di Federica Marengo venerdì 25 novembre 2022
-Nella duecentosettantatreesima giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi su Zaporizhzhia, nella regione meridionale del Paese, dove un attacco missilistico ha danneggiato un ospedale e un numero ancora imprecisato di persone sono rimaste ferite e dove , secondo quanto riferito dal rappresentante permanente della Federazione Russa, presso l’ente , Mikhail Ulyanov, la sicurezza della locale centrale nucleare e il monitoraggio internazionale degli accordi sulla protezione dell’impianto sono stati al centro del confronto tra Mosca e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.
Inoltre, lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina ha fatto sapere che nel vicino villaggio di Mostove gli occupanti russi starebbero costringendo la popolazione locale a ricompilare i documenti immobiliari e fondiari in conformità con la legislazione della Federazione Russa e , in caso di rifiuto, minacciano di “nazionalizzare”, ovvero sequestrare gli immobili.
Sotto attacco russo, anche Kherson, dove i raid russi hanno causato la morte di 10 persone e il ferimento di almeno 54 civili e dove, per via dei bombardamenti sistematici, i pazienti degli ospedali sono stati evacuati a Mykolaiv e a Odessa.
Colpita anche Kiev, dove la corrente elettrica è stata ridotta per 2-3 ore al giorno e il 50% delle abitazioni è ancora senza luce, ma dove sono stati ripristinati il 70% del fabbisogno energetico, l’erogazione di acqua e ,solo per un terzo, il riscaldamento. Ma l’operatore di rete statale Ukrenergo ha reso noto il suo impegno per consentire al Paese di acquistare elettricità dall’Unione Europea e che i lavori di ripristino dell’infrastruttura energetica sono rallentati dal maltempo.
Tali attacchi alle infrastrutture da parte di Mosca sono stati poi condannati dall’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani ,Volker Turk, mentre l’Alto rappresentante dell’UE per la Politica Estera, Borrell, in un’intervista all’emittente spagnola Rtve, ha affermato che Putin non è interessato a parlare con la UE. La Presidente della Commissione UE, Von der Leyen , invece, ha annunciato l’invio di trasformatori per non lasciare l’Ucraina al buio.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky, che stamane ha ricevuto la visita del ministro degli Esteri inglese Cleverly, il quale gli ha presentato un pacchetto di aiuti per sostenere il Paese durante l’inverno, nel consueto videomessaggio serale alla popolazione , pubblicato sui suoi profili social, ha spiegato: “Quasi ogni ora ricevo notizie di attacchi da parte degli occupanti a Kherson e in altre comunità. Questo terrore è iniziato immediatamente dopo che l’esercito russo è stato costretto a fuggire dalla regione di Kherson. Questa è la vendetta di chi ha perso. Non sanno combattere. L’unica cosa che possono ancora fare è terrorizzare con Terrorismo energetico, dell’artiglieria, o missilistico: a questo la Russia si è ridotta sotto i suoi attuali leader. Solo la liberazione della nostra terra e garanzie di sicurezza affidabili per l’Ucraina possono proteggere il nostro popolo da qualsiasi escalation russa. Lavoriamo con i partner ogni giorno per questo. Presto ci saranno importanti novità. Abbiamo sopportato nove mesi di guerra su vasta scala e la Russia non ha trovato un modo per spezzarci. E non lo troverà. Dobbiamo continuare a resistere”.
Poi, in un’intervista al Financial Times e , sul suo canale Telegram, ha dichiarato: “Dobbiamo restituire tutte le terre, perché credo che il campo di battaglia sia la via da seguire quando non c’è diplomazia. Capisco che tutti siano confusi dalla situazione e da ciò che accadrà alla Crimea; se qualcuno è pronto a offrirci una soluzione per la de-occupazione della Crimea con mezzi non militari, non potrò che essere favorevole. Se la soluzione non prevede la liberazione della Crimea, allora è solo una perdita di tempo. Quest’anno la linea del fronte in Ucraina è diventata la linea di lotta dell’Europa per se stessa. Sono passati 274 giorni ed è ovvio che l’aggressione antieuropea della Russia fallirà e la libertà europea sarà garantita. La Russia ha ancora abbastanza missili e artiglieria per uccidere persone ogni giorno e provocare nuove difficoltà per l’Ucraina e l’intera Europa”.
A sottolineare la resistenza del popolo ucraino, per cui “senza vittoria non c’è pace”, la first lady ucraina, Zelenska: “Il Paese è pronto a resistere al freddo e ai black-out causati dagli attacchi russi ,perché senza vittoria non può esserci pace. Siamo pronti a sopportare tutto questo. Abbiamo avuto così tante terribili sfide, visto così tante vittime, così tanta distruzione, che i blackout non sono la cosa peggiore che ci possa capitare. Il 90% degli ucraini si è detto pronto a resistere senza elettricità per due o tre anni se vedesse la prospettiva di aderire all’Unione europea”.
