di Federica Marengo martedì 10 gennaio 2023
-Nella trecentoventesima giornata di guerra in Ucraina, i bombardamenti russi, così come i combattimenti, sono proseguiti concentrandosi su Soledar, a pochi chilometri da Bakhmut, dove le forze di Mosca sembra, come confermato dall’intelligence britannica, abbiano preso il controllo di gran parte della cittadina, la cui conquista costituirebbe un preludio alla conquista delle città di Kramators’k e Slovyansk. A dare la spallata definitiva alla cittadina, i mercenari filorussi della Wagner, i quali hanno riconosciuto la coraggiosa resistenza delle forze ucraine.
Diversamente, le forze armate ucraine sembrano avanzare a Kreminna, conquistando posizioni.
Sotto attacco russo anche Nikopol, dove sono stati rilevati danni a edifici residenziali, ma anche Kharkiv, dove due donne sono rimaste uccise dopo un raid missilistico su un mercato.
Ripresi poi in quasi tutte le regioni del Paese i blackout causati dal rialzo dei consumi dovuto all’abbassamento delle temperature , oltre che dagli attacchi russi sulle infrastrutture energetiche del Sud.
Colpite anche Kherson e la regione sud-orintale; è allerta, invece, a Odessa e a Mykoliv. Ancora senza conferma, la nomina di Alexander Lapin a capo di Stato maggiore delle Forze di terra russe,
Intanto, mentre il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione ha sottolineato come, malgrado le difficoltà , Bakhmut e Soledar continuino a resistere ,guadagnando forza e tempo in attesa di nuove armi (indiscrezioni di stampa parlano di mezzi corazzati) che arriveranno da USA(che addestrerà anche soldati ucraini all’uso dei Patriot), Francia ,Gran Bretagna e Italia, la quale, però, sebbene con il nuovo Dl Ucraina in fase di approvazione al Senato, stia per inviare nuovi aiuti militari, tramite il ministro della Difesa Crosetto e degli Esteri, Tajani, ha fatto sapere che l’invio del sistema di difesa aerea Smp T subirà qualche ritardo per problemi tecnici legati alla coproduzione del suddetto sistema con Parigi, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, in un’intervista alla radio americana Npr, ha affermato che: “Il Presidente russo Vladimir Putin ha solo un’opzione nella guerra che ha intrapreso: la sconfitta, ma non vuole accettarla. La difficoltà e la tragedia di questo momento è che non vuole affrontare la realtà e cercare una via d’uscita. Noi abbiamo fatto la nostra scelta. Combatteremo l’invasore finché potremo respirare”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha dichiarato: “Indirettamente, la Nato e gli Stati Uniti stanno sicuramente prendendo parte a questo conflitto”. De facto, sono già diventati una parte indiretta di questo conflitto, fornendo all’Ucraina armi, tecnologie e informazioni di intelligence. Pertanto, il loro coinvolgimento in questo conflitto è ovvio”, seguito dal ministro della Difesa russo, Shoigu, che ha detto: “Continueremo a sviluppare la triade nucleare e a mantenerla pronta al combattimento, poiché lo scudo nucleare è stato e rimane il principale garante della sovranità e dell’integrità territoriale del nostro Stato. Aumenteremo anche le capacità di combattimento delle forze aerospaziali, sia in termini di lavoro dei caccia e dei bombardieri nelle aree dove sono in funzione i moderni sistemi di difesa aerea, sia per il miglioramento dei droni”.
A Bruxelles, siglata la terza dichiarazione di intesa sulla nuova cooperazione UE-Nato, nell’ambito della quale verranno rafforzati gli aiuti a Kiev. Dell’intesa, hanno parlato nella conferenza stampa congiunta, al termine del vertice, la Presidente della Commissione UE, il segretario della Nato Stoltenberg e il Presidente del Consiglio Europeo, Michel.
