di Federica Marengo sabato 5 novembre 2022
-Nella duecentocinquantaquattresima giornata di guerra in Ucraina, le sirene anti-aere sono risuonate in tutto il Paese, annunciando i bombardamenti russi, mentre a Kiev la popolazione è sprovvista della corrente elettrica per via degli attacchi delle forze di Mosca alle centrali elettriche.
A tal proposito, le autorità locali hanno annunciato delle restrizioni supplementari” nell’erogazione di elettricità proprio nella capitale e in altre regioni.
Sotto attacco russo, anche Kryvyj Rih, Mykolaiv e Zaporizhzhia nel sud dell’Ucraina, e Donetsk,nella regione orientale, dove tre sono i civili rimasti uccisi e otto i feriti. Secondo il Guardian, poi, la regione di Kherson , occupata dai filorussi e, tra le regioni annesse alla Russia con il referendum illegittimo del settembre scorso, sarebbe stata saccheggiata dalle truppe di Mosca,che avrebbero portato via oggetti d’arte dal locale museo, mentre le forze ucraine si starebbero avvicinando alla città.
Le autorità filo-russe, invece, hanno denunciato un attacco delle forze ucraine sull’autoproclamata Repubblica di Lugansk con quattro razzi Himars, Riguardo alle armi, fornite a Mosca anche dalla Corea del Nord,il ministro degli Esteri iraniano Amirabdollahian ha ammesso il rifornimento di droni alla Russia , avvenuto però prima della guerra in Ucraina. Immediata , la reazione di Kiev, con il portavoce del ministero degli Esteri ucraino ,Nikolnko, che, su Facebook, ha scritto: “Teheran deve rendersi conto che le conseguenze della complicità nei crimini della Russia contro l’Ucraina saranno di gran lunga maggiori del beneficio del sostegno della Russia”.
Per l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Antonov: “L’Occidente continua a portare avanti una politica errata sulla crisi Ucraina, credendo che la situazione possa essere risolta solo sul campo di battaglia. In realtà è necessario pensare a come trovare una soluzione negoziale. Un miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti non è all’orizzonte in una prospettiva di medio termine. Riguardo alle nuove forniture americane di armi all’Ucraina, vorrei sottolineare che i nostri cosiddetti partner continuano con una politica sbagliata credendo che il problema possa essere risolto sul campo di battaglia e continuano a spendere più energie e mezzi. Ora stanno accumulando forze armate vicino ai confini russi”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un video pubblicato sul suo canale Telegram, ha dichiarato: “Siamo pronti per la pace, per una pace giusta, la cui formula abbiamo più volte espresso. Il mondo conosce la nostra posizione. Rispetto per la Carta delle Nazioni Unite, rispetto per la nostra integrità territoriale, rispetto per il nostro popolo e la dovuta giustizia per il terrorismo. Questa è la punizione per tutti coloro che sono colpevoli e il pieno risarcimento da parte della Russia per i danni che ci ha causato. L’Ucraina sarà libera. E il nostro intero confine sarà ripristinato, sia a terra che in mare. Sia a est che a sud. Quando qualcuno pensa a un negoziato, non cerca il modo di ingannare tutti intorno a lui inviando decine o centinaia di migliaia di persone in più nel tritacarne. Questa testardaggine assolutamente folle – ha proseguito nella consueta dichiarazione serale , è il miglior indicatore del fatto che tutto ciò che dicono ad alcuni leader stranieri sulla loro presunta disponibilità ai negoziati è altrettanto falso”, seguito dal ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, il quale ha previsto che entro la fine dell’anno saranno realizzati alcuni accordi con partner internazionali in materia di sistemi di difesa aerea e missilistica per l’Ucraina.