Immediata , la replica del portavoce del Cremlino Peskov, che ha affermato: “L’Ucraina non ha abbandonato la posizione secondo cui la Crimea dovrebbe essere restituita con la forza, ma per la Russia questo significherebbe alienazione di parte del territorio della Federazione Russa: questo è fuori discussione. Le dichiarazioni del presidente dell’Ucraina, Vladimir Zelensky, sul ritorno della Crimea al suo paese indicano che Kiev non cerca di risolvere pacificamente il problema della penisola”.
A seguire, il Presidente russo Putin, incontrando per la prima volta una delegazione di madri di soldati impegnati nell’operazione militare in Ucraina, ha definito “eroi” i soldati che combattono in Ucraina e invitato a non credere a tutte le “false notizie , inganni e menzogne” diffuse attraverso Internet” e ha dichiarato che “La Russia “raggiungerà i suoi obiettivi” in Ucraina “, sostenendo che il Donbass sarebbe dovuto essere annesso alla Russia già dal 2014.
A proposito dell’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica, il segretario della Nato, Stoltenberg, nella conferenza stampa in vista della ministeriale Esteri del 29 e del 30 novembre a Bucarest, ha dichiarato: “Dimostrando che la porta della Nato è aperta e, dimostrando che la Russia non ha diritto di veto sull’allargamento della Nato, abbiamo quindi dimostrato che la porta della Nato è aperta e che spetta agli alleati della Nato e ai Paesi aspiranti decidere in merito all’adesione. Questo è anche il messaggio all’Ucraina. E abbiamo ribadito la decisione che abbiamo preso nel 2008, a Bucarest, al vertice lì. L’Ucraina diventerà un membro della Nato”.
Quanto alla politica italiana, mentre le più alte cariche dello Stato e le Istituzioni hanno presenziato alle manifestazioni per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, e numerosi esponenti della Maggioranza hanno partecipato alle esequie di Stato a Varese dell’ex Ministro del Lavoro e dell’Interno e co-fondatore della Lega, Roberto Maroni, scomparso il 22 novembre dopo una lunga malattia, il Governo ha continuato a lavorare alla Manovra, arrivata in queste ore sul tavolo degli Uffici della Commissione UE, a Bruxelles e il cui approdo in Commissione Bilancio alla Camera è previsto per venerdì prossimo, rivedendo alcune misure e cercando di sciogliere alcuni nodi.
Nodi, che riguardano soprattutto le Pensioni e le misure per contrastare il caro bollette, sostenendo imprese e famiglie in difficoltà. Nella premessa al Documento Programmatico di Bilancio, cornice della Legge di Bilancio, il ministro dell’Economia Giorgetti , infatti , ha evidenziato : “E’ inutile dire che stiamo attraversando una fase di severa difficoltà a livello economico e sociale e di grande incertezza riguardo al contesto geopolitico. Di fronte al caro-energia che colpisce le imprese e al rialzo dell’inflazione che colpisce le famiglie, si impone una continuazione e un rafforzamento degli aiuti a imprese e famiglie, rendendoli ancor più mirati, incisivi e differenziati. Ciò anche affinché le risorse di bilancio siano spese in modo oculato. Gli interventi della manovra “si connotano per un approccio mirato e temporaneo e il governo assume l’impegno a ridurre e poi eliminare gli aiuti e i tagli alle imposte non appena i prezzi del gas naturale, dell’energia e dei carburanti rientreranno verso livelli in linea con il periodo pre-crisi. A fine marzo, in vista del Programma di Stabilità 2023, il governo rivaluterà la situazione e, se necessario, attuerà nuove misure di contrasto al caro energia utilizzando prioritariamente eventuali entrate aggiuntive e risparmi di spesa che si manifestassero nei primi mesi dell’anno”.
In merito alle Pensioni, tra i nodi da sciogliere : il nuovo metodo di calcolo dell’indicizzazione, che segna un ritorno alle fasce al posto dei tre scaglioni. Dal 1° gennaio, infatti, l’adeguamento all’inflazione(fissato per Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze al 7,3%) sarà pieno solo per gli assegni uguali e inferiori a 4 volte il minimo (2.096 euro lordi), ma oltre quella soglia scatteranno tagli progressivi. La rivalutazione sarà dell’80% per la fascia 2.096-2.620 euro; per poi scendere progressivamente al 55%, al 50%, al 40% e infine al 35% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (5.240 euro lordi).
