di Federica Marengo domenica 25 settembre 2022
“Il nostro presente è figlio del nostro passato”, siamo il frutto, il prodotto di ciò che abbiamo vissuto nella nostra infanzia: è questo l’assunto-bussola che guida il lettore nella navigazione attraverso le pagine dell’ultimo romanzo di Chiara Gamberale, scrittrice, autrice , conduttrice radiotelevisiva e collaboratrice di La Stampa, Il Corriere della Sera, 7 e Donna Moderna: “Il grembo paterno”, pubblicato nel 2021 da Feltrinelli.
La protagonista, Adele, infatti, a trentacinque anni , è ancora una bambina e un’adolescente e , con gli occhi della bambina e dell’adolescente guarda alla sé donna e madre single di una bambina di nome Frida.
Adele, è rimasta nel grembo paterno, in attesa di una carezza, di un abbraccio di quel padre, Rocco, rigido, perché scontento, mai contento di sé, traditore fedifrago con aspirazioni rampanti.
E’ lui, ad aver condizionato la sua vita : è lui, l’amore da lei stessa definito: “primitivo, inevitabile, ladro e santo” della sua esistenza, in un dualismo di amore e odio, che è amore non ricambiato o ricambiato male, che scandisce tutte le fasi della sua crescita e che ne condiziona i rapporti, le sue relazioni, specialmente con gli uomini.
Solo un evento catastrofico, di portata mondiale ,come la pandemia da Covid19 e l’isolamento forzato conseguente, la induce a fare i conti con questa figura ingombrante e con il passato , così, nella notte del lockdown, che è notte per l’Italia e per l’intera umanità, abbracciata alla figlia, Frida, in preda all’ennesima delusione per un amore non amore, tramite un flashback, torna con la mente al suo paese, ai tempi della scuola Elementare , in cui i suoi familiari e lei stessa venivano chiamati dai compaesani “i Senzaniente”, per via delle condizioni economiche modeste; ritorna con la mente ai tempi in cui, bambina piena di talento, provava a riscattarsi con lo studio, cercando e rincorrendo l’approvazione paterna.
Un’approvazione, che però non ottiene , essendo il padre estremamente rigido nell’insegnare a lei e al fratello l’etica del lavoro e del dovere, che è sempre “metà della metà del proprio dovere”.
Una rigidezza che quest’ultimo ha per primo nei confronti di se stesso : perenne insoddisfatto, Rocco, sogna sempre di essere un altro e di essere altrove, anche quando da lavoratore dipendente si trasforma in piccolo commerciante, gestore di un supermercato e intesse una relazione con Rita, che diventerà la sua amante storica, tenuta sempre a distanza dalla moglie Teresa e dai figli, sebbene tutti fossero consapevoli del tradimento.
Ed è proprio l’infelicità dei genitori a penetrare e ad attaccarsi all’anima di Adele bambina e poi adolescente, rendendola perennemente scontenta di sé , dei suoi risultati nello studio e dei suoi primi amori. Un’infelicità che, somatizzata, si traduce in una fame continua di cibo e di amore ,in una bulimia/anoressia che , diagnosticatele e ammesse con difficoltà dinanzi al padre e alla famiglia, la conducono in un centro di cure , dove non risolverà del tutto i suoi disturbi alimentari né i suoi “demoni”-traumi infantili, ma troverà un’identità attraverso il lavoro e la scoperta di un suo talento-vocazione.
Adele ,infatti,ripresa dalle telecamere di una trasmissione televisiva, durante alcune sedute di gruppo viene notata dal regista per la sua capacità comunicativa e ingaggiata per il ruolo di conduttrice e autrice di un programma tutto suo: è allora che “Adele grassa/ Adele magra”, “Adele, la Signorina Ancora”, diventa l’Adele di “Adelescenza”, nuovo format Tv.
Tuttavia, neppure il successo professionale e una nuova vita in un’altra città, lontano dalla sua famiglia, riusciranno a riempire quel vuoto, colmato, questa volta, con il desiderio di una maternità in solitaria , senza un compagno, appagato quindi , ricorrendo all’inseminazione artificiale.
Sulla scena della sua vita, irrompe allora Frida, che , con la sua dolcezza di neonata, conquista le attenzioni di nonno Rocco, che rivela verso la nipote doti di padre amorevole e accondiscendente ignote ad Adele figlia, scatenando in quest’ultima un sentimento di gelosia e , ancora una volta di insicurezza e inadeguatezza che la inducono a dubitare che le facoltà verbali della sua bambina siano pari a quelle dei coetanei.
Proprio per questo, decide di consultare il miglior esperto nel campo: il Dottor Nicola Attanasio, con il quale istaura da subito un legame fatto di alchimia psicologica e fisica, che evolverà in breve in un sentimento amoroso pervasivo e ossessivo, che riempierà il cuore e le giornate di messaggi e che trascinerà entrambi altrove, in un luogo lontano dalla quotidianità, ma che si infrangerà contro lo scoglio della delusione/disillusione, quando Adele prenderà atto che Nicola, sposato e con figlia, non riuscirà mai a lasciare la moglie e a mantenere la promessa di un amore, che , come quello paterno, sarà sempre sfuggente.
Dunque, durante l’intera lettura del libro, non si può non provare per la nostra protagonista, donna-bambina, forte e fragile, dall’anima rimasta fanciulla , in attesa di uno slancio di tenerezza e di un attestato di stima del padre nei suoi confronti, un’empatia immediata che ci fa tifare per lei, perché trovi quella felicità o almeno serenità di cui è alla ricerca, perché , rischiando, abbracciata a sua figlia, impari ad “inventare la vita”, a “imparare l’amore”.
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