di Federica Marengo mercoledì 8 giugno 2022
-Nella centocinquesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno attaccato Severodonetsk, e Rubizhne, nell’Ucraina orientale, distruggendo due ospedali, di cui uno della Croce Rossa. Nel sud di Rubizhne, inoltre, sono stati rasi al suolo anche un’azienda farmaceutica e gli edifici circostanti.
Sotto attacco delle forze di Mosca, l’intera regione orientale del Donbass. Bombardata e distrutta nella regione di Donetsk, a Bakhmut , una scuola, causando un numero ancora imprecisato di vittime,mentre dalla regione di Luhansk sono state evacuate 40 persone, di cui 34 da Lysychansk e 6 da Vrubivka. Sotto assedio anche Kharkiv.
Nella regione meridionale del Paese, invece, colpite dalle truppe di Mosca, Kherson (dove un numero ingente di persone sarebbe imprigionato e sotto tortura) e Mykolaiv,mentre,secondo l’agenzia russa Tass, oltre mille tra militari ucraini e mercenari stranieri che si erano arresi a Mariupol sarebbero stati trasferiti in Russia per essere interrogati.
Tuttavia, per l’intelligence britannica, malgrado i proclami per vittorie e riconquiste, né Mosca né Kiev avrebbero guadagnato terreno.
Infine, secondo quanto riportato da Avital Chizhik-Goldschmidt, giornalista negli Stati Uniti e nuora dell’autorità religiosa ebraica, il Rabbino Capo di Mosca, Pinchas Goldschmidt, sarebbe fuggito dalla Russia dopo essere stato sottoposto a pressioni per sostenere l’invasione dell’Ucraina.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione pubblicato su Telegram,e , in un’intervista al Financial Times, facendo il punto sulla guerra in Ucraina, ha dichiarato: “Oltre 31.000 militari russi sono già morti in Ucraina. Dal 24 febbraio, la Russia paga ogni giorno quasi 300 vite dei suoi soldati per una guerra completamente insensata contro l’Ucraina. E comunque verrà il giorno in cui il numero delle perdite, anche per la Russia, supererà il limite consentito. Una situazione di stallo con la Russia “non è un’opzione. La vittoria deve essere ottenuta sul campo di battaglia. Siamo inferiori in termini di equipaggiamento e quindi non siamo in grado di avanzare. Subiremo più perdite e le persone sono la mia priorità. Non ho cambiato posizione: la guerra dovrebbe finire al tavolo dei negoziati. Sono pronto per colloqui diretti con Vladimir Putin. L’Ucraina, nella prossima settimana, lancerà un sistema per raccogliere prove sui presunti crimini di guerra commessi dalla Russia durante l’occupazione militare. La pubblicazione sarà denominata “Libro dei carnefici”. Secondo i procuratori ucraini, sono stati rilevati oltre 12mila presunti crimini di guerra commessi da oltre 600 sospettati dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio. Ci sono fatti concreti su concreti individui di concreti crimini crudeli contro gli ucraini. Quanto alla questione energetica, Kiev sospenderà tutte le esportazioni di carbone e gas, in vista di quello che si preannuncia come “l’inverno più difficile”. Durante questo periodo, non venderemo il nostro gas e carbone all’estero. Tutta la produzione si concentrerà sul soddisfacimento della domanda interna”.
Quanto alla questione del blocco dei porti ucraini e delle esportazioni di grano, si è svolto questa mattina ad Ankara l’incontro tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e l’omologo russo Serghei Lavrov. Al centro del colloquio, la creazione di corridoi sicuri per permettere a navi commerciali di trasportare grano ucraino attraverso il mar Nero. Al termine del bilaterale tra i Ministri degli Esteri, si è tenuta una conferenza stampa, nella quale il ministro degli Esteri russo Lavrov, ha dichiarato: “Con il ministro turco abbiamo parlato dei problemi di trasporto del grano ucraino che i colleghi occidentali cercano di presentare come una catastrofe: in realtà solo meno dell’1% della produzione mondiale di grano e di altri cereali bloccati. Questo non ha a che fare con la crisi alimentare. Apprezziamo gli sforzi dei nostri amici turchi per sbloccare il grano, sminare i porti ucraini e permettere l’accesso alle navi straniere che al momento sono in ostaggio. Il Presidente Putin ne ha già parlato pubblicamente che garantiamo la sicurezza di tali rotte e garantiamo che quando l’Ucraina procederà allo sminamento e consentirà il ritiro delle navi dai suoi porti, non approfitteremo di questa situazione nell’interesse dell’operazione militare speciale in corso. Queste sono le garanzie del presidente della Russia, siamo pronti a formalizzarle in un modo o nell’altro. Siamo pronti a garantire la sicurezza delle navi che lasciano i porti ucraini e si dirigono verso gli stretti. Siamo pronti a farlo in collaborazione con i nostri colleghi turchi,se l’Ucraina inizierà lo sminamento dei porti, Mosca non approfitterà di questa situazione nell’interesse dell’operazione militare speciale in corso. Cavusoglu ha definito “legittime” le richieste russe per aiutare il grano ucraino ad arrivare sul mercato mondiale, facendo riferimento alla rimozione delle sanzioni. Se dobbiamo aprire il mercato internazionale al grano ucraino, al girasole o all’olio di girasole consideriamo la rimozione degli ostacoli che si frappongono alle esportazioni della Russia come una richiesta legittima. La Turchia, su richiesta delle Nazioni Unite, ha offerto la propria assistenza per scortare i convogli marittimi dai porti ucraini”.