Quindi, chi percepirà 2.600 euro lordi, vedrà la propria pensione aumentare di 146 euro (la rivalutazione all’80% si traduce in un +5,84%), perdendo però 34 euro al mese e 446 l’anno, rispetto al sistema precedente. Per un assegno di 3.100 euro lordi , invece, gli euro in meno saranno 110 al mese. Un sistema che consente risparmi (stimati intorno ai 2 miliardi) necessari per coprire delle misure previdenziali contenute nella legge di bilancio, ma che per la Cgil “tratterebbe i pensionati come bancomat”.
Tale sistema però avvantaggerebbe , anche se di poco, le pensioni minime ,per le quali è prevista una rivalutazione del 120%, poiché , oltre all’adeguamento del 7,3%, ci sarà anche un incremento di ogni mensilità di 1,5 punti percentuali (e di altri 2,7 punti nel 2024) , grazie al quale i 2,5 milioni di pensionati coinvolti riceveranno 570 euro, circa 8 euro in più (ma Forza Italia, che aveva chiesto l’innalzamento delle pensioni minime a 1000 euro, punterebbe ai 600 euro, almeno per chi ha più di 70 anni e un Isee molto basso).
Da qui, la nota della Cgil, attesa lunedì a Palazzo Chigi con Cisl e Uil per discutere del dossier Tim, con una prima valutazione sulla Manovra, in cui si legge: “La bozza di legge di Bilancio, colpevolizza e colpisce i più poveri, accresce anziché contrastare la precarietà, non riduce il divario di genere, premia gli evasori e, con la flat tax, aumenta l’iniquità del sistema fiscale, non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale che sta impoverendo tutte le persone che per vivere devono poter lavorare dignitosamente, riduce di fatto le risorse necessarie per sostenere la sanità, la scuola ed il trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, mortificando il ruolo del lavoro pubblico, non modifica la legge Fornero e cambia senza alcun confronto
preventivo il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere. In particolare, sulle pensioni ,ci si inventa un’ulteriore quota (stavolta quota 103), si peggiora Opzione donna, non si allarga l’Ape sociale e non si modifica in nulla la legge
Fornero. Inoltre, senza alcun confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, si interviene sul meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere tagliando così la loro rivalutazione rispetto all’inflazione per destinare 3,5 miliardi così recuperati in favore del lavoro autonomo e per finanziare interventi che aumentano le disuguaglianze. Negativo il giudizio anche sull’intervento sul Reddito di cittadinanza. In un Paese in cui le persone in povertà assoluta sono cresciute oltre i 5 milioni, il governo non trova di meglio, per far cassa, che annunciare il superamento del Reddito di cittadinanza dal 2024, con una serie di inaccettabili penalizzazioni già nel 2023″.
Una nota, quest’ultima, suffragata dalle dichiarazioni del segretario Landini, che ha detto: “Non escludiamo lo sciopero. Secondo noi la manovra è sbagliata. Non avendo ad oggi nessun luogo di confronto, né alcuna certezza che ci siano possibilità di modifiche, è evidente che dobbiamo pensare a qualsiasi iniziativa e, siccome i tempi sono molto stretti, dobbiamo pensare anche a forme creative di mobilitazione, per far conoscere la gravità di alcune scelte, penso alla flat tax e ai voucher. Chi paga questa manovra e questa logica è il mondo del lavoro”.
Altro nodo , poi, riguardante sempre le Pensioni, è quello della proroga di Opzione donna, norma modificata ,però, rispetto a quella finora in vigore , con l’uscita che lega l’età al numero dei figli, ovvero: a 58 anni ,con due figli o più, a 59, con un figlio a 60 altri casi, su cui sono stati sollevati dubbi di incostituzionalità, perché tale distinzione potrebbe costituire una violazione del principio di uguaglianza.
Tuttavia, tale proroga , previa via libera sulle coperture da parte del Ministero dell’Economia, potrebbe tornare alla versione originale, ovvero accesso alla pensione anticipata per le lavoratrici con 35 anni o più di contributi e almeno 58 annid’etàper le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome, con la proroga di un anno.
Altro scoglio, quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su cui, sempre il ministro dell’Economia Giorgetti, ha spiegato: “Fin dal suo insediamento, il Governo ha dedicato il massimo impegno per assicurare che l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) acceleri, pur in presenza di ostacoli quali il rialzo dei prezzi dei materiali e delle opere pubbliche. Nella manovra di bilancio saranno stanziate specifiche risorse destinate a tale finalità. La messa a terra del PNRR darà un forte impulso alla crescita quantitativa e qualitativa dell’economia italiana, contribuendo anche a migliorare la sostenibilità del debito pubblico”, mentre al riguardo, il ministro per le Politiche Europee con delega proprio al Pnrr, Fitto, sostenuto dalla Premier Meloni, chiede a Bruxelles di aggiornarlo, data l’inflazione e la crisi energetica.
