di Federica Marengo venerdì 7 ottobre 2022
-Nella duecentoventicinquesima giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi su Zaporizhzhia, nella regione meridionale del Paese, che hanno causato almeno 11 morti e, dove, in queste ore, si è recato il direttore dell’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica,Grossi, per la costituzione intorno all’impianto nucleare locale di un’area smilitarizzata.
Sotto attacco , da parte delle forze di Mosca, anche Sumy e Kharkiv, dove è stata scoperta una nuova camera delle torture con altrettanti corpi di civili con segni di percosse.
Tuttavia, le forze armate ucraine avanzano verso la riconquista degli insediamenti sia ad Est, nel Donabass, che a Sud, a Kherson, dove nella controffensiva sarebbe stata distrutta una base russa,mentre i separatisti filorussi hanno annunciato la conquista di tre villaggi ucraini vicini a Bakhmut.
Intanto, a Mosca, si sono celebrati i settant’anni del Presidente Putin e ,per l’occasione, il Presidente bielorusso Lukashenko ha regalato a quest’ultimo un trattore , mentre il patriarca Kirill, il primate della Chiesa ortodossa russa, rivolgendoglisi direttamente , con un messaggio ha sottolineato: “Dio ti ha messo al potere in modo che tu potessi svolgere un servizio di speciale importanza e una grande responsabilità per il destino del Paese e per il popolo affidato alla tua cura”.
In mattinata, poi, Putin ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente turco Erdogan, nel quale si sarebbe congratulato con quest’ultimo per la sua opera di mediazione nel conflitto tra Russia e Ucraina. Erdogan, inoltre avrebbe rilanciato il suo ruolo di mediatore per un accordo di pace tra le parti.
Dall’America, invece, è arrivato l’allarme del Presidente Biden che , presente a New York a un vento elettorale, ha evidenziato: “Il mondo rischia l'”Armageddon” nucleare per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda. Non abbiamo affrontato la prospettiva dell’Armageddon dai tempi di Kennedy e della crisi dei missili di Cuba nel 1962. Putin non scherza quando minaccia di usare le armi nucleari e stiamo cercando di capire qual è la via di fuga di Putin. Dove trova una via d’uscita?”, seguito dal Segretario di Stato USA, Blinken, che, a margine della visita ufficiale a Lima, ha affermato: “Washington è pronta a cercare una soluzione diplomatica con la Russia sul conflitto in Ucraina, ma Mosca sta andando nella direzione opposta. Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo. Il Presidente Putin e la Russia non hanno mostrato alcun interesse per una diplomazia significativa. E a meno che e finché non lo faranno, è molto difficile proseguire. Abbiamo sempre detto, il presidente (ucraino) Zelensky ha sempre detto, che alla fine la questione si risolverà con la diplomazia. E se e quando la Russia dimostrerà di essere seriamente intenzionata a impegnarsi in tale diplomazia, noi saremo pronti, saremo lì. Ma ogni segnale in questo momento purtroppo punta nella direzione opposta”.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov, invece, parlando dapprima in videoconferenza ad un forum internazionale sulle politiche ambientali e lo sviluppo sostenibile e ,poi ,a una riunione del partito putiniano, ventilando l’uso di armi di distruzione di massa da parte di Kiev, ha lanciato un avvertimento all’Occidente: “Ancora una volta, mettiamo in guardia gli Stati Uniti e gli altri sponsor del regime di Kiev da qualsiasi ulteriore coinvolgimento nella situazione come parti del conflitto. Gli Stati Uniti e i suoi “vassalli” vogliono intimidire la comunità internazionale, affermando che la Russia è pronta a un attacco nucleare. La nostra dottrina militare e i fondamenti della politica statale sul campo della deterrenza nucleare rimangono invariati. I tentativi di Washington e dei suoi vassalli di distorcere questa realtà, di distorcere la nostra posizione hanno l’obiettivo di intimidire la comunità internazionale e costringere la sua parte sensibile a seguire un percorso fallito di sostegno sconsiderato a Kiev. L’Ucraina potrebbe usare vari tipi di armi di distruzione di massa. Quando parliamo di sicurezza ambientale, ovviamente, non possiamo mettere a tacere l’intensificarsi delle discussioni sul possibile uso di armi nucleari, soprattutto a questo proposito (non possiamo) ignorare le azioni sconsiderate del regime di Kiev, che mirano a creare rischi di utilizzo di vari tipi di armi di distruzione di massa”.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, intervenuto al vertice informale UE di Praga, ribadendo la sua richiesta di un nuovo invio di armi all’Occidente, raccolta dalla Presidente del Parlamento europeo ,Metsola, ha evidenziato: “Tutti noi siamo sull’orlo di un disastro nucleare a causa della cattura della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte delle truppe russe. La Russia ha portato la guerra nella nostra terra, nella parte ucraina dell’Europa. E solo grazie al fatto che il popolo ucraino ha fermato l’invasione della Russia, quest’ultima non può ancora portare la stessa guerra in altre parti d’Europa, in particolare nei Paesi baltici, in Polonia e in Moldavia. Dobbiamo rafforzare la nostra cooperazione per aiutarci reciprocamente e fornire a tutti gli europei adeguate garanzie energetiche. La Russia non deve riuscire nel suo intento di costringere gli europei alla povertà energetica o addirittura alla totale mancanza di energia. La sfida principale è in Ucraina”.
