di Federica Marengo venerdì 2 dicembre 2022
-Nella duecentottantesima giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi sia sulla regione nord-orientale che su quella meridionale del Paese. Sotto attacco, infatti, il Donbass, ma anche Kherson e Zaporizhzhia, dove sono state colpite perlopiù le infrastrutture industriali ed energetiche, causando mancanza di corrente elettrica, riscaldamento e acqua negli edifici.
Riguardo a Zaporizhzhia e alla locale centrale nucleare occupata dalle truppe russe dall’inizio della guerra ,il 24 febbraio scorso, il Direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Grossi, insignito a Milano di una laurea honoris causa in Ingegneria , intervenuto all’ottava edizione dei Med Dialogues, in corso a Roma, annunciando negoziati in corso per un incontro con Putin, ha dichiarato: “Quello che abbiamo fatto in Ucraina in occasione dell’inizio della guerra e dei bombardamenti e l’occupazione delle centrali di Chernobyl e Zaporizhzhia è stato di vedere immediatamente quale era il nostro mandato, dialogare con tutti, senza puntare il dito e dicendo che saremmo andati a vedere cosa accadeva sul campo. La situazione a Zaporizhzhia è in evoluzione e accade l’impensabile, perché l’impianto appartiene all’Ucraina ma è occupata dalla Russia, è operata dagli ucraini e noi dobbiamo ogni giorni riferire su cosa accade. E quando l’Aiea ha deciso di andare a vedere cosa accadeva nell’impianto ha esercitato il suo mandato per poter dare un report tecnico e imparziale e dire quale era la situazione reale. La presenza dell’Aiea ha dato un valore aggiunto. Nella centrale di Zaporizhzhia siamo rimasti e abbiamo iniziato ad assistere e a stabilizzare la situazione, ma era sufficiente? No, ho detto che volevo proteggere l’impianto, ma mi è stato detto che si trattava di un ‘no-go’. Ma invece ci siamo quasi, credetemi e ora abbiamo una proposta sul tavolo con l’obiettivo di fermare la caduta delle bombe sulla più grande centrale nucleare d’Europa. La proposta va avanti, non posso rivelare tutto ma posso dirvi che siamo impegnati,” e “sono fiducioso che avremo successo”.
Raid russi sempre più frequenti ,poi, si sono susseguiti a Kharkiv e a Nikopol, così come gli allarmi antiaerei sono risuonati in tutta l’Ucraina. Infine a Odessa, secondo quanto riportato dalle autorità locali, sarebbe esplosa una granata.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione, pubblicato sui suoi account social, ha annunciato: “L’Ucraina intende limitare le attività delle organizzazioni religiose legate alla Russia e rivedere lo status della Chiesa ortodossa ucraina fedele al patriarcato di Mosca. Il Consiglio ha incaricato il governo di presentare alla Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) un progetto di legge per impedire alle organizzazioni religiose affiliate ai centri di influenza della Federazione Russa di operare in Ucraina”, mentre il ministro degli Esteri Kuleba, alla luce della lettera di minaccia inviata all’ambasciata ucraina in Spagna nei giorni scorsi, spiegata come “nuova probabile strategia di terrore messa in atto da Mosca”, chiedendo alla comunità internazionale di proteggere le proprie rappresentanze, ha dichiarato: “Te ambasciate ucraine hanno ricevuto lettere di minaccia intrise di liquido rosso. Non commento ancora; presto usciremo con una posizione ufficiale sull’argomento. Dirò solo che c’era una minaccia simbolica all’interno di queste buste e tutte erano imbevute di un liquido rosso. Questi attacchi non fermeranno l’Ucraina”.
Reso noto poi dal consigliere del Presidente Zelensky, Podolyak, il bilancio ad oggi delle vittime del conflitto (4 solo nelle ultime 24 ore) : “Abbiamo valutazioni ufficiali dello Stato maggiore, valutazioni ufficiali del comandante in capo (Zelensky), e oscillano tra 10.000 a 12.500-13.000 uccisi. Il numero di civili uccisi potrebbe essere significativo. Fino a 100.000 soldati russi sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione e altri 100.000-150.000 sono stati feriti. I dati sono stati annunciati dopo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di 100mila soldati ucraini morti, cifra poi rivista e bollata come un errore”.
