di Federica Marengo giovedì 14 luglio 2022
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-Nella centoquarantunesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno continuato a bombardare nella regione nord-orientale del Paese, in particolare su Siversk, dove le truppe separatiste dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk hanno fatto sapere di essere entrate e di aver iniziato operazioni di rastrellamento. Proprio nel Lugansk, si è recato in visita Volodin, il Presidente della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo.
Sotto assedio delle truppe di Mosca, anche la città di Vinytsia, nell’Ucraina centrale, dove il lancio di missili ha causato la morte di 20 persone (tra cui tre bambini) , il ferimento di 25 , mentre sale a 47 il numero dei dispersi, anche per via del propagarsi di un incendio da un centro commerciale a un parcheggio. L’azione delle forze russe è stata definita dal Presidente ucraino Zelensky : “un atto di terrorismo” e anche ha accusato l’esercito della Federazione russa di aver rapito e portato fuori dall’Ucraina circa 200.000 bambini.
Colpita dai bombardamenti russi anche la regione meridionale e specialmente le città di Mykolaiv (dove sarebbe stato colpito anche un hotel) e Kramatorsk e l’Isola dei Serpenti sul Mar Nero, riconquistata nel giugno scorso dalle forze ucraine, mentre, presso il porto di Odessa, resta bloccata l’esportazione del grano ucraino in attesa della ratifica dell’accordo tra Russia e Ucraina sotto l’egida dell’Onu e con la mediazione della Turchia. Al momento, quindi, uniche vie di esportazione dei cereali restano quelle dei porti fluviali , come quello sul Danubio, e quelle ferroviarie che fanno scalo in Romania e da lì verso il Mar Nero.
Mosca, invece, accusate le truppe ucraine di aver distrutto metà della città di Novaya Kakhovka, ha lanciato un monito tramite la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova, evidenziando come i tentativi dei Paesi del G7 di mettere un tetto al prezzo del petrolio può comportare al contrario un aumento. Inoltre, sempre la Zakharova, ha dichiarato che “l’ulteriore funzionamento del gasdotto Nord Stream dipenderà dai partner della Russia sia in termini di domanda di gas che di conseguenze delle sanzioni.
Proprio in merito al petrolio, la Cina, mediante il portavoce del Ministero del Commercio Jueting, ha fatto sapere che ritiene la proposta USA di fissare un tetto ai prezzi del petrolio russo sia una questione molto complicata. Per Pechino “Gli alti prezzi internazionali del petrolio sono diventati uno dei principali fattori che guidano l’inflazione globale e la comunità internazionale ha prestato molta attenzione a questo. La soluzione è far calare la tensione a favorire i colloqui Russia-Ucraina”.
Nuove minacce all’indirizzo degli USA, infine, sono giunte dal Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo ed ex Presidente Medvdev, che sul suo canale Telegram ha scritto: “Il loro impero sta per finire. L’ordine mondiale che stanno imponendo alla fine crollerà”.
Quanto alla politica interna italiana, il sì alla fiducia e l’approvazione al Senato del Dl Aiuti con 172 sì , 39 no e nessun astenuto(il provvedimento è stato convertito in legge), non è servito a scongiurare l’apertura della crisi di Governo ,determinata dall’assenza dei sentori del M5S alla prima e alla seconda chiama, in segno di dissenso contro alcune norme presenti nel provvedimento come quella che trasferisce i poteri dalla Regione al sindaco della Capitale per realizzare il termovalorizzatore , misura da sempre osteggiata dai pentastellati, come del resto era stato annunciato ieri dal Presidente Conte , nel corso delle riunioni del Consiglio Nazionale e dei gruppi parlamentari e come già accaduto alla Camera (sebbene a Montecitorio, il regolamento avesse consentito la votazione disgiunta tra fiducia e provvedimento, non possibile, invece, a Palazzo Madama).
Il Presidente del Consiglio Draghi, però, pur avendo ancora la Maggioranza, causa venir meno della fiducia e dell’unità interna, dopo un primo colloquio al Colle e un Consiglio dei Ministri, ha annunciato di voler rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, che ha rivisto in serata per l’atto formale .