In Italia, invece, si sono svolte nella giornata di oggi due manifestazioni per la pace: una a Roma, dal titolo: “Europe for Peace”, organizzata da sindacati (che hanno ribadito la condanna dell’invasione russa e il sostegno al popolo ucraino,ma anche il timore per il rischio di un conflitto nucleare) , dall’ Associazione Nazionale Partigiani e da Acli, dove 100 mila persone (secondo la Questura 30 mila) tra cui scout, giovani della Comunità di Sant’Egidio,sindaci, presidenti di Regione e Province, gonfaloni, hanno attraversato le strade tra Piazza della Repubblica e Piazza San Giovanni, luogo di arrivo del corteo. Presenti, in piazza , una delegazione del Pd, guidata dal segretario uscente Letta, di Sinistra italiana ed Europa Verde, con Fratoianni e del M5S, con a capo il Presidente Conte, che ha chiesto il cessate il fuoco immediato e l’avvio di un negoziato internazionale. Letta, inoltre, durante la manifestazione, una lettera del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Zuppi, in cui ha esortato alla Pace, che , “Manca come l’aria”.
Il numero uno dei dem, intercettato dai cronisti e, contestato da alcuni manifestanti in quanto sostenitore del Governo Draghi favorevole all’invio di armi, riguardo alla possibilità di sostenere in Parlamento un nuovo decreto del Governo per l’ invio di armamenti in Ucraina, ha risposto: “Sul nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina, quando il Governo presenterà una proposta la vaglieremo. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte. Siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace e per noi pace vuol dire la fine dell’invasione russa. Questo è il punto centrale , la fine dell’invasione della Russia”.
Il Presidente del M5S Conte, invece, ha avvertito l’Esecutivo: “A Crosetto (ministro della Difesa) dico che visto che è stata votata la risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio di armi senza un confronto in Aula”.
Quindi ,la replica del ministro della Difesa , Crosetto, che ha detto: “Giuseppe Conte dice che “non mi devo azzardare a un nuovo invio di armi senza passare dal Parlamento. Conte può stare sereno , il ministero, non il ministro (che non dispone delle istituzioni né delle organizzazioni , ma le rappresenta e le serve) seguirà le leggi come ha sempre fatto dalla sua istituzione in età repubblicana”.
Il Presidente pentastellato ha poi espresso una considerazione sull’altra manifestazione per la Pace organizzata a Milano dal Terzo Polo di Calenda (Azione) e di Renzi (Italia Viva), evidenziando le divisioni interne all’Opposizione : “Non ho capito se la piazza di Milano sia per la pace o per la guerra. Si chiariscano le idee”.
Immediata, la replica di Renzi: “Non voglio polemizzare con le altre piazze, è assurdo farlo come ha fatto questa mattina Giuseppe Conte. Ma penso di dover dire che non c’è pace senza giustizia”, riecheggiato da Calenda: “Capisco la confusione. Del resto hai governato con Salvini mentre inneggiava a Putin, hai flirtato con Trump e firmato la via della seta con i cinesi. C’è una definizione per Giuseppe Conte: si chiama qualunquismo, e nella cultura italiana il qualunquismo è di destra, non c’entra niente con la sinistra. Allora facciamola semplice Conte: non esiste pace senza libertà e non esiste libertà senza resistenza all’invasore”.
Presente in piazza a Milano, presso l’Arco della Pace, per chiedere la fine della guerra, ma non la resa dell’Ucraina, oltre ai Radicali e a una parte del Pd, con Casini , Gori e Cottarelli (papabile candidato, non ancora contattato, dei dem alle Regionali lombarde), Letizia Moratti , ormai ex vicepresidente di Regione Lombardia e possibile candidata del Terzo polo alle imminenti elezioni regionali, anche se indiscrezioni di stampa parlano di un possibile ticket di quest’ultima proprio con Cottarelli, al momento non confermato dai diretti interessati.