Sul fronte diplomatico, il Cremlino ha replicato alle dichiarazioni del Presidente USA, Biden ,rilasciate ieri nell’incontro con il Presidente francese Macron, promotore di una conferenza internazionale per raccogliere aiuti per Kiev , in merito alla possibilità di un dialogo con il Presidente russo Putin, qualora quest’ultimo dimostrasse di voler cessare la guerra, abbandonando l’Ucraina e i territori occupati prima delle trattative.
A tali dichiarazioni, il Cremlino, ha replicato sostenendo che il Presidente Putin è aperto a colloqui sull’Ucraina con tutti, ma non alle condizioni degli USA e di Biden e che la via maestra per la ripresa del dialogo tra le parti è la diplomazia e la ricerca di un terreno comune che tenga conto degli interessi della Russia e che riconosca come territori russi le regioni annesse a Mosca a fronte dei recenti referendum.
Proprio il numero uno del Cremlino, in mattinata, ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Scholz, nel quale, accusando la UE e l’Occidente di aver fornito armi alle forze ucraine, ha evidenziato che: “La linea dei Paesi occidentali in Ucraina è distruttiva . L’attenzione è stata attirata sulla linea distruttiva degli stati occidentali, compresa la Germania, che hanno potenziato il regime di Kiev con le armi, addestrato l’esercito ucraino”.
A tale accusa, secondo quanto riferito dal Governo tedesco, il cancelliere Scholz ha replicato condannando gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina e sottolineando la determinazione della Germania nel sostenere l’Ucraina nel garantire la sua capacità di difesa, e ha chiesto a Putin che si trovi il prima possibile una soluzione diplomatica, di cui è parte il ritiro delle truppe russe. Al centro della conversazione poi, anche la situazione alimentare globale, “particolarmente tesa a causa della guerra di aggressione russa, decidendo di restare in contatto, vista l’importanza del ruolo dell’accordo sul grano recentemente esteso sotto l’egida delle Nazioni Unite”.
Da Bruxelles, invece, la Presidente della Commissione, Von der Leyen, trovato tra i Paesi membri l’accordo per un tetto a 60 dollari sul greggio russo , ha affermato: “L’accordo dell’Ue sul tetto al prezzo del petrolio ridurrà in modo significativo le entrate della Russia, ci aiuterà a stabilizzare i prezzi globali dell’energia. E sarà regolabile nel tempo così da poter reagire agli sviluppi di mercato”.
Infine, il Presidente della Repubblica Mattarella , nel suo intervento, nell’ambito della cerimonia di apertura dell’ottava edizione della Conferenza Internazionale Rome Med Dialogues, nel quale si è soffermato sul tema dell’immigrazione, in merito alla guerra russo-ucraina, evidenziando la necessità che l’Ucraina consegua una pace giusta e ,che preservi la propria indipendenza, riecheggiato dal ministro degli Esteri Tajani, ha dichiarato: “Il Mediterraneo è innanzitutto uno spazio di condivisione, un crocevia di culture, per citare Fernand Braudel “non una civiltà ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre”, dunque con la ricchezza delle loro diversità e la comunanza di destino che le lega.Il titolo di questa edizione è particolarmente stimolante: “Resistere alla tormenta: interdipendenza, resilienza e cooperazione”.È un titolo che richiama l’accentuarsi delle situazioni di conflitto – da cui non è più assente l’Europa – con le circostanze tragiche in cui l’inaccettabile aggressione della Federazione Russa all’Ucraina ci ha precipitato. Il ritorno della guerra nel continente europeo ha inasprito, anche nell’area del Mediterraneo, problemi già esistenti a cui se ne sono aggiunti di nuovi: maggiore povertà, insicurezza alimentare, scarsità di risorse energetiche. Sono aspetti che nel corso dei lavori saranno affrontati e che ci ricordano, con la loro urgenza, quanto impellente sia trovare soluzioni condivise. Il titolo dato al nostro incontro ha il merito non soltanto di porre il problema ma di rivendicare le soluzioni che il multilateralismo offre alla “tormenta” che stiamo vivendo. Tre parole rivelatrici: “resilienza, interdipendenza e cooperazione”. Oggi, nel rispetto delle nostre differenze culturali e politiche, il moltiplicarsi di scenari di crisi ci deve infatti spingere ad approfondire ed estendere la nostra collaborazione per affrontare, come avvenuto in passato, le sfide che abbiamo dinnanzi. Ancora una volta siamo di fronte ad un bivio. Cosa permette di guardare al progresso dell’umanità?La guerra o la pace?Dobbiamo partire da quei principi posti alla base della nostra convivenza civile e fondati nel quadro delle Nazioni Unite. Per consolidare il sistema multilaterale e renderlo più democratico, occorre fare riferimento alla uguaglianza fra gli Stati, rifuggendo da una polarizzazione a livello internazionale e da una esasperazione di diversità, certo esistenti, che un dialogo efficace può contribuire a ridurre.
