di Federica Marengo venerdì 24 giugno 2022
-Nella centoventunesima giornata di guerra in Ucraina, che segna l’ingresso nel quarto mese del conflitto, le forze ucraine hanno iniziato il loro ritiro da Severodonetsk e Lysychansk, nella regione nord-orientale del Luhansk, parte del Donbass, ormai sotto il controllo dei russi. Sotto attacco russo, anche la regione di Donetsk e di Kostiantynivka , dove un civile è stato ucciso.
Da Kherson, invece, nella regione meridionale del Paese, è arrivata la notizia di un attentato dinamitardo in cui ha trovato la morte un funzionario delle forze occupanti russe, definito dal portavoce del Cremlino ,Peskov : “un atto di terrorismo”.
Sempre a Sud dell’Ucraina, a Mariupol,le autorità locali hanno lanciato l’allarme sanitario per via di un’epidemia di colera.
A Zaphorizhzhia, invece, una capra fuggita da una fattoria ha fatto esplodere una serie di trappole fabbricate dai soldati russi, ferendo una decina di questi ultimi, mentre il Direttore dell’Agenzia italiana per l’energia nucleare, Grossi, ha espresso preoccupazione per il personale della locale centrale che, secondo i media locali, sarebbe stato rapito dalle truppe russe.
In ultimo, l’Ucraina, ha avviato un processo a carico del soldato russo che torturò 9 civili a Irpin.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, nel consueto videomessaggio alla popolazione, pubblicato sui suoi profili social, dopo aver incassato il via libera della Commissione UE al conferimento all’Ucraina dello status di candidato all’ingresso in UE, ha ringraziato gli USA per l’ulteriore pacchetto di aiuti militari da 450 milioni di dollari varato, che include lanciarazzi Himars, pacchetto “importante” per liberare l’Ucraina dall’aggressore russo”.
“Di punto di svolta” per l’ottenimento della candidatura all’ingresso in UE ”dell’Ucraina, rappresentato dalla visita a Kiev di Draghi, Macron e Scholz, ha parlato il ministro degli Esteri ucraino Kuleba che, in una precedente intervista a Il Corriere della Sera, aveva dichiarato che l’Ucraina sarebbe felice di avere Papa Francesco a Kiev, sottolineando inoltre come per le aziende italiane sia un buon momento per investire in Ucraina, dato rilevato anche dal Presidente di Confindustria Bonomi durante la sua visita a Kiev.
Mosca, invece, è tornata all’attacco dell’Ucraina, con il ministro degli Esteri Lavrov, che,in un’intervista a un’emittente Tv bielorussa, ha accusato Kiev di mentire per giustificare le proprie azioni e gli USA di aver imposto alla Lituania il divieto di transito delle merci soggette a sanzioni russe da e verso la regione dell’exclave russa di Kalinningrad.
Accuse, questa volta all’indirizzo dell’Occidente, sono state scagliate dal Presidente Putin, reduce dal Forum dei Paesi Brics, che ha dichiarato: “L’Occidente è cinico rispetto ai problemi alimentari dei Paesi in via sviluppo e di sviluppare “artificialmente” l’isteria sui problemi riguardanti la consegna del grano ucraino. La Federazione russa non impedisce l’esportazione di questo grano. L’aumento dell’inflazione in occidente è stato il risultato delle loro politiche macro economiche irresponsabili”.
Proprio a proposito della questione del grano, il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha fatto sapere che è stato trovato un “consenso generale” tra le parti per sbloccare l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina, con la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu. Nei prossimi giorni, dunque, potrebbero esservi sviluppi positivi e si potranno adottare misure concrete.
Infine, secondo quanto riferito da Ukrainska Pravda, il deputato della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo ,Gurulyov,ha affermato che se dovesse esserci la III° Guerra mondiale, le prime bombe colpiranno Londra.
A Bruxelles, invece, si è tenuto il secondo e ultimo giorno del Consiglio Europeo, sotto la presidenza francese. All’indomani del via libera della Commissione UE al conferimento all’Ucraina dello status di candidata all’ingresso in UE, si è discusso della questione energetica e della proposta di introdurre un tetto comune al prezzo del gas, soluzione prospettata dal Premier Draghi, con l’appoggio del Presidente francesce Macron, che non convince i Paesi del Nord, guidati dall’Olanda del Premier Rutte, che chiedono al Presidente del Consiglio di dimostrarne l’efficacia,mentre il Belgio si è detto d’accordo sulla misura. Non ha trovato seguito, quindi, la richiesta da parte di Draghi di un Consiglio Europeo straordinario sul tema da tenersi a luglio e che, invece, è stato rinviato all’autunno, quando la Commissione presenterà la sua proposta.