Maggioranza comunque compatta, nella difesa della Legge di Bilancio, sebbene Forza Italia chieda aggiustamenti, mentre le Opposizioni critiche si dividono tra Pd e M5S, pronti a scendere in piazza a dicembre per protestare contro una Manovra definita “iniqua”, che” punisce poveri e famiglie e premia gli evasori” e Terzo Polo (Azione e Italia Viva), prossimo alla federazione in un unico partito, aperto al confronto e alla collaborazione con l’Esecutivo sulla Legge di Bilancio, con il leader Calenda che nella prossima settimana incontrerà la Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.
Infine, proprio a Bruxelles, stamane, la Commissione UE ha illustrato il suo piano in 20 punti sull’immigrazione ai 27 ministri degli Interni dei Paesi membri, tra cui ,per l’Italia, il ministro Piantedosi, nell’ambito del Consiglio Europeo straordinario, nel quale si è parlato della gestione coordinata con la Ue dei flussi lungo la rotta del Mediterraneo centrale , dei rapporti con i Paesi di primo approdo , del ruolo delle ONG e del salvataggio in mare (sempre obbligatorio), ma anche di un piano per regolare i flussi lungo la rotta Balcanica ,che preoccupa Germania e Austria.
Nel corso del dibattito, il ministro dell’Interno francese Darmanin , però, ha ribadito che: “Se l’Italia non prende le navi e non accetta la legge del mare e del porto più sicuro, non c’è motivo che i Paesi che fanno i ricollocamenti siano Francia e Germania, che sono quelli che accolgono le navi e sono gli stessi che accolgono direttamente i migranti dall’Africa e dall’Asia. Bisogna ricordare a tutti qual è il diritto del mare, evidenziare che le Ong che operano nel Mediterraneo si trovano lì evidentemente per salvare le persone e in nessun caso possono essere equiparate ad organizzazioni di passaggio e, infine, bisogna ricordare che i Paesi del Sud del Mediterraneo devono aprire i loro porti perché a volte ci sono imbarcazioni delle Ong che attraversano le loro acque territoriali e alle quali non vengono aperti i porti”.
Ma al riguardo, al termine del vertice, il ministro Piantedosi ha assicurato: “Normalissimi e buonissimi i rapporti con la Francia, non c’è stata nessuna necessità di confronto. Sono soddisfatto delle conclusioni. All’Italia non sono state fatte richieste. C’è stato il discorso di condividere al più presto un coordinamento maggiore dei meccanismi Sar che intervengono nel Mediterraneo e non solo. Il piano d’azione della Commissione europea sul Mediterraneo centrale ripercorre quello che l’Italia aveva sempre detto: cioè che serve un’azione forte dell’Europa per migliorare il rapporto e il sostegno ai Paesi di origine e di transito dei flussi migratori quindi la cosiddetta dimensione esterna, sia in termini di sviluppare azioni di contenimento delle partenze sia di migliorare i meccanismi di rimpatrio e il piano è stato apprezzato da tutti”.
La Commissaria Ue per gli Affari interni, lva Johansson, invece, ha spiegato che “Il meccanismo volontario di redistribuzione dei migranti funziona, lo facciamo su base settimanale, ma va aumentata la velocità. La Commissione e gli Stati membri stanno lavorando insieme, stiamo facendo dei passi avanti sul patto per l’immigrazione, che è la soluzione di lungo termine per le nostre sfide ma stiamo lavorando a stretto contatto anche a soluzioni di emergenza per affrontare gli arrivi irregolari e gestire la situazione. In mattinata, fonti europee hanno fatto sapere che la Commissione Ue sta lavorando a un piano d’azione per gestire i flussi migratori nel Mediterraneo orientale (o rotta balcanica) in modo analogo a quanto fatto per il Mediterraneo Centrale e lo “presenterà presto”, mentre sulle ONG, il Commissario Ue Margaritis Schinas, ha detto: “Le operazioni delle Ong non sono un tabù, non sono qualcosa di cui non si deve discutere. Si deve discuterne perché stiamo parlando della vita delle persone. Le operazioni nel Mediterraneo non possono avvenire in una situazione da selvaggio West. Dobbiamo lavorare con le Ong, ma lo dobbiamo fare in un modo ordinato, che rispetti anche i nostri Stati membri, che consenta operazioni di ricerca e soccorso in modo strutturato. Se questo richiederà un quadro più strutturato, come un codice di condotta, sì, lo sosterremo. Non si può e non si deve lavorare crisi per crisi, nave per nave, incidente per incidente. Abbiamo bisogno di un quadro unico basato sul diritto dell’Ue. Siamo soddisfatti dei risultati di questo consiglio straordinario sulle migrazioni. Si è trattato di uno spirito molto diverso dallo spirito che ha circondato l’episodio Ocean Viking, che ha portato molte forze eurofobiche e populiste a dire che l’Europa non è in grado di fornire risposte sulle migrazioni. Oggi posso dire che non è vero”.
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