I due giorni di lavori della Conferenza consentiranno di confrontarci, dalle diverse prospettive, sui grandi temi della pace, dello sviluppo e della sicurezza, in una logica di arricchimento delle rispettive visioni e di ricerca di soluzioni comuni.Al centro della riflessione saranno i temi della giustizia per i popoli e della centralità della dignità umana, valori aspramente attaccati dalle guerre, dall’attività di movimenti estremisti e dal terrorismo. Obiettivo vuole essere quello di lavorare assieme per il consolidamento dei processi istituzionali e democratici, soprattutto laddove essi sono più direttamente minacciati, come in Siria e nella regione del Sahel. Vorrei, al riguardo, cogliere l’occasione per ringraziare il Presidente Ghazouani e il Presidente Bazoum per il loro impegno in questo senso e ribadire che potranno contare nella loro azione sull’appoggio della Repubblica Italiana.Il conflitto in Europa ha anche generato una crisi degli approvvigionamenti alimentari che affligge Paesi della sponda meridionale e che, mentre obbliga a individuare urgenti soluzioni, spinge, insieme, a continuare sulla strada della promozione di sistemi agro-alimentari sostenibili, in grado di produrre ricchezza per le popolazioni a vantaggio di filiere locali e di contribuire a salvaguardare gli ecosistemi. Si tratta di una sfida globale e che, nell’area del Mediterraneo allargato, rischia di accentuare problematiche già esistenti e di propagare instabilità e insicurezza. Sono lieto che a questa tematica sarà dedicata domani, nella cornice dei “Dialoghi”, una riunione interministeriale estesa a tutti i Paesi del Mediterraneo e alle principali organizzazioni onusiane per studiare soluzioni volte ad alleviare l’emergenza. Occorrono passi concreti.Le difficoltà spingono ad ampliare, con coraggio e intraprendenza gli ambiti di cooperazione, sovvertendo una narrativa che vede troppo spesso nel Mediterraneo e nell’Africa soggetti di un arco di crisi e regioni produttrici di instabilità. Al contrario, una visione unitaria dell’intera regione euro-mediterranea-africana evidenzia come, attraverso un rapporto stretto di collaborazione, questo ambito rappresenti oggi uno spazio di opportunità, in gran parte ancora da mettere in valore, e sia elemento fondamentale delle soluzioni. Mi riferisco alle potenzialità esistenti in termini di risorse materiali, a partire dalle energie tradizionali e rinnovabili, così come alle sue risorse umane, di cui va favorito il pieno sviluppo, anche attraverso gli strumenti che la politica di vicinato dell’Unione Europea mette a disposizione .L’interdipendenza esistente tra le due sponde del Mediterraneo rende urgenti gli investimenti in termini di attenzione politica verso quella meridionale.La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i Paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità.Si tratta di una questione decisiva e globale – come ben sa l’Organizzazione internazionale delle migrazioni – legata a dinamiche demografiche e d’interconnessione mondiale che appare vano pensare che possa eclissarsi e che dobbiamo, invece, in una logica di comune interesse, impegnarci a gestire.Anche su questo terreno diplomazia, istituzioni nazionali ed internazionali, a cominciare dall’Unione europea, sono chiamate a un impegno comune fra loro e con quei Paesi più esposti a questo fenomeno e, penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia.Anche in questo caso sono in gioco la vita, il destino e la dignità degli esseri umani.E’ questione cruciale per la stabilità e per la prosperità dell’Unione Europea e per la stabilità e la prosperità del nostro vicinato meridionale.Proprio la dimensione e la complessità delle prove che abbiamo davanti a noi ci deve spingere ad affrontarle assieme, in uno spirito di forte solidarietà. I Dialoghi mediterranei hanno il merito di rafforzare questa reciproca consapevolezza e di fornirci al tempo stesso uno strumento per individuare percorsi comuni”.