Al termine del Consiglio UE, che ha visto anche la rimozione del veto da parte della Bulgaria all’ingresso della Macedonia del Nord in UE, il Presidente Draghi ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha fatto il punto sull’esito del summit: “Questo è stato un Consiglio europeo a due dimensioni. L’Ue sta crescendo dal punto di vista esterno sta diventando sempre più importante, sta diventando quell’istruzione a cui ormai tutti i paesi d’Europa guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità, prosperità e sicurezza. Questo è un passo straordinario nella storia dell’Ue, è una dimensione che ha acquistato via via sempre più importanza proprio a causa della guerra in Ucraina. Con le decisioni prese sulla concessione della candidatura l’Ue proietta un’immagine meno arcigna, burocratica e fiscale di quanto avesse fatto in passato. Paesi che prima non avevano pensato di chiedere di entrare nell’Ue, oggi vogliono e vogliono rapidamente avere lo status di candidati. L’Ue sta crescendo, sta diventando sempre più importante, sta diventando quell’istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità e sicurezza. Ma la notizia su cui pone l’accento è “Per quanto riguarda la nostra dipendenza dal gas russo l’anno scorso era 40% oggi 25%. Le misure messe in campo già all’inizio della guerra cominciano a dare risultato. Inoltre per quanto riguarda gli stoccaggi di gas, ci stiamo preparando per l’inverno e sta andando molto bene”. Sulla questione price cap sul gas. L’Europa ha un potere di mercato per quanto riguarda il gas che viene dalla Russia via tubo poiché non può andare da nessun’altra parte. E questo potere dovrebbe usarlo con il price cap. La Commissione europea ha bisogno di tempo per preparare il rapporto che tratterà “non solo di price cap ma di tutte le misure per calmierare i prezzi, e riguarderà anche una possibile riforma del mercato dell’energia elettrica. Il rapporto serve a individuare che tipo di tetto al prezzo gas ci vuole. L’elettricità oggi è prodotta in parte con il gas e in parte con le rinnovabili ma non importa quale sia la fonte tutta viene venduta in relazione al prezzo del gas, l’elemento più alto. Questo ha portato alla crescita delle bollette, per una componente dovuta a come il mercato dell’energia stato disegnato tempo fa. Ottobre potrebbe essere tardi per un intervento sul prezzo del gas? Sì, certo, potrebbe essere tardi, soprattutto se avvengono altre cose sul fronte dell’energia. Ma su questo il Consiglio Ue è stato aperto: per ora non si decide nessun Consiglio Europeo straordinario, se la situazione dovesse aggravarsi ci sarà, è stato detto esplicitamente, non è che lasciamo passare due mesi e mezzo senza far niente. Se fosse necessario, se ci fossero nuove misure certamente faremmo un Consiglio straordinario. La posizione della Germania sul price cap “è cambiata muovendosi progressivamente nella nostra direzione. Da una obiezione di principio, ora c’è molta apertura tanto è vero che è passato questo documento che fissa un appuntamento per la discussione. Vedremo il rapporto della commissione, vedremo quello che è possibile fare, quello che è difficile fare, quello che non si può fare. Ma cambiamenti ci sono stati anche da parte di altri Paesi come l’Olanda che all’inizio erano molto rigidi all’inizio di questa discussione. Al tema gas, elettricità si lega anche il capitolo crisi economica: Nell’area dell’euro, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, le previsioni sono di un rallentamento un po’ in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere d’acquisto degli italiani. E su questo incontrerò le parti sociali nei prossimi giorni. Bisogna dire che c’è una dimensione interna all’Ue piena di sfide ed è quella che ha a che fare con l’inflazione. La nostra economia, quella italiana, sta andando benino grazie al turismo che sta crescendo certamente molto di più delle aspettative. Sulla possibilità di un recovery di guerra ,più che di aiuti bisogna avere da parte dell’Ue la capacità di accedere al mercato autonomamente per poi prestare questo denaro ai singoli Paesi. Non è una situazione in cui è necessario avere dei grants, ma una capacità fiscale comune”.
Nel frattempo , sul fronte della politica italiana, i partiti di Maggioranza, ancora scossi dalla scissione del M5S e dalla formazione dei due gruppi alla Camera e al Senato di “Insieme per il futuro”, guidati dal ministro degli Esteri Di Maio, cui, nelle ultime ore, si sono aggiunti esponenti illustri penstastellati, tra i quali la ex ministra dell’Istruzione Azzolina (sebbene, si siano registrati anche abbandoni repentini del neogruppo dimaiano, come quello del senatore Fenu e della deputata Martinciglio, tornati nel Movimento), sono alle prese con la chiusura della campagna elettorale in vista dei ballottaggi in alcuni Comuni di domenica 26 giugno, dibattendo però, prima del silenzio elettorale, dell’introduzione di una legge sul salario minimo, sollecitata dai dem e dai pentastellati sulla scorta della Direttiva UE e osteggiata invece da Forza Italia e dalla Lega e dall’Opposizione di Fratelli d’Italia.
Tutto ciò, mentre, l’Istat ha reso noti i dati del mese di maggio sulle importazioni a -0,8%, rispetto ad aprile (+6%) e a +19% su anno e sulle esportazioni a +4,7% su mese e a +26,2% rispetto a maggio 2021.
In merito alla fiducia dei consumatori, a giugno è scesa da 102,7 a 98,3,registrando il minimo da novembre 2020, quella delle imprese è salita dal 111,0 a 113,6, segnando il valore più elevato dal dicembre 2021.
Riguardo al Covid19, pubblicati i dati del monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui, nella settimana 1-14 giugno, l’indice di contagio è salito a 1,07 (sopra l’1) rispetto allo 0,83 della settimana scorsa, come pure l’incidenza , passata da 310 casi per ogni 100 mila abitanti a 504.
In aumento , anche i ricoveri in terapia intensiva , passati da 1,9% di una settimana fa a 2,2% e nelle aree mediche, passate da 6,7% della settimana scorsa a 7,9%.
Nessuna Regione e Provincia autonoma è classificata a rischio basso.
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