Il ministro degli Esteri turco, Cavusoglu, invece, ha evidenziato: “La Turchia ritiene che sia “ragionevole e fattibile” il piano Onu per stabilire un meccanismo per un corridoio per il trasporto del grano bloccato nei porti dell’Ucraina”, facendo sapere che “c’è la possibilità di una ripresa del negoziato tra Russia e Ucraina per arrivare al cessate il fuoco”.
Ma il commento di Kiev sull’incontro tra Turchia e Russia, nel quale sono stati fatti passi avanti, non si è fatto attendere ,bollando quest’ultimo come “privo di esiti concreti” e dicendosi “in attesa di ricevere comunicazioni” al riguardo.
Il presidente della Rada, il Parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk, questa mattina, nel suo intervento al Parlamento europeo, aveva dichiarato: “La Russia dice di voler evitare una carestia di grano, ma ruba le riserve di grano nei territori occupati”, esprimendo il timore che Mosca approfitti dello sminamento dei porti per impossessarsi della costa meridionale. E il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha confidato di non aspettarsi alcuna decisione vantaggiosa per l’Ucraina nell’ambito del summit Nato che si terrà a Madrid dal 28 al 30 giugno,in termini di accelerazione sull’ ingresso nell’Alleanza Atlantica ,confutando la narrativa russa secondo cui “la causa della crisi alimentare mondiale sarebbero le sanzioni”, ha sottolineato come quelle russo-turche siano “parole al vento” e come l’impennata dei prezzi dei cereali dovuta al blocco delle esportazioni di grano sia stata causata dall'”aggressione russa” in Ucraina e “non dalle sanzioni” occidentali contro Mosca.
Sulla questione grano è intervenuta anche la Presidente della Commissione UE Von der Leyen presso il Parlamento UE, riunito in Sessione plenaria, dichiarando: “La crisi alimentare e del grano ucraino è frutto di “un freddo, insensibile e calcolato assedio di Putin ad alcuni dei Paesi e delle persone più vulnerabili del mondo. Il cibo è diventato parte dell’arsenale del terrore del Cremlino”. le sanzioni europee non colpiscono i prodotti alimentari bloccati in Ucraina”, riecheggiata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha detto: “La fame mondiale riguarda tutti e ci vuole un approccio coordinato globale e lavoriamo anche con il G7, l’Unione Africana e tutti gli altri partner. Ho incontrato il segretario generale dell’Onu Guterres, a New York, qualche giorno fa, per discutere della sicurezza alimentare mondiale e dei nostri sforzi per sbloccare i cereali da Odessa. Il Cremlino usa le forniture alimentari come arma di guerra e dobbiamo unire le nostre forze per denunciare le menzogne russe. I missili e le navi russi bloccano il trasporto dei cereali. I bombardamenti russi e le mine impediscono i raccolti sui campi ucraini. Che sia chiaro a tutti: non ci sono sanzioni sui prodotti agricoli e questa crisi non è nostra responsabilità. Non cadete nella propaganda russa, non siate strumentalizzati”.
In Italia, il ministro degli Esteri Di Maio, che ha presieduto alla Farnesina il Dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare , ha evidenziato: “Assistere l’Ucraina nell’esportazione dei milioni di tonnellate di grano e generi alimentari attualmente bloccati nei suoi silos è un’emergenza. Il premier Mario Draghi ha discusso di questo problema con il presidente Putin e il presidente Zelensky. L’Italia sostiene gli sforzi dell’Onu e dell’Ue per affrontare questo problema e ringrazia la Presidenza tedesca del G7 per il suo impegno. Continueremo a contribuire attivamente a tutti gli sforzi internazionali per trovare una soluzione”.
Sul fronte della politica interna, invece, mentre il Premier Draghi ha firmato con le prime 6 Regioni (Basilicata, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria e Puglia) i protocolli per l’avvio dei progetti bandiera del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed è volato a Parigi per incontrare il Presidente francese Macron e discutere della guerra in Ucraina e della possibile crisi alimentare e umanitaria globale, e per presiedere domani la riunione dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico , che ha reso note le sue stime di crescita per il 2022-2023 (come per i Paesi UE, anche per l’Italia è previsto un rallentamento della ripresa , con stime del Pil tagliata per il 2022 a +2,5% e per il 2023 a +1,2% ), i partiti di Maggioranza dibattono non solo di un eventuale nuovo invio di armi a Kiev, ma anche del salario minimo, alla luce della Direttiva UE approvata ieri da Bruxelles, che introduce la retribuzione minima oraria per legge nei Paesi in cui la contrattazione collettiva non raggiunge l’80% dei lavoratori.
Riguardo alla prima questione , Lega e M5S, in attesa delle Comunicazioni del Presidente del Consiglio alle Camere del 21 giugno, alla vigilia del Consiglio europeo di fine mese, continuano a dirsi contrari a un quarto provvedimento per l’invio di armi a Kiev, sollecitando l’azione diplomatica, mentre l’introduzione del salario minimo, contrappone il centrosinistra e il M5S ,a favore di un intervento per i lavoratori con compenso minimo, seguito dal taglio del cuneo fiscale , e il centrodestra compatto, di Governo e di Opposizione , che si dice contrario ,indicando la giusta direzione nel taglio del cuneo fiscale a favore delle imprese e dei lavoratori e auspicando la revisione-abolizione del Reddito di Cittadinanza così come strutturato attualmente.
Botta e risposta poi tra la Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni e il segretario del Pd Letta su un emendamento relativo alla riduzione delle emissioni , respinto dall’Europarlamento e ritornato in Commissione Ambiente. Secondo la leader del partito di centrodestra all’Opposizione, si sarebbe trattato di una “figuraccia” dei dem, determinata dall’ “approccio ideologico” al tema, mentre il numero uno del Nazareno, ha replicato difendendo la coerenza degli europarlamentari socialdemocratici sul contrasto al cambiamento climatico.
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