavorato fin dal suo insediamento per la firma del primo Dpcm sulle opere essenziali e indifferibili per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025. Roma e l’Italia intera si preparano a celebrare un evento indissolubilmente legato all’identità stessa della Città Eterna, che è Capitale del Cristianesimo e che ospita lo Stato della Città del Vaticano. C’è molto lavoro da fare ma, in stretta sinergia con la Santa Sede e Roma Capitale, assicureremo tutta la nostra collaborazione e il nostro impegno per far in modo che la Capitale e la Nazione siano pronti ad ospitare milioni di pellegrini da tutto il mondo e vivere un evento storico com’è il Giubileo”.
Nel pomeriggio, poi, a Palazzo Chigi si è tenuta la cabina di regia , presieduta dal ministro per le Politiche europee, la Coesione e il PNRR, Fitto, (non presente la Premier) proprio sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sui prossimi obiettivi da raggiungere e , l’incontro tra la Presidente del Consiglio Meloni, il ministro dell’Economia Giorgetti e i dirigenti del Mes (Meccanismo del fondo salva Stati) in vista della ratifica di quest’ultimo da parte del governo italiano, nel corso del quale la Premier ha chiesto ai funzionari di Bruxelles dei correttivi.
Infine, in serata, si è tenuto un breve Consiglio dei Ministri per la ratifica di accordi internazionali e delle nomine ufficializzate nella precedente riunione di Governo e per prorogare i bonus carburanti per i dipendenti fino al 31 dicembre 2023.
Sul fronte dei lavori parlamentari, approvato in mattinata, alla Camera con 64 favorevoli, 127 contrari e 3 astenuti e, dunque, convertito in legge, il Dl Aiuti Quater, con misure per 9 miliardi volt a sostenere imprese e famiglie in difficoltà a causa del caro energia. Il provvedimento, che, ieri aveva ottenuto la fiducia, è stato però contestato nel merito con cartelli e manifestazioni di protesta simboliche da M5S e Alleanza Verdi-Sinistra italiana , così come è stata contestata la linea fin qui tenuta dal Governo , che avrebbe “tradito le promesse fatte agli italiani in campagna elettorale sia in merito al taglio delle accise che alle trivellazioni nell’Adriatico”.
Critiche all’Esecutivo e accuse di “incoerenza rispetto al programma elettorale” sono arrivate anche dal Pd e dal Terzo Polo (Azione-Italia Viva).
Tutto ciò mentre la Banca Centrale Europea, nel consueto bollettino economico, rendendo note le decisioni prese nel Consiglio direttivo del 15 dicembre, ha rilevato : “L ‘economia dell’area euro, nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023, potrebbe subire una contrazione dovuta alla crisi energetica, all’elevata incertezza, all’indebolimento dell’attività economica mondiale e alle condizioni di finanziamento più restrittive e con rischi orientati al ribasso, ma una eventuale recessione sarebbe relativamente breve e di lieve entità. Notati, tuttavia, segnali positivi dall’occupazione è aumentata dello 0,3% nel terzo trimestre, e dalla disoccupazione al nuovo minimo storico del 6,5% a ottobre. Le pressioni sui prezzi restano forti in tutti i settori.
Nel periodo tra settembre e metà dicembre 2022, fra aspettative di un inasprimento più marcato della politica monetaria, i tassi di interesse a più lungo termine sono cresciuti, nel complesso, solo lievemente e i differenziali sui titoli di Stato si sono ridotti. I differenziali sui titoli di Stato italiani e greci a dieci anni sono scesi, rispettivamente, di 18 e 22 punti base.
I tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine. Da marzo, il portafoglio dei bond acquistati negli anni col programma ‘App’ “sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile pari, in media, a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e che verrà poi determinato nel corso del tempo”.
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