di Federica Marengo giovedì 1°dicembre 2022
-Nella duecentosettantanovesima giornata di guerra in Ucraina, le forze armate russe hanno continuato ad attaccare la regione nord-orientale del Paese, in particolare nel Luhansk, dove, secondo quanto riportato dalle autorità locali, è stata distrutta la più moderna centrale elettrica dell’Ucraina. Sotto attacco, anche Bakhmut e Donetsk, dove le truppe di Mosca hanno conquistato tre insediamenti.
Colpita dai raid russi, anche la regione meridionale del Paese, con 87 insediamenti rimasti senza acqua e senza elettricità, mentre proseguono i problemi energetici a Kherson, dove la tensione nelle reti elettriche della città è saltata. Restando sempre nel Sud dell’Ucraina, a Zaporizhzhia, l’Ucraina ha licenziato il vice capo ingegnere della locale centrale nucleare occupata dai russi, in quanto accusato di collaborazione con le forze di Mosca e di tradimento.
Un allarme aereo è poi risuonato in mattinata in tutta l’Ucraina, esclusa la Crimea, dopo il decollo di aerei russi da una base in Bielorussia, il cui ministro della Difesa, al termine di un incontro con funzionari militari delle forze dell’ordine e della sicurezza, ha affermato di “non pensare che in un prossino futuro possano iniziare ostilità contro il Paese, anche se le tensioni stanno aumentando e i Paesi vicini si stanno militarizzando”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto messaggio alla popolazione, pubblicato sui suoi account Social, ha annunciato una potente controffensiva nel Donetsk e in altre regioni, spiegando che quasi 6 milioni di persone sono senza elettricità, seguito dal suo consigliere , secondo cui le perdite militari dell’Ucraina ammontano alle 10-20 mila unità.
Il ministro degli Esteri ,Kuleba, invece, ha fatto sapere che dopo il caso della busta-bomba inviata all’ambasciata ucraina di Madrid, lettere di minacce sono arrivate ad altre due ambasciate e che , tali episodi, potrebbero essere una nuova forma di terrore messo in atto dalla Russia.
Da Mosca, invece, il ministro degli Esteri Lavrov, nel corso di una conferenza stampa sulla sicurezza europea, ha dichiarato : “Sebbene è praticamente impossibile “ripristinare i vecchi rapporti tra Russia e Occidente nel campo del lavoro sulla sicurezza europea, Mosca è disposta ad ascoltare le proposte dei Paesi occidentali. Le precedenti relazioni tra Russia e Occidente non potranno essere ripristinate. Se anche i nostri vicini e gli ex partner improvvisamente si interesseranno a ripristinare in qualche modo il lavoro congiunto per la sicurezza europea, non riusciranno: non potranno più esserci relazioni come quelle di prima. Che rapporti potranno esserci con l’Osce? : quando l’Occidente si renderà conto che è meglio convivere sulla base di accordi concordati, Mosca esaminerà le proposte”.
Poi, commentando le dichiarazioni di Papa Francesco sulle crudeltà commesse dai Ceceni e dai Buriati rilasciate alla rivista gesuita America, ha detto: “Papa Francesco dice di volere mediare sull’Ucraina, ma recentemente ha fatto delle dichiarazioni non cristiane sulle crudeltà commesse in particolare da membri di due nazionalità della Russia, cioè i Ceceni e i Buriati. Il Vaticano ha detto che ciò non si ripeterà e che probabilmente c’è stato un malinteso, ma questo non aiuta ad aumentare l’autorità dello Stato pontificio”.
Riguardo alla Nato, ha poi sottolineato: “Gli Stati Uniti e la Nato sono direttamente coinvolti nel conflitto in Ucraina fornendo armi e addestrando personale militare: l’addestramento del personale militare. I negoziati dovrebbero puntare non a sopprimere il nemico, ma a raggiungere risultati attraverso un dialogo rispettoso ha detto Lavrov, come con l’ex segretario di Stato americano John Kerry, con sui cii siamo incontrati più di 50 volte, e adesso vedo in John una persona sinceramente interessata ai risultati e che aiuterebbe a risolvere i problemi insieme”.