A proposito del vertice di Praga, svoltosi oggi tra i 27 capi di Stato e di Governo (per l’Italia era presente il Premier uscente Draghi), a dispetto di ieri, quando a riunirsi sono stati i leader di 44 Paesi UE ed extra UE, nel formato voluto dal Presidente francese Macron, sono state due le questioni affrontate, in vista del Consiglio Europeo di Bruxelles del 20 e del 21 ottobre : il contrasto alla crisi energetica e all’inflazione.
Sul tavolo, le due proposte relative al price cap: 1) l’introduzione di un tetto al prezzo del gas che serve a produrre elettricità, 2) di un tetto al prezzo del gas importato all’interno della UE, cui si è aggiunta la terza proposta avanzata da Italia, Belgio, Grecia e Polonia (che vedrebbe il favore di almeno 20 Paesi membri) di un tetto al prezzo dinamico (ovvero fissando un prezzo massimo e un minimo, in base a vari fattori e con una variazione del 5%) per non escludere i 2/3 del mercato dell’energia, cui si aggiunge il disaccoppiamento tra il mercato dell’energia e del gas e la sostituzione del Ttf di Amsterdam con un indice alternativo che rifletta meglio la realtà energetica europea). Riguardo l’inflazione, invece, al vaglio, il ricorso a uno strumento simile allo Sure, usato in pandemia , che permetta l’accesso al credito agevolato con garanzie fornite dalla Commissione UE e con emissione di debito comune, proposta avanzata dai Commissari UE, Gentiloni e Breton, bocciata però dalla Germania.
Al suo arrivo al summit di Praga, la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, in merito alla crisi energetica, ha detto: “Dopo sette mesi dall’inizio della guerra siamo molto più preparati per l’inverno sul fronte energia. I nostri stock sono del 90% oggi, il 15% più rispetto all’anno scorso. Ora è tempo di discutere di come limitare i picchi nei prezzi dell’energia e la manipolazione operata da Putin. La seconda cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero che le aziende di ogni Paese abbia la stessa possibilità di partecipare al mercato unico, con equità. Il terzo punto è il RePower, e come potenziarlo. Non ci saranno decisioni oggi, essendo un Consiglio informale, ma è in preparazione del Consiglio di ottobre. La Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all’epoca non era attrattivo. Ma ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere ora il price cap. Confido si possa trovare una soluzione”.
Proprio al riguardo, il Commissario agli Affari Economici UE, Gentiloni, ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio Uno, ha detto: “L’idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l’andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi , perché è chiaro che l’atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l’Algeria, richiedono uno strumento abbastanza sofisticato, un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità. La discussione tecnica andrà avanti, però se la Commissione europea mette sul tavolo una proposta in vista del vertice dei leader Ue del 20 e 21 ottobre, io penso che ormai le posizioni tra i Paesi si stiano avvicinando. Non bisogna demonizzare, bensì capire anche le posizioni di chi dice ‘occhio che col tetto al prezzo del gas rimaniamo senza’. Nel frattempo, però , abbiamo stoccaggi sopra il 90% e abbiamo ridotto il gas russo dal 40 al 7,5%, quindi quel rischio si è molto ridotto in questi mesi. Sul tetto al prezzo del gas ci sono interessi diversi e ci sono ancora posizioni diverse tra gli Stati membri, credo che si stiano avvicinando, ci abbiamo messo un po’ di tempo anche quando ci fu la crisi della pandemia. Penso che sia giunto il momento che questa divergenza tra chi chiede il tetto al prezzo del gas e chi teme che questo tetto provochi un problema di forniture è andata ormai avanti troppo a lungo, e credo che la Commissione europea sia ormai pronta a fare una proposta. Penso che l’idea di nuovi finanziamenti comuni sul modello del Sure si farà strada, abbiamo messo un piede nella porta per dire che davanti a questa situazione di crisi, il tetto al prezzo del gas non sarà di per sé una soluzione miracolosa e serviranno strumenti comuni. Avremo bisogno di più solidarietà, non basta il tetto al prezzo del gas, perché se ciascuno usa i propri quattrini per conto proprio, visti gli squilibri che ci sono nei nostri spazi di bilancio, non è sufficiente”.
Infine, sul Piano di Ripresa e Resilienza e su eventuali ritardi, oggetto di divergenza tra il Premier Draghi e la Premier in pectore Meloni, l’ex Premier ha commentato: “ Non so se ci sia uno scontro, non mi pare . L’Italia ha fin qui raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti. E’ uno dei due Paesi per i quali la Commissione ha già dato parere favorevole alla seconda erogazione, l’altro è la Spagna”. “Fin qui i tempi sono stati rispettati ma è una corsa contro il tempo” che “deve continuare. L’urgenza c’è, ma non ci sono ritardi al momento”.