Dimissioni che però sono state respinte dal Capo dello Stato, che ha chiesto al Premier di “parlamentarizzare la crisi” , ovvero di portare in Parlamento la crisi, verificando la fiducia e la possibilità di trovare una nuova Maggioranza. Dunque, Draghi tornerà in Parlamento mercoledì 20 luglio per riferire alle Camere. Da qui a mercoledì ,quindi, i partiti a favore della continuità dell’Esecutivo e della Legislatura e di un Draghi bis avranno tempo per cercare di ricucire il perimetro della fiducia.
Da qui, l’apertura di una serie di scenari: dalla possibilità di un “Draghi bis” e di una nuova Maggioranza e intesa politica alle elezioni anticipate.
Nell’Aula del Senato , durante le dichiarazioni dei partiti , Italia Viva , il Pd,il gruppo fondato dall’ex pentastellato, ministro degli Esteri, Di Maio, Insieme per il Futuro, si sono espressi per la continuazione del Governo (un Draghi bis), pur dicendosi non preoccupati dall’eventualità di tornare al voto, così come nel centrodestra Forza Italia.
Ritorno alle urne, sollecitato dalla Lega, divisa però al suo interno tra “governasti” , che vorrebbero proseguire l’esperienza del Governo e non governasti, pronti al ritorno al voto, come pure dall’Opposizione Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.
Tutto ciò, mentre la Borsa di Milano ha risentito delle tensioni politiche chiudendo a -3,44%: in fumo, 17 miliardi in termini di valore azionario, ma lo Spread tra Btp e Bund, che ha registrato pure un rialzo, ha contenuto i danni. L’euro è apparso nervoso con i listini in tensione per i timori sempre più vivi di una recessione globale.
Da Bruxelles, che guarda con ansia l’esito della crisi di Governo italiana , sono arrivate le stime delle previsioni economiche d’estate, secondo cui l’Italia nel 2022 crescerà più delle attese con il Pil che , quest’anno, dovrebbe salire al 2,9% rispetto al 2,4 previsto a maggio. Nel 2023 invece, la crescita del Pil dovrebbe rallentare per attestarsi allo 0,9%, contro l’1,9% indicato da Bruxelles a maggio.
Tali dati, sono stati così commentati in conferenza stampa dal Commissario UE all’Economia Gentiloni, che ha anche espresso preoccupazione per la crisi di Governo: “Con le incognite legate al corso della guerra e all’affidabilità delle forniture di gas le previsioni economiche per l’Ue sono soggette a forti incertezze e rischi al ribasso. Per navigare in queste acque agitate, l’Europa deve mostrare leadership, con tre parole che definiscono le nostre politiche: solidarietà, sostenibilità e sicurezza. Lo slancio proveniente dalla riapertura delle nostre economie dovrebbe sostenere la crescita nel 2022, ma per il 2023 abbiamo notevolmente rivisto al ribasso le nostre previsioni. Nelle previsioni di primavera, abbiamo presentato una simulazione basata su un taglio completo delle importazioni di gas dalla Russia, con limitate possibilità di sostituzione a breve termine. Questo scenario severo’ porterebbe l’economia Ue in recessione nella la seconda metà di quest’anno e deprimerà ulteriormente l’attività economica il prossimo anno. Alla luce degli eventi recenti, questo rischio è diventato più di un semplice scenario ipotetico, per il quale dobbiamo prepararci. Con le incognite legate al corso della guerra e all’affidabilità delle forniture di gas le previsioni economiche per l’Ue sono soggette a forti incertezze e rischi al ribasso. Per navigare in queste acque agitate, l’Europa deve mostrare leadership, con tre parole che definiscono le nostre politiche: solidarietà, sostenibilità e sicurezza. Lo slancio proveniente dalla riapertura delle nostre economie dovrebbe sostenere la crescita nel 2022, ma per il 2023 abbiamo notevolmente rivisto al ribasso le nostre previsioni. La commissione sta valutando tra le varie opzioni possibili anche la possibilità in caso di emergenza di presentare una proposta per porre un tetto al prezzo del gas. Non è una proposta di cui si discuterà nei prossimi giorni nella situazione attuale. E’ una possibilità futura nel caso di un’ulteriore deterioramento. Stiamo valutando questa possibilità in caso di eventualità future straordinarie ma non come decisione da adottare oggi”.
