di Federica Marengo giovedì 6 ottobre 2022
-Nella duecentoventiquattresima giornata di guerra in Ucraina, l’esercito russo ha lanciato nelle prime ore del mattino, un attacco missilistico contro la città di Zaporizhzhia, nel Sud del Paese, colpendo infrastrutture ed edifici residenziali e causando almeno tre morti, ma , secondo le autorità locali, sotto le macerie vi sarebbero decine di persone. Qui , a preoccupare, è anche la sicurezza della locale centrale nucleare, presso cui ,nei prossimi giorni ,dovrebbe recarsi per una seconda missione, il direttore generale dell’Aiea (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) , Grossi, oggi, a Kiev per discutere della costituzione intorno all’area di una zona smilitarizzata, accessibile solo al personale ,che sembra rifiutare il passaggio della centrale alla proprietà russa, a fronte dell’annessione di Zaporizhzhia alla Federazione Russa dopo i referendum non riconosciuti come legittimi dall’Onu e dalla comunità internazionale.
Sotto assedio russo, poi, anche Odessa e Mykolaiv, colpite da droni kamikaze iraniani (sebbene l’esercito russo si starebbe arrendendo e ritirando) , e Kharkiv, nella cui regione sarebbe stata trovata una nuova camera di tortura e i corpi di 534 civili uccisi.
Tuttavia, parallelamente, non si arresta la controffensiva nelle forze di Kiev, che continuano ad avanzare nel Donbass e a Sud dell’Ucraina.
Intanto, a Mosca , il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ed ex Presidente Medvedev ha dichiarato: “La Federazione Russa non è in guerra con l’Ucraina, che è solo uno strumento dell’Occidente il cui scopo è distruggere la Russia”, riecheggiato dal Cremlino ,che ha avvertito: “L’UE sarà considerata parte del conflitto se addestrerà i militari ucraini”.
Il Presidente Zelensky, invece, che, tornato ad accusare la Russia di aver deportato 1,6 milioni di ucraini, nel suo intervento in videoconferenza al primo vertice dei leader dei 44 paesi della Comunità politica europea, in corso a Praga, ha evidenziato: “Aiutando noi contro la Russia ,aiutate voi stessi, perché l’Ucraina è solo il primo campo di battaglia nella guerra di Mosca contro l’Europa. Questa guerra deve essere vinta in Ucraina, in modo che poi, i russi, non colpiscano altri paesi. La Comunità politica europea, è l’occasione per riportare la pace in Europa. La Russia non è presente al vertice, perché i russi sono i più anti europei. L’Ucraina ,non ha mai voluto questa guerra e ora è costretta a fare i conti con un paese che non vuole la pace”.
Quanto all’ottavo pacchetto di sanzioni a carico di Mosca, presentato ieri dalla Commissione UE e, votato dagli Stati membri ad eccezione dell’Ungheria, stamane, il Consiglio Europeo ha approvato il provvedimento con le misure, che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale UE, e che, secondo quanto si legge in una nota del Consiglio, prevede: “L’introduzione nella legislazione dell’Ue di una base per stabilire un massimale di prezzo relativo al trasporto marittimo di petrolio russo verso Paesi terzi e ulteriori restrizioni al trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi verso Paesi terzi. Inoltre, sarà vietato fornire trasporto marittimo e fornire assistenza tecnica, servizi di intermediazione o finanziamento o assistenza finanziaria, relativi al trasporto marittimo verso Paesi terzi di petrolio greggio (a partire da dicembre 2022) o prodotti petroliferi (a partire da febbraio 2023) originari in o vengono esportati dalla Russia. La deroga al price cap consentirebbe la fornitura del trasporto e di questi servizi, se il petrolio oi prodotti petroliferi sono acquistati a un prezzo cap prestabilito o inferiore. Il nuovo divieto per le navi dell’Ue di fornire il trasporto marittimo di tali prodotti verso Paesi terzi si applicherà a partire dalla data in cui il Consiglio deciderà all’unanimità di introdurre il massimale dei prezzi. Il price cap ridurrà drasticamente le entrate che la Russia guadagna dal petrolio dopo che la sua guerra illegale contro l’Ucraina ha gonfiato i prezzi globali dell’energia. Il tetto massimo del prezzo del petrolio può anche servire a stabilizzare i prezzi globali dell’energia.