Quanto alla politica italiana, stamane sono iniziate presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato , le Audizioni sulla Manovra. Il primo ad esprimersi, è stato il Presidente di Confindustria ,Bonomi, che, esprimendo la sua delusione per una Finanziaria “priva di visione” e con un intervento poco incisivo sul taglio al cuneo fiscale, ha spiegato: “Quello che a nostro avviso manca in questa legge di bilancio è la visione su quanto sta succedendo. Tutti siamo convinti che l’anno prossimo ci sarà un rallentamento. Servono interventi anticiclici, interventi forti per sostenere la crescita, i redditi bassi e i consumi, interventi destinati a creare punti di pil nel Paese. Non come le misure su contanti e Pos che “non sono anticiclici: non l’abbiamo mai chiesto, riteniamo che non apportino neanche un punto di Pil potenziale, neanche qualche decimale. Sono scelte politiche, scelte elettorali. Per noi è una delusione l’intervento risibile sul cuneo fiscale. Ma anche su altre misure non vediamo una attenzione alla crescita del Paese e ci ha colpito che non c’è nessuna attenzione al Mezzogiorno d’Italia. Siamo nella condizione di auspicare che la guerra in Ucraina continui per avere la decontribuzione al Sud, ed ovviamente non è nelle corde di nessuno auspicare che una guerra continui”.
A seguire, poi, i sindacati, con la Vicesegretaria della Cgil, Fracassi, che ha rilevato: “Per la condizione che sta attraversando il Paese, per i quadro recessivo che rischia di aprirsi nel 2023, per l’emergenza salariale e per le condizioni materiali delle persone, ci sembra che questa manovra non risponda ma abbia un tratto di corto respiro, in alcuni casi cortissimo come per le misure di sostegno sul caro-energia che scadono nel primo trimestre. Si tratta sostanzialmente di proroghe di misure già contenute nei decreti aiuti o di misure simbolo che non servono al Paese, come sul fisco: il giudizio è negativo sulle misure fiscali. Riforme a pezzi o pezzettini non ci convincono, no ai condoni. E’ una manovra che crea anche “condizioni per un aggravamento della situazione, come su sanità e istruzione. Non ci sono più risorse per il Mezzogiorno, non sulla cultura, e sul dissesto ci sembra che ci sia addirittura un arretramento”.
Sulla stessa linea della Cgil, la Uil , con il segretario confederale Domenico Proietti, che ha sottolineato: “La manovra contiene un po’ di tutto e un po’ di niente nel senso che presenta un insieme di misure che però mancano di una visione di fondo. Avremmo bisogno di una legge di bilancio che indichi una direzione di marcia soprattutto puntando sulla necessità di sostenere i redditi da lavoro dipendente e da pensione, per far fronte ad un 2023 che si presenta molto complesso dal punto di vista economico con un forte rischio di recessione: c’è quindi bisogno di sostenere i redditi per dare respiro ai consumi. Tra i diversi punti toccati, la Uil chiede “un intervento significativo di taglio del cuneo fiscale per sostenere buste paghe e pensioni: su questo fronte, credo che si debba e si possa fare di più. Bisogna detassare tredicesime e aumenti contrattuali e della contrattazione di secondo livello. Flat tax e condono fiscale sono l’ennesima beffa. Sul fronte delle pensioni, Quota 103 risponde in minima parte alle esigenze dei lavoratori precoci. E’ sbagliata l’abolizione del reddito di cittadinanza, serve il salario minimo come aiuto per contrastare il lavoro pagato poco. Si rileva, infine, una grande assenza di interventi per il Mezzogiorno”.