Parole, ha cui ha direttamente replicato il segretario della Nato, Stoltnberg, che, durante la conferenza stampa congiunta a Berlino con il cancelliere tedesco Scholz, ha evidenziato che l’Alleanza Atlantica non è parte del conflitto e che non si lascerà trascinare in esso da Putin, anche perché, se la Russia dovesse vincere la guerra, questo incoraggerebbe altri regimi autoritari a usare gli stessi mezzi, per ottenere i loro obiettivi. E questo renderebbe il mondo più pericoloso”.
E, a proposito di Nato, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha affermato che l’Alleanza Atlantica continua a imporre la guerra a Kiev e che i tribunali sulle azioni della Russia, proposti dalla UE, sono privi di legittimità, mentre il Presidente Putin ha ribadito che Mosca farà di tutto per sostenere gli abitanti nei territori annessi.
Il Presidente del Consiglio Europeo, Michel, invece, nell’ambito del suo confronto con il Presidente cinese Ki Jinping, ha chiesto a quest’ultimo di far leva sulla sua influenza per porre fine alla guerra della Russia all’Ucraina e far rispettare la Carta delle Nazioni Unite, concordando che le minacce nucleari siano inaccettabili. Una richiesta , cui Xi ha replicato sottolineando come evitare l’escalation e trovare una soluzione politica sia interesse di tutti, dei Paesi dell’Europa e dell’Eurasia.
Infine, il Presidente francese Marcron , in visita negli USA, dove ha incontrato il Presidente Biden , sottolineando che sin dall’inizio USA e Francia hanno aiutato Kiev a resistere, ha confermato che avrà un colloquio nei prossimi giorni il Presidente Putin e che l’obiettivo è quello di arrivare a una pace sostenibile per l’Ucraina.
Quanto alla politica italiana, la mattinata in Parlamento è cominciata con l’Informativa del Ministro della Protezione civile e delle Politiche del Mare, Musumeci, sui tragici eventi alluvionali e franosi accaduti il fine settimana scorso a Casamicciola, frazione dell’Isola di Ischia, in Campania.
Nel suo intervento alle Camere, il ministro Musumeci, confermando la nomina a commissario straordinario di Legnini, già commissario per il terremoto, che si recherà presto sull’isola, ha spiegato: “Allo stato attuale, risultano interessati dalle frane a Ischia circa 900 edifici. Sono circa 290 le persone che hanno trovato sistemazione presso strutture alberghiere o altri alloggi. Il bollettino prevedeva per il 25 e 26 novembre un livello di rischio arancione per il dissesto idrogeologico. Il dispiegamento dei soccorsi è stato immediato. Sono 5 le persone rimaste ferite nelle frane di Ischia, di cui una ricoverata al Cardarelli in condizioni gravi”. Le vittime accertate sono 8 (nel frattempo salite a 10), i dispersi al momento ancora 4( in serata, sono stati ritrovati altri 3 corpi). Il dispiegamento dei soccorsi è stato immediato: sono intervenute squadre dei vigili del fuoco, anche già presenti sull’isola, con 100 unità, un elicottero dell’Aeronautica e uno dell’Esercito, 200 unità delle forze dell’ordine, 10 persone dell’Enel e la colonna mobile della Protezione Civile della Campania. Tra l’1.00 e le 5.00 del mattino del 26 novembre ad Ischia sono caduti “oltre 100 mm di pioggia in due ore vale a dire una quantità più che sufficiente per causare crollo che si è rivelato fatale. È iniziata l’attività di verifica degli edifici, sono stati effettuati 272 controlli: 45 strutture sono danneggiate e inagibili, altre non danneggiate ma inabili, ci sono 192 criticità gravi. Nei prossimi giorni verranno conclusi i controlli e si potrà definire con esattezza i confini della zona rossa. Rimangono chiusi fino al 4 dicembre gli istituti scolastici di Casamicciola e Lacco Ameno, ma si valuta l’utilizzo della didattica a distanza, perché la riapertura delle scuole comporterebbe disagi sulla circolazione. L’apertura delle scuole comporterebbe una criticità per quanto riguarda la viabilità nell’Isola. Secondo i dati disponibili presso ilC entro funzionale centrale, tutta l’isola ha registrato precipitazioni superiori ai 140 millimetri in 24 ore. L’intensità maggiore si è registrata tra l’una di notte e le cinque di mattina (del 26 novembre, ndr) raggiungendo localmente cumulate oltre 100 millimetri in due ore, più che sufficienti ad innescare colate di detriti che si sono rivelate