Per quanto riguarda il commercio, l’Ue estende il divieto di importazione di prodotti siderurgici originari della Russia o esportati dalla Russia. Ulteriori restrizioni all’importazione sono imposte anche su pasta di legno e carta, sigarette, plastica e cosmetici, nonché elementi utilizzati nell’industria della gioielleria come pietre e metalli preziosi, che complessivamente generano entrate significative per la Russia. Saranno inoltre limitate la vendita, il trasferimento di forniture o l’esportazione di beni aggiuntivi utilizzati nel settore dell’aviazione.
Tra le misure anche una nuova lista di persone ed enti che hanno avuto un ruolo nell’organizzazione di referendum illegali, rappresentanti del settore della difesa e personaggi noti che diffondono disinformazione sulla guerra. Il Consiglio ha inoltre deciso di ampliare i criteri di elenco su cui basare le designazioni specifiche, al fine di includere la possibilità di prendere di mira coloro che facilitano l’elusione delle sanzioni dell’Ue”.
Sanzioni che, per il Presidente Putin, “esercitano una pressione contro cui è necessario adottare piani di azione flessibili per il futuro”.
Per fronteggiare l’allarme di un attacco nucleare più volte minacciato da Mosca, invece, il Parlamento Ue, ha chiesto una risposta alla Commissione UE, mediante una relazione sull’escalation in Ucraina, approvata con 504 sì,26 no e 36 astensioni. Nella relazione, si legge: “Le recenti minacce russe di usare armi nucleari sono irresponsabili e pericolose avvertono i deputati che invitano i Paesi Ue e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina. Qualsiasi tentativo da parte della Russia di presentare gli attacchi ai territori occupati come un attacco alla Russia stessa, e quindi come motivo per un attacco nucleare, è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina”.
A Praga, infine, si sono riuniti per la prima volta, in un vertice ideato dal Presidente francese Macron, 44 leader e capi di Governi di altrettanti tra Paesi UE e partner extra UE, che domani in 27 , terranno un Consiglio informale, in attesa del Consiglio Europeo del 20 e del 21 ottobre.
Nel corso della riunione, sono stati affrontati una serie di temi, quali: la crisi energetica, con il tetto al prezzo del gas (alla luce dell’apertura alla misura della Presidente della Commissione UE Von der Leyen, espressa in una lettera inviata ieri agli Stati membri), e il sostegno all’Ucraina.
Riguardo al gas, due le proposte sul tavolo: un tetto al gas importato nell’Unione (che incontrerebbe il favore della Spagna) oppure un tetto temporaneo al prezzo del gas che serve per produrre elettricità, che però non entusiasma Italia, Polonia, Belgio e Grecia, in quanto non considererebbe i 2/3 del mercato del gas e produrrebbe un effetto di disincentivo sui prezzi. Tali Paesi, quindi, hanno presentato un documento comune (No paper, ovvero non ufficiale) nel quale hanno avanzato una loro proposta in merito che prevede un price cap dinamico, da applicare in uno scenario in cui non c’è assenza di forniture e c’è uno scambio di domanda e offerta di gas.
Quindi, si legge nel documento visionato e reso noto dall’Ansa: “Sulla base del corridoio dinamico: è possibile stabilire un valore centrale per questo corridoio e rivederlo regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni (ad esempio, i prezzi del greggi) e consentendo fluttuazioni (ad esempio del 5%) intorno al valore centrale all’interno del corridoio. Il ‘non paper’, a quanto si apprende, è stato fatto circolare in queste ore nelle istituzioni europee, è stato inviato alla Commissione e sarà tra le proposte oggetto di dibattito tra i Paesi membri. Nel documento si prevede che l’applicazione di questo corridoio dinamico al prezzo del gas abbia un un valore centrale che rappresenterebbe un limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf) o può essere posto su più hub (Peg, Psv, Zee, per evitare l’arbitraggio), o meglio può coprire tutte le transazioni (sia in borsa che Otc). Inoltre, sarebbero possibili fluttuazioni intorno al valore centrale per fornire segnali di prezzo per lo spostamento del gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il tetto massimo”.