Il segretario della Nato, Stoltenberg, spiegando che la terza dichiarazione di cooperazione tra Ue e Alleanza porterà la loro partnership “a un livello superiore”, ha dichiarato: “Putin vuole diffondere paura, ma non ci riuscirà: l’Unione europea supporta l’Ucraina e questa dichiarazione congiunta mira alla cooperazione tra Nato e Ue, aumentando parametri di sicurezza e progressi concreti. La nostra alleanza sarà portata al livello successivo di competizione, e proteggeremo il 96% dei cittadini europei. Il Presidente Putin voleva dividerci ma ha fallito. Il regime a Mosca voleva un’Europa differente, e ciò avrebbe conseguenze sulla nostra sicurezza. quindi noi dobbiamo continuare sulla nostra alleanza transatlantica, sulla cooperazione Ue-Nato e rendere più forte il nostro supporto all’Ucraina. E’ vero, i Paesi della Nato e dell’Ue hanno esaurito le loro scorte per fornire aiuti all’Ucraina. Ed è stata la cosa giusta da fare, perché si tratta della nostra sicurezza. Ho sempre detto che tra rispettare le linee guida della Nato sulle scorte di armi o sostenere l’Ucraina è più importante scegliere l’Ucraina. Accolgo con favore l’accordo tra Usa, Germania e Francia nel provvedere all’invio di veicoli militari avanzati. La prossima settimana il gruppo di Contatto si vedrà a Ramstein e valuteremo con Kiev di cosa ha bisogno. Nel lungo periodo, la soluzione ora è aumentare la produzione di armamenti e i ministri della Difesa della Nato hanno preso la decisione di aumentare lo stock”.
La Presidente della Commissione UE, von der Leyen, invece, ha sottolineato: “Approfondiremo la nostra eccellente cooperazione e la estenderemo a nuovi settori. Ho detto più volte che l’Ucraina va sostenuta con tutti gli armamenti di cui ha bisogno per difendere il proprio territorio e difendere il diritto internazionale. L’autonomia strategica non si limita solo alla difesa, infatti il nostro obiettivo non è quello di non collaborare, ma di collaborare con partner che la pensano al nostro stesso modo. L’Unione europea farà di tutto per proteggere il suo popolo, e saranno estese sanzioni alla Bielorussia e all’Iran e a tutti coloro che sostengono la guerra russa. L’assistenza all’Ucraina continuerà e l’Ue si coordinerà su equipaggiamento militare e la difesa“, mentre il Presidente del Consiglio UE, Michel, ha affermato: “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha avvicinato l’Ue e la Nato. Con la dichiarazione odierna, vogliamo portare la nostra cooperazione al livello superiore per garantire pace e stabilità. Assicurermo un supporto militare e diplomatico più forte all’Ucraina. Forti alleati creano forti alleanze” .
Quanto alla politica interna italiana, la Presidente del Consiglio Meloni, stamane, si è recata per la prima volta, insieme con la sua famiglia, in Udienza privata da Papa Francesco, presso il Palazzo Apostolico. L’incontro, è iniziato con il consueto scambio di doni : il Pontefice ha donato alla Premier una scultura in bassorilievo rappresentante l’Amore sociale nella figura di un bambino che aiuta l’altro a rialzarsi,mentre la Presidente Meloni ha regalato al Papa la statuetta di un angelo dalla sua collezione privata, una copia del libro della Santa Messa spiegata ai bambini da Maria Montessori e una copia del Cantico delle Creature.
L’incontro è stato poi così commentato dalla Premier sui suoi profili social: “Oggi in udienza da sua Santità in Vaticano. Un onore e una forte emozione avere l’opportunità di dialogare con il Santo Padre sulle grandi questioni del nostro tempo”.
Il colloquio , durato 35 minuti, avuto dalla Premier , prima con Papa Francesco, poi con il segretario di Stato vaticano, Cardinale Parolin, come reso noto da una nota di Palazzo Chigi e della Santa Sede, ha riguardato diversi temi: la lotta alla povertà, la famiglia, la natalità e la crisi demografica , l’educazione dei giovani, l’Europa, i migranti e la guerra in Ucraina.