fatali. Quanto accaduto ci obbliga ad approfondire le questioni legate all’individuazione di un sistema legislativo sul piano della prevenzione dei rischi, che ha come presupposto essenziale uno strumento di previsione del rischio. Questo strumento si chiama piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, avviato el 2016 dal ministero dell’Ambiente ma da allora, nonostante sia stato presentato informalmente nel 2018, la commissione per l’autorizzazione ambientale non ha dato il proprio parere definitivo. Il triste tema dell’abusivismo edilizio non può essere più eluso. Sulla tragedia di Ischia la Procura di Napoli ha aperto fascicolo per disastro colposo a carico di ignoti. Il Dipartimento della Protezione Civile e tutta l’amministrazione dello Stato sono pronti a fornire alla magistratura partenopea tutta la collaborazione necessaria. E’ altresì iniziata l’attività di verifica degli edifici da parte dei vigili del fuoco e secondo le risultanze sono stati effettuati 272 controlli su un totale di 950 unità abitative: 45 strutture sono risultate danneggiate e inagibili, 56 strutture agibili ma esposte a rischio esterno,162 le strutture agibili. In particolare sono state rilevate 191 criticità gravi e sono stati presi contatti con l’Ordine dei geologi della Campania per individuare figure professionali per l’ausilio tecnico ai sopralluoghi. I soggetti titolari di mutui su edifici sgomberati o su attività di natura economica svolta nei medesimi edifici, hanno diritto di chiedere una sospensione delle rate dei relativi mutui. Un primo piano degli interventi urgenti – ha detto – autorizza anche l’assegnazione di contributi per l’autonoma sistemazione in favore dei nuclei familiari con l’abitazione distrutta o sgomberata”. Il presidente del Consiglio Meloni ha dato mandato al Ministro della Protezione Civile e per le Politiche del mare per la formazione di un gruppo interministeriale per elaborare “una proposta di riforma normativa per semplificare le disordinate e disarmanti procedure di intervento per la mitigazione del rischio non solo idrogeologico. È necessario, non possiamo tirarci indietro. Quanto è drammaticamente accaduto ci obbliga moralmente e politicamente ad approfondire con urgenza non soltanto il tema delle cause che hanno prodotto questo ennesimo evento calamitoso, ma anche quello delle molteplici questioni connesse alle migliori individuazioni di un sistema normativo e amministrativo realmente integrato ed efficiente sul piano della prevenzione dei rischi. Lo strumento di previsione che dice qual è il territorio più vulnerabile e quale tipo di rischio potrebbe determinarsi, si chiama Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. Il Piano è stato avviato nel 2016 presso il ministero dell’Ambiente, presentato informalmente nel 2018, ma da allora la Commissione per l’autorizzazione ambientale non ha dato il proprio parere definitivo. Il paradosso è che quando il piano sarà varato di fatto sarà già superato”.
In serata, poi, si è svolto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri, nel quale sono stati approvati all’unanimità il Decreto Ischia, che , dopo un primo intervento con la proclamazione dello stato di emergenza per il 2023, il via libera a un gruppo interministeriale sul dissesto idrogeologico, l’impegno ad attuare entro la fine dell’anno il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e lo stanziamento di 2 milioni di euro, ha disposto altri interventi urgenti per la popolazione ischitana, come lo stanziamento di altri 10 milioni di euro , la sospensione del pagamento dei tributi per gli sfollati ,la proroga per la sezione distaccata del Tribunale di Ischia.
Via libera poi al Decreto legge con le misure a “tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici” che consentirà la salvaguardia della raffineria siciliana Isab-Lukoil.
In Consiglio dei Ministri, varato anche il Decreto armi (da convertire in legge entro il 31 dicembre), che ricalca i punti della mozione di Maggioranza approvata ieri alla Camera, che stabilisce: la proroga al 31 dicembre 2023 dell’invio di armi ed equipaggiamenti a Kiev, l’impegno a trovare una soluzione negoziale che conduca alla pace e l’impegno da parte del Governo a portare la spesa per la Difesa al 2% del Pil entro il 2028.