Soddisfatta, invece, sugli interventi messi in campo per contrastare la crisi energetica, ma non per le altre misure, la Cisl, che, con il segretario confederale Ignazio Ganga, ha evidenziato: “La Manovra presenta misure importanti per fronteggiare l’emergenza a sostegno di lavoratori, famiglie e sistema produttivo rischia però di essere ancora debole e insufficiente sul versante espansivo. Chiediamo però nuovo scostamento di bilancio per reperire più risorse. Siamo contrari all’aumento della soglia per il contante e chiediamo la massima diffusione dei pagamenti tracciabili. Il giudizio è positivo sul rafforzamento di incentivi all’occupazione. E sull’industria riteniamo che ci sia poca attenzione per una politica industriale nazionale simile a quella degli altri Paesi; E non troviamo traccia del programma impresa 4.0. Sulle pensioni, non condividiamo così come è stata configurata Opzione Donna, troppi i paletti previsti. E c’è una valutazione negativa sul meccanismo di calcolo delle perequazioni delle pensioni, una discutibile scelta politica: vanno maggiormente sostenuti i trattamenti pensionistici più bassi. L’impegno per il Mezzogiorno è assente: va recuperato. Bene le misure contro il caro energia, anche se limitate al primo trimestre 2023: Non neghiamo che questo ci preoccupa”.
A chiudere la prima giornata di Audizioni, il ministro dell’Economia Giorgetti, che ha chiarito: “L’andamento dell’economia continua a sorprendere in quanto a resilienza. Guardando avanti non possiamo escludere una temporanea flessione del Pil nei primi mesi a cavallo dell’anno. Tuttavia guardano più oltre, nell’ipotesi che non ci siano nuovi shock prevediamo che l’economia riprenda slancio nel corso del 2023 anche grazie all’impulso del Pnrr ( la stessa task force della Commissione UE, inviata a Roma per l’evento annuale dedicato al PNRR, si è detta ottimista sull’erogazione della terza tranche, avvertendo, però, che i fondi del Recovery found possono essere utilizzati solo dal 2023 al 2026 e invitando a mettere a punto progetti maturi già disegnati e misure mirate per famiglie e imprese in difficoltà). La nostra economia è in fase di rallentamento e assistiamo ad un forte rialzo dell’inflazione. L’impennata del costo dell’energia mette a rischio di sopravvivenza le nostre imprese, non solo quelle energetiche. L’impatto sui bilanci familiari è particolarmente grave per fasce di popolazione con redditi più bassi. La manovra è un provvedimento importante, coraggioso e responsabile, considerati anche i tempi a disposizione per predisporlo. La manovra si muove sul medesimo sentiero tracciato dalla Nadef, nella responsabilità e sostenibilità della finanza pubblica i canoni della linea dell’esecutivo. Voglio chiarire che non abbiamo introdotto alcuna forma di sanatoria o condono, come pure da qualche parte è stato erroneamente sostenuto: non sono stati previsti abbattimenti dell’ammontare delle imposte dovute né limitazioni dei poteri di controllo dell’Amministrazione finanziaria. Non è questa la direzione in cui il Governo ha inteso operare. Per il Mezzogiorno, stiamo predisponendo misure per la proroga di alcuni interventi, quali le agevolazioni fiscali in favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate in quei territori, nonché prevedendo la proroga dei crediti d’imposta per gli investimenti effettuati nelle Zone Economiche Speciali e nelle Zone Logistiche Semplificate e per le attività di ricerca e sviluppo in favore delle imprese localizzate nelle regioni del Mezzogiorno. Tutte queste misure ammontano, nel complesso, a circa 42 miliardi nel periodo 2023-2039, aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati a legislazione vigente nel bilancio dello Stato. A questi interventi si aggiungono quelli per favorire la crescita e gli investimenti privati per circa 8 miliardi. Sul superbonus noi stiamo intervenendo sui crediti d’imposta per motivazioni che non sfuggiranno a chi è transitato dal Mef. Però c’è un monte di lavori in pancia al Superbonus che continua, non si interrompe, e che continuerà nel corso tempo a produrre una spinta per il settore dell’edilizia. Ahimè con il combinato disposto di un Pnrr pienamente implementato, questa spinta sull’edilizia rischia di trovare un problema di offerta: qui abbiamo un problema di offerta. Facciamo un intervento doloroso sulle pensioni non minime, ma che corregge di circa 10 miliardi nei tre anni l’andamento della spesa pensionistica. Avrei preferito non farlo ma in assenza di questo, la quadratura del cerchio non poteva avvenire”, ha detto ancora Giorgetti rispondendo in audizione”.
I partiti di Maggioranza ,invece, compatti nel rispettare tempi e costi stabiliti delle modifiche alla Manovra, hanno presentato i loro emendamenti e ,se Foza Italia ha chiesto interventi su pensioni minime, detassazione delle assunzioni per i giovani e proroga del Superbonus 110% e Noi Moderati migliorie sulle misure per famiglie e imprese, la Lega, con il segretario, nonché Vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Salvini , che auspica per la fine della legislatura la realizzazione di una Repubblica presidenziale e federalista, è in pressing per una riduzione ulteriore delle cartelle esattoriali.