In seguito, la Presidente Meloni, tornata a Palazzo Chigi, ha ricevuto il Premier giapponese Kishida, con il quale ,al termine del bilaterale , in cui si è discusso di valori comuni, aggressione russa all’Ucraina e sviluppo dell’area indo-pacifica, nel quadro di un partenariato strategico, ha tenuto una conferenza stampa congiunta, nella quale, la Premier ha dichiarato: “Abbiamo avuto un lungo colloquio partendo dagli eccellenti rapporti bilaterali che intercorrono tra Italia e Giappone che hanno un interscambio di 12 miliardi di euro l’anno. Ricordo l’avvio il 9 dicembre insieme con il Regno Unito di un programma teso a sviluppare un veicolo di sesta generazione sui settori civili e di ambito di ricerca scientifica e concordato di elevare le nostre relazioni al rango di partenariato strategico, un passo significativo ed un rafforzamento dei nostri contatti con l’apertura di nuove opportunità. Oltre a garantire tutto il sostegno all’Ucraina, vogliamo lavorare con la presidenza giapponese su alcune priorità proposte dal Giappone, come la tutela dell’ordine internazionale basato sulle regole, il rafforzamento della sicurezza economica, delle catene di approvvigionamento, la lotta ai cambiamenti climatici. Sono tutte sfide sulle quali c’è molto lavoro da fare, approfondiremo queste materie, le questioni legate alla politica internazionale, partendo dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Le questioni da discutere sono tantissime, ma le posizioni sono molto allineate. I rapporti tra Italia e Giappone fanno un ulteriore passo avanti. Abbiamo parlato del programma missilistico e nucleare nord coreano che continua a destare molta preoccupazione. Il nostro lungo colloquio dimostra ancora una volta che il Giappone, nonostante la distanza geografica che apparentemente ci divide, rimanga non solo una nazione amica ma un partner di importanza centrale e strategica per gli interessi dell’Italia”. Abbiamo avuto un lungo colloquio sugli eccellenti rapporti bilaterali che intercorrono tra Italia e Giappone”.
Il Premier Kishida, invece, impegnato in un tour in Occidente, in vista del G7 di Hiroshima di maggio, che il 13 gennaio lo condurrà in USA per incontrare il Presidente Biden, ha detto: “Il Giappone e l’Italia condividono i valori fondamentali. Ora i nostri paesi sono partener strategici ed io desidero rafforzare ancora di più i nostri rapporti. I Paesi del G7 condannano la minaccia atomica e difendono lo stato di diritto, in più siamo coesi contro l’invasione russa a sostegno dell’Ucraina. Con Meloni abbiamo discusso delle nostre relazioni bilaterali, io ho parlato della nuova strategia di sicurezza del Giappone. Mi aspetto che la collaborazione avviata a dicembre anche con il Regno Unito stimoli ancora di più la collaborazione sul tema della sicurezza sia per l’Ucraina che nell’Indo-Pacifico. Accolgo con gioia la collaborazione su diversi settori anche nel commercioe nello sviluppo. In merito al progetto di Italia, Giappone e Regno Unito per la realizzazione del nuovo aereo Tempest, mii aspetto che tale accordo, che rappresenta la base della nostra collaborazione per la sicurezza, rappresenti un ulteriore stimolo per la cooperazione sul tema della sicurezza sia per l’Ucraina che nell’Indo-Pacifico. Italia e Giappone hanno raggiunto un accordo per creare un quadro “2+2”, in cui i rappresentanti degli Esteri e della Difesa dei due Paesi discuteranno delle politiche di sicurezza”.
Nel pomeriggio, poi, la Presidente del Consiglio ha presieduto, sempre a Palazzo Chigi, una riunione con il ministro dell’Economia Giorgetti e il Generale della Guardia di Finanza Zaffarana, per affrontare la questione del caro carburanti e dei provvedimenti da attuare per contrastare eventuali speculazioni sui prezzi.
Tale vertice , ha preceduto il Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno: Interventi urgenti in materia di protezione civile e di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e le Disposizioni urgenti in materia di procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per dispositivi medici. Fatte anche leMusumeci, confermati , invece, i direttori delle Agenzie delle Entrate e del Demanio, Ruffini e Alessandra Dal Verme. Discussa inoltre un’ apposita relazione del ministro per le Imprese e il Made in Italy,Urso, sul caro carburanti,e varato inoltre, un decreto ad hoc a favore della trasparenza nel mercato dei carburanti a vantaggio del consumatore che prevede che il monitoraggio dei prezzi non sarà più settimanale ma giornaliero e l’ introduzione dell’obbligo di esporre il prezzo alla pompa con sanzioni che potrebbero essere comminate dal prefetto. Previsto anche un bonus fino a 200 euro in vigore fino a marzo a disposizione dei datori di lavoro per i dipendenti che, su lunghe distanze, usufruiscono delle auto per recarsi sul luogo di lavoro.
