di Federica Marengo domenica 8 gennaio 2023
Stamane, in occasione della Festa del Battesimo del Signore, Papa Francesco ha battezzato 13 bambini nel corso della messa svoltasi nella Cappella Sistina.
Durante l’omelia, il Pontefice, rivolgendosi ai genitori dei piccoli, ha detto:
“Il battesimo è come un compleanno, il battesimo ci fa rinascere alla vita cristiana. Per questo, io vi consiglio di insegnare ai vostri figli la data del battesimo, che tutti gli anni ringrazino per questa grazia di essere cristiani”.
Poi, continuando, ha sottolineato: “Questi bambini che voi portate adesso incominciano la strada ma è a voi e ai padrini aiutarli ad andare avanti in quella strada, da bambini che imparino la preghiera perché la preghiera è quello che gli darà forza per tutta la vita, nei momenti buoni per ringraziare Dio, nei momenti brutti per trovare la forza”, esortando i genitori a “pregare la Madonna perché è la nostra madre. La Madonna è la mamma e la mamma è sempre più vicina del papà”.
Quindi, l’invito ad allattare i bambini in chiesa con libertà: “Adesso sono silenziosi, ma magari fra poco qualcuno darà il La” e allora tutti inizieranno a farsi sentire: “I bambini sono sinfonici. Lasciateli gridare, lasciateli piangere, magari qualcuno ha fame. Allattateli in libertà. Qualcuno potrebbe avere caldo, stiano tutti comodi. L’importante è che oggi questa celebrazione sia la festa, la festa dell’inizio di un bel cammino cristiano, nel quale voi aiuterete i vostri figli ad andare avanti”.
Più tardi, Papa Francesco,ha pronunciato l’Angelus per i fedeli radunati in Piazza San Pietro, nel quale ha sollecitato loro a pensare: “Io sono un discepolo dell’amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio che divide. Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide, uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?”, spiegando: “Noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda. Noi tante volte abbiamo un’idea ristretta di giustizia e pensiamo che essa significhi: chi sbaglia paga e soddisfa così il torto che ha compiuto. Ma la giustizia di Dio, come la Scrittura insegna, è molto più grande: non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza e la sua rinascita, il renderlo giusto, da ingiusto a giusto. È una giustizia che viene dall’amore, da quelle viscere di compassione e di misericordia che sono il cuore stesso di Dio, Padre che si commuove quando siamo oppressi dal male e cadiamo sotto il peso dei peccati e delle fragilità. La giustizia di Dio, dunque, non vuole distribuire pene e castighi, noi abbiamo paura a pensare che Dio è misericordia”.
Nel corso dell’Angelus, Papa Bergoglio, ha poi fatto riferimento al Papa emerito Benedetto XVI°, scomparso il 31 dicembre scorso e le cui spoglie , deposte nelle Grotte Vaticane nel sacello che accolse Papa San Giovanni Paolo II° prima della traslazione nella Basilica di San Pietro avvenuta una volta proclamato Beato , sono visitabili ai fedeli da oggi, richiamando un’omelia di quest’ultimo del 2008: “Benedetto XVI° ha affermato che “Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto'””.
Infine, il Pontefice ha rivolto un pensiero alle madri ucraine e russe che hanno perso i propri figli a causa della guerra: “Non dimentichiamo i nostri fratelli e sorelle ucraini. Soffrono tanto per la guerra, questo Natale in guerra senza luce, senza caldo. Soffrono tanto, per favore non dimentichiamoli. Oggi vedendo la Madonna che porta il Bambino nel presepio, che lo allatta, penso alle mamme delle vittime della guerra, dei soldati che sono caduti in questa guerra in Ucraina, le mamme ucraine e le mamme russe, ambedue hanno perso i figli, questo il prezzo delle guerre. Preghiamo per le mamme che hanno perso i figli soldati, siano ucraine siano russe”.
Papa Francesco, inoltre, continua l’opera riformatrice del suo Pontificato, procedendo alla riforma del Vicariato, incardinata nella Costituzione apostolica “In Ecclesiarum Communione”, pubblicata il 6 gennaio e che , in vigore dal 31 gennaio, abroga la “Ecclesia in Urbe” di Giovanni Paolo II°, promulgata nel 1988.
Il nuovo ordinamento del Vicariato, è suddiviso in 45 articoli, preceduti da un proemio in cui il Pontefice dà luogo a una disamina sulla diocesi di Roma sia dal punto di vista ecclesiale che sociale , in relazione alle persone e alle fasce sociali più deboli che vi abitano.
Negli articoli che compongono la riforma, il Pontefice, ha introdotto novità tra le quali: una maggiore collegialità, insieme con una maggiore presenza del Papa, come Vescovo di Roma, in ogni decisione pastorale, amministrativa ed economica di rilievo della diocesi di Roma, dove, si legge nel documento, “a presiedere il Consiglio episcopale, organo primo della sinodalità, sarà sempre il Papa”.
Se figure come il “prelato segretario generale” scompariranno, nasceranno invece nuovi organismi di vigilanza su finanze e sugli abusi e il mandato del personale direttivo, durerà 5 anni prorogabili solo per ulteriori 5.
Cambierà , poi, il ruolo del vicegerente che , si legge sempre nel testo: “di fatto, assorbirà i compiti del prelato, coadiuvando il cardinale vicario, coordinando l’amministrazione interna della Curia diocesana e , dirigendo gli uffici che compongono il Servizio della Segreteria generale del Vicariato”.
Il vicegerente ha poi anche “il compito di moderare gli Uffici del Vicariato nell’esercizio delle loro funzioni” e di “curare che i dipendenti del Vicariato svolgano fedelmente i compiti loro affidati” , cui viene aggiunta “una funzione di preposto del Palazzo apostolico lateranense con il compito di verificare e sottoporre al Pontefice gli eventuali nuovi statuti e i regolamenti di Opera Romana Pellegrinaggi, Caritas, Opera Romana Preservazione della Fede, Fondazioni, Confraternite, Arciconfraternite ed enti collegati al Vicariato”.
Nuova , anche la procedura per scegliere i parroci, dei quali “debbono essere valutate anche le caratteristiche spirituali, psicologiche, intellettuali, pastorali e l’esperienza compiuta nell’eventuale precedente servizio”.
In caso i candidati fossero più giovani, si dovrà “raccogliere il parere dei formatori e dei Vescovi che ne conoscono la personalità e le esperienze pregresse”.
Quindi, “il cardinale vicario, compiuto l’iter, sottoporrà al Papa , per l’eventuale nomina, i candidati all’ufficio di parroco, e nominerà i viceparroci”. Sempre al Papa, “il vicario, in vista di ordinazioni diaconali e presbiterali, dovrà sottoporre il profilo dei candidati per la possibile ammissione agli Ordini sacri, ottenuto il consenso del Consiglio episcopale”.
Infine, verranno introdotti nuovi uffici, come la Pastorale carceraria, mentre scomparirà il Tribunale d’appello, con il passaggio delle cause, “che erano devolute al Tribunale di appello del Vicariato di Roma, al Tribunale della Rota Romana”.
Prevista in ultimo ,la nascita del “Servizio per la tutela di minori e delle persone vulnerabili, che riferisce al Consiglio episcopale tramite il vescovo ausiliare nominato dal Papa”.
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