di Federica Marengo martedì 20 settembre 2022
Nella duecentottesima giornata di guerra in Ucraina, è proseguita la controffensiva delle forze ucraine nella regione nord-orientale e in quella meridionale del Paese. Le truppe di Kiev, infatti, hanno distrutto una chiatta carica di personale, armi e attrezzature nell’area di Novaya Kakhovka, per impedire alle forze russe di creare un passaggio sul Dnipro e abbattuto un aereo a reazione russo, un missile cruiser e cinque velivoli senza pilota.
Riconquistato poi, sempre dalle truppe ucraine, un villaggio nel Lugansk, area sua cui la Russia avrebbe perso il pieno controllo, mentre a Kiev è stato affondato un traghetto che trasportava truppe e attrezzature russe. Proprio nel Lugansk, ma anche nel Donetsk ,tutti territori occupati dai russi, fra il 23 e il 27 settembre, sono stati indetti ,dai rispettivi Parlamenti, referendum per l’ingresso nella Federazione russa, estesi poi anche a Zaporizhzia e a Kherson.
A tal proposito, si è espresso il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ed ex Presidente russo Medvedev, il quale, su Telegram, ha dichiarato : “I referendum nel Donbass sono di grande importanza, non solo per la protezione sistemica degli abitanti delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk e degli altri territori liberati, ma anche per il ripristino di una giustizia storica e dopo la loro implementazione e l’accettazione di nuovi territori in Russia, la trasformazione geopolitica diventerà irreversibile, ecco perché questi referendum sono così temuti a Kiev e in Occidente. Ecco perché devono essere fatti”, riecheggiato dal ministro degli Esteri Lavrov, che ha evidenziato come dovrebbe “spettare ai popoli decidere il loro destino, di cui vogliono essere padroni”.
Immediata, la reazione dell’omologo ucraino, Kuleba, che ha bollato come “farsa” i referendum, confermando di voler continuare a liberare le zone occupate, seguito dal portavoce del Presidente ucraino Zelensky, che ha avvertito: “Senza i referendum, c’è ancora una piccolissima chance di una soluzione diplomatica. Dopo i referendum, no”.
Illegittimi, i referendum, per il segretario della Nato Stoltenberg, che su Twitter ha scritto: “Finti referendum non hanno legittimità e non cambiano la natura della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Questa è un’ulteriore escalation nella guerra di Putin. La comunità internazionale deve condannare questa palese violazione del diritto internazionale e rafforzare il sostegno all’Ucraina”, così come per il Commissario UE agli Affari economici , Gentiloni, che ha commentato: “I referendum sono un insulto alla democrazia e all’’Onu”.
Immediata, anche la reazione della Borsa di Mosca, crollata subito dopo l’annuncio sui referendum.
Intanto, la Duma, ovvero al Camera bassa del Parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di mobilitazione, legge marziale, tempo di guerra e conflitto armato (ad esempio, per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione).
Tuttavia, sebbene gli attacchi delle forze russe su Kharkiv, Chernihiv, Nikopol, Sumy e Kherson, non si arrestino (nei bombardamenti sarebbe rimasto ucciso un foreign fighter italiano di ventisette anni), per il Presidente ucraino, Zelensky, che domani parlerà in videoconferenza alla 77° Assemblea generale dell’ONU, gli occupanti russi sarebbero in preda al panico per la riconquista dei territori da parte di Kiev e ha invocato nuovamente l’istituzione di un Tribunale di Norimberga per i cimini di guerra compiuti dalla Russia.
Infine, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Grossi, ha chiesto l’immediata cessazione di qualsiasi azione militare contro le centrali nucleari in Ucraina.
Intanto, mentre il Consiglio dell’UE ha adottato formalmente la decisione di fornire, con urgenza, 5 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina e la Presidente della Commissione UE Von der Leyen e il Presidente del Consiglio UE, Michel hanno ribadito il loro impegno a sostegno a Kiev, il Presidente russo Putin, che in serata parlerà alla nazione, incontrando gli ambasciatori stranieri, ha dichiarato: “L’ordine mondiale si sta trasformando e il mondo si sta muovendo verso il multipolarismo. La Russia non intende “deviare dal suo corso sovrano. Le sanzioni colpiscono negativamente lo stesso Occidente e i paesi più poveri. Gli sforzi degli Stati Uniti per preservare il loro dominio globale, sono destinati a fallire. Lo sviluppo obiettivo verso un mondo multipolare deve affrontare la resistenza di coloro che cercano di preservare la propria egemonia negli affari globali e controllare tutto: America Latina, Europa, Asia e Africa. L’ egemone ci riesce da parecchio tempo, ma non può andare avanti all’infinito, a prescindere dagli sviluppi in Ucraina”.