Intanto, sempre riguardo al caro carburanti, dopo la denuncia del Codacons a 104 Procure e Guardia di Finanza per gli aumenti ( benzina a 2,444 euro e gasolio 2,531 euro) e la richiesta di aprire un’istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza , l’Antitrust (Autorità garante della Concorrenza e del Mercato) ha chiesto alla Guardia di Finanza la documentazione relativa ai controlli, tuttavia i gestori e le imprese di raffinazione e distribuzione, respingono le accuse di speculazione, tramite il presidente dell’Unem, l’Unione Energie per la Mobilità, che , in un’intervista a La Stampa, ha spiegato: “È un’accusa senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise. Siamo in pratica tornati ai prezzi del 23 marzo dopo il taglio delle accise, ma senza il taglio. Il benchmark per i carburanti non sono le quotazioni del greggio ma le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. Il problema resta l’elevata tassazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli ma i numeri non mentono. Il gettito delle accise, contribuisce al bilancio, sono soldi che andrebbero recuperati o con altre entrate o con tagli ai servizi. Occorre quindi un intervento strutturale del sistema fiscale che riavvicini le accise del nostro Paese a quelle europee”.
A lanciare l’allarme sui rincari, anche il comparto dei trasporti pubblici, con Agens, Anav e Asstra, che denunciano “come ,in assenza di contromisure, l’impatto sui conti delle imprese di trasporto passeggeri con autobus rischia di diventare insostenibile”, in quanto “la reazione del mercato alla mancata proroga al 2023 del taglio delle accise sul gasolio è andata ben oltre il mero recupero dei 15 centesimi a litro di risparmio fiscale sinora assicurato dagli interventi del Governo. Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro, insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale”.
In serata, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin, intervenuto nella trasmissione di Rai Uno, Porta a Porta, ha dichiarato in merito: “La previsione, dai dati che abbiamo rilevato nei primi 8 giorni dell’anno, è che dovrebbe esserci una stabilizzazione su questi prezzi dei carburanti. Ci sono una serie di situazioni che vanno monitorate , per capire se parliamo di autostrade o di zone dove c’è un solo distributore, come nelle isole. Per un prezzo sopra i 2 euro, ci vuole una giustificazione specifica. C’è una richiesta da parte dell’Antitrust di una verifica di quei casi dove c’è stata un’eccedenza, ricordando che il prezzo è libero”, mentre,il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, in una intervista a Rai news 24, ha spiegato che: “La scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise non è stata presa a cuor leggero. Una scelta molto meditata e molto sofferta, una misura che però costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali. E’ chiaro che se ci sarà la possibilità , e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette”.
All’attacco del Governo, che non ha prorogato il taglio delle accise, misura introdotta dal precedente Esecutivo, guidato da Draghi, le Opposizioni che chiedono di reintrodurre il suddetto taglio “in coerenza con quanto promesso in campagna elettorale”.
Sul fronte dei lavori parlamentari, stamane ,alla Camera , dopo la bocciatura delle pregiudiziali di costituzionalità e l’esame degli emendamenti, il Governo ha posto la fiducia sul Dl Aiuti Quater, da convertire in legge entro il 17 gennaio, con ulteriori aiuti a famiglie e imprese in difficoltà per il caro energia. Previste per domani alle 10:30 le dichiarazioni di voto, la chiama dell’appello nominale dalle 13,30, poi gli ordini del giorno. Il Voto finale si terrà giovedì alle 12.
Tutto ciò, mentre la Banca Mondiale ha tagliato le stime del pil globale pericolosamente vicina” a una recessione. Riviste al ribasso le stime per il 2023 prevedendo una crescita dell’1,7% contro la precedente previsione del 3%. Ferma la crescita in Europa. Crescita assai debole dello 0,5% a causa dei prezzi e dei tassi di interesse più elevati. Crescita più debole anche per la Cina, prevista al 4,3%, un punto in meno rispetto alle previsioni precedenti. Dimezzata rispetto al 2021 la crescita nei Paesi in via di sviluppo (+3,4%).
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