Di decisioni sul contrasto alla crisi energetica e sulla sicurezza ,che verranno prese in maniera unitaria dalla UE, ha parlato anche il Presidente del Consiglio UE, Michel.
Il Presidente del Consiglio Draghi, invece, in un punto stampa, a margine della riunione informale dei Capi di Stato e di Governo, svoltasi a Praga, ha spiegato : “Sull’Ucraina c’è grande unità,molti si sono lamentati per una propaganda russa nei loro Paesi più aggressiva. Sull’energia le cose si stanno muovendo. La Commissione presenterà al Consiglio del 19 ottobre una proposta in cui i tre elementi – tentare di diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e inizio della riforma del mercato dell’elettricità , ci saranno. Sono d’accordo sulla proposta di Gentiloni e Breton. Proposte simili c’erano anche 5-6 mesi fa. E’ una proposta molto naturale, tanto più dopo la decisione tedesca. E’ quello che serve per mettere tutti i Paesi, sia quelli che hanno spazio fiscale sia quelli che non ne hanno, su un livello uguale”.
In ultimo, alla domanda se siano state espresse riserve dai partner europei sul futuro Governo, Draghi ha risposto che: “Quando c’è un cambio di governo c’è molta curiosità, ma non preoccupazione. C’è rispetto della scelta degli italiani e curiosità di sapere quale sarà l’evoluzione del governo, ma in politica estera la linea dell’Italia dovrebbe essere invariata”.
Dichiarazioni, quelle del Premier uscente Draghi, che ha smorzato le polemiche originate da un’intervista a La Repubblica della ministra francese per gli Affari Europei Laurence Bonne, nella quale quest’ultima avrebbe detto “di voler vigilare sul rispetto dei diritti e delle libertà in Italia”, dicendosi comunque pronta a collaborare con Roma (salvo smentire successivamente qualsiasi intenzione censoria nei confronti del nuovo Governo italiano, riecheggiata dal Presidente Macron) , incassando la replica della Premier in pectore Meloni, sempre al lavoro sul dossier energia e bollette e sulla formazione dell’Esecutivo (con il nodo Viminale richiesto dalla Lega per il segretario Salvini, insieme ai dicasteri della Famiglia e della Natalità, delle Riforme e Autonomia e il nodo Sanità, ministero richiesto da Forza Italia per la senatrice Ronzulli) che, sui suoi profili social ha scritto: “Voglio sperare che la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri e confido che il Governo francese smentisca queste parole, che somigliano a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’UE. L’era dei governi che chiedono tutela all’estero avverte la leader di FdI è finita”.
Una reazione, quella della papabile futura Premier, condivisa sia dagli alleati di coalizione che dall’opposizione del Terzo polo di Calenda, che nel pomeriggio di oggi ha presentato insieme all’alleato Italia Viva le proposte della neo formazione centrista per contrastare il caro bollette, così come dal Presidente della Repubblica Mattarella, che, in Piemonte per l’inaugurazione dell’anno accademico degli Istituti di formazione dell’Esercito e per il centenario della nascita dello scrittore Beppe Fenoglio, sottolineando come pace e sicurezza siano state messe a rischio dalle vicende che si stanno svolgendo nel centro Europa, ha dichiarato in merito: “L’Italia sa badare a sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea”.
Sull’argomento guerra in Ucraina, è poi tornato a ribadire il no a un nuovo invio di armi e la necessità di un’azione diplomatica , in un’intervista a Il Fatto quotidiano, il Presidente del M5S, Conte che, in attesa della riunione con i parlamentari della 19° legislatura, ha proposto una mobilitazione popolare di piazza per promuovere una conferenza di pace, sotto l’egida dell’Onu e del Vaticano, riecheggiato dal segretario di Articolo 1 e ministro della Salute uscente, Speranza.
Nel Pd, invece, si dibatte della ricostituzione del partito, del suo rapporto con i territori e della questione femminile (poche donne candidate o con incarichi rilevanti) e la ripresa del progetto del campo largo e dell’alleanza con il M5S e il terzo polo, ma anche del caro bollette, in attesa del Congresso, che si terrà entro il 21 marzo con l’elezione di un nuovo segretario, come stabilito nella Direzione di ieri.
Quanto al Covid19, secondo il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, negli ultimi sette giorni, l’indice Rt ha registrato un nuovo balzo a 1,18 da 1 (sopra la soglia minima), così come l’incidenza, salita a 441 casi per ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 325 di una settimana fa, il tasso di occupazione delle terapie intensive, passato da 1,4% a 1,8% e dei reparti ordinari, passato da 6,0% all’8,2%), con 7 Regioni e Province autonome che hanno un’incidenza dei casi superiore a 600 per ogni 100 mila abitanti , a fronte delle sole a Bolzano e Trento della scorsa settimana.
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