Tuttavia, la Presidente del Consiglio, Meloni, impegnata in giornata nell’incontro con il Presidente della Repubblica Islamica di Mauritania, Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani, e , intervenuta con un messaggio di saluto alla seconda edizione dell’Abruzzo Economy Summit – Stati Generali dell’Economia, in programma a Pescara dal 1 al 2 dicembre, regione nel cui collegio è stata eletta lo scorso 25 settembre e che è amministrata da Marsilio, esponete del suo partito,FdI, nel quale ha sottolineato le grandi potenzialità del territorio e assicurato che :“Il governo farà tesoro dei contributi che arriveranno dall’Abruzzo Economy Summit perché solo dall’ascolto di chi ama e conosce il territorio nel quale vive e lavora è possibile scrivere e attuare le politiche più efficaci di sviluppo. Non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale”, continua a seguire l’iter della Legge di Bilancio, approdata alla Camera e su cui domani inizieranno le Audizioni presso le Commissioni.
Rigidi, i paletti fissati sugli emendamenti che la Maggioranza presenterà: pochi nel numero (non più di 400 , 200 sarebbero solo quelli del centrodestra) per non rallentare l’iter che vuole il varo del provvedimento entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio , e con un tetto di spesa fissato dal Ministero dell’Economia a 400 milioni (di cui 200 alle forze Maggioranza e 140 alle Opposizioni) ,sebbene Forza Italia abbia già avanzato le sue proposte per innalzare le pensioni minime oltre i 600 euro stabiliti , per detassare il lavoro giovanile e per prorogare il Superbonus 110% , così come la Lega, in pressing per attuare un taglio più incisivo delle cartelle esattoriali.
Entrambi i partiti ,inoltre, non sembrano convergere sull’apertura del Governo alle misure della contromanovra illustrate da Calenda, leader del Terzo Polo (Azione-Italia Viva) partito di Opposizione, nel corso del suo incontro di ieri a Palazzo Chigi con la Presidente del Consiglio, che, però, ha assicurato: valuterà attentamente ogni proposta, mentre i due esponenti del partito centrista assicurano di non voler entrare in Maggioranza, ma di voler solo attuare un modello alternativo di Opposizione “collaborativa e costruttiva”.
Critiche sulla Manovra, invece, le Opposizioni, con il segretario del Pd, Letta che , sottolineando come quest’ultima “sia più un decreto aiuti quinquies che non una Finanziaria, perché priva di prospettive e che mette in campo aiuti per imprese e famiglie limitati a tre mesi, oltre a essere iniqua, penalizzando i redditi più bassi e agevolando gli evasori”, ha incontrato questa mattina nella sede del partito Confindustria e sindacati per sottoporre loro la sua contromanovra (già illustrata ieri a Commercianti e artigiani), in attesa della manifestazione in piazza del 17 dicembre.
Sulla stessa linea del segretario dem, anche il Presidente del M5S, Conte, che domani sarà a Scampia, prima tappa del suo tour in giro per l’Italia per difendere dall’abolizione per gli occupabili il Reddito di cittadinanza, e l’alleanza Europa Verde-Sinistra italiana.
A preoccupare l’Esecutivo, poi, l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in quanto si sarebbe lontani dall’obiettivo di spesa di 22 miliardi corretto al ribasso lo scorso settembre rispetto ai 44 miliardi originari e ai successivi 33 riprogrammati, per questo, il ministro delle Politiche europee con delega al Pnrr, Fitto ritiene si debbano rivedere i tempi e i costi di realizzazione, proprio mentre nella Capitale è in corso la visita della task force dei tecnici della Commissione europea.
A tal riguardo, da Bruxelles , è arrivato il monito del Commissario UE agli Affari economici, Gentiloni, che ha sottolineato: “Noi abbiamo i nostri problemi strutturali e un alto debito, un limite alla possibilità di espansione e di sostegno alla nostra economia, ma questi problemi hanno un antidoto in questo mitico Pnrr. Penso che il governo è impegnato a rispettare questi impegni. Molte opere del Pnnr sono finanziate solo in parte. I ritardi sono dovuti all’aumento dei prezzi. L’Italia deve usarlo fino in fondo per non essere il fanalino di coda dell’Ue”.
Tutto ciò, mentre l’Istituto Nazionale di Statistica, ha reso noti i dati di ottobre sull’occupazione, secondo cui, a ottobre 2022 gli occupati in Italia sono aumentati di 82mila unità su settembre e di 496mila su ottobre 2021( gli occupati sono 23.231.000).
Il tasso di occupazione è al 60,5%, valore record dal 1977, anno di inizio delle serie storiche. A ottobre, invece, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,8% (-0,1 punti) ,quello giovanile al 23,9% (-0,2 punti) e quello di inattività al 34,3% (-0,2 punti).
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