Lo stesso Putin, poi, ha smentito le dichiarazioni del Presidente turco Erdogan che , intervistato dalla rete USA, Pbs, in occasione della sua partecipazione all’Assemblea generale dell’Onu, durante la quale ha avuto un confronto con il cancelliere tedesco Sholz proprio sulla guerra in Ucraina, ha detto: “In Uzbekistan, mi sono incontrato con il presidente Putin e abbiamo avuto discussioni molto approfondite con lui. E mi sta dimostrando che è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa è stata la mia impressione, perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è piuttosto problematico; 200 ostaggi saranno scambiati in seguito a un accordo tra le parti. Penso che si farà un passo avanti significativo. Il mio obiettivo è porre fine a questa battaglia con la pace”.
Il Presidente Erdogan, inoltre, riguardo i territori invasi e occupati dai russi, ha affermato: “Se in Ucraina, si stabilirà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante. Putin ha fatto alcuni passi. Noi abbiamo fatto alcuni passi. Le terre invase saranno restituite all’Ucraina. E’ dal 2014 che ne parliamo con il mio caro amico Putin e questo è ciò che gli abbiamo chiesto purtroppo non è stato fatto alcun passo avanti. Tutto ciò che vogliamo fare e che vogliamo vedere è porre fine a questa battaglia con la pace, sia che si tratti di Putin,sia che si tratti di Zelensky, ho sempre chiesto e raccomandato questo. Questo è un conflitto che è finito con delle vittime. La gente sta morendo e nessuno vincerà alla fine della giornata. La Turchia, come Paese che segue politiche di equilibrio, è favorevole all’ascolto di entrambe le parti. Ecco perché abbiamo un desiderio insistente di far parlare questi leader. Non ci siamo ancora riusciti, ma non perdo la speranza. Sono fiducioso del fatto che Putin si stia adoperando per porre fine alla crisi in Ucraina il prima possibile, ma per questo Kiev “deve essere sulla stessa linea d’onda con Mosca”.
Quanto alla situazione politica interna italiana, il Premier Draghi si è recato a New York per partecipare alla 77°Assemblea generale dell’ONU, nel corso della quale ,nelle prossime ore, terrà il suo intervento. Nella serata di ieri, invece, il Presidente del Consiglio ha ricevuto il premio come “statista dell’anno” nell’ambito della 57ma edizione dell’Annual Awards organizzato dall’Appeal of Conscience , pronunciando un discorso di ringraziamento nel quale ha detto: “Davanti al rischio di una nuova Guerra Fredda, di una nuova “polarizzazione” innescata dalla guerra della Russia contro l’Ucraina,, sarà il modo in cui “trattiamo con le autocrazie” che “definirà la nostra capacità di plasmare il futuro. Servono quindi, franchezza, coerenza e impegno. Intanto bisogna essere chiari ed espliciti sui valori fondanti delle nostre società, la fede nella democrazia e nello Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, la solidarietà globale. Ideali che dovrebbero guidare la nostra politica estera in modo chiaro e prevedibile. Se si traccia una “linea rossa”, la metafora, bisogna rispettarla. Se si prende un impegno, dobbiamo onorarlo. Anche per non pentirsene dopo. Bisogna essere pronti insomma a collaborare anche con i governi autoritari ma senza compromettere i nostri valori fondamentali. Vale prima di tutto per la crisi ucraina: Ue, Usa e tutto l’occidente si sono mostrati fermi e uniti nel sostegno a Kiev il cui eroismo è un potente promemoria di ciò per cui lottiamo, di ciò che stiamo per perdere. Nonostante la tristezza di questi tempi, sono comunque ottimista: penso che la Russia possa tornare alle norme che ha sottoscritto nel 1945 e che l’Ucraina possa trovare quella pace che non bisogna smettere di cercare. Solo la cooperazione globale può aiutare a risolvere i problemi globali, dalla pandemia ai cambiamenti climatici”.
Nel pomeriggio di oggi, prima del suo intervento all’Assemblea generale dell’ONU, Draghi ha parlato ai giovani, in occasione dell’evento “Youth4Climate”, organizzato dal Ministero della Transizione Ecologica, nel quale ha evidenziato: “Sono pienamente consapevole delle vostre aspettative e della vostra grande fame di cambiamento. Entrambi sono estremamente benvenuti: dobbiamo fare di meglio, più velocemente. L’appuntamento italiano, ha posto i giovani al centro del dibattito e in una posizione di forza per plasmare le discussioni alla COP26. Ha aiutato a canalizzare il sostegno per l’impegno dei giovani a livello locale, nazionale e internazionale. Sono estremamente orgoglioso della leadership italiana in questa iniziativa. Sulla scia del successo dello scorso anno, abbiamo deciso di rendere l’incontro un evento annuale, in stretta collaborazione con le Nazioni Unite. Sono orgoglioso di annunciare che l’Italia co-guida l’hub d’azione globale “Youth4Climate”, in collaborazione con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Sarà un ottimo modo per connettere i giovani leader del clima con i responsabili politici, per assicurarvi di continuare a svolgere un ruolo attivo nelle discussioni politiche sul cambiamento climatico. Miriamo anche a creare nuove opportunità per voi per espandere la vostra rete, sviluppare le vostre idee, far crescere i vostri progetti”. Contiamo su di voi per aiutarci a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e ad attuare l’Accordo di Parigi. La vostra connessione con le vostre comunità, la vostra capacità di trovare soluzioni innovative, la vostra determinazione a costruire società più sostenibili sono oggi più che mai necessarie. Siamo ansiosi di ascoltare le vostre idee e i vostri progetti”.