Sul fronte del Covid19, pubblicati dalla Fondazione indipendente Gimbe, i dati sull’andamento della pandemia nella settimana 6-12 luglio: rallenta la crescita dei nuovi casi di Covid-19, che si attestano oltre quota 728 mila (+22,4%) rispetto ai 595.300 della settimana scorsa, ma non si arresta l’aumento dei decessi: 692 negli ultimi 7 giorni (+49% rispetto ai 464).
I ricoveri nei reparti di area medica sono aumentati del 21,5% (9.724 rispetto ai 8.003 di una settimana fa), mentre quelli nelle terapie intensive sono cresciuti del 16,1% (375 rispetto a 323).
L’aumento è inferiore rispetto a quello della scorsa settimana (33% per ricoveri ordinari e 36% per intensive) ma, sommato a quello delle settimane scorse fa sì che nell’ultimo mese i ricoveri in intensiva risultino raddoppiati ,passando da 183 il 12 giugno a 375 il 12 luglio, mentre in area medica sono più che raddoppiati, da 4.076 a 9.724.
Al 12 luglio , poi, il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,1% in area medica.
Per il Presidente, Cartabellotta, :“Dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di ricoveri ospedalieri e decessi: questo rende del tutto inaccettabile l’idea di far circolare liberamente il virus. Infatti, se da un lato l’ipotesi di potenziare l’immunità di popolazione con un ‘booster naturale’ è molto suggestiva, dall’altro la popolazione over 50 suscettibile è troppo numerosa. Inoltre, questa ‘strategia’ non tiene conto dell’impatto del long Covid, la cui incidenza è correlata al numero di infezioni. Infine, una circolazione incontrollata di un virus così contagioso come Omicron 5 rischia di determinare una vera e propria paralisi di vari servizi. Ecco perché rimane fondamentale arginare la circolazione del virus utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio. Ben venga l’ampliamento della platea vaccinabile con il secondo booster anti-Covid a tutti gli over 60, ma finora “le somministrazioni nelle persone più vulnerabili non sono mai decollate” e rappresentano “un flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali. Le coperture con la quarta dose sono al 47,8% per immunocompromessi e appena al 22,5% per gli over 80 e fragili. Il motivo, è la completa mancanza strategia di sensibilizzazione: anzi, a causa delle aspettative sui vaccini aggiornati le persone sono state dissuase dall’effettuare la quarta dose subito. Al 13 luglio, sono state somministrate 994.379 quarte dosi, a over 80, fragili (60-79 anni) e ospiti Rsa, con una copertura che va dal 7,8% della Calabria al 42,1% del Piemonte. Mentre quelle somministrate agli immunocompromessi sono state 378.198 con coperture che vanno dal 13,5% della Calabria al 100% del Piemonte. Tenendo conto del quadro di elevata circolazione è cruciale effettuare la quarta dose subito con i vaccini attuali che, seppur ‘vecchi’, si sono dimostrati ampiamente efficaci nel riportare a livelli elevati la copertura nei confronti della malattia grave, che declina progressivamente a 120 giorni dalla terza dose. Mentre, rispetto ai vaccini aggiornati ,quelli in via di approvazione sono tarati su Omicron BA.1, ovvero non sappiamo quanto proteggano dalle ultime varianti BA.4 e BA.5, inoltre non vi è alcuna certezza sulla data di approvazione e reale disponibilità. A preoccupare sono anche le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ferme all’88%, e di chi ha completato il ciclo, ferme all’87%. Mentre sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,6 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 7,85 milioni coloro che non hanno ancora ricevuto la terza dose. Quanto ai vaccini: in autunno ok doppia dose anti Covid e influenza. Bisogna dare a tutti la possibilità di programmare la somministrazione del vaccino anti-Covid, assieme a quello antinfluenzale nella stessa seduta vaccinale”.
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