Al vertice, poi ,si sono affrontati anche i temi del provvedimento scudo da 200 miliardi approvato da Berlino per sostenere famiglie e imprese tedesche, calmierando i prezzi, e che è stato contestato dalla Polonia, secondo cui la Germania non controlla il mercato, e sostenuto invece nella sua legittimità dall’Olanda, e dello Sure, lo strumento messo in campo dalla UE durante la pandemia,volto a permettere agli Stati in difficoltà un accesso a prestiti finanziati dal debito comune, proposto stavolta dai due Commissari UE Gentiloni e Breton, per fronteggiare la crisi energetica e che è stato respinto da Paesi come Germania, Olanda e Austria.
In merito alla crisi energetica e al tetto comune al prezzo del gas, si è espresso stamane anche il Presidente della Repubblica Mattarella, nel XVII° summit dei 14 Capi di Stato europei, svoltosi a Malta, nel corso del quale ha avuto un bilaterale con il Presidente tedesco Steinmeir.
Il Capo dello Stato, infatti, nel suo discorso, sottolineando la necessità di una Difesa UE comune in collaborazione con la Nato, ha dichiarato: “Dobbiamo attenuare le conseguenze degli aumenti del costo dell’energia sulla vita delle famiglie e delle imprese”, dicendosi poi convinto insieme con il Presidente Steinmeier , che “sull’energia il prossimo consiglio Ue saprà superare le divergenze”.
In ultimo, firmato dal Ministro per la Transizione ecologica, Cingolani, il decreto con nuovi limiti e orari per i riscaldamenti e che stabilisce la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature, da cui sono esentati asili, ospedali. piscine e saune.
Sul fronte della politica interna italiana, la leader del centrodestra e Premier in pectore Meloni, tornando su quanto riportato dai quotidiani rispetto a una divergenza di vedute con il Presidente del Consiglio uscente Draghi sul ritardo nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sarebbe stato rilevato da quest’ultima nel corso dell’Esecutivo nazionale del suo partito (FdI), svoltosi ieri e , smentito dal Premier nella cabina di regia dedicata proprio al suddetto piano (trasmesso oggi ,mediante relazione, al Parlamento), stamane, nuovamente nel suo ufficio alla Camera per lavorare all’emergenza bollette , ai dossier più delicati e alla formazione del Governo, ha smentito le tensioni: “Non mi pare che ci sia uno scontro con il Premier Mario Draghi sul Pnrr, però il governo scrive nella Nadef che entro la fine dell’anno noi spenderemo 21 miliardi dei 29,4 che avevamo, e quindi lo diciamo con spirito costruttivo per dire che dobbiamo fare ancora meglio”.
Invece, riguardo alla formazione del Governo , all’interno della coalizione, restano alcuni nodi da sciogliere come la richiesta da parte della Lega del dicastero del Viminale per Salvini, e di ministeri di peso come le Infrastrutture o Agricoltura, così come da parte di Forza Italia, che ha aperto però alla possibilità che nel nuovo Esecutivo di alto profilo e di indirizzo politico possa sedere anche “qualche tecnico” (vista la situazione economica delicata a livello internazionale, specialmente all’Economia).
In casa Opposizione, invece, il segretario del Pd ,Letta, ha presieduto nella giornata di oggi la Direzione del partito, nella quale ha illustrato la sua relazione, in cui ha posto due questioni: la convocazione delle Primarie e la discussione sull’avvio del percorso congressuale.
Letta, ha quindi spiegato: “La mia personale scelta è perché il simbolo rimanga esattamente così com’è, perché racconta il servizio all’Italia. Ringrazio quanti mi hanno chiesto un impegno di più lungo periodo ,ma lo riterrei un errore per voi e per il partito: iniziato la mia militanza politica da giovane, sono stato ministro nel ’98 ed è giusto che il nostro partito metta in campo una classe dirigente più giovane in grado di sfidare il governo di Giorgia Meloni, una donna giovane. Le poche donne Pd elette sono il fallimento della nostra rappresentanza. E’ chiaro e evidente, non ho molto da aggiungere, e rappresenta il senso di un partito che non ha compiuto il salto in avanti necessario. Non è possibile tornare indietro rispetto alla necessità di avere dei capi dei gruppi parlamentari di rappresentanza femminile. Dall’altra parte ci sarà la prima donna premier del Paese e su questo punto dovremo essere credibili. Far nascere il Pd è stato un successo, è stato e sarà una storia positiva per il Paese. Gli elettori ci hanno dato il mandato di essere la seconda forza politica e di guidare l’opposizione, di costruire un’alternativa partendo dall’opposizione. Siamo gli unici ad avere costruito una alternativa politica alla destra. Gli altri hanno fatto elezioni sostanzialmente in alternativa a noi. Il congresso deve avere tempi giusti,non deve essere né un X Factor sul miglior segretario da fare in 40 giorni, ma nemmeno un congresso che rinvia alle calende greche. Vorrei che il nuovo gruppo dirigente fosse in campo con l’inizio della nuova primavera. Abbiamo bisogno di partire da marzo con una scelta significativa. Un’unica forza politica ha vinto le elezioni, Fdi, tutte le altre non le hanno vinte o le hanno perse. Un campo ha vinto perché è stato unito e l’altro, nonostante il nostro sforzo, non è stato unito. Questa è la spiegazione delle elezioni. Noi abbiamo profondamente lavorato per costruire il campo largo, ma la larga unità è stata impossibile, era l’unica condizione per vincere, ma abbiamo avuto interlocutori che non volevano andare insieme. Stavamo costruendo un progetto che stava diventando forte e importante” poi c’è stata la “brusca interruzione” con la caduta del governo.