Critiche, invece le Opposizioni, che, ritenendo la Manovra sia iniqua, in quanto a sfavore dei redditi medio-bassi per agevolare gli evasori e insufficienti per contrastare il caro bollette e la crisi energetica, si preparano a scendere in piazza: il Pd, da domani, con manifestazioni territoriali e il 17dicembre con la manifestazione nazionale in piazza Santi Apostoli a Roma, mentre il M5S ha iniziato oggi ,da Napoli e da Scampia, il suo tour in giro per le piazze d’Italia e del Sud a difesa del Reddito di cittadinanza.
Pronta a mobilitarsi contro la Manovra anche l’alleanza Europa Verde-Sinistra Italiana. Per l’opposizione “costruttiva e dialogante”, invece, il Terzo Polo, che, dopo l’incontro con la Premier Meloni a Palazzo Chigi, chiarendo che non entrerà nella Maggioranza, ha fatto sapere che non voterà la fiducia al provvedimento, ma neppure farà ostruzionismo.
Intanto, la Presidente del Consiglio Meloni, espressa solidarietà al Prima Consigliera dell’Ambasciata italiana ad Atene Susanna Schlein, sorella dell’esponente del Pd Elly Schlein, per l’attentato incendiario avvenuto stanotte ad una delle auto, per il quale si ipotizza la matrice anarchica, riecheggiata dal ministro degli Esteri Tajani, in visita proprio all’ambasciata , è intervenuta nel pomeriggio a un convention nazionale di Confabitare, nella quale ha detto : “ La casa rappresenta il bene primario attorno alla quale le persone costruiscono il proprio futuro e il punto di partenza per le relazioni sociali. E’ la ragione per la quale questo Governo ha deciso di dare già alcuni segnali in questa manovra, confermando le agevolazioni per gli under 36 nell’acquisto della prima casa e la possibilità di avere la garanzia dello Stato sul mutuo fino all’80%. E’ la stessa ragione che ci ha portato, sempre in questa legge di bilancio, a difendere i diritti dei proprietari e stabilire un principio di civiltà ‘: l’esenzione dal pagamento dell’Imu sugli immobili occupati abusivamente”,
Sempre nel pomeriggio, la Premier Meloni ha inviato un messaggio alla Fondazione Guido Carli, nel quale ha evidenziato: “Liberare le energie migliori di questa nazione è tra le sfide più impegnative che abbiamo davanti. Per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, abbiamo bisogno anche di fare squadra. Le porte di questo governo sono e saranno sempre aperte al contributo e alle proposte che arriveranno dai corpi intermedi, dalle categorie produttive, dai mondi economici e produttivi, dai think tank, dalle istituzioni culturali e da tutti coloro che hanno a cuore il futuro di questa nazione. Voglio salutare la Fondazione Guido Carli, la sua presidente Romana Liuzzo e il suo presidente onorario Gianni Letta per questo invito. Mi dispiace molto , non essere riuscita a partecipare in presenza ai vostri lavori, ma ci tenevo comunque a portare il saluto del Governo e il mio personale contributo. Per liberare le energie migliori ci stiamo impegnando, noi con voi. Per questo – conclude la premier – sono molto contenta di iniziative di questo tipo e sono contenta che da queste iniziative vengano fuori anche molte idee e molte proposte per il governo della nazione. L’ho detto tante volte, proprio in rapporto alla crisi energetica, ne sono convinta sempre di più ogni giorno: da questa crisi l’Italia può uscire più forte, può uscire più autonoma di prima, ma per farlo deve avere coraggio, visione, guardare oltre, immaginare una strategia di lungo termine. Penso ad esempio alla possibilità che abbiamo di rilanciare la nostra produzione nazionale di energia o a quella di rendere il nostro Mezzogiorno una sorta di hub di approvvigionamento energetico dell’intera Europa. Sarebbe imperdonabile perdere occasioni come queste”.
Tutto ciò ,mentre l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha reso noto che la bolletta del gas di novembre è aumentata del 13,7%, con la materia prima giunta a 91,2 euro al Mwh.
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