Quanto al Governo, la Presidente del Consiglio Meloni, che domani parteciperà alla Cop27 di Sharm el-Sheikh ,all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (la cornice macroeconomica della Manovra, che prevede una crescita del Pil dello 0,6% nel 2023, a fronte del 5,6% del 2022, il deficit al 4,5%, rispetto al 3,4% tendenziale e in calo al 3% nel 2025, e un debito al 144, 6%, in discesa costante fino al 2025 al 141,2%, , per un totale di 30 miliardi di risorse: 9,5 miliardi da spendere subito per finanziare il Decreto aiuti quater per sostenere imprese e famiglie in difficoltà per il caro energia e gli altri 23 miliardi nel 2023, anch’essi impiegati contro il caro energia) e dell’emendamento al Dl Aiuti ter per autorizzare le concessioni al fine di incrementare le estrazioni di gas dai giacimenti nazionali nel Mar Adriatico (1-2 miliardi di metri cubi, già da gennaio), è tornata sul provvedimento, scrivendo su Facebook: “Il Governo ha giurato il 22 ottobre e in meno di due settimane ha raggiunto due obiettivi importanti: liberare oltre 30 miliardi di euro (9,1 miliardi per il 2022 e 21 miliardi per il 2023) per mettere in sicurezza famiglie e imprese dal caro bollette e compiere il primo passo sul fronte della sicurezza energetica nazionale. Concentreremo le risorse a disposizione per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili. Non solo. Il Governo ha approvato un provvedimento per implementare la produzione di gas nazionale, a patto che venga destinato a prezzi accessibili alle aziende energivore italiane. Mettiamo così in sicurezza il tessuto produttivo e ci rendiamo più indipendenti dalle importazioni di gas. Contestualmente, abbiamo ribadito il nostro impegno in Europa per arrivare ad un corridoio dinamico dei prezzi del gas per limitare la volatilità dei prezzi e mettere in sicurezza le nostre industrie. Avevamo promesso agli italiani che, una volta al Governo, ci saremmo dedicati con serietà e determinazione all’emergenza energetica ed è esattamente quello che stiamo facendo, dimostrando che anche in Italia se si vuole è possibile fare quello che serve per il bene dei cittadini”.
Iniziata quindi dal Governo Meloni l’interlocuzione sulla legge di Bilancio con la Maggioranza, le parti sociali e le associazioni di categoria. Al riguardo, convocati a Palazzo Chigi, per un incontro, il 9 novembre, alle 16.00, i segretari dei sindacati Cgil, Cils e Uil. Sul tavolo, tra i numerosi dossier, la riforma delle Pensioni, con la ministra del Lavoro Calderone intenzionata ad evitare dal 1° gennaio 2023 lo scalone e il ritorno della Legge Fornero. Al vaglio, l’ipotesi Quota 41 , ovvero lavoratori in uscita con 41 anni di contributi, sulla quale, però, sia il leader della Cigl, Landini che il Presidente di Confindustria, Bonomi, che ha chiesto una riforma complessiva e non quote, hanno già espresso le loro perplessità.
Tuttavia, da Confindustria e Federmeccanica, che plaudono all’impiego della gran parte delle risorse per contrastare il caro energia, è arrivato l’appello a fare presto e la richiesta di misure strutturali e non limitate e temporali.
Intanto, ad alimentare la polemica e lo scontro con le Opposizioni, ancora la questione della norma anti rave party del Ministro degli Interni Piantedosi ,contenuta nel primo decreto varato dal Governo su Sicurezza , Giustizia e Sanità ,che ha iniziato il suo iter al Senato, con Pd, M5S, Sinistra italiana-Verdi che ne chiedono l’abrogazione e il Terzo polo propenso a una profonda modifica del testo, cui si è detto disponibile l’Esecutivo, ma nel rispetto della legge.
Controverso per le Opposizioni ,che chiedono lo sbarco immediato dei migranti, anche il decreto interministeriale sull’immigrazione firmato sempre dal ministro degli Interni Piantedosi, dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sociale ,Salvini, e dal ministro della Difesa, Crosetto, approvato ieri in Consiglio dei Ministri, che stabilisce lo sbarco dalle navi ONG e da 1 delle 4 imbarcazioni (due battenti bandiera norvegese e due tedesca), che si trovano davanti alle coste italiane tra Messina e Catania ,in attesa di un porto sicuro, e l’accoglienza per i soli migranti fragili, in precarie condizioni di salute, donne e bambini e la permanenza a bordo e il ritorno in acque internazionali per coloro che non versano in tali condizioni e che dovrebbero essere redistribuiti nei Paesi di bandiera delle navi.
Francia e Germania, poi, come annunciato dai rispettivi ministri degli Interni, dovrebbero provvedere alla redistribuzione di una parte di tali migranti, mentre la Norvegia ha rifiutato.
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