“Noi oggi cominciamo un percorso congressuale, ma per noi è intimamente connesso al lavoro di opposizione che da oggi comincia, dobbiamo vestire fin da subito i panni dell’opposizione, il mandato del popolo italiano è di essere la guida dell’opposizione, in una logica di collaborazione con le altre opposizioni. Faremo una opposizione intransigente e costruttiva. Dobbiamo essere da subito pronti a costruire una opposizione forte ed efficace sapendo anche che quando questo governo cadrà io non ci sarò ,ma dovremo chiedere le elezioni anticipate, nessun governo di salute pubblica, lo dico, lo dirò anche rispetto a qualsiasi dibattito congressuale, intanto bisogna insistere sulla nostra capacità di essere alternativa con una opposizione costruttiva, non consociativa. Chi pensa che ci sia una infinta luna di miele con la destra di Meloni non ha colto fino in fondo il deterioramento del quadro economico e sociale, le tensioni, le paure e le preoccupazioni, che necessitano tutt’altro che di un governo con profonda debolezza politica, che fa capolinea. Fanno più notizia i no che riceve piuttosto che la ressa per entrare al governo e già questo è chiaro e indicativo di una situazione in cui un governo che riceve dei no così significativi dimostra di per sé la sua difficoltà”.
A seguire , poi, gli interventi di vari esponenti del partito, (i più significativi incentrati sulla questione femminile) e il voto di approvazione unanime sulla relazione.
Il Terzo Polo, di Calenda (Azione) e Renzi (Italia Viva), invece, critico nei confronti dell’immobilismo dem, ha chiuso a una possibile alleanza con questi ultimi e ha sollecitato la Meloni “a governare invece di lamentarsi sui ritardi del PNRR e discutere con Salvini del totoministri”.
Il M5S, altrettanto critico verso il Pd e poco disposto a riprendere il progetto del campo largo con l’attuale dirigenza, esortando gli italiani a scendere in piazza per dire stop alla guerra e e la ripresa dei negoziati con la promozione di una Conferenza di Pace sotto l’egida dell’Onu e del Vaticano, ha ribadito le sue proposte: un Recovery Found europeo per l’energia e il taglio sul costo del lavoro.
In merito al Covid19, pubblicati dalla Fondazione indipendente Gimbe i dati sull’andamento della pandemia, secondo cui, confermando la tendenza delle ultime tre settimane, fra il 28 settembre e il 4 ottobre, i contagi hanno segnato un incremento di +5,9%, così come il tasso di occupazione delle intensive (+21,1%) e dei reparti ordinari (+31,8%), mentre sono risultati in calo i decessi (8,5%). L’aumento riguarda , anche se in maniera eterogenea , tutte le Regioni.
Per il Presidente Cartabellotta, quindi : “La netta ripresa della circolazione virale coinvolge l’intero territorio nazionale e sta già facendo sentire i suoi effetti sui ricoveri in area medica e, in misura minore, in terapia intensiva. All’inizio di questa nuova ondata la preoccupazione è forte per vari fattori: la campagna vaccinale è sostanzialmente ferma, la copertura della quarta dose per anziani e fragili non decolla, la stagione influenzale è in arrivo e sui mezzi pubblici si è detto addio all’obbligo di mascherina”.
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