Nel frattempo, a meno di cinque giorni dal voto, sale la tensione tra i leader delle coalizioni e si alzano i toni della campagna elettorale. A suscitare polemiche e schermaglie, oltre alla crisi energetica e al caro bollette, la collocazione in Ue dell’Italia e il confronto avvenuto ieri a Berlino tra il segretario del Pd, Letta, e il cancelliere tedesco socialdemocratico Scholz , seguito dall’endorsment dell’SPD.
Critiche sul viaggio di Letta, infatti, sono arrivate dal centrodestra, in particolare dalla Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, la quale , accusando la sinistra di “imbeccare” gli attacchi europei e internazionali nei confronti del suo partito e ,lanciando la volata al partito conservatore spagnolo Vox, ha auspicato che la visita del numero uno dem in Germania non sia servita per un sostegno personale al voto, ma per ottenere il tetto UE al prezzo del gas (cui la Germania si è opposta), fondamentale insieme al disaccoppiamento del costo del gas e dell’energia per ridurre il costo delle bollette, perché se così non fosse, vorrebbe dire “aver barattato gli interessi nazionali con i propri”.
Ma rimostranze sono arrivate anche dal segretario della Lega Salvini, per il quale la priorità è occuparsi dei problemi degli italiani, in primis del caro bollette , per tagliare le quali ha ribadito la sua proposta di uno scostamento di bilancio per finanziare un decreto da 30 miliardi e di abolire la legge Fornero e introdurre il sistema Quota41.
A tali rimostranze, dal centrosinistra si è unito il Terzo Polo di Calenda (Azione) e Renzi (Italia Viva), che hanno poi rimarcato la loro proposta di un governo di larghe intese guidato da Draghi e criticato la misura cardine del programma del M5S: il Reddito di Cittadinanza per il primo da rivedere, introducendo una stretta, e per il secondo da abolire.
Proprio il Presidente dei pentastellati Conte, si espresso anch’egli in maniera critica sul viaggio di Letta a Berlino, sottolineando come il M5S sia l’unico partito a non essersi avvalso del sostegno di cancellerie europee o internazionali, rassicurando sull’apporto del garante Grillo e , difendendo la misura del Reddito di cittadinanza e proponendo la detassazione delle pensioni tra gli 8.500 euro e i 13 mila euro (per rendere le pensioni da 1000 euro più pesanti, con un costo di soli 5 miliardi) e i prepensionamenti, ovvero: un’uscita anticipata con il sistema contributivo per poi riagganciarsi dai 67 anni anche al retributivo.
Repentina dunque la replica del segretario Pd Letta, oggi a Pompei e a Salerno per il tour elettorale, il quale ha definito “autarchiche e provinciali” le polemiche della Presidente di Fratelli d’Italia Meloni e del segretario del Carroccio Salvini, per poi illustrare le sue proposte per l’agenda sociale e progressista, quali: salario minimo, taglio del costo del lavoro in favore dei lavoratori e rafforzamento del Reddito di Cittadinanza , legando quest’ultimo al mercato del lavoro.
Nuovamente pronto a ribadire la vocazione liberale, europeista e atlantista, di Forza Italia Berlusconi, che, sollecitando un intervento in sostegno di imprese e famiglie in difficoltà per il caro energia, ha rilanciato, in materia di politiche per i giovani, la possibilità per questi ultimi di accedere la lavoro e di poter acquistare una casa.
Sulla stessa linea, quella europeista e atlantica, i centristi di Noi Moderati , che insistono sui ristori per imprese e famiglie alle prese con il caro bollette.
Per il leader di Impegno civico, Di Maio, invece, “pericolose e sfascia-conti” sono le politiche economiche del centrodestra, che privileggerebbe il Nord con le sue politiche, a scapito del Sud e abolirebbe il reddito di cittadinanza che va difeso.
La tassazione degli extraprofitti delle industrie energivore è invece la proposta principale di Sinistra italiana di Fratoianni ed Europa Verde di Bonelli, che organizzeranno un sit-in di protesta contro le aziende che non hanno pagato la tassa.
Sul fronte dei lavori parlamentari, nonostante la richiesta del Premier Draghi, è stallo per il veto e il mancato accordo tra partiti sulla riforma di Irpef, Irap, Ires e e anche sul cashback fiscale. Salta quindi uno dei punti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